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jryan^
ha inviato un messaggio dal titolo:
Racconto:
Il desiderio ed ha ricevuto
1 repliche.
messaggio inviato in data:
29/Gennaio/2007 11:52:27
Ciao a tutti!:) sono felicissimo di ripostare una
storia per voi qui! e anche di leggere quello che scrivete nel
forum a cui non partecipo tanto da un pò! sappiate che vi
seguo sempre e che vi reputo a tutti dei grandi!!! ma che
volete sto talmente impicciato che non so se ci sto più io o
il protagonista della storia (che sono cmq io:))
cmq, un
bacio e un abbraccio a tutti, in particolare ai cari vecchi
amici : Dolceluna, Vegy, Grey e Packi!
BELLA!
Racconto: Il Desiderio
Lorena era una
ragazza castana, con due grandi occhi celesti. Il viso un po’
lentigginoso valorizzava lo splendore dei suoi occhi. Era alta
un metro e ottanta e aveva un bel fisico da
pallavolista.
Io l’avevo conosciuta attraverso amici di
amici che frequentavano le stesse lezioni all’università e
adesso ci salutavamo e ogni tanto ci scambiavamo delle battute
quando ci mettevamo a parlare tutti insieme.
Avete presente
quando il solo vedere una ragazza vi fa venire un erezione
impressionante? Avete presente la totale perdita di controllo?
Ecco, era questo quello che suscitava in me Lorena. In un modo
o nell’altro quindi, tra me e lei c’era un continuo flirt ed
andavamo a toccare gli argomenti più disparati.
Una mattina
di Giugno, arrivai in aula con un po’ di ritardo e notai che
c’era un posto libero in terza fila, proprio sotto il banco a
cui sedeva Lorena ( l’aula era fatta a platea e quindi i
banchi davanti avevano uno livello di mezzo metro rispetto ai
banchi dietro, e questo faceva si che, praticamente, chi era
seduto davanti era all’altezza dei piedi di chi era seduto
dietro).
Colsi subito l’occasione e posai lo zaino sul
banco.
<<Buon giorno!>> mi disse lei
ironica:
<< Ci siamo svegliati tardi a quanto
pare?!>>
<< Eh si>> annuii io
distrattamente, mentre mi sedevo al mio banco e già avevo una
bella erezione. Voltandomi diedi un’occhiata ai piedi di
Lorena, e sussultai quasi dall’emozione nel vederli
completamente nudi, avvolti solo dalle sottili cinghie di
cuoio di due infradito. Non ricordo bene che numero portasse
Lorena, ma ricordo chiaramente che in occasione( la festa di
un amico) glielo avevo chiesto e lei mi aveva risposto un
numerone che mi aveva fatto essere molto soddisfatto; credo
portasse un 41. I suoi piedi erano grandi e dalle forme
morbide, le sue dita erano lunghe e le unghie erano smaltate
di un luccicante smalto trasparente.
Ritornai in me e mi
misi a seguire la lezione. Quando ci fu l’intervallo mi alzai
e mi voltai di nuovo verso Lorena, che mi sorrise
affabile.
<< che noia! Eh?!>> le dissi e lei
annuì con un sorriso.
<< Beh, te lo sei trovata un
ragazzo?>> chiesi io scherzando e cambiando argomento.
Lei mi lanciò un occhiata divertita e mi
rispose:
<<No, non ci sono ancora riuscita! E sai
perché? Perché qui a Roma siete tutti tappi ed io mi sono
giurata che dopo quel cretino del mio ex non mi sarei mai più
messa con uno più basso di me!>>
<< E
perché?>> chiesi perplesso.
<< Perché voi
uomini ne soffrite! Vi sentite dominati e alla fine vi
comportate da deficenti!>>
Risposi
sorridendo:
<< Beh,io non sono più basso di te,
andrei bene?>>
Lei scese al mio livello e mi si
avvicinò per paragonare le nostre altezze:
<<
Mh…>> disse valutando bene
scherzosamente:
<<diciamo che ci rientri per un
soffio! E comunque se invece di stare con queste infradito
rasoterra avessi un mezzo centimetro di tacco di mangerei in
testa!>>
Io risi e dissi:
<<Beh, ti potresti
mettere anche tacchi più alti, a me non crea problemi!>>
e con questa frase sfottevo clamorosamente il suo ex.
Lei
però volle provocarmi:
<<Ah si? Ti piace essere
dominato?>>
Io scossi il capo ironico: << Una
ragazza alta per me è molto sensuale, e il fatto che sia più
alta di me non mi fa sentire affatto dominato!>>
Lei
restò in silenzio, accennando ad un sorriso io realizzai che
ci stavo provando clamorosamente.
Entrò un altro professore
e ci risedemmo ai nostri posti. Dopo qualche minuto di lezione
sentii qualcosa di pesante appoggiarmisi sulla spalla. Alle
mie narici pervenne un odore dolciastro e pungente, attraverso
la maglietta sentii la calda e morbida sagoma del piedi si
Lorena. Mi voltai e lo vidi in tutta la sua bellezza e
maestosità appoggiato sulla mia spalla, alzai lo sguardo e
vidi Lorena che mi sorrideva e mi chiedeva
sottovoce:
<< ti da fastidio?>>
Io risposi
deglutendo nervosamente:<< no, non ti
preoccupare!>>
E lei rispose calcando il piede su di
me:<< Bravo tappetino!>>
Le sue amiche risero
tra le mani e lei mi guardò provocante.
Io cercai di fare
il superiore e seguire la lezione ma ad un tratto sentii le
sue lunghe dita del piede infilarmisi tra i capelli ed
iniziarmi ad accarezzare. Andai in estasi, sentivo le dita
scorrermi tra i capelli e l’avanpiede poggiarsi con delicate e
tenere carezze sul mio capo.
<<Mh, che bravo, mi stai
facendo un bel massaggino!>> disse lei
Io risposi
:<< Sei tu che lo stai facendo a me!>> ci
scambiammo un’occhiata indecifrabile.
Finita l’ora di
lezione uscimmo dall’aula e io vidi Lorena entrare al bagno
delle femmine. Non so cosa mi scattò, ma con rapidi passi la
raggiunsi mentre chiudeva la porta alle sue spalle, bussai e
lei disse:
<< Occupato!>>
<< Lo so che
è occupato!>> dissi io. In quel momento la porta si
riaprì e Lorena mi guardò con desiderio.
Entrai nel bagno e
la strinsi a me per baciarla con avidità. Assaporai le sue
labbra mentre la mia mano passava accarezzando i suoi seni e
raggiungeva i pantaloni che slacciai. Lei fece lo stesso ma fu
più rapida di me, in breve sentii il mio pene stretto con
violenza nella sua mano. Ci spogliammo entrambi dei pantaloni
e a quel punto la sollevai per premerla sul muro, lei mi
strinse tra le sue cosce all’altezza del bacino e mi accarezzò
con le larghe piante dei piedi sulle gambe. Io toccai i suoi
glutei sodi mentre con un movimento poderoso affondavo il mio
pene nella sua vagina bagnata e bollente. Le sfuggì un gemito
ed io sentii le gambe tremarmi per il piacere. Iniziammo a
muoverci sinuosamente, una danza indecifrabile, senza alcuna
logica, in cui ogni movimento era pura ricerca del piacere.
Lei stese le braccia per appoggiare le mani al muro, solo la
stretta delle sue gambe e la forza delle mie braccia la
sostenevano. Mi ritrovai con il viso premuto tra i suoi seni
mentre nelle sulle mani sentivo i suoi glutei contratti.
Venimmo nello stesso istante e tanto fu il piacere che quasi
cademmo a terra. Restammo abbracciati qualche istante, lei mi
diede un tenero bacio sulle labbra e non disse niente, mi
guardò con i suoi grandi occhi celesti incorniciati dai
capelli in disordine e dalle guance arrossate.
Fu in quel
momento che sentii la testa iniziarmi a girare così mi
distanziai da Lorena e mi appoggiai alla porta.
Con la voce
ancora ansimante, Lorena mi chiese:
<< che
succede?>>
<<Niente, niente…>> dissi io,
ma il senso di vertigine che avevo divenne sempre più
insopportabile, mi sembrava che il mondo girasse tutto intorno
a me. Chiusi gli occhi nella speranza di riprendere il
controllo.
<<Riccardo…ma cosa ti sta
succedendo?!>> sentii dire nuovamente da
Lorena.
<<Niente…>> risposi io aprendo gli
occhi per un istante ma quello che vidi mi sbalordì a tal
punto che non li richiusi immediatamente, come era nelle mie
intenzioni.
Davanti a me c’erano le ginocchia di Lorena,
alzai lo sguardo e la vidi ergersi sopra di me con il viso tra
lo stupefatto ed il preoccupato.
<< Ma che cavolo
succede?!>> chiesi mentre vedevo le ginocchia di Lorena
allontanarsi da me, sempre più in alto.
<<Riccardo…
Oh Dio! Non lo so, stai diventando piccolo!>>
La mano
che appoggiavo alla porta per sostenermi andò a vuoto,
vacillai e caddi sulle ginocchia. Aspettai che la vertigine
finisse e poi finalmente riaprii gli occhi e mi guardai
intorno: tutto era gigantesco.
Davanti a me gli enormi
piedi nudi di Lorena erano morbidamente posati sul pavimento,
alzai lo sguardo e a fatica riuscii a seguire le toniche gambe
chilometriche fino alla vagina immensa che si ergeva in
lontananza. Il viso era ancora più distante e sfumato, come la
luna nel cielo.
Lorena mi guardava
impressionata:
<<Oh Dio! Sei diventato
piccolissimo!>> disse la sua voce, che rimbombò
orribilmente nel bagno.
Io mi guardai intorno tremante; che
era successo?!
Lorena mosse con esitazione il piede destro
per avvicinarsi, io lo vidi sollevarsi immenso e spaventoso e
poi posarsi a pochi metri da me, ma non appena quella morbida
estremità toccò il pavimento, sentii un boato assordante
accompagnato da un terremoto. Strillai
terrorizzato.
<< Scusa! Non volevo spaventarti! Che
posso fare?>>
Urlai:<< fammi tornare
normale!>> e corsi verso il suo piede. Mi arrampicai sul
suo alluce e camminai scivolando ripetutamente sull’unghia
liscia, alla fina caddi e finii tra l’alluce e l’altro dito,
sul freddo pavimento, dominato dal piedone di Lorena. Lei
sollevò d’istinto il piede e io vidi la sua larga pianta rosea
estendersi sopra la mia testa:
<< Levati di
li!>> Disse agitata, io indietreggiai esitante, cercando
di calmarmi, ma notai che stava barcollando, perché l’avevo
costretta a stare in una posizione scomoda.
Con orrore vidi
il suo piede abbattersi su di me e mi rannicchiai, ma Lorena,
pur di non schiacciarmi si sbilanciò su un fianco e cadde a
terra.L’impatto fu tale che venni investito dal più tremendo
terremoto e da un onda d’urto tale che mi lanciò in aria per
qualche metro e mi mandò a sbattere al muro.
<<Ahia!
Che male! >> disse Lorena rialzandosi, cercando di
massaggiarsi l’anca contusa. Abbassò lo sguardo per cercarmi
ma non mi vide.
<<Ehi! Dove sei finito?!>>
chiese io non risposi, avevo perso i sensi.
Lorena continuò
a chiamarmi con insistenza, mi cercò ovunque e non vi fu modo
di trovarmi. Ad un tratto decise di rivestirsi ed uscire dal
bagno. Nella sua mente si profilò l’idea che era tutta una
strana allucinazione…in fondo non poteva essere vero. Prese le
sue mutandine, che stavano raggomitolate sopra i suoi jeans e
le indossò, poi mise i pantaloni, le infradito ed uscì dal
bagno.
Quando io riaprii gli occhi avevo il corpo dolorante
ed ero immerso nella più totale oscurità. Mi sentivo compresso
e circondato da qualcosa che mi impediva di muovermi. Cercai
di divincolarmi ma restai ancora più impigiliato. Dall’odore
realizzai in breve di trovarmi tra i peli della vagina di
Lorena. Pensai:
<< che diavolo ha in mente?! Ma è
matta?!>>
Lei era seduta a lezione, e guardava con
preoccupazione il mio zaino ed il mio quaderno, posati ed
abbandonati sul banco davanti. Dentro di se sperava di vedermi
rientrare in aula sedermi come se nulla fosse, ma una parte di
lei, quella più istintiva, sapeva che io ero ancora nel bagno,
chissà dove, piccolo come una formica.
FINE(ma naturalmente
non è detto che continui:), ditemi un po’
voi!)