Era una mattina di mezza estate e nonostante l'ora la temperatura cominciava a farsi sentire, la pesante porta del carcere si stava aprendo lentamente, ero tutto assorto nei miei problemi; primo giorno di lavoro presso il carcere di massima sicurezza. Ad attendermi al di là della porta il direttore; appena mi vide mi fece un grosso sorriso. "Vuoi che ti faccia vedere il tuo ufficio o vuoi prima dare un'occhita al carcere?" mi domandò il direttore, vecchio amico di famiglia."Facciamo questo giro turistico" dissi io, "Bene" rispose lui. E mi condusse prima negli uffici, lì conobbi alcuni impiegati, fra me e me pensai "sono tutti molto rilassati, non sembra proprio di essere in un carcere di massima sorveglianza". Ad un certo punto dopo aver scambiato qualche parola con gli impiegati il direttore mi presentò la mia segretaria Maria, non tanto alta, ma carina e vestita bene, ci demmo la mano e mi disse:" Se vuole Sig. Diego gli faccio completare io il giro del carcere?". Io annuii, lei si mosse verso l'ascensore ed io la seguii; sull'ascensore le chiesi:"Signorina non ha paura ad entrare nel carcere? Sopratutto ho visto tutti molto distesi e rilassati, nennuno ha paura di una fuga?", lei di tutta risposta:"Ma no che dice, paura io? Di una fuga poi!..."; io non capivo, nelle carceri vige la massima attenzione per le evasioni, e questo era pure di massima sicurezza. Vendendo la mia faccia sorrise ed aggiunse:"Se ne renderà conto fra pochi istanti!". Quando le porte dell'ascensore si aprirono vidi una stanza immensa e vuota con in mezzo una piccola buca di forma quadrata delle dimensioni di un metro quadrato e profonda solo una ventina di centimetri. "Questa è la stanza delle esecusioni" disse Maria eppoi aggiunse:"Alla fine di quel corridoio ci sono i carcerati, forse ti sei accorto che ci sono pochissime guardia a controllare questo complesso?". In effetti adesso che mi ci faceva pensare non avevo visto guardie, solo impiegati; "Immagino che le guardie siano dove stanno i detenuti!" aggiunsi prontamente. "Venga gliele presento, sono al di là di quella porta!" disse e con passo spedito attraversò il corridoio ed entrò nella stanza dove c'erano cinque guardie tutte donne. Fra le cinque riconobbi Cristina la figlia del direttore e la salutai:"Cristina a quanto pare lavoreremo gomito a gomito", lei sorrise e mi presentò le sue colleghe, a questo punto Maria le chiese se poteva farmi vedere il resto del carcere, perchè lei aveva delle pratiche urgenti da sbrigare; Cristina acconsentì e mi invitò a segurirla. Nella stanza dove mi condusse c'era nel centro un enorme plastico che riproduceva una città, incuriosito mi avvicinai di più e notai qualcosa muoversi all'interno di esso, stupefatto trasalii ma erano persone vere quelle nel plastico. Cristina osservando la mia faccia disse:"Si sono proprio persone quelle che vedi; non ti eri ancora chiesto dove fossero i carcerati? Eccoti accontentato, sono questi piccoli esserini che vedi muoversi in questa cittadella studiata appositamente per loro. Qua dentro possono condurre una vita quasi normale. Rinchiusi qui non causano danni alla società, inoltre non c'è nessun pericolo che tentino la fuga o prendano qualcuno in ostaggio, piccoli come sono potrebbero finire schiacciati". Io ero ancora molto sorpreso da tutto ciò ma lei continuando aggiunse:"Ovviamente devi mantenere il segreto! Il processo di rimpicciolimento è stato brevettato anni fa ed è coperto da segreto militare; non è mai uscito da questo edificio, grazie anche al fatto che qui lavorano solo i parenti di chi ha contribuito allo sviluppo del processo riduttivo; tu in questo caso sei un'eccezione, ma sei un amico di famiglia da vecchia data ed una persona fidata. E se la vuoi sapere tutta anche mia sorella lavora presso questo carcere che è considerato il più sicuro al mondo!". "Aileena lavora qui?" domandai io. Cristina vendendo la luce accesa nei miei occhi proseguì:"Certo, voleva essere lei ad accoglierti stamattina all'entrata, ma impegni diversi l'hanno trattenuta. Ora vieni stiamo aspettando alcune consegne di detenuti, così puoi vedere con i tuoi occhi il processo di rimpicciolimento e avere un'idea delle nostre procedure!". Detto questo fece un cenno alle sue college e si diressero verso una porta blindata, appena aperta uscinoro due strani apparecchi non più grossi di un mitra, ma molto più complessi; Cristina ed un'altra guardia li imbracciarono, mentre altre due guardie indossavano una strata tuta e proseguirono per la stanza attigua; questa era enorme un soffitto altissimo, rimanemmo lì in tre mentre le due guardie con la tuta passarono atraverso tutta la stanza e sparirono dalla nostra vista. Di lì a poco arrivarono i nuovi detenuti, non appena la porta si chiuse alle loro spalle Cristina li consigliò di non fare movimenti bruschi,un lieve sussulto del suolo ed alle loro spalle apparvero due gigantesse, queste erano le due guardie con la tuta; uno dei detenuti fece uno scatto verso Cristina, ma una gigantessa se ne accorse subito e coi i piedi nudi placcò il ribelle, questi appena vide che non c'era via di scompo si arrese e Cristina e la collega poterono completare il loro lavoro. Adesso tutti i detenuti erano stati impiccioliti e consegnati alle amorevoli cure di una guardia. Cristina guardò verso la gigantessa e strizzandole l'occhio disse:"Brava Luana sei sempre la migliore, un tempismo perfetto!". Al che lei:"Ma ti pare! Sono solo dispiaciuta che il mio diverimento dura troppo poco, questi esserini appena vedono la mala parata smettono di lottare, non sai com'è divertente tenerli sotto il piede!". A questo punto Cristina aggiunse:"Ok buon lavoro! E' quasi ora di pranzo mettiamo apposto tutto e andiamo a mangiare!". In me che non si dica riportarono il mitra riduttore e le tute dentro la stanza bilindata e si riunirono tutte e cinque nella stanza dove le avevo conosciute, da lì prendemmo l'ascensore diretti alla mensa, accanto a me avevo Luana che era tornata nelle sue dimensioni naturali, era una ragazza mediamente alta con dei capelli castani che gli scendevano sulle spalle, mi congratulai con lei dello spendido lavoro; lei sorrise facendomi capire che era una semplice routine, nel mentre le altre sue colleghe, compresa Cristina, sghignazzavano. Al che Cristina disse:"Molto bene Diego, da oggi sai anche che è possibile aumentare la materia oltre che rimpicciolirla, ma sbrighiamoci Luana avrà una fame da morire, i due processi fanno consumare al corpo un sacco di energie!". Detto questo le porte dell'ascensore si aprirono uscendo notai una tavola rettangolare da una decina di sposti, il direttore mi chiamò e mi fece vedere il mio posto a sedere accanto a lui chidendomi che cosa pensavo di quel carcere vedendo il mio viso alquanto allibito, io affermai di non avere parole, accanto a me sedeva Maria, anche lei molto divertita dalla mia espressione. Ad un tratto mi sentii chiamare, era Aileena, non la vedevo da ormai cinque anni, da quando avevamo fatto l'ultima cena di fine liceo, era ancora più bella di come la ricordavo, alta fisico asciutto capelli castani mossi che le scendevano sulle spalle, era anche ben vestita; mi si avvivinò e mi baciò sulle guance e si mise a sedere difronte a me con a canto la sorella Cristina. Il mangiare era buonissimo e durante tutto il pranzo non staccai gli occhi di dosso da Aileena, la quale ricambiava i miei sguardi. Alla fine mentre attendevamo il caffè Aileena mi stuzzicò dicendomi:"Mi hanno riferito che ti è piaciuto molto il lavoro fatto da Luana"; "Già, molto competente la ragazza" risposi io. "Diego mi è dispiaciuto stamattina di non poter essere lì per accoglierti, comunque posso farti finire io giro del carcere, non hai ancora visto il bello!" questo lo diceva con aria maliziosa, cosa voleva dire? Terminato il prenzo ci alzammo e seguii Aileena, mi condusse all esterno dove si trovava una piscina privata molto attrezzata, il tutto molto isolato dal resto del Carcere, durante il tragitto avevamo ripercorso i nostri anni assieme come compagni di classe. Arivati al bordo della piscina domandò:"Immagino che tu non abbia un costume?" la mia estressione fu alquanto esclicita ed aggiunse:"Ok aspettami qui! Ci metto poco a cambiarmi". Appena ritornò portava un grosso cappello di paglia sulla testa un costume da bagno che metteva in evidenza tutte le sue forme e degli infradito ai piedi. Appena mi fu vicino mi disse:"Ti ho portato una sorpresa" e mi puntò addosso una strana penna, in pochi attimi fui rimpicciolito alle dimensioni di un centimetro, si sedette su una sdraio riparata dal sole e mi circondò con le infradito dicendomi:"Adesso ci divertiamo un po'" mi prese e mi spogliò amorevolmente quindi mi andò a posizionare tra l'alluce ed il secondo dito. Io ero totalmente alla sua mercè, non sapevo fino a che punto si voleva spingere, una mossa errata e poteva trasformarmi in poltiglia. Mi avrà tenuto così in quella posizione non più di trenta secondi, ma a mè sembrò un'eternità; aprì le dita dei piedi, facendo in modo ce cadessi sulla ciabatta e disse ridendo:"Vediamo se ti sai difendere da una donna!" a questo punto venni schiacciato sotto le sue dita, aumentava e diminuiva la pressione ritmicamente con molta maestria, ma non mi dava mai l'opportunità di fuggire; ad un certo punto esausto smisi di opporre resistenza, questa cosa fece scatenare la sua ilarità:"Guarda che io posso ancora proseguire per un bel pezzo!" mi sentii dire dall'alto, al che io gridai con tutto il fiato:"Aileena basta ti sei divertita anche troppo, fammi tornare normale!". Lei annuì riprese la penna e in un attimo tornai normale e mi disse:"Non ti volevo fare del male, ma solo giocare un po', volevo provare cosa significa essere più forti di te almeno per pochi minuti". Io avevo ancora il fiatone e mi sdraiai a riprendere fiato, apena ebbi la capacità di parlare le chiesi:"Quindi questa è stata una piccola rivalsa di quando ti battevo alla lotta?" "Esatto!" rispose lei ed aggiunse:"però sai che eri molto carino, tutto nudo!". In quell'istante realizzai che ero ancora nudo e mi gettai in piscina, appena riemersi le chiesi se poteva portare anche i miei abiti a dimensioni normali, detto fatto anche quelli furono riportati alla mia taglia; a questo punto Aileena si tolse il costume e si gettò in acqua, si avvicinò a me e cominciò a baciarmi ardentemente. Appena asciutti ci rivestimmo e le chiesi quale compito avesse lei all'interno del carcere, lei rispose che prima di sera lo avrei scoperto da solo, aggiunse anche che dovevamo rientrare, quindi ci incamminammo. Appena rientrai mi feci accompagare al mio ufficio dove trovai Maria indaffarata al telefono, io mi sedetti alla scrivania accesi il pc e cominciai a pesare a tutte le cose che mi erano sucesse nel giro di poche ore; mentre ero assorto in questi pensieri la segretaria si affacciò dicendomi che entro poche ore ci sarebbe stata un'esecuzione a cui dovevo partecipare. Entrato nella sala delle esecuzioni vidi subito Aileena in quella piccola vasca, era vestita come a pranzo, ma a piedi nudi; quindi arrivò anche Cristina che aveva in consegna il condannato, lo depositò direttamente in quella buca ai piedi di sua sorella. Aileena appena vide il condannato riprendersi dal trasporto lo apostrofò:"Omucolo, alza la testa e guarda! Sei fortunato, ti è stato concesso il raro privilegio di leccare le dita meravigliose e levigate, le stesse che ti daranno la morte!" Il condannato rimase impietrito, non sapeva cosa fare, ogni via di fuga da là dentro era impossibile; Aileena vedendo il suo tentennamento gli avvicino un piede ordinandogli di leccare; il condannato dopo un po' cadde esausto al che Aileena disse:"Condannato, hai il diritto di scegliere la modalità di esecuzione. Vuoi che sia una cosa rapida? Oppure preferisci che ti massaggi a lungo con le mie dita, guarda come sono lunghe e levigate. A poco a poco ti ammorbidisco tutto, così quando poi ti finisco quasi non te ne accorgi. Molti di voi arrivano addirittura all'orgasmo, un attimo prima di morire!". Dato che il condanato era pietrificato dalla paura Aileena proseguì:"Se non decidi tu deciderò io al posto tuo!" Quindi pose le sue dita sopra il condannato e cominciò a schiaccire il corpo del condannato ritmicamente sotto le sue dita, questo in poco tempo, sfinito ed ormai rassegnato alla sua sorte, perse conoscenza. L'esecutrice comincio a schiacciarlo con le parti più ossee del piede. Mentre si apprestava a finire il condannato, ormai ridotto ad un ammasso di carne pesta e informe, Aileena alzò gli occhi e i nostri sguardi si incrociarono, in quell attimo vidi nei suoi occhi un crudele piacere e mi tornarono alle mente le immagini del primo pomeriggio, anche'io ero stato massaggiato da quelle sue dita dei piedi lunghe e levigate fino quasi allo sfinimento. A questo punto Maria mi chiamò perchè dovevo riempire delle pratice, quindi ripresi l'ascensore e mi avviai; appena arrivato c'era Maria ad attendermi, vide la mia espressione e disse:"Non ti preoccupare per lui non ha sofferto, Aileena è una bravissima esecutrice"; al che risposi che non era stata la fine del condannato a turbarmi, quindi mi sedetti alla scrivania e con accanto Maria che mi spiegava il da farsi e cominciai. Era quasi l'ora di uscire nel mio ufficio si affacciarono Cristina e Aileena, che mi invitavano a trascorrere il resto della giornata con loro, dato che avevo finito tutto quanto potessi fare mi alzai e ci incamminammo verso l'uscita. Appena fuori il carcere entrammo in macchina e partimmo "L'esecutrice" dissi a Aillena "Tu sei l'esecutrice del carcere! Quindi penso di essere uno dei pochi uomini sulla terra che ha avuto il privilegio di essere massaggiato dalle tue estremità e essere ancora vivo!"; al che lei aggiunse:"Non faccio solo l'esecutrice, porto avanti gli studi sulla modifica della materia, la penna di questo primo pomeriggio l'ho progetta io! Riguardo a te, è vero, sei un privilegiato sei l'unico uomo che non ho ucciso sotto i miei piedi!".A questo punto domandai:"Ma è vero che il condannato non sente niente dopo che lo hai massaggiato sotto le tue dita?".Aileena rise e commentò:"Cosa sentono non lo sò, sò solo che a me piace giustiziarli così; racconto loro che è meno doloroso, poi comunque vada sono io che decido la loro sorte! Quello di oggi non è il primo condannato che elimino!". Dicendo questo mostrava un leggero piacere. A questo punto Cristina aggiunse:"Adesso che sai tutti questi segreti è bene che li tenda per te!" (Continua?!?)