Piccoli Supermen
Parte I inviata da Piri e caricata in data 08/Febbraio/2003 03:08:42
Frequentava una palestra, prima conassiduità, poi saltuariamente, forse perchè erano diminuite lesperanze che l'avevano indotta a recarvisi la prima volta, diconoscere un ragazzo gentile e carino con lei e che potessestarle a fianco.
Al contrarioavva conosciuto tuti tipistrafottenti, muscolosi e interessati solo alloro corpo che nonavevano considerato questa ragazza introversa, non brutta, macerto neppure una fotomodella, con la sua quinta di reggiseno eslip, un po' abbondante rispetto ai suoi 164 cm di altezza. Coltempo così Flavia oltre a diradare le presenza in palestra,cominciò a provare odio per quei maschiacci che le passavanoaccanto non per interessarsi a lei, ma solo per farle avvertirela loro superiorità fisica e farla sentire una nullità, unoscarafaggio. Cominciò a desiderare intensamente di poterrovesciare la situazione e poter trattare loro da scarafaggi,finchè un giorno, mentre in palestra oltre a Flavia c'erano soloLuca, Paolo e Guido la sua rabbia si mutò in stupore nel vederequei tre supermen trasformarsi, rimpicciolendosi sempre più inesseri minuscoli, alti ciascuno 5 cm.
Per la prima volta si sentì importantedavanti a loro e gli ometti dovettero pensarla allo steso modoguardandola per la prima volta dal basso e riuscendo a mala penaa focalizzare per intero quel suo fondo schiena per il qualel'avevano tante volte sbeffeggiata. Pregustando le opportunitàche questa nuova situazione le dava, Flavia non perse un istante,prese la borsa senza neppure cambiarsi, vi gettò i tremalcapitati che ormai pesavano poche decine di grammi ciascuno, esi diresse in fretta verso casa. Corse a vestirsi in modo sexyperchè i tre ometti dovevano vedere quanto valeva il suo corpoin guepiere e tacchi a spillo, li tirò fuori dalla borsa edimmobilizzò al pavimento il solo Luca usando un cerotto che erasufficente a cingergli per intero la vita ed ancorarlo a terra.Quindi si sdraiò su un divano a poca distanza dalla sua vittimae disse:"cari vermiciattoli, adesso vedremo se siete deiveri forzuti o non; se supererete la prova che ho ideato perognuno di voi sarete liberi".
Si tolse una scarpa, nera, deliziosa, conun tacco ben più alto di Luca, che Flavia appoggiò a terra pocolontano dall'ometto avvicinando la suola alle sue piccole bracciatese in segno di autodifesa. Quindi chiarì le regole: Lucadoveva resistere sorreggendo il peso della scarpa per dieciminuti, un tempo che alla vittima parve impossibile datrascorrere senza essere schiacciato dato che non appena Flaviaaffidò la scarpa alla forza di Luca questi sembrava già sulpunto di crollare. La gigantessa tornò a sdraiarsi e cominciòad incitare il piccolino "fammi vdere come sei forte, carosbruffone, non vorai dirmi ce quella scarpina che io ho alzatocon un dito per te è pesante?" Si girò a 180 gradimostrando il suo bel culone a Luca e cominciò ridere "miprendevi in giro perchè ho i fianchi un pò larghi; adesso nonridi più, come mai? sai che potrei metterti tra le mie chiappe eshiacciarti con una sola contrazione? non lo farò perchè mifarebbe schifo, devi stare sotto la mia suola sporca". Iminuti passavano, Flavia si eccitava per la sofferenza di Lucache comunque parve resistere in qualche modo: trascorsi noveminuti e mezzo lei iniziò il conto alla rovescia fingendo diincoraggiare Luca, "trenta, ventinove ecc " e parlandosi alzò scalza dal divano avvicinando il suo piede avvolto inuna deliziosa calza nera ricamata alla scarpa che sovrastava Luca"venti, diciannove ecc. " Luca si sentiva vicino allafine della tortura quando la gigantessa infilò il piede nellascarpa esclamando "sono eccitatissima, se sei un uomo fammivenire" e calò tutto il suo peso su quell'esserinotrasformandolo in una macchia di sangue senza il benchè minimosforzo.
Si adagiò quindi sul divano tenendo inmano gli altri due terorrizzati pensando a chi dovesse essere ilprossimo con cui giocare.
Continua...
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