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L'ESPERIMENTO

Parte II inviata da plant742002 e caricata in data 21/Marzo/2004 20:20:13


Alessia mise un pezzettino di pane nel piccolo contenitore, e tutti i microscopici topi si avventarono sul boccone affamati. “pensa, si potrebbero risolvere problemi gravissimi come la fame…o il sovraffollamento del pianeta…ti rendi conto ?!” mi disse.

Io ero ancora sotto shock e fissavo Alessia in preda ad una sensazione di incredibile eccitazione per la domanda che stavo per porle.
“E’..è stata mai testata su degli esseri umani?”
“No Marco…non ancora purtroppo. Sai non è facile trovare dei soggetti disposti a sottoporsi ad un simile trattamento”
mi disse guardandomi negli occhi, mentre si sedeva sulla sedia giocherellando con la scatoletta contenente le piccole cavie.
“ma…una volta rimpiccioliti gli oggetti possono tornare normali?!”
“Certamente! Guarda.”

Mise la sua splendida mano nella scatoletta e con estrema delicatezza tiro fuori tra l’indice ed il pollice una delle piccole cavie, depositandola in un contenitore ancora più piccolo sul pavimento.
Si portò di nuovo alla macchina e premendo un altro bottone , il topolino ritornò istantaneamente alle sue dimensioni originali.
“vedi, funziona…sono un piccolo genio o no?!”
“sì, è incredibile. Senti Alessia ioooo…vorrei propormi come cavia per il tuo esperimento!”

“Marco…sei sicuro di quello che stai dicendo?! Non credo che troveresti gradevole essere trattato come una cavia da laboratorio, anche perché si tratterebbe di fare una lunga serie di test oltre che fisici psicologici, per appurare le reazioni sulla psiche umana, oltretutto non potrei farti ritornare normale subito dopo perché l’eccessiva esposizione a questi raggi potrebbe avere degli effetti collaterali…capisci. Devi pensarci bene si tratta di almeno tre giorni di test vari, e a differenti dimensioni…che ne dici adesso?!”
“b-bhè per me va bene comunque, non ho un granché da fare questi giorni sai!”

“OK…non ho ancora capito perché ti interessi tanto questo esperimento, spero non per provarci con me!”
“No…no…figurati è che…non so questa cosa mi intriga!”
dissi arrossendo un po’ ed abbassando lo sguardo di nuovo sulle sue stupende estremità, proprio mentre lei stava accavallando le gambe, dondolando il sandalo sul piede in una posa super sexy che mi fece deglutire sonoramente!

Lei mi guardava fisso negli occhi, come per capire il motivo della mia richiesta, e quando vide che fissavo la sua gamba dondolante, sorrise sommessamente certa di aver capito la situazione ed il mio interesse per la sua scoperta.

Ero ancora fisso sul suo piede che già immaginavo enorme sopra la mia testa, quando lei fece cadere il sandalo al suolo come per farmi riprendere dalle mie divagazioni feticiste.

“Opss…”
“ehm…scuse Ale…stavo un attimo riflettendo sull’esperimento, sai com’è non capita tutti i giorni di essere rimpiccioliti!”
“Sì, sì ho capito Marco” disse sorridendo e rinfilandosi il sandalo lentamente “Allora facciamo così: adesso vai a casa fatti una doccia e pensaci bene su. Se sei convinto di prestarti per l’esperimento ci vediamo domani qui in laboratorio, io sarò qui dalle nove in poi…OK?!”
“Benissimo Ale…allora a domani!”

tornai a casa quella sera senza quasi guardare mai la strada, praticamente in trance, non riuscivo ancora a credere a quello che stava per accadermi…stavo per ritrovarmi nelle mani di Alessia, una delle più belle ed intelligenti ragazze che avevo mai conosciuto.
Mi feci una doccia gelata e mi sparai un po’ di musica soft, ma nella mia mente era fisso il pensiero…le sue gambe…come sarebbero state una volta che sarei stato piccolo come quelle cavie?! Ed i suoi piedi…avrei avuto l’occasione di avvicinarmi ai suoi piedi?! Magari solo per un istante…poterla ammirare dal basso del pavimento mentre mi fissa con quei suoi occhioni scuri e mi sorride beffarda, mentre solleva il suo regale piedone sopra la mia testa…mammamia mi stava andando in pappa il cervello!

Finalmente riuscii a prendere sonno, ed il mattino seguente mi svegliai teso come la corda di un violino, guardai l’orologio…le nove!!
Rimasi sul letto qualche minuto fissando il soffitto come fosse il megaschermo di un cinema sul quale scorrevano tutte le visioni che mi tormentavano ormai continuamente…Alessia arrivo!
Mi infilai i vestiti e corsi via con il mio scooter fino alla facoltà.
Mi precipitai per il corridoio ed infine bussai alla porta del laboratorio tremando come un cagnolino bagnato.
Alessia mi venne ad aprire, e mi fece subito uno dei suoi famosi sorrisi ammalianti, mentre i miei occhi passavano sul suo corpo come uno scanner su di una foto.

Indossava una camicetta bianca sbottonata fino al punto giusto (ovvero fino al pizzo del reggiseno), ed una gonna nera lunga poco meno di metà coscia, ed ai piedi dei sandali infradito con un piccolo tacco, neri, che praticamente erano inesistenti e lasciavano completamente scoperto ogni centimetro delle sue regali ed eleganti estremità ancor più curate del solito!

Quando vide che i miei occhi scivolavano verso il basso, si sfilò maliziosamente un sandalo facendo scivolare il piede indietro di qualche centimetro, tanto da permettermi di vedere stampate sulla suola bianca, le impronte dei suoi piedini santi!

“Allora ti sei deciso?!…dai entra”

ero sull’orlo del collasso, quando la seguii come lobotomizzato all’interno del laboratorio, mentre lei si legava i capelli con un laccetto e si infilava i suoi occhiali da vista che rendevano il suo sguardo ancora più penetrante ed indagatore.

Si sedette sulla scrivania, poggiando un piede a terra mentre l’altro dondolava smaliziato e mi disse di sedermi sulla sedia davanti a lei.
Mi sedetti vicino a lei, tanto che il piede che mi dondolava davanti arrivava proprio sotto la mia faccia.

“Allora Marco…spero che tu sia un tipo forte, sia fisicamente che psicologicamente, perché quello che stai per provare potrebbe lasciarti qualche…strascico. Comunque faremo un elettrocardiogramma per vedere se hai qualche problema di cuore, e poi passeremo alla prima fase dell’esperimento. Verrai portato ad un’altezza di un metro e venti, per precauzione e per vedere se le tue reazioni saranno controllabili o meno, se questa prima fase non ti creerà problemi eccessivi, passeremo alla seconda che prevede un rimpicciolimento progressivo, fino ad arrivare al punto che riuscirai a resistere psico-fisicamente. Quando sarai più piccolo ti darò delle cuffie con microfono per tenerci in contatto diretto continuo, in modo che potrai rispondere immediatamente alle domande dei test e avvertirmi se qualcosa va storto…che ne dici sei pronto?”.

Respirai profondamente, la guardai negli occhi…

“bene…andiamo!”
“seguimi.”

Dopo gli accertamenti ed analisi di rito tornammo nel laboratorio, e mi fece sedere su di una sedia davanti alla macchinetta.
“Adesso stai calmo Marco, ricordati di non muoverti”
ero teso e sudavo come un animale, ma ormai non potevo certo tirarmi indietro, volevo riuscire a rimpicciolirmi il più possibile e provare sensazioni che non avrei mai sognato di provare nella mia vita.
“fermooo…VIA!” il raggio mi colpì ed ebbi una sensazione di prurito e formicolio per tutto il corpo, dalla testa ai piedi, poi dopo un leggero capogiro, riaprii gli occhi e mi guardai intorno.
Accidenti! La sedia sulla quale ero seduto era più grande…un bel po’ più grande! I miei piedi non toccavano più per terra! Scesi dalla sedia con un balzo, e vidi Alessia in fondo alla stanza che mi guardava con un’espressione di stupore mista a soddisfazione per la perfetta riuscita della prima fase dell’esperimento.

Io mi guardavo intorno cercando di restare calmo, ma vedendo tutti quegli oggetti così grandi, anche se di poco, mi fece capire che mi ero imbarcato in un’avventura molto rischiosa, soprattutto nel suo proseguo.

Alessia fece un passo verso di me lentamente, per cercare di non farmi agitare più di come già lo ero, e parlandomi con voce calda e sommessa disse
“Marco respira lentamente e cerca di non agitarti, mi sto avvicinando a te per misurarti, stai calmo mi raccomando”
vidi Alessia che si avvicinava sempre di più, e diventava ad ogni passo più imponente, io la guardai estasiato fino a che non fu distante solo un passo da me.

Mioddio! Le arrivavo giusto all’ombelico, alzai lo sguardo al suo viso sorridente, mentre con un metro da sarta mi prendeva le misure accucciandosi al mio fianco.

“Vediamo un po’…un metro e venti …perfetto! Come ti senti…tutto Ok?”
io rimasi un attimo in silenzio ammirandola come fosse una dea greca, dall’alto in basso, fino a soffermarmi sulle sue gambe adesso veramente imponenti e stupende.

Avrei voluto gettarmi ai suoi piedi e baciarglieli, ma cercai di mantenere il controllo, non volevo rovinare tutto adesso che eravamo solo all’inizio!

“Sì tutto OK, solo che vista così sei a dir poco…statuaria!”
“grazie piccolo…devo dire che sono impressionata anch’io! Non mi era mai successo di vedere un uomo da così in alto se non su di una scala! AHAHAHAH!”

cercava di spezzare la tensione che si stava creando, soprattutto perché aveva intuito il mio stato di eccitazione, ma era impossibile riuscire a guardarla con occhi indifferenti!
Come restare indifferenti davanti ad un pezzo di ragazza che svetta sopra di te, alta secondo la mia scala circa DUE METRI E MEZZO!

Continua...


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