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L'arrivo della primavera.

Parte I inviata da Jryan^ e caricata in data 27/Marzo/2004 15:53:41


L’aria iniziava a profumare di fiori e di erba. Sui ciliegi ed i mandorli iniziavano a sbocciare, poco a poco, dei verdi germogli ed il sole, tiepido, risvegliava dal profondo sonno invernale una gran voglia di libertà e di natura. Avevo una gran voglia di fare scampagnate con gli amici e di sdraiarmi al sole per riprender un po’ di colorito, ma…non potevo; ero impegnatissimo. Frequentando ingegneria mi trovai pieno di esoneri da sostenre proprio in quei giorni così belli.

Contro voglia , sospsinto solo da un flebile senso di responsabilità , in un assolato pomeriggio di fine marzo, finite le lezioni, mi avviai verso la biblioteca della facoltà, per studiare almeno qualche ora. Mi sedetti ad un tavolo vuoto, vicino ad una finestra abbastanza grande da permettermi di ammirare gli alberi in fiore nel parco vicino. La grande sala era quasi deserta se non fosse stato per una ragazza più grande di me, di venticinque anni , forse, che studiava apparentemente molto concentrata seduta al tavolo affianco al mio. Era bionda , con i capelli raccolti dietro la nuca e bei occhi marroni. Studiava un grande volume di un esame che non c’entrava niente con ingegneria; indagando curiosamente con lo sguardo capii che faceva economia e che probabilmente era venuta a studiare nella mia facoltà per potersi concentrare al massimo. Portava degli occhiali con una sottile montatura nera e aveva il tavolo pieno di evidenziatori e matite di tutti i colori. Leggeva un po’ curva sul libro, sottolineando continuamente e facendosi , contemporaneamente , uno schema su di un foglio a quadretti. Ad un tratto mi guardò e mi resi conto che la stavo fissando da un bel pezzo, senza accorgermene, così , facendo finta di niente abbassai lo sguardo sul mio libro.

Lessi poche righe, poi mi voltai di nuovo verso la ragazza; indossava una camicia ed una felpa leggera, dei jeans e ai piedi aveva delle sensuali scarpe di un color viola chiaro, con il tacco alto, e non smetteva di muoverle: dondolava continuamente una scarpa al piede sinistro, mentre l’altra l’aveva sfilata e la teneva sotto il suo piede destro calzato da un collant che dava sul bianco. Notai subito che avesse bei piedi, con il dorso magro , le dita lunghe ed un arco plantare accentuato. Sarà stata colpa della primavera, fatto sta che mi bastò quell’immagine per eccitarmi. Capii che non sarei mai riuscito a concentrarmi quel pomeriggio e restai , di nuovo, immobile, a fissare i piedi di quella sconosciuta. Lei se ne accorse e , si infilò entrambe le scarpe. Un po’ deluso mi voltai verso la finestra , cercando di distrarmi per poi rimettermi a studiare. Il fatto, però, che la ragazza avesse quelle scarpe così sensuali mi indusse a pensare che lei fosse ben consapevole del fascino esercitato dai suoi piedi; d’altronde, si sa, le donne valorizzano al massimo le parti belle del proprio corpo.

Probabilmente se non fossimo stati in una biblioteca e se lei non avesse avuto tanto da studiare, avremmo potuto parlare e fare amicizia e magari lei si sarebbe anche divertita a stuzzicarmi un po’, rivelando la consapevolezza del suo fascino.

Mi concentrai per alcuni minuti, fino a che non notai con la coda dell’occhio un nuovo movimento sotto il tavolo della ragazza. Mi voltai con aria distratta e vidi che aveva incrociato i piedi sotto la sedia e li aveva quasi del tutto sfilati dalle scarpe; in esse aveva solo le dita. Ammirai i suoi talloni dall’aspetto sinuoso e rotondo, poi ripresi a studiare, senza però riuscire a concentrarmi, continuamente tentato di voltarmi nuovamente , per osservare quella ragazza così provocatoria.

Desiderai profondamente di diventare piccolissimo ed andare a curiosare sotto il suo tavolo, per vedere da vicino quelle belle estremità e , stranamente , mi sembrò di rimpicciolirmi veramente.

Mi guardai le mani e le vidi farsi sempre più piccole confronto al quaderno e al tavolo, sorpreso guardai verso la ragazza la vidi sorridermi, con in mano un rimpicciolitore puntato verso di me.
(sempre di quelli usati solitamente nelle fabbriche e nelle agenzie di trasporto merci)

<< Dato che non ti conosco e ti vedo abbastanza carico, per sicurezza ti tendo inoffensivo! >> mi disse.

<< ma.. cosa?! >> dissi io confuso e lei continuò:

<< stai tranquillo, ti lascio grande più o meno venti centimetri, così puoi continuare a studiare, o a guardarmi i piedi , se vuoi! >>
Ero imbarazzatissimo e non trovai nient’altro da dire,alzandomi di scatto, che : << Fammi tornare normale! >> ma ormai ero già delle dimensioni di uno gnomo, in piedi sul bordo della mia sedia.

<< su calmati “cosetto”! e lasciami studiare in pace, ho un esame tra poco! >> mi disse la ragazza con fare superiore. Issatomi con un po’ di fatica sopra il tavolo cercai di razionalizzare la situazione e poi dissi:

<< ehi, davvero, non hai nulla da temere da me! ero solo un po’ distratto dai tuoi continui giochi con le scarpe, e dato che hai dei bei piedi mi ero soffermato ad ammirarli, non sono un maniaco! Tranquilla, non avevo intenzione di saltarti addosso! >>

La ragazza mi fece un sorrisetto ironico e mi rispose : << sarà, ma io non ti conosco ugualmente e dato che devo restare a studiare qui fino a tardi preferisco tenerti piccolo! Su !cosa ti cambia?! >>
Esitai un attimo , poi dissi : << è che non mi sento a mio agio… >>
La ragazza mi fece cenno con la mano di stare zitto e si mise a studiare, ignorandomi. Anch’io mi misi a studiare ma continuai a voltarmi verso di lei, che ora, più grande di me, e sempre intenta a dondolare la scarpa al bel piede, mi piaceva ancora di più.
<< sai che ti dico!? >> disse all’improvviso lei facendomi sussultare:
<< c’è qualcosa che potresti fare, dato che non riesci a studiare! >> la guardai con un’espressione interrogativa e lei continuò:
<< Su, scendi dal tavolo e vieni qui, sotto il mio, a farmi un bel massaggio ai piedi! È tutto il giorno che indosso queste scarpe e sono a pezzi! >>

Io , evidentemente compiaciuto dalla richiesta, saltai sulla sedia e poi mi calai fino al pavimento per raggiungere i piedi della ragazza. Lei si tirò un po’ indietro per guardare sotto al tavolo e si filò le scarpe, porgendomi i suoi piedoni velati dalle calze chiare. Me li avvicinò al viso con le lunghe dita strette, facendomi respirare un odore lievemente acre e un po’ dolce, piacevole nel complesso:
<< Spero non mi puzzino troppo! >> disse mettendosi una mano sulla guancia, un po’ imbarazzata e allo stesso tempo eccitata dal vedermi li sotto di lei, tanto piccolo che mi avrebbe potuto calpestare intero sotto il piede.

Io, con naturalezza presi le sue dita tra le mani e le schioccai un bel bacio sull’unghia del secondo dito, appoggiando le labbra sul soffice nylon. Poi iniziai a massaggiarle il piede destro; era soffice e caldo, un po’ ruvido solo sotto il tallone. Dopo i primi gemiti di piacere la ragazza disse :

<< mmmH! Ti avverto che se sai fare bene i massaggi ai piedi ti porto a casa con me! >> io sorrisi e continuai ad adoperarmi con impegno.

Mi sedetti e la ragazza mi posò le dita del piede sinistro sulle gambe, come se volesse tenermi sotto controllo; mi tenne, invece la pianta del piede destro dritta davanti a me, per permettermi di massaggiarla al meglio.

Dopo parecchi minuti , nei quali lei non mi rivolse una parola, intenta a studiare, le avevo massaggiato accuratamente anche l’altro piede ed iniziavo ad essere esausto.

<< Non ce la fai più eh!? >> mi disse affacciandosi sotto il tavolo per vedermi. Io, eccitato e stremato allo stesso tempo le dissi :
<< mi serve un attimo di pausa, mi fanno male le braccia! >>
lei annuì e appoggiò i piedi sulle scarpe, senza infilarle. Io mi sdraiai sul freddo pavimento e cercai di riprendere fiato, lei però, decise di infastidirmi e , infilatasi una scarpa, protese il piede verso di me, per poi calpestarmi sotto la suola dura e sporca della sua calzatura.

<< Ehi! >> esclamai io senza fiato, ma lei non mi degnò di alcuna attenzione e mi tenne premuto li sotto, nonostante io continuassi a chiamarla , naturalmente impedendole di studiare. Da sotto la sua scarpa spuntava solamente parte del mio collo ed il viso, poiché continuavo a lamentarmi, lei posò l’altro piede , nudo, sopra quella calzato, aumentando la pressione a cui mi sottoponeva e , soprattutto, pestandomi la faccia sotto il polpastrello dell’alluce, in modo da farmi stare in silenzio.

Non so quanto tempo restai in quella posizione, so solo che ogni respiro mi costava un immensa fatica e che iniziavo a maledire quella carica ormonale che mi aveva impedito di passare un pomeriggio normale , concentrato a studiare.

Quando la ragazza ebbe finito, sollevò da me i suoi pedoni e , rinfiliatasi anche l’altra scarpa si alzò e mi disse :

<< Io ho finito, grazie per il servizietto, ti saluto! >> Io corsi sotto di lei per guardarla in viso e le esclamai:

<< ehi! Prima devi farmi tornare normale! >> lei scosse il capo.

<< Credi davvero che ti riporterei alle dimensioni normali ora che ti ho maltrattato così? Avresti anche ragione a darmi uno schiaffo e io non ho la minima intenzione di metterti in condizione di farlo! >>
restai attonito a guardarla dal basso all’altro, lei mi fece un altro dei suoi sorrisi da stronza, e si voltò per mettersi a camminare verso la porta:

<< buona serata! >> disse: << spero che le bidelle non ti usino come “fallo”…sei anche delle dimensioni giuste! >> Mi lanciai al suo inseguimento e mi aggrappai al tacco della sua scarpa, sfilandogliela, lei inciampò e guardandomi infastidita si chinò per afferrarmi stretto nella sua mano:

<< senti piccoletto, non rompere e accetta il tuo destino! >> mi intimò. Io mi agitai per liberarmi dalla sua morsa,  urlandole: << Lasciami stronza! >> ma lei strinse ancora di più e io mi immobilizzai , sentendo le sue dita cingermi l’addome.

<< ecco, bravo! >> bofonchiò , e intanto aveva posato la borsa piena di libri ai suoi piedi e si stava slacciando i jeans.

<< Non pensavo avessi le palle per metterti contro una gigantessa! Pensavo fossi solo un leccapiedi…adesso la cosa mi eccita.. >> disse mentre si sedeva su di un tavolo a gambe aperte e spostava il tanga dalla sua vagina:

<< ora ti consiglio di rimanere bello rigido…o potrei spezzarti come un grissino! >> feci appena in tempo ad urlare che mi ritrovai per metà infilato nella enorme vagina della ragazza.

Mi cinse le cosce nella mano ed iniziò a spingermi il più possibile dentro di lei,bagnandosi sempre di più e senza darmi modo di respirare. Avvolto dal suo liquido vaginale, scivolavo tra le sue piccole labbra, continuamente, violentemente,e mi sentivo soffocare.
Eccitata , la ragazza prese a muovere il bacino, facendo movimenti sensuali che se fossi stato di dimensioni normali mi avrebbero fatto impazzire. Invece dovetti sottostare a quella tortura. Dopo essere venuta mi tirò fuori dalla sua figa e mi lasciò ai suoi piedi , a riprendere fiato. Ero paonazzo e presi a respirare a pieni polmoni mentre sentii i suoi passi allontanarsi e la sua voce dire :

<< Addio piccolo, mi sono proprio divertita con te! >>

Non risposi, ringraziai solo il cielo di essere ancora vivo e restai a languire sul freddo pavimento, stremato.

Fine.




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