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Vendetta o semplice antipatia

Parte II inviata da Jryan^ e caricata in data 25/Giugno/2005 19:25:38


Quando arrivarono le pizze Michela si alzò dal letto e con passo spedito uscì dalla stanza , posando il piede a pochissima distanza da me: << vieni Maria! Andiamo a mangiare giù in salotto! Tra poco arrivano anche le altre!>> disse.

Maria si alzò e si apprestò a seguirla, ma Michela, restando sulla porta le consigliò: <<togliti le scarpe dai! Sei a casa mia! Mettiti pure a tuo agio!>> Maria allora si sfilò le infradito , lasciandole a poca distanza da me e scavalcandomi, inconsapevole, uscì dalla stanza con l’amica, lasciando sul pavimento dove poggiava i piedi nudi dei leggeri aloni di calore che scomparivano in pochi secondi.
Rimasto da solo in camera realizzai di quanto fossi stato fortunato a non essere finito schiacciato dalla mia ragazza. Pensai che se non mi fossi tolto da quella situazione non sarei arrivato a fine serata, così cercai di ingegnarmi ma bloccato nel bel mezzo del pavimento, con i piedi avvolti in un blocco di cera …che per me poteva essere anche cemento, non riuscii a far altro che preoccuparmi sempre di più al pensiero che a breve sarebbero arrivate anche Alessia e Laura e che , a quel punto , non sarei mai riuscito a sfuggire agli otto piedi enormi di quelle gigantesse pronti a calpestare il pavimento sul quale mi trovavo!

Guardandomi intorno mi resi conto che ciò che mi stava più vicino erano le infradito della mia ragazza; così mi protesi verso di queste nella speranza di riuscire ad aggrapparmici , ma era inutile , erano troppo distanti. Iniziai allora a cercare di liberare le gambe, prima con tutta la mia forza, poi con leggeri e continui movimenti, sperando di riuscire ad allentare la morsa che mi stringeva le gambe. Naturalmente non c’era nulla da fare, ero bloccato li e frustratamene abbassai lo sguardo sul pavimento, mi ero quasi arreso a Michela, anche se non volevo ammetterlo, e iniziavo a confidare in lei, a sperare che , in fondo, fosse tutto uno scherzo e basta.
Ad un tratto sentii dei boati e la porta della stanza si aprì; apparve Michela, con un pezzo di pizza in mano: << sono venuta a controllarti!>> disse sottovoce mentre camminava verso di me. Si fermò posandomi le enormi dita dei suoi piedi praticamente sotto il naso e mi guardò dall’alto, con indifferenza, masticando la sua pizza:<< non ti preoccupare, non ti farò stare tutta la sera da solo! Finita la pizza veniamo tutte su a farci una bella chiacchierata e …perché no, magri metto un po’ di musica!>>

<<Perché mi fai questo?>> le chiesi , quasi sussurrandolo tra le labbra. Lei non sentì ma mi vide bisbigliare, così disse voltandosi per andarsene, mostrandomi la bellezza delle sue piante dei piedi e dei suoi talloni mentre girava i piedi sulle punte:
<<ti ho già detto che è inutile che parli, confronto a me e si, mi dispiace per te, anche a Maria, sei alla stregua di un insetto insignificante! Mi dispiace piccino !>>

Così, umiliato la osservai allontanarsi ed uscire.
Una decina di minuti dopo sentii suonare il citofono, poi un confuso vociferare femminile; erano arrivate anche Laura ed Alessia. Di li a poco il pavimento prese a tremare in maniera orribile, sembrava un terremoto, ed infine le quattro gigantesse entrarono nella stanza. Osservandole provai semplicemente una antica sensazione: terrore. Tra l’altro iniziavo a sentire forti dolori alle gambe e alla schiena, dato che ero costretto a rimanere in piedi da più di tre ore. A pensarci bene rimanevo in piedi solo perché ero bloccato nella cera, altrimenti sarei caduto già da tempo. Sudavo e faticavo ma a Michela , a Maria e alle loro amiche la cosa era indifferente oppure del tutto sconosciuta.

Da come Alessia guardò il pavimento intuii subito che lei era a conoscenza della macchinazione di Michela ma non riuscì ad individuarmi subito e così, mentre Michela passò come al solito stando attenta a non schiacciarmi, Alessia mosse un passo distrattamente e io mi vidi calare sopra la suola vasta e sporca dei suoi sandali neri. Mi strinsi la testa tra le braccia e mi rannicchiai chiudendo gli occhi fin quando sentii un tremendo schianto e lo scatenarsi di un violento sisma che mi fece cadere a pancia all’aria. Ci misi un po’ a realizzare cosa mi fosse accaduto; quando aprii gli occhi lessi una scritta argentata : “38”, e realizzai di trovarmi tra la punta ed il tacco del sandalo di Alessia, che mi aveva quasi schiacciato. Il tacco di Alessia era davanti a me e si era posato proprio sulla cera in cui ero intrappolato, facendola a pezzi e liberandomi. Sorrisi , per un istante, rincuorato, poi mi alzai i piedi e corsi sotto il letto mentre Alessia, inconsapevole muoveva un altro passo verso il letto per infine sedervi. Michela ancora non si era accorta di niente.
Ebbi il tempo di raggiungere una gamba del letto e di appoggiarmi ad essa, esausto. Davanti a me vidi passare i colossali piedi di Laura , che indossava delle infradito e portava 40, e poi quelli tanto belli e che tante volte avevo baciato di Maria. Non mi sarei mai aspettato che quelle sue estremità così dolci , soffici e ben fatte mi avrebbero potuto fare tanta paura.

Le molle del letto sopra di me cigolarono quando tutte e quattro le gigantesse si furono sedute; iniziarono a parlare del più e del meno fin quando Michela sussultò:

<<oh mannaggia!>> esclamò e Laura le chiese : << che succede ?>> Michela restò in silenzio e poi si alzò dal letto , per dire un po’ agitata:<< no , niente, è che avevo messo sulla scrivania degli orecchini e ora non ci sono più…non vorrei siano caduti per terra!>> e si mise carponi , iniziando a scrutare sotto il letto, stando con il viso a pochi centimetri dai piedi di Laura.

<<ma che fai! Mi annusi i piedi?>> disse Laura prendendola in giro mentre le strofinava l’unghia dell’alluce sotto il mento. << La vuoi piantare Laura! È una cosa seria!>> esclamò Michela irritata, aguzzando gli occhi nella mia direzione. Io corsi a nascondermi dall’altro lato della gamba del letto, temendo che mi avesse visto, ma Laura, che in quel momento mi fu molto simpatica, posò i suoi piedoni sulla schiena di Michela che era carponi sotto di lei dicendo :<< ah che bel poggia piedi!>> Maria rise divertita ma Alessia aveva capito cosa era successo , così disse a Laura di piantarla e anche lei si chinò sotto il letto dicendo : <<dai , aiutiamola, magari sono orecchini a cui teneva tanto!>> e dicendolo fece un occhiolino a Laura che improvvisamente capì quanto era stata ingenua e fuori luogo. Alessia controllò con i suoi grandi occhi azzurri l’altro lato del letto, e Laura si chinò accanto a lei. Io adesso dovevo decidere se nascondermi da Michela o dalle altre due, non avevo scelta, una di loro mi avrebbe visto! Così restai immobile ma fortunatamente Maria intervenne nella ricerca , e quando lo fece tutte le altre esclamarono: <<NO!>>

La mia ragazza restò un po’ interdetta e Michela le disse prontamente :<<…ehm..è inutile che cerchiamo tutti sotto il letto! Magari sono caduti da qualche altra parte! Maria, fammi il piacere…puoi controllare se sono in bagno?>>
<< ok..>> disse Maria un po’ insospettita dal comportamento delle amiche, e uscì dalla stanza per controllare il bagno.
<<cretine! Qualcuna di voi non ha visto dov’era e ha sgretolato la cera in cui era intrappolato! Almeno lo potevate schiacciare!>> disse Michela sottovoce.

<<io non l’ho visto infatti!>> disse Alessia e Laura annuì :<< neanche io!>> Michela imprecò e Alessia le disse , per confortala :
<<dai , magari lo abbiamo schiacciato! Se abbiamo rotto la cera calpestandola allora è ovvio che abbiamo calpestato anche lui! Controlliamoci le suole delle…>>
Michela la interruppe:<< ma no! non è possibile , non c’è nemmeno una goccia di sangue!>>
<<hai ragione!>> disse Alessia.

<< Ragazze, ma dico.. siamo matte?! Voi vorreste averlo schiacciato? Meglio che si è liberato invece! Almeno mettiamo fine a questo scherzo! Ormai è andato male!>> disse Laura, diventandomi improvvisamente ancora più simpatica.
Michela si infuriò :<< laura se dici un’altra cosa del genere o se dici qualcosa a Maria, ti giuro che ti rimpicciolisco anche a te!>>
<<Voglio vedere come dato che il rimpicciolitore è mio e ce l’ho io!>> rispose Laura.

La discussione che si accese mi permise di sgattaiolare via e di andarmi a nascondere sotto un comodino; li non mi avrebbero mai trovato! Stando li sotto osservai le tre starsene in piedi l’una di fronte a l’altra a parlare sottovoce; laura aveva in mano il rimpicciolitore. Speravo che potesse risolvere quella situazione, ma aveva troppo poco carattere e non mi fidavo di lei.
<<Dammi quel coso!>> disse Michela
<<No! basta con questa cretinata, ora facciamo come dico io o racconto tutto a Maria!>> rispose Laura.

<<Alessia prendile il rimpicciolitore!>> disse Michela ad Alessia e lei :<< dai ! ora non esagerare Michela! Facciamolo tornare normale! Gli è andata bene!>>
Michela a quel punto strappò di mano a laura il rimpicciolitore , lei però lo trattenne e il risultato fu che sfuggì di mano ad entrambe ed andò a schiantarsi sul pavimento, rompendosi.
<< che è caduto?!>> chiese Maria dal bagno, Michela sussurrò :<< porca… nessuno dica una parola!Riccardo non deve uscire da questa stanza altrimenti mi denuncia!>>
Alessia annuì :<< hai ragione!>>
<< e allora ? che deve fare ? lo volete uccidere ? siete matte ?!>> chiese Laura
Alessia allora disse :<<Cosa preferisci : che la tua migliore amica vada in galera o che quello stronzo scompaia e basta!>>
Laura scosse il capo e disse :<< siete matte! Riccardo! Vieni fuori, ti prendo io!>>

Io fui tentato di raggiungere quell’eroina ma non mi sentivo sicuro.
Maria entrò nella stanza e chiese:
<<Ma che sta succedendo?! Qualcuna vuole darmi qualche spiegazione? E che c’entra Riccardo adesso!?>>
Ci furono lunghi istanti di silenzio, nei quali Michela e Alessia guardarono Laura intensamente.
<<niente Maria, stai tranquilla , Laura sta dicendo una marea di sciocchezze!>> disse Michela con un tono di voce in cui era evidente la sua tensione.

<<No , Maria, le cose stanno così : Abbiamo rimpicciolito Riccardo per farti uno scherzo e lo abbiamo portato qui , ora però non lo troviamo più!>> disse Laura e il modo vago in cui aveva detto la verità lasciò Michela e Alessia leggermente rassicurate.
<< Cosa ?! Riccardo è ..qui? non è a cena con i suoi amici? E come ..? rimpicciolito?>> chiese Maria confusamente.

<<Si, è qui, è stata una mia idea, ti chiedo scusa , e chiedo scusa anche a te Riccardo!>> disse Michela, alzando la voce nell’ultima parte della sua frase, per essere sicura che la sentissi.
<< in questo momento Riccardo è nascosto qui da qualche parte, è piccolo, sarà grande come l’unghia della mia mano, e non si fida di me perché sono stata un po’ stronza con lui…>>chiarì infine. A quel punto Maria disse guardando il pavimento :<< Riccardo, amore, vieni fuori , ti prendo io e ti faccio ritornare normale!>>

a quelle parole io uscii dal mio nascondiglio e feci qualche passo verso Maria che era infondo alla stanza , vicino alla porta, davanti a me, più vicina c’era Laura, voltata di spalle e sulla sinistra Michela. Rallentai un attimo e alzai le mani verso Maria per essere sicuro che mi vedesse per prima ma guardava da tutta un’altra parte, chi mi vide fu invece Michela; per un istante incrociai il suo sguardo, poi lei, velocemente, spostò il piede sopra di me calpestandomi sotto di esso. Sentii una pressione terribile su tutto il corpo; mi ritrovai sdraiato a pancia in sotto con il naso schiacciato sul pavimento, sulla mia schiena, sulle gambe e sulla testa sentivo la morbida e calda pianta del piede di Michela, che aveva scaricato su di me il suo peso. Probabilmente lei credeva di avermi ucciso, ma fu proprio la sua vanità, la sua esasperata cura del suo corpo, le sue pedicure e le creme idratanti che avevano reso i suoi piedi talmente mordidi che mi avevano permesso di cavarmela, almeno per il momento. Infatti mi trovavo sotto una parte morbida del suo avanpiede, il peso era scaricato più che altro sul tallone e su parti più ossee, se però avesse aggiustato quel suo enorme piede sopra di me, o lo avesse twistato un po’, mi avrebbe distrutto tutte le ossa del corpo.

<<Perché non esce allo scoperto?>> chiese Laura
<<Forse non si fida…>> disse Michela con la faccia più tosta di un blocco di marmo.
<<è strano, devi averlo terrorizzato!>> disse Maria, che poi guardò il rimpicciolitore rotto e continuò:
<< e poi…se quello è il rimpicciolitore, come facciamo a farlo tornare normale ?>>

Laura disse : << dobbiamo comprarne un altro… ma quello non è un problema, so dove andare, solo , costa un po’!>>
Michela a quel punto cercò di prendere il controllo della situazione e , sempre tenendomi sotto di lei disse : << Sentite, ecco cosa faremo, ora ce ne andiamo tutte a letto , dato che è tardi, dico a Riccardo di uscire allo scoperto e se non lo fa lo cerco io con calma, poi , senza fargli del male domani ve lo porto all’università. Ok?>>
Maria scosse il capo , camminò spedita verso Michela e le disse :<< tu mi hai stufato!sei un’oca imbecille e se sei invidiosa di me e Riccardo roditi l’anima per conto tuo! Non infastidire mai più ne me ne lui!>> e detto ciò spinse Michela sul letto. Potei riprendere fiato ed alzarmi sulle braccia per vedere davanti al me il celestiale quanto gigantesco piede di Maria mi alzai e riuscii ad aggrapparmi al suo alluce poco prima che Maria muovesse un passo.

Michela mi vide e si limitò a dire :<< fai come ti pare! E se provi di nuovo a spingermi sappi che ti prendo a schiaffi!>>
A quel punto intervenne Laura che fece calmare Maria e le disse :
<< Dai , Maria, lasciala stare, andiamocene!>>
<< va bene, anche perché sennò la uccido! Sia chiaro, domani voglio Riccardo qui, nella mia mano!altrmienti ti faccio passare dei guai!>>concluse la mia ragazza,che allora camminò verso le sue infradito, le indossò velocemente, prese la borsa e seguita da Laura(che le corse dietro tenendo le sue infradito in mano), uscì di casa di Michela e salì in macchina. Io riuscii a tenermi stretto al suo alluce per tutto il tragitto ma quando in macchina Maria si sfilò le infradito per guidare , persi la presa e caddi sul tappetino.

Sopra di me vidi l’enorme pianta del piede di Maria che mi stava sospesa sopra mentre la punta era sul freno, l’altro piede era alla mia destra. Feci un respiro di sollievo mentre il mio amore metteva in moto; non che fossi fuori pericolo… almeno adesso non dovevo più subire Michela. Maria stava per partire ma Laura le bussò al finestrino ed entrò , sempre con le sue infradito in mano.
<< mi dispiace Maria! Spero che tu non ce l’abbia anche con me!>>
<<tranquilla, so che tu tra loro sei la migliore! Grazie per avermi detto tutto!>> a quel punto Laura salutò Maria e scese , prima di andarsene però disse :

<<se domani Michela non ti riporta Riccardo chiama la polizia…dammi retta.>> Le due si salutarono. Il tragitto in macchina fu lungo ma mi sembrò durare pochissimo. Mi ritrovai in uno stato di semi incoscienza , di nausea. Le vibrazioni della macchina mi stavano facendo sentire male. Mi ero messo al sicuro sotto il sedile , per non finire spiaccicato dalla mia dolce Maria, ma curva dopo curva stavo sempre peggio. Alla fine mi sdraiai e chiusi gli occhi.

Continua...


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