Maria
Parte I inviata da Jryan^ e caricata in data 14/Febbraio/2003 03:47:18
Era un noiosissimo pomeriggio di fineaprile. Non mi andava di studiare , così mi misi a giocare alcomputer. Le ore passarono veloci, in men che non si dica guardail'orologio: erano la sei. Stranito mi alzai dalla sediascricchiolante, spensi il pc e salii le scale diretto in cucina.Avevo addosso una sensazione di ozio e rilassatezza che quasi miinfastidiva. Mi preparai un buon toast con prosciutto cotto,sottiletta e quei dolci pomodorini che iniziano ad apparire acasa in primavera e poi lo andai a mangiare in giardino ,guardando intorno a me la natura lussureggiante e fiutando ilprofumo dei fiori rosa del ciliegio. Sembrava che io stonassi inquell'ambiente bucolico. Dal più piccolo insetto alla piùimponente quercia, tutto sembrava in evoluzione mentre io me nestavo fermo e svogliato in una sorta di limbo, un limbo a me bennoto durante l'anno scolastico. Apatico mi andai a buttare suldivano in salotto e accesi la tv.
Pensai che forse , se proprio non avevoniente da fare sarebbe stato divertente mettersi a scriverequalche storia al computer e poi mandarla al sito, ma non ebbi laforza per mettere in pratica la mia intenzione. Restai a sentiredisinteressato quello fuoriusciva dallo schermo , con lo sguardoperso nel bianco della parete. Casa era vuota e non sarebberincasato nessuno fino a tarda sera, il sole iniziava atramontare , e nella luce arancione che aveva investito ilsalotto mi rannicchiai tra i cuscini e chiusi gli occhi. Nonriuscii però a prender sonno e balzai in piedi, mi sentivostrano e in oltre appena avevo messo giù la testa mi era venutoun tremendo mal di testa. Strofinandomi una mano sulla frontestavo per sdraiarmi nuovamente sul divano , ma poi un flashattraversò la mia mente: Maria, la mia compagna di classesarebbe venuta a momenti per fare delle fotocopie. Seduto suldivano mi annusai ,e mi sistemai la camicia , non ero messo poitanto male per accoglierla, ma certo non avrei potutoaddormentarmi. Feci per alzarmi dal divano quando sentì unbrivido percorrermi la colonna vertebrale , poi tutto il miocorpo iniziò a formicolare. Non riuscivo quasi a muovermi , cosìrestai immobile , sperando che passasse al più presto. Purtroppomi accorsi che lentamente iniziavo a rimpicciolirmi.
Chiusi gli occhi tra la disperazi one ela perplessità, poi mi ritrovai piccolissimo , alto 3 centimetrio poco più , tra gli immensi mobili della casa. Stavo bene ,erano cambiate solo le mie dimensioni. Pensai che probabilmentetutto era stato causato dall'alta dose di radiazioni che mi erobeccato tra uno schermo e l'altro. Sapevo , in cuor mio , chesarei dovuto essere terrorizzato ma nel complesso ero abbastanzacalmo e anzi emozionato al pensiero che Maria stesse per arrivare.Il cancello era aperto e lo stesso la porta d'ingresso. Con tuttaprobabilità me la sarei ritrovata in salotto in breve tempo.Immaginarmela gigante , con i suoi occhi chiari, i capellicastani lunghi fino alle spalle , quel corpo ben fatto e quelsedere da favola , mi fece sentire a un passo dalla realizzazionedel mio più usuale sogno erotico. Camminai verso l'ingressocercando di ricordare come fosse vestita la mattina in classe; miricordai che indossava dei jeans e una maglietta abbastanzasportiva, ai piedi mi sembrò indossasse le solite , vecchiescarpe da ginnastica. Mi appoggiai al battiscopa e aspettail'epifania della dea. Sentii un auto fermarsi vicino al miocancello e poi dei passi. Un'ombra enorme si stagliò dallefinestre , poi la porta si aprì lentamente e la voce timida diMaria chiese :<< permesso! >> La vidi entrare ; erabellissima. Era vestita come la mattina ma in compenso avevaindossato sei sabot azzurri , con il tacco abbastanza alto; isuoi piedi nudi erano enormi e il loro odore mi raggiunse nonappena Maria fece un passo nell'ingresso.
Mi eccitai subito e la guardai dal bassoall'altro con un sorriso indelebile sul viso. Maria camminòverso di me facendo tremare il pavimento, io restai fermo inmezzo al corridoio, non mi importava nemmeno se mi avesseschiacciato , mi sembrava tutto un sogno. Mi scavalcò posando ilsuo immenso piede a pochi centimetri da me e io guardai in altoin mezzo alle sue gambe da quella prospettiva celestiale, poiMaria si fermò poco lontano da me mostrandomi i morbidi talloniincombere sui tacchi sottili. Alzando lo sguardo vidi il suo culosodo e rotondo e pensai che se mi avesse visto , probabilmenteMaria si sarebbe spaventata a morte e magari mi avrebbe preso trale mani e avvicinato al viso. Speranzoso corsi verso i suoi piedideciso a farmi notare , ma mentre correvo lei sfilò un sabot eappoggiò la punta del piede sul pavimento mostrandosi la suapianta rosea io andai a sbattere sui polpastrelli delle sue ditae rimbalzai qualche centimetro indietro. Spaventato mi rialzaisubito e guardai in alto per constatare se Maria mi avesse visto,ma lei continuava a guardare in salotto e non smetteva mai dichiamarmi. D'un tratto camminò verso la mia stanza e scomparvevelocissima. Pensai che restando in corridoio l'avrei rivistapassare , ma pochi istanti dopo la vidi andarsi a sedere suldivano del salotto e ,preso il telefono , comporre il numero delmio cellulare.
Tastai la mia tasca, il mio cellulare eralì e prendeva pure. Incredulo lo tenni in mano fino a quandosquillò, risposi e sentii la voce di Maria , infuriata esclamare:<<Ricky! Ma dove cavolo stai? Io sto a casa tua per fare lefotocopie!>> io sorrisi e risposi :<< Lo so! Sonoanche io a casa!>> lei coprì la mia voce dicendo: <<Ma dove stai? Ti sento lontanissimo! Alza la voce..che haidetto?>> io allora con tono più deciso ripetei: <<Maria sono a casa anche io!>> << Eh?! Ma mi prendi ingiro?>> ribbaté. << No Maria, ti giuro , sono a casapure io, in corridoio.>> Maria si alzò e venne di corsa incorridoio:<< ma sei scemo?>> disse << Maria! Seguardi in basso sul pavimento mi vedi.sono piccolissimo, so cheè strano ma è la verità!>> Maria guardò a terraesitante senza dire una parola; vidi i suoi occhioni posarsi sudi me e la salutai dicendo :<< Eccomi qui! Mi semrbastupido parlare per telefono a due metri di distanza!>>Maria spalancò la bocca incredula ed attaccò il telefono perpoi avvicinarsi a me e guardarmi ai suoi piedi:<< Ah AH!Quanto sei piccolo! Ma che ti è successo?>> io sollevai lespalle e lei rise divertita. << che bello adesso possoschiacciarti come un vermiciattolo!>> e sollevò il piededestro sulla mia testa. Io spalancai le braccia e le dissi :<<prego!>> lei posò il piede con violenza accanto a me e sisfilò il sabot : << hai avuto paura eh?!>> rise , eintanto mi avvicinò i bellissimo piede; divaricò le ditamuovendole sinuosamente e disse : << annusa schiavetto!>>io annusai affondando tutto il viso nel polpastrello dell'allucedi Maria. Lei rise e mi calpestò delicatamente sotto la piantaper poi allontanare il piede e chinarsi: << E adesso comefai? Sei alla mia mercé!>> io mi rialzai e la guardaisorridente: << a te che ti frega, domani ti salti pure ilcompito di latino se resti così!>> e mi prese tra l'indicee il pollice: << Anzi, domani ti porto a scuola e ti doalla professoressa! Sai che risate!
Quella già ti si abbracciava in gita, tiimmagini che ti fa se ti si ritrova piccolo piccolo e indifesotra le sue mani? Ti si pappa!>> Maria mi sollevò e poicamminò tendnomi nel palmo fino alla fotocopiatrice, lì mi misesulla superficie e attivò la macchina; una luce abbagliante siavvolse e accecato aspettai che Maria mi riprendesse in mano. Leiprese la fotocopia dove mi si vedeva a me sdraiato con gli occhispalancati e disse : << che figo! Così almeno micrederanno quando racconto come sei piccolo!>> mi pose sulpavimento e guardandomi dall'alto disse:<< dove ce li haigli appunti che mi devo fotocopiare?>> io le indicai ladirezione della mia stanza e lei rispose: << li vado aprendere, non ti muovere che non voglio calpestarti per ora!>>Tornò un istante tenendo una bottiglia di vodka nella mano etenendo gli appunti nell'altra, stretti sul fianco: << Equesta che roba è?>> io sussultai , aveva trovato quelpoco alcool che mi era rimasto a casa dall'ultima festa con gliamici. << Lo sai che facciamo adesso Ricky?>> disseposando un suo piede alla mia destra e uno alla mia sinistra :<<ci facciamo una bella bevuta.sono proprio curiosa di vedere cheeffetto fa a te che sei così piccolo, come minimo svalvoli!>>io la osservai con le gambe divaricate sopra di me e eccitatoannuii senza rendermi bene conto a quale rischio andassiincontro, quello che diceva lei per me era un ordine.
Maria mi prese tra le dita della mano ecamminò fino al letto della mia stanza, si sfilò i sabot e cisi mise comoda posandomi sul materasso e iniziando a sorseggiarela gustosa vodka alla pesca. Io la guardavo con una taleinsistenza che se mi avesse dato un minimo di importanza sisarebbe sicuramente sentita imbarazzatissima. Davanti a me siagitavano le piante dei suoi piedi mentre le sue guancie già siarrossavano e sul suo viso appariva un sorriso innaturale;muoveva le dita e piegava e allungava il piede mostrandomi unospettacolo indimenticabile, quasi d'istinto mi abbracciai al suotallone e iniziai a leccarlo con violenza, lei sentì appena unpo' di solletico e agitando il piede per scrollarmi via disseridendo:<< no non lo sopporto il solletico ai piedi!>>io ruzzolai sul materasso e poi le morbide dita del suo piede mipiombarono sopra e mi tenne immobilizzato mentre ultimava la suabevuta. Sentivo il calore del suo piede penetrare attraverso lamia camicia e riscaldarmi in maniera pazzesca mentre , premuto apancia in sotto sentivo il mio pene crescere in tutta la suapotenza. Quando Maria rsollevò il piede da me la vidi che avevaappena fatto un'altra bella sorsata , tossì un po' con lelacrime agli occhi e poi mi offrì un estremità della bottihlia:<<fai un bel sorso!>> disse , io lo feci senza pensarcitroppo e di colpo non capii più niente; era come se il miocervello si fosse improvvisamente scollegato dal resto del corpoe guardai Maria gigantesca davanti a me senza capire se fosseun'allucinazione o fosse stata realmente gigante. Le sue risatesembravano circondarmi e i suoi occhi mi piombavano addosso datutte le direzioni:<< Che botta eh?!>> io annuiisenza nemmeno essere sicuro di aver capito cosa avesse detto, poilei continuò a fumare. Poco dopo Maria si alzò dal lettoriattappò la bottiglia con quel che vi restava e parlandolentamente per quanto era fuori disse guardandomi piccolissimosul letto :<< Mammamia! E pensare che oggi ero venuta quicon tutte le migliori intenzioni!>> Io veramente rintronatola guardavo svettare sulla mia testa senza dire parola. <<comunque oggi ero venuta a casa tua anche per fare qualcosa di piùche fotocopiare gli appunti, solo. ti ho trovato così ridotto!>>io sobbalzai, non potevo credere di piacere a Maria , erano anniche ci conoscevamo e non me ne ero mai accorto. << vabbè,qualcosa si può fare.>> disse e si slacciò i pantaloni iola osservai incredulo, aveva un tanga nero , bellissimo e dadavanti si riuscivano a vedere chiaramente i peli della sua figa.
Si voltò per mostrarmi il suo gigantescoculo sodo e bellissimo, il tanga scompariva tra i due gluteirotondi e lei disse : << adesso ti metto li in mezzo !>>disse divaricando con le mani i glutei, io corsi verso di lei elei si sedette rilassata su di me. Mi sentii schiacciato da unpeso immenso , ma il materasso morbido mi permise di rimanere invita. Ero sotto la chiappa sinistra di Maria e l'odore eracelestiale , lei si sistemò meglio e mi mise proprio sotto lesue grandi labbra umide; le sentii contrarsi e divaricarsi sopradi me, attraverso il tessuto del tanga, poi con l'indice leiscostò il cotone e mi ritrovai zuppo e con le gambe dentro lasua figa . Maria si aiutò con il dito e inziò a spingermidentro e fuori dentro e fuori e si bangava sempre di più fino avenire. Io quasi non respiravo più quando lei mi sollevòdavanti al viso e mi disse guardandomi con occhi inespressivi earrossati:<< non ho mai goduto così tanto.credo proprioche ti terrò con me!>> io ero paonazzo e sconcertato manon riuscivo a nascondere la mia eccitazione.
Maria si rimise i pantaloni, io nonrisucivo a capire quanto te mpo fossi stato torturato da leimentre mi infilava nella sua figa, sapevo solo che se non sifosse fatta quella canna non si sarebbe mai comportata così.Desiderai di tornare normale mentre lei si riabbottonava ipantaloni e si rimetteva i sabot , avrei voluta prenderla etornare a letto con lei e potermela godere ancora meglio, maMaria si stropicciò gli occhi mi prese per la testa e mi posòsul pavimento dicendo:<< prendo io i tuoi appunti.>>disse mentre io stavo appoggiato al suo alluce che trasbordavadalla suola del sabot. Io annuii , poi Maria fece qualche passoscavalcandomi e fece per andarsene, la vidi scomparire fuoridalla porta e la sentii dire :<< ci vediamo domani se seiapposto.!>> ebbi l'istinto irrefrenabile di rincorrerla eurlai :<< Fermati! Non andare via adesso!>> svoltail'angolo del letto e mi ritrovai davanti il piede di Maria, mifermai e sollevai lo sguardo contento che stesso tornando da me ,ma vidi l'altro piede scendere su di me. Maria non si era accortadi me e disse :<< Anzi ho deciso, ti porto con me! Miamadre ci rimarrà di stucco!>> guardò dove mi avevalasciato ma non mi vide; intanto la suola sporca del suo sabtotscendeva su di me , gigantesca , grande come una nuvola chericopre quasi tutto il cielo; da essa vedevo spuntare le ditarosa della splendida Maria, indietreggiai ma in un attimo restaischiacciato sotto quel peso enorme.
Maria restò un po' ferma con il piedesopra di me che ormai avevo fatto la fine della formica mi chiamòcon voce melodica: << Ricky, dove sei finito?>> e poise ne andò ignara della mia sorte pensando che probabilmentepreferissi non andare a casa con lei.
Fine.
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