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Weekend

Parte III inviata da Jryan^ e caricata in data 15/Febbraio/2003 20:40:55


La mia gigantesca amichetta mi portò incucina dalla madre e dalla sorella che se ne stavano in vestaglia, sedute al largo tavolo , a fare colazione. Le tre tazze eranovuote e il tavolino sbriciolato. Al centro c'era una cesta condei soffici cornetti e alcuni biscotti al cacao , mentre Da. Eraintenta a versarsi un buon bicchiere d'aranciata, fresco e dolce.A. si mise al suo porto e mi depositò con delicatezza vicinoalla sua tazza tenendomi per un braccio: << Mangia lebriciole Ricky!>> disse sorridente.

Io guardai Daniela , seduta alla miadestra e mi godei l'abbraccio del suo sguardo di dea protettrice;aveva i capelli un po' in disordine ma il viso era riposato ecolorito, le labbra carnose e rosse si schiusero come in un bacioe poi la sua voce mi diede il buon giorno mentre già le ditadella sua mano mi scendevano sopra per accarezzarmi. La donna miprese tra l'indice e il pollice , tenendomi dall'addome in giùcompresso tra i morbidi polpastrelli: << vuoi un po' dilatte?>> io ero affamato e le indicai i biscotti e icornetti e il fresco cartone di latte. Daniela mi lasciò davantia lei e prese un biscotto per sbriciolarlo nella sua immensa mano, versò un po' di latte nella sua tazza e disse: << Mangiale briciole del biscotto, poi a bere il latte ti aiuto io!>>A. non mi toglieva gli occhi di dosso , mentre Da. Più distrattacontinuava a mangiucchiare qua e la. Mi ingozzai con lo squisitobiscotto al cacao, poi mi avvicinai alla tazza e Daniela ridendomi prese e mi ci buttò dentro.

Mi ritrovai a nuotare nel latte tiepido eguardando in alto vedevo solo gli enormi occhi della donna al dilà dei bordi inzuccherati. Bevvi fino a saziarmi e poi agitandole braccia chiesi a Daniela di tirarmi fuori di li. Lei prese latazza e la avvicinò alla bocca; vidi le labbra gigantescheavvolgere il bordo e poi una corrente terribile mi iniziò arisucchiare. Andai a scontrarmi sul morbido labbro superiore diDaniela che con estrema delicatezza strinse le mie gambe traquelle sue labbra calde e rosse per poi depositarmi , zuppo einsalivato sulla superficie del tavolo: <<Mamma! Lo avraiterrorizzato!>> disse Da. Che non aveva smesso di riderementre la madre si divertiva a spaventarmi. <<. e poi.saràsporco, striscia per il pavimento di casa da ieri!>>continuò A. guardandomi riprendere fiato appoggiato sulleginocchia al cospetto dell'enorme tazza di Daniela, tuttogocciolante di latte. << In effetti credo che dopo ti portoal bagno e ti faccio fare un bel bagnetto.>> esclamòDaniela poggiando la mano smaltata accanto a me. A. allora balzòin piedi e mi prese stretto nella sua mano dicendo:<<glielofaccio io!>> Daniela mi guardò paonazzo per il dolorenella mano della figlia e irritata: << Fai piano! Non lovedi che gli fai male?!>> A. mi guardò e scocciata allentòla presa dicendo:<< Mammamia che femminuccia!>> . Misentii profondamente offeso e abbassai lo sguardo fissando nelvuoto. Daniela mi prese nella sua più dolce mano e alzandosidisse:<< Il bagnetto glielo faccio io, non è una bambola,anche se credo che sarà necessario trovargli qualche nuovovestitino!>> << io ho quelli delle bambole ma sonotroppo più grandi di lui.>> esclamò Da. Daniela alloraironica continuò:<< se non li trovi dovrà rimanersenenudo finchè i vestiti che ha indosso non si saranno asciugati, equindi evitate di entrare in bagno!>> Daniela entrò nelprofumato bagno dove il giorno prima mi aveva trovato piccolocome un insetto e sul cui pavimento per poco non mi ci stampavacon un passo di troppo. Mi depositò ai suoi piedi e si sfilò isandali e la vestaglia ; con disinvoltura stava per togliersianche il reggiseno ma poi abbassò lo sguardo e mi disse :<<Eh eh. girati carino!>> io mi voltai eccitato , pronto arigirarmi di nascosto per spiare la immensa bellezza di Daniela,ma mi caddero addosso gli slip di Daniela , odorosi e morbidi.

La donna me li sollevò di dosso:<< Oh scusami!>> disse , io le feci cenno di nonpreoccuparsi e con la scusa mi voltai ; la vidi innalzarsi intutta la sua femminilità con il seno tondo e prosperoso con icapezzoli che sembravano turgidi e la sua vagina sproporzionatache avrebbe potuto inghiottirmi come una voragine senza fine.Daniela reagì però istantaneamente e mi posò i piede sopraschiacciandomi con poca delicatezza sotto la pianta soffice:<< Ti avevo detto di non girarti! Adesso resterai sotto ilmio bel piedino fino a quando non avrò riempito la vasca!>>Io, da li sotto non sapevo se gioirne o essere disperato dato cheero abbastanza compresso e quasi senza fiato , mentre il mio peneera a stretto contatto con l'estremità della stupenda dea. Unminuto dopo ero nella vasca piena di schiuma insieme a Daniela.Lei mi aveva messo sulla spugna che galleggiava a stento sopra ilsuo corpo. Vedevo il suo sorriso e si suoi immensi seni nudiemergere fino a sotto i capezzoli che erano nascosti dallaschiuma che mi circondava .Sembrava di essere in un ghiacciaiocolossale. Se davo le spalle a Daniela vedevo in lontananza ledita dei suoi piedi , smaltate di rosso acceso spuntaredall'acqua e muoversi lentamente, mentre lei sospirava per ilpiacere e il ristoro di quel bagno caldo.

A giudicare dalla mia posizione mi sareidovuto trovare con la mia spugna proprio sopra la figa delladonna,e me ne stavo fermo ed eccitato a fantasticare su uneventuale immersione quando lei mi prese nella mano destradicendomi:<< è ora che ti tolga anche tu i tuoi vestiti,li lavo e poi te li ridò.>> Mi afferrò per le gambe etenendomi per le braccia con le dita dell'altra mano tirò giùdecisa i pantaloni, io , imbarazzatissimo mi coprii il voltomentre il mio pene eretto mostrava in tutta sincerità il miogrado d'eccitazione, e com'era umiliante!! Daniela sembrò nonfarci caso e anzi mi ci posò sopra il polpastrello del pollicestringendomi ad esso con l'indice che invece si posò sui mieiglutei e mi sfilò la maglietta. I miei indumenti restaronoappiccicati alle sue dita e lei li depositò sul bordo dellavasca, mentre tenendo me nel palmo della mano mi inziò aimmergere nell'acqua : << dimmi se è troppo calda Ricky!>>e intanto abbassava la mano e l'acqua saliva lentamente fino allamia vita: << Va bene!>> esclamai e lei allora sorrisee tenendo la mano sotto di me , in modo che io ci potessi toccare, iniziò a soffiare e ad avvicinarmi le immense montagne dischiuma , dicendo:<< Dati una belle lavata che sarai piùsporco della suola dei miei stivali!>> io sorrisi e intantoiniziai a spalmarmi il corpo con il sapone. Mentre mi lavavonotai che gli occhi di Daniela erano si fissi su di me, masembravano fissare un punto preciso del mio corpo. Capii cheprobabilmente mi stesse guardando il pene e ciò non fece altroche accrescere la mia eccitazione.

Tra l'altro Daniela si tirò un po' su ,probabilmente perché comoda e vidi emergere immensi emeravigliosi i suoi due seni davanti ai miei occhi a meno di dueo tre centimetri(reali). La donna mi avvicinò ulteriormente allatetta destra e sollevando la mano mi ci mise sopra ; io scivolaifino al capezzolo e li mi aggrappai saldo, Daniela allora siprese la tetta nella mano destra e mi compresse con il dito allainfin! ita morbidezza delle sue carni, dicendo:<<Oh!Tieniti stretto Ricky! Che se finisci a fondo nella vasca non tiritrovo di certo!>> io sorrisi e intanto mi godevo quelmomento, grato al cielo e a Daniela che credevo veramente diamare per come si stava comportando con me. Restai increduloquando mi accorsi che la donna iniziò a massaggiarsi il senotenendomi sotto la sua mano, con il capezzolo sempre più duroche mi spingeva sul petto e sull'addome. Senti la sua voce scossadire:<< ti piace piccolino?>> appena pronunciòquelle parole io venni e lei accorgendosene, quasi impressionata, o meglio spaventata per ciò che aveva fatto in un esageratoimpeto di passione, dovuto forse al grande erotismo che scaturival'avere un piccolo adoratore , grato di essere utilizzato come ungiocattolino, mi scagliò tra la schiuma vicino ai suoi piedi esi alzò scatenando un maremoto.

Mi ritrovai sommerso dall'acqua torbida econ gli occhi che bruciavano per la forte quantità di sapone.Trattenni il fiato mentre le onde mi sballottavano a destra e asinista, poi passai velocemente, trascinato dalla corrente soprail piede sinistro di Daniela, ed emersi vicino alla sua gamba.Lei tenendosi la fronte costernata uscì dalla vasca e mettendosil'accappatoio si lim! itò a portarmi al sicuro sul bordo dellavasca, per poi sedersi sul water e allungare i piedi perpoggiarli accanto a me. <<Scusami!>> disse Io scossiil capo e mi appoggiai al suo tallone rotondo e umido, volevofarle capire che ero stato in paradiso grazie a lei, ma Danielacontinuò: <<Mi faccio schifo. no so cosa mi sia preso.èche vederti così piccolo, completamente sotto il mio potere enonostante tutto così fiducioso, mi ha fatto uno strano effetto.>>io Baciai il tallone di Daniela e lei scostò il gigantesco piedeaccavallandolo sull'altro e agitandolo nervosamente. << Midispiace , ma mi faccio paura. mi fai uno strano effetto e noncredo sia giusto tenerti qui con me e con le mie figlie!>>tacque un attimo , come per prendere coraggio e poi disse:<<è da ieri, da quando sei finito nelle mie mutande che misento strana.non so spiegarti.so solo che con me non credo che tusia al sicuro.>> io scossi il capo e agitando le braccia leurlai: << Che dici! Sei stata gentilissima con me! Solograzie a te vivo con tutta serenità la mia situazione!>>Daniela nemmeno mi sentì , si limitò a porgermi le dita delpiede , divaricandole , io inziai a baciarle con foga e leisottraendo il piede ,col rischio di farmi cadere esclamò:<<Santo cielo! Ti costringerei a baciarmi i piedi per tuttoil giorno, non capisco perché mi piace così tanto. e poi.avolte ho l'istinto di schiacciarti come un insulso insetto sottoi miei piedi scalzi , per sentirti bene scomparire sotto il miopeso. e mi piacerebbe guardare la macchiolina rossa cheresterebbe di te! Oppure impazzisco al pensiero di.>> siarrestò con il viso rosso di vergogna.

Io ero eccitatissimo dopo le parole cheaveva pronunciato, eppure si faceva strada in me una certa paura.Daniela si alzò in piedi e dandomi le spalle continuò a parlarecome in preda ad una confusione delirante: << Mi piacerebbemangiarti! Ingoiarti come fossi una pasticca e sentirti scendereper la mia gola , piccolo ed indifeso , fino al mio stomaco.eanche infilarti nella mia.>> si interruppe di nuovo ed uscìdal bagno sbattendo la porta. Capii che per Daniela era eccitantequanto per me quella situazione che vivevamo da più di ungiorno, e capii che allora, tutto ciò che in un primo temposembrava fare per fare contento me, nascondeva in vero moltamalizia. Restai da solo sul bordo della vasca per qualche minuto,pensieroso e pieno d'ansia finché Daniela tornò con indossosolo della biancheria intima . poggiò il piede destro accanto ame e disse guardandomi dall'alto:<<adesso sai l'effetto chehai su di me. capisci che sarà meglio che ti riporti a casa alpiù presto!>> io urlai di no e colpii con un calcio ilpiede di lei , che passandosi una mano sulla fronte continuò:<< Davvero vuoi restare con me nonostante tutte le miefantasie?>> io annuii deciso e Daniela sembrò abbozzare unsorriso , ma poi con un atto risoluto mi prese nel pungo dellamano destra e disse :<< non se ne parla.>> quando aprìla mano caddi nella sua borsetta, il buio più pesto si creòintorno a me quando la chiuse e la sentii vestirsi mentre il miodestino sembrava inevitabile. Nella borsetta era diffuso ilprofumo dolciastro del fondotinta molto consumato, e c'erapochissimo spazio per permettermi di muovermi con facilità; trarossetto , gomme da masticare, portafogli e cellulare non avevodavvero idea di come sistemarmi e tra l'altro quando Danielaprese la borsetta e se la mise in spalla, trattandomi come se nonfossi altro che una monetina sparsa tra i suoi effetti personali,mi ritrovai sotto una quantità indicibile di oggetti che miostacolava persino il respiro.

Sentivo i boati dei passi della donnapadrona del mio destino che si susseguivano rapidi, a volteschiacciando qualche foglia secca o chissà cosa. Poi sentii losportello della macchina chiudersi e al trambusto subentrò unamomentanea calma subito interrotta dall'accensione del motore chesignificò ,per me , un tremendo terremoto. Sentii in lontananzale voci di D. e A. che chiedevano curiose: <<Mamma, dovevai? Dove hai lasciato Ricky?>> Daniela rispose con decisafalsità: << tesori, Ricky è in camera mia ad asciugarsi ,lasciatelo stare per un po' , io vado a fare la spesa e torno!>>a quella risposta D. ribatté: << Ma ieri abbiamo compratotutto!>> << Mancano delle cosuccie per potervipreparare un bel dolce oggi pomeriggio.state attente, tornosubito!>> e partì con la macchina uscendo dal cancello.Pensai, dopo qualche minuto di viaggio, che probabilmente D. e A.già erano alla mia ricerca pronte a divertirsi con me e anzi ,deluse dal fatto che proprio non riuscivano a trovarmi. Danielaguidava in silenzio, con la radio accesa a tutto volume come senon volesse pensare a me.

Non riuscivo a sfilarmi da sotto ilpesante portafogli della bella madre delle mie amichette e , adessere sincero, proprio non riuscivo più a inspirare. Paonazzo epreso da un improvviso terrore al pensiero che sarei potutosoffocare per quella sciocchezza urlai:<< Aiuto ! AiutoDaniela! Non respiro!!>> e in fondo pensavo che se sareidovuto morire schiacciato sotto qualcosa preferivo esserecalpestato da quella bellissima dea che stava al volante e chenon mi sentiva minimamente. La radio addizionava le suevibrazioni a quelle già estenuanti della macchina in movimento.Ero sicuro che in quelle condizioni sarei morto nel giro dipochissimi minuti. Fiducioso continuai a chiamare Daniela ma colpassare del tempo soffrivo sempre di più e nessuno veniva adaiutarmi, tanto meno il "caso". Capii che in un modo onell'altro mi sarei dovuto liberare , così iniziai a dimenarmi .Con violente convulsioni riuscii a sfilare via il busto da sottoil portafogli , ma ero esausto. Mi guardai intorno nell'oscuritàdella borsetta.no , nella penombra! Mi accorsi che da qualcheparte arrivava un luminoso fascio di luce , mi volsi a guardarnela sorgente e vidi un piccolo foro , utile ,probabilmente aregolare la cinghia , che prima non avevo notato forse perchécoperto dagli oggetti nella borsetta.

Mi resi conto che vi sarei riuscito apassare attraverso e che aggrappandomici mi sarei riuscito asfilare via da sotto il portafogli. E in effetti ci riuscii.Appena liber! o tirai parecchi respiri di sollievo e poi via,uscii dal foro e mi ritrovai sul sedile. Guardai in alto versoDaniela e la vidi guidare con sguardo assente e corrugato. Tenevail cambio stretto nella mano destra e pigiava con decisionel'acceleratore sotto il piede calzato di un sandalo moltosensuale. Probabilmente se mi avesse visto libero sarebbe andatasu tutte le furie , così mi nascosi dietro la borsetta nera easpettai in silenzio pensando al da farsi. Una brusca frenatainterruppe il mio continuo pensare e la borsetta cadde giù dalsedile lasciandomi allo scoperto, Daniela si girò ed esclamòguardando la borsetta: << O Dio! Ricky ti sei fattomale?>> io feci per correre a nascondermi ma Daniela mivide e afferrandomi con forza tra le lunghissime dita della manourlò: << tu che ci fai fuori dalla borsetta?! Ti avevodetto di non provare a scappare di nuovo! Ma vuoi farmi prendereun colpo?>> mi stringeva tutto il corpo con violenza tantoche mi dimenai per liberarmi e le sfuggì dalla mano, cadendosulla sua coscia.

Nell'agitazione Daniela perse ilcontrollo della macchina che sbandò e andò a sbattere contro ungrosso albero al margine della strada; l'urto mi scagliò tra ipedali della vettura e Daniela sbatté la testa al volante ,perdendo i sensi. Dolorante mi alzai e iniziai a scuotere le ditadei piedi della gigantesca Daniela che sembrava essere svenuta.La donna restò immobile e sentii una forte ansia salire nelcuore. Disperato e spaventato mi strinsi al suo alluce e attesiche qualcuno ci venisse a salvare. Quando Aprii gli occhi ero inuna provetta di vetro fredda , stretta tra due enormipolpastrelli. Mi stropicciai gli occhi e guardai fuori per vedereil viso freddo e pallido di una bionda dottoressa dagli occhiscuri. Mi guardava come se fossi una cavia, un fenomeno dastudiare , e questo suo atteggiamento era esplicito nel suo mododi fare brusco. MI sballottava nella provetta senza fare laminima attenzione. Guardandomi intorno vidi Daniela sdraiata suun letto d'ospedale , con gli occhi socchiusi rivolti verso di me.<< è suo familiare? Figlio? Nipote?>> Daniela scosseil capo, allora la dottoressa continuò: <<mi sa spiegare imotivi per cui un essere umano è diventato piccolo come unoscarafaggio?>> Daniela rispose con un filo di voce:<< Non ne ho idea.>> << E perché si trovavaadagiato ai suoi piedi nella macchina? Forse qualche pratica sado-maso?>>Daniela scosse il capo. << In ogni caso se non sa darmi ilsuo nome e cognome sarò costretta a classificarlo come "cavia",non si può nemmeno definire umano.>> Daniela fece peralzarsi dal letto ma la dottoressa la bloccò: << stia giùe mi dica il suo nome.>> Daniela esitò e poi lo disse. Ladottoressa allora uscì dalla camera e Daniela sentì la sua vocedal corridoio: << classificatelo come "cavia" ladonna afferma di non averlo mai visto.>> Daniela fece peruscire ed urlare ma le sue forze vennero meno.

La dottoressa mi portò in unlaboratorio, aprì la provetta e mi lasciò cadere su un tavolobianco e liscio. Mi avvicinò il viso e mi blocco tra le ditadella mano smaltate di rosso:<< a occhio e croce sembri unragazzino!>> io cercai di dimenarmi , ma la decisione delladottoressa mi fece desistere. <<non crearmi problemiindosso degli zoccoli di legno, credo sarebbero micidiali soprail tuo corpicino!>> << devo farti un po' di domande,ma prima qualche analisi precisa.>> prese una siringa edisse: << cominciamo con un prelievo.>> L'ago eragigantesco , mi avrebbe sventrato, così iniziai a correre per iltavolino urlando e piangendo disperato. <<beh, in effetti etroppo grande . vado a prendere un ago adoperato per lo studiodelle cellule nel laboratorio sperimentale. ti conviene nonmuoverti da quel tavolo!>> Osservai la donna allontanarsi euscire dalla stanza. Appena non sentii più i suoi passi mi calaigiù dal tavolo scendendo per la gamba. Ero deciso a raggiungerela camera di Daniela e a farmi mettere in salvo da lei. Toccatoil pavimento di un bianco splendente presi a correre lentamenteper il forte dolore alla gamba destra in seguito all'urto e midiressi verso la porta che però si aprì. Mi bloccai eindietreggiai spaventato nel vedere entrare un'infermiera dicolore con in mano scopa e secchio dell'immondizia. La ragazzaera alta e bella, con un fisico magro e formoso nei punti giusti,il viso ben delineato nei tratti era caratterizzato da labbragrosse e carnose e da occhi scuri e nerissimi.

Ai giganteschi piedi smaltati di un nerolucido indossava degli zoccoli di legno dai quali strabordava iltallone caronoso. La vidi gigantesca passare davanti a me erecarsi in fondo al laboratorio dove ripose la scopa,previdentemente presi a correre verso i mobili al lato della !stanza ma di colpo mi trovai davanti il piede della ragazza , mifermai e presi a correre nella direzione opposta e vidi posarsianche li l'altro piede della dolce infermiera. Alzai lo sguardotemendo di finire calpestato e sperando fortemente di esserevisto e messo in salvo , magari dal buon cuore di quella giovaneragazza. La vidi con gli occhi fissi su di me e poi vidi il suopiede sinistro alzarsi e scendere lentamente su di me. Generò intorno a me l'ombra più assoluta. Mi misi a correre a perdi fiatoe sentii un tremendo boato alle mie spalle. Caddi e mi voltai pervedere cosa stesse per fare la ragazza di colore e la vidisfilarsi lo zoccolo e prenderlo in mano per poi farlo abbatterecon violenza ed estrema velocità su di me. Per lo spostamentod'aria mi ritrovai poco lontano dal punto dell'impatto.

Assordito e con il cuore in gola restaisdraiato a pancia in su sperando in un atto di pietà dellagigantessa che però si fermò sopra di me con lo zoccolo in manoe! il piede scalzo a contatto con il freddo pavimento: <<setrovano uno di questi animaletti qui in laboratorio mi licenziano!>>sussurrò mentre sollevava il piede scalzo per poi tenerlosospeso sopra di me. Osservai la pianta chiarissima confronto aldorso del piede scendere e poi mi ritrovai compresso sotto iltallone del bel piede dell'infermiera.

Una pressione incredibile mi schiacciòcome un chicco d'uva e poi la ragazza mi finì sotto le dita ,calcando e stropicciando con insistenza. Non fece neanche casoall'ingente quantità di sangue, semplicemente si rimise lozoccolo e uscì poco prima che tornasse la dottoressa.

Fine.



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