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[ replica ] dolceluna ha inviato un messaggio dal titolo: scrivo ancora un pochino! ed ha ricevuto 2 repliche.
messaggio inviato in data: 01/Maggio/2006 17:40:07

Che fico! Mi sto divertendo. Ma nel mio racconto non riesco a trovare Andrea, Volevo chiedervi un consiglio, anzi, una sentenza. Quando lo troverò farò come mi avrà detto la maggioranza di voi. Lo volete vivo o morto? Lo uccido o lo torturo solamente un po?
Sono validi i commenti fino alla mezzanotte di domani poi deciderò di lui.
Hehe faccio proppio schifo!! Ma però mi diverto troppo!


Guardo Fabio, voltandomi a sinistra verso la lavatrice. Lo fisso per un po’ e mi pare che si muova. Mi avvicino e mi chino su di lui. La punta del mio naso è a pochi centimetri da lui. Si muove proprio! Magari se la caverà. “Complimenti insettino!” gli dico “Ce l’hai fatta alla fine! Ti lascio riprendere poi giocheremo ancora ma, se vorrai, ti schiaccerò senza più farti soffrire, te lo sei meritato, in fondo.” Vedo che mi risponde qualcosa e gli faccio cenno di si con la testa, tanto per farlo contento. In realtà non ho sentito cosa mi ha detto e nemmeno me ne frega un cazzo. Ho altre cose in mente ora. Chissà come avrei reagito se avessi sentito che lui mi diceva semplicemente: “Io ti amo sempre e ti perdono.” Forse mi avrebbe schiacciata lui con queste parole… Ma la vita ha deciso che io non sentissi.
Sto benissimo ora! Voglio continuare il gioco!! Torno in soggiorno e vedo il bicchiere a terra, capovolto con l’omino sotto. Spero che sia Andrea per potermi esprimere al massimo della mia rabbia. Mi chino verso di lui per guardarlo da vicino, restando con il mio culetto tondo per aria. Con la sinistra alzo il bicchiere e cerco di osservarlo, ma lui, che fesso, cerca di correre via non appena sollevo il bicchiere. Istintivamente gli do una manata con la destra colpendolo al torace con una fede d’argento che cinge il mio indice. Upss! Spero di non avergli fracassato troppe costole. Qualcuna si, infatti tolgo la mano ma lui muove solo la testa, aritmicamente a destra e a sinistra… Mi sa che gli ho fatto male. Comunque guardo bene e mi accorgo che non è Andrea. Ho uno scatto d’ira. Balzo in piedi e, istintivamente batto il piede sinistro con forza sul pavimento. Tutto accade velocemente. Stefano (è Stefano il terzo insetto, non ce l’ho con lui e non voglio trattarlo male), mi vede proiettarmi di scatto verso il cielo, velocissima come in una ripresa grandangolare, mentre la potenza infinita della mia muscolatura mi fa scattare agilmente fin lassù il mio volto e il mio seno sembrano a lui rimpiccioliti dalla enorme distanza. Quando batto il piede, vicinissima a lui, l’attimo di terrore gli blocca il cuore per un attimo. La vista annebbiata, il buio e l’assenza di suono come nella culla della morte, poi di nuovo la vita, in tempo per sentire la mia voce, resa più acuta dalla rabbia, che strilla, quasi isterica: “Dove cazzo ti sei nascosto insetto schifoso?!!! Dove seiiiiiiii??!!!!!!! IO TI SCHIACCIOOOOOOO!!!!!!!”. Non so perché tutta questa rabbia. Mi calmo e penso che magari è meglio se non lo trovo subito… Credo che potrei essere un tantino cattivella e la cosa non mi va. Voglio prima di tutto godere! Questo è lo scopo del mio gioco oggi: eccitarmi, bagnarmi e godere al prezzo di qualche vita insignificante che spengo come una cicca finita.
Guardo giù. Stefano è li, impietrito a guardarmi, sempre coricato a terra. Gli dico: “Sai che non mi ispiri nessun gioco cattivo?” intanto alzo lentamente il piede destro su di lui. “Ci sto pensando ma, se non mi viene in mente nulla ti schiaccio col tallone. Un bel colpo durissimo e morte immediata e indolore, che ne dici? Dalle mia parti si chiama cuccagna, lo sconto del secolo!!” Continuo ad alzare il piede fino a che mi riesce di farlo. So di essere grottesca ed eccessiva ma lo adoro. Adoro usare mille volte più violenza di quella che basterebbe per ucciderlo. Adoro essere buffa e ridicola in una posizione da sfottimento nel momento in cui ti prendo la vita. Lui di la sotto vede la pianta morbida e tonda, resa perfetta e senza irregolarità dal nylon bianco coprente, ormai sporco. Le dita in una gradazione di lunghezza dolce e smussata e l’alluce un po’ ricurvo in su e leggermente più corto del secondo dito (perdonate se mi soffermo sui miei piedi ma sono strafichi e mi piglio bene a descriverli). Si rende conto che quando quel piede si abbatterà su di lui, le sue interiora schizzeranno fuori dalla sua bocca e dal suo ano esplodendo a metri e metri in una striscia insanguinata, i suoi fianchi saranno dilaniati dal colpo di pressione, il cranio scoppierà lanciando fuori il cervello a brandelli e portandosi via i ricordi le illusioni, i sentimenti, i desideri ed i rimpianti in un lago rosso di poltiglia organica.
Ora, lo sapete cosa succede nei racconti quando si arriva a questo punto e l’eroe sta nella merda fino agli occhi? No? Bene ve lo dico io allora. Succede la stessa cosa di quando una si è appena seduta sul cesso a cagare: suona il telefono.
E infatti suona proprio il telefono non per un caso incredibile, bensì perché io sto scrivendo e faccio succedere tutto quello che mi gira.
Faccio un bel sorrisone al mio omino fortunello e gli dico: “Qualcuno ti ama dall’altra parte di quel cazzo di filo… vediamo chi è e se può rimediare a questa rottura di palle.”
“Prontoooo??... si… va bè, ma quando, però?... Nooooo!!! Scordatelo! Adesso ho mooolto da fare! E poi ho degli amici a cena. … No, cretina non li mangio gli amici! Li ho solo invitati! … Si, dimmi… cosa ti serve? … sisi! … Almeno cinque paia, perché? … un paio? … Si, perché no? Vieni a prenderli, ti aspetto!”
“Caro piccolino, forse abbiamo risolto il tuo problema. Tra poco viene mia sorellina Alessandra. Mi ha chiesto in prestito un paio di sandali col tacco. Hai mai giocato alla roulette russa con i sandali alti?”
“Alzati in piedi!” Stefano si alza misero tra le punte dei miei piedi maestosi. È così infimo, così schiacciabile. Sta male per via delle costole che gli ho spezzato con il mio anello ma si regge in piedi. So benissimo che chiedergli di correre vorrebbe dire rischiare di ucciderlo, così decido di chiederglielo.
“Facciamo così: dobbiamo raggiungere il bagno di servizio dove c’è la mia scarpiera. Tu vai avanti di corsa e io ti vengo dietro. Sappi che io non mi fermerò. Se rallenti succede che tu muori e io mi sporco la calza. E, se c’è una cosa che mi infastidisce, è proprio l’idea di sporcarmi una calza. Corri ora, più veloce che puoi!” Lui, invece di scattare come ordinatogli, si inginocchia davanti a me. Resta li con le braccia abbandonate lungo i fianchi ed il capo chino, rassegnato tra i miei alluci, sotto il mio sguardo severo. Poi comincia a singhiozzare e frignare che ha paura e che non vuole morire. Io lo vedo singhiozzare, capisco che piange e me ne compiaccio. Sono fiera ed orgogliosa, egoista e crudele. Mi piaccio così. Alzo di scatto il piede sinistro e gli sferro un calcio in faccia colpendolo con violenza col mio alluce. Crolla supino e scivola di schiena sul pavimento fermandosi incastrato in una fuga tra due piastrelle. In un attimo, come un’astronave in un film, il mio piede gli fa notte sopra poi scende a coprirlo adagiando il mio dolce peso su di lui. Mi piace pensare che i miei 51 chili (ehm.. sono ingrassata un po’…) siano 51000 tonnellate sul suo corpicino, pressato in quel canale tra le piastrelle che gli salva la vita.
Alzo il piede e, lentamente, a bassa voce e senza perdere la pazienza gli ripeto: “Ora, per piacere, sii gentile, alzati e comincia a correre.”. Si alza tremante, attonito, terrorizzato, incapace di distogliere i suoi occhi dai miei, mi da le spalle e comincia a correre. Dapprima di corsa leggera e poi sempre più veloce. Mi illumino in un grande sorriso! “Braaaaaavoooooo!!!!!!” esclamo, e dolce e lentissima alzo il primo passo per seguirlo lungo il corridoio. Il mio piede sinistro preme le dita sul pavimento nello spingere avanti il mio corpo, poi si stacca da terra e comincia il suo volo guadagnando terreno con una rapidità angosciosa ed in un attimo getta l’ombra immensa su Stefano. Sono concentrata e penso alla sua velocità. Le mie labbra sono chiuse senza forza ed ho il viso sereno. Ho deciso la velocità. Abbatto il tallone sul pavimento subito dietro a Stefano, che corre sotto il mio piede mentre il piede scende su di lui ed il pavimento smette di vibrare finché… ciaffff! Poso l’avampiede senza aspettare che Stefano sia uscito dall’ombra del mio piede. Però ho calcolato bene. Infatti nel momento in cui pesto il pavimento lui sbuca fuori dal piede, correndo a più non posso, con la schiena accarezzata dalle mie dita. Mioddio quanto mi eccita tutto questo! E così di nuovo. Destro! BOOOOUUUMMM!!! Il tallone……… ciaffffffff! L’avampiede! E lui è salvo ancora una volta e corre! Mi pare che rallenti ora… non ce la fa più! Beh a me non va di rallentare però! Sinistro! BOOOOOUUUUUMMM!! Tallone! Ciaaaafffffff! Avampiede! Hehe!! Che buffo! Salvo per miracolo! Dai che il bagno è a sei o sette passi! Ad un tratto lui si ferma di scatto. Il mio piede lo sorvola e si abbatte fragorosamente subito dopo di lui. Io mi trovo con un piede avanti a lui e uno dietro, nel mezzo di un passo. Lui è laggiù, sulla verticale del mio sesso, tanto per capirci e mi guarda. Io resto ferma e lo guardo laggiù. Lo vedo sbirciandomi tra le tette. “perché ti sei fermato?” Vedo che fa ampi cenni con le mani come per dirmi basta e fa cenno di guardarlo come se volesse farmi capire qualcosa. Riprende la marcia camminando e fa il giro del mio piede che lo aveva superato. Io finisco il passo e mi trovo a dominarlo con i miei due piedi davanti a lui, giudici ingiusti della sua vita. Ecco che fa l’ultima cosa che mi sarei aspettata. Si porta davanti al mio alluce destro e fa per sollevarlo con le sue patetiche braccine. Rido di lui, che tenero! “cosa vuoi fare insetto? Vuoi sollevare la tua dea?” Lo assecondo sollevando un pochino l’alluce. Lui, risoluto si infila sotto a pancia in su e fa cenno di abbassare. Hehehehehe! Vuole che lo schiacci! “Davvero desideri che io ti schiacci ora?” fa cenno di si col capo. “Vuoi che io ti prenda la vita, ora?”
Ancora un cenno di si. Comincio a contrarre la muscolatura del piede e lo sento sotto il mio alluce. Schiaccio un po’ di più, lo sento soffrire. Due scattini sono appena percettibili sulla mia pelle sensibile. Fico! Gli ho spaccato altre due costole! Lo vedo chiudere gli occhi dal dolore. Sa che sta per morire. Tik! Un’altra costolina!! Hehe che bellooooo!!! Poi, ad un tratto alzo il piede, lo guardo e gli sferro un calcio che lo fa scivolare lontano sul pavimento, lo raggiungo e glie ne do un altro e poi un altro ancora fino a farlo finire in bagno. Lui è disperato! “Credevi mica di poter decidere quando morire, no?!!” rimane li, disteso, rassegnato. Apro la mia scarpiera. Ci sono sei file di cinque paia di scarpe ciascuna. Ne tengo solo una trentina di paia in casa, le altre le ho in una scarpiera sul balcone. Le scarpe sono disposte sulle file in modo da avere la punta rivolta verso l’esterno per facilitarne la scelta e stanno appoggiate su due tubi sottili che le tengono con la punta lievemente in alto.
La seconda fila dal basso ospita i sandali col tacco alto.
“A questo punto devi scegliere un paio di sandali, sperando che non li scelga anche Alessandra. Quali preferisci?” Lui esita. Io non esito. Prendo il phon, gli tolgo il coperchio laterale. Raccolgo Stefano e lo metto drittodritto sulla ventola che aspira l’aria, inserisco la spina, poso l’indice sull’interruttore di accensione e ripeto: “Quali ti piacciono di più?!”. Curioso… qualcosa deve averlo convinto perché mi risponde subito stavolta, indicando i secondi da destra. “Ma sai che sei bravo? Quelli me li ha regalati proprio Ale tornando da un viaggio a Parigi. È probabile che li scelga anche lei.”. Ha scelto un paio di sandali francesi del marchio Etam, allacciati alla schiava con il tacco quadrato di media sezione, alto nove centimetri e rivestito in raso marrone scurissimo con riflessi rossi, con una singola fascetta che lascia libere le dita e adorna il dorso del piede con delle eleganti pailletes di vernice nera.
Quando descrivo le mie scarpe, parlo sempre di scarpe che ho davvero (del resto con quasi 240 paia abbiamo scelta, no?), per questo mi piace essere precisa.
Prendo il sandalo sinistro, lo poso a terra capovolto. Poi prendo Stefano dal phon e raccolgo un tubetto di colla rapida (tipo Attack, per intenderci) dalla mensola del bagno dove ricordavo di averla lasciata. Spoglio Stefano strappandogli tutti i vestiti mentre lui, ormai sfinito, subisce inerte e gli metto cinque minuscoli punti di colla sui talloni, sul dorso dei polsi, e sul sedere.
Lui è impotente e non reagisce.
Lo appoggio con la schiena contro la suola dello strumento di morte che lui stesso si è scelto e lo premo per qualche secondo affinché la colla agisca. Poi prendo il sandalo per il tacco e lo rimetto in posizione naturale, chino il capo e ci guardo sotto. Lui è lì. Appeso alla suola per polsi talloni e sedere. Immobile. Alza la tesa per guardarmi negli occhi. Non c’è odio nel suo sguardo. Capisco che si sente davvero un nulla alla mercé dei miei giochi. Sorrido vanitosa e soddisfatta. Poso il sandalo al suo posto, faccio un cenno di saluto con una mano, poi mi alzo in piedi e vado a mettermi qualcosa addosso. Ale dovrebbe suonare da un momento all’altro.

baciotti a tuttitutti!

Mo

[ replica ] Di3go ha inviato un messaggio dal titolo: Aspetto con impazienza il seguito è bellissimo ed ha ricevuto 0 repliche.
messaggio inviato in data: 01/Maggio/2006 20:16:30



[ replica ] vegy82 ha inviato un messaggio dal titolo: X andrea... ed ha ricevuto 1 repliche.
messaggio inviato in data: 01/Maggio/2006 20:56:12

Io ho in mente qualcosa ma non so se riesco a rendere l'idea...
In parole povere un immenso scontro di westing fra la te gigantessa e l'insetto.. con le regole che naturalmente deciderai tu...

Che ne pensi/pensate???

dolceluna ha scritto: scrivo ancora un pochino! ed ha ricevuto 2 repliche. [***]
inviato in data: 01/Maggio/2006 17:40:07
   Di3go ha replicato con: Aspetto con impazienza il seguito è bellissimo
   vegy82 ha replicato con: X andrea...
     no user ha replicato con: risparmialo
       dolceluna ha replicato con: è una richiesta molto sentita
         omino6 ha replicato con: Dead



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