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La prof. di Inglese

Parte III inviata da plant742002 e caricata in data 29/Aprile/2003 01:58:46


Ero sdraiato sul fondo del bicchiere, piccolo poco meno di mezzo centimetro, praticamente un insetto insignificante letteralmente nelle mani di una gigantesca donna avvezza a dominare gli uomini già nelle loro dimensioni originali!Al mio fianco ancora stordita e praticamente in stato di shock, c’era la mia prof. Di inglese che sembrava guardare fissa dinanzi a se dondolando la testa avanti ed indietro piangendo senza sosta.Sentivamo le vibrazioni provocate dai passi della Marini che si allontanava frettolosamente dalla scuola, sentii distintamente chiudersi lo sportello dell’auto, dove la Prof. Marini posò delicatamente il bicchiere con noi dentro su di un ripiano del cruscotto per poi affacciarsi e guardarci sorridente.Credo che fosse il suo sogno divenuto realtà, avere delle persone da dominare completamente, sia mentalmente che fisicamente, senza la minima opportunità di opporre resistenza!Certo, per me la situazione era estremamente eccitante, ma per la prof. Bigatti rimpicciolita con me, la sensazione di trovarsi nelle mani di una sua amica centinaia di volte più grande di lei, le aveva provocato un tremendo shock.Cercai di farla riprendere, dicendole di stare tranquilla e che la prof. Marini essendo una sua amica non le avrebbe mai fatto del male.

Al suono delle mie parole, la prof. Sembro riprendersi un po’, e lentamente la situazione sembrò tornare tranquilla, quando sentimmo l’auto fermarsi e vedemmo il gigantesco viso della Marini affacciarsi di nuovo nel bicchierino da caffè dove eravamo deposti, e dirci candidamente“SIAMO ARRIVATI PICCOLINI…AH BENE…VEDE CHE AVETE FATTO AMICIZIA…SU, DAI ANNA, NON FARE COSI’…NON PIANGERE! SCUSA SE TI HO SPAVENTATO… NON VI FARO’ DEL MALE…VOGLIO SOLO CHE PASSIAMO QUALCHE ORA DIVERSA DALL’ORDINARIO. DAVVERO…NON PREOCCUPATEVI VOGLIO SOLO FARE QUALCHE RIPRESA CON LA MIA VIDEOCAMERA DIGITALE E POI VI FACCIO TORNARE NORMALI…SE RIESCO A CAPIRE COME FUNZIONA QUESTO DANNATO APPARECCHIO!”anche io mi tranquillizzai notevolmente, pensando che forse quella situazione poteva veramente farsi interessante adesso!

La prof. Marini entrò in cassa, lanciando la sua borsetta sul divano, poi si diresse in cucina e ci fece scivolare fuori dal bicchiere sull’immenso ripiano di un tavolo di marmo bianco, situato al centro della cucina stessa.Ammucchiati su di un lato del tavolo c’era dei libri, erano gli stessi libri che io avevo in dotazione nella mia classe, ma perché la prof. Di matematica doveva avere anche i libri di italiano di storia ecc., non riuscivo a spiegarmelo.Dopo qualche secondo la prof. Marini tornò con in  mano la telecamera e nell’altra il rimpicciolitore.“ODDIO…COSI’ SIETE TROPPO PICCOLI, NON RIESCO A METTERVI A FUOCO…ALLORA VEDIAMO COME FUNZIONA QUESTO….MMHHHM….OK PROVIAMO”puntò il rimpicciolitore sulla prof. Di inglese al mio fianco, e di colpo la vidi ingrandirsi sempre di più, fino a che non era grande circa quattro volte me, ovvero circa due centimetri.Poi toccò a me, e fu un sollievo sentirsi di nuovo leggermente più grande di una formica!Ma il bello della giornata stava solo per cominciare, infatti appena fummo ringranditi un po’, la prof. Marini cominciò a riprenderci con la videocamera girando intorno al tavolino, poi per evidenziare ulteriormente le nostre ridicole dimensioni, si sfilò una delle sue ciabattone infradito e ce la depositò vicino.“ADESSO SALITE SOPRA LA SCARPINA E SALUTATE…!”Io non me lo feci ripetere due volte, e mi arrampicai velocemente sulla suola del sandalo, godendomi la vista delle impronte dei giganteschi piedi della mia prof. Sul cuoio odoroso.

La puzza era veramente forte li sopra, visto che quelle erano le sue ciabatte da casa, e che le calzava quotidianamente dopo aver indossato per ore ed ore scarpe chiuse al lavoro, e così la prof. Bigatti appena si avvicinò al mastodontico sandalo si ritrasse schifata dall’odore che emanava e guardandomi con uno sguardo di sdegno mentre io mi chinavo sull’impronta dell’alluce della Marini venerandola e baciandola come fosse una effigie sacra.“DAI ANNA CHE C’E’ ADESSO?! SALI CHE TI VOGLIO RIPRENDERE SOPRA IL MIO SANDALONE…DAI SU…PENSA CHE I MIE PIEDI SONO GRANDI GIA’ A DIMENSIONI NORMALI, PENSA PER TE CHE SEI SI E NO  DUE CENTIMETRI! NON COSTRINGERMI AD OBBLIGARTI CON LA FORZA…SALI LI’ SOPRA!”

il tono della mia gigantesca prof. Si faceva sempre più minaccioso, ma la Bigatti, non ne voleva sapere di salire sul sandalo della sua amica che forse non si rendeva neanche conto che a quelle dimensioni gli odori che normalmente si percepiscono appena, diventano quasi insopportabilmente forti ed intensi.Così dopo aver sbuffato la Marini prese tra le sue gigantesche dita la sua piccola amica che cercava di opporre resistenza alla sua enorme presa tirando calci e pugni all’indice ed al pollice che la intrappolavano, e la sollevò all’altezza dei suoi bellissimi occhioni scuri, guardandola con un aria di compassione mista ad un intenso sadismo.

“ANNA STIAMO SOLO GIOCANDO UN PO’ CALMATI…HO DETTO CALMATI…”Ma la Bigatti continuava a scalciare senza tregua fino a che la gigantessa perse la pazienza…“ADESSO MI HAI STUFATA…NON TI VA DI SALIRE SUL SANDALO, BENE ALLORA VEDIAMO SE PREFERISCI STAR SOTTO I MIEI PIEDI!”

così dicendo depose la Bigatti al suolo, proprio difronte ai suoi piedi, e sollevando il suo piede destro la intrappolò sotto il titanico alluce mentre continuava a riprendere il tutto con la sua videocamera.“AHAHAH…FERMATI CHE COSI’ MI FAI IL SOLLETICO…E SE PERDO L’EQUILIBRIO DI TE NON RESTA CHE UNA MACCHIOLINA ROSSA !”dopo qualche secondo di trattamento, tolse il sua alluce dalla prof. Bigatti, e la depose di nuovo sul tavolo della cucina, vicino al suo sandalo nel quale io continuavo a vivere il mio sogno.“ADESSO ANNA CHE NE DICI DI SALIRE SUL MIO SANDALO?!”La sua piccola amica a quelle parole, si diresse con riluttanza sulla suola dell’immenso infradito sedendosi sul bordo del sandalo.

“ECCO…CI VOLEVA TANTO?! AHAHAH!”Dopo qualche minuto di riprese, la Marini, si recò in camera sua a prendere del “materiale per girare la prossima scena”, così ci lasciò soli sulla suola in attesa.Proprio mentre eravamo soli sull’odoroso ripiano, sentimmo aprirsi la porta d’ingresso “MAMMAAA….MA’….SONO TORNATA!”



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