La prof. di Inglese
Parte IV inviata da plant742002 e caricata in data 29/Aprile/2003 02:02:03
Quella voce non poteva che significare che la mia bella prof. Di matematica, la sig.ra Marini, aveva una figlia! Il che spiegava tutti quei libri ammucchiati sul tavolo della cucina sul quale era poggiato il sandalo con noi dentro.Essendo gli stessi libri che utilizzavo io, capii che probabilmente la ragazza doveva avere la mia età, ovvero 18 anni, il che non tranquillizzò affatto ne me, ne la prof. Di inglese, la sig.ra Bigatti che era ancora seduta sulla suola del sandalo vicino a me.
Cosa sarebbe successo se ci avesse scoperto…o peggio ancora se non notandoci affatto ci avrebbe inconsapevolmente fatto del male?!La prof. Marini non era ancora scesa dal piano superiore dove era sita la sua camera da letto, e noi sentivamo i passi di sua figlia farsi sempre più vicini, fino a che non la vedemmo entrare nella cucina lanciando il suo pesante zaino su una delle sedie accanto al tavolo.La ragazza effettivamente doveva avere circa la mia età, ed era, come la madre una bellissima donna, anche lei molto alta e dai lunghi capelli ricci che le scendevano fino alle spalle incorniciando un viso d’angelo con due grandi labbra carnose e degli splendidi occhi verdi.
Fisicamente era molto robusta, non grassa, ma molto muscolosa e ben proporzionata, aveva proprio il fisico di un’atleta, con in più un seno decisamente abbondante!Io rimasi estasiato da quella visione e ammirai la ragazza passo dopo passo, mentre apriva il frigorifero cercando rovistando nel suo interno.
Fino a quel momento non ci aveva assolutamente notati, ma appena estrasse dal frigo una bottiglia di latte appoggiandola sul tavolo di marmo bianco, vide il sandalo di sua madre sul tavolo, e sbuffando fece per afferrarlo, ma appena fu sopra di noi io e la prof. Bigatti, avendo capito la situazione, cominciammo a gridare come dei pazzi e a sbracciarci per farci vedere e per non essere scaraventati a terra con il sandalone.La ragazza prese in mano il sandalo sbuffando di nuovo, e fortunatamente per noi, mentre stava per lanciarlo via, abbassò gli occhi sulla sua suola e con un espressione di stupore mista ad incredulità ci vide saltare su e giù come dei matti a braccia aperte.
“HO MAMMAMIA…MA CHE CAVOLO SIETE?! MAMMAAAA…MA DOVE STA’?! PORCA MISERIA…”disse mentre si avvicinava il sandalo agli occhi per poter capire cosa eravamo.Quando fummo praticamente a livello dei suoi occhi, la ragazza, ebbe un sussulto, quasi facendoci cadere dal sandalo, e portandosi una mano davanti alla bocca spalancata disse“NON E’ POSSIBILE! SIETE VERI?! ODDIO MA CHE CI FATE SUL SANDALO DI MAMMA…CHE TRA L’ALTRO PUZZA PURE DA SCHIFO! “continuò a chiamare sua madre, mentre mossa a compassione ci depose sul tavolo facendoci scendere dalla odorosa suola.
La bellissima ragazza continuava a guardarci stupita, e man mano si avvicinava sempre di più al tavolo, tanto che chinandosi su di noi per guardaci più da vicino, ci mostrò praticamente il suo generoso decolté, in quanto la camicetta era praticamente sbottonata sul davanti e la splendida gigantessa, non portava il reggiseno!Io era estasiato da quella incredibile montagna di carne che ci si parava dinanzi, mentre la prof. Bigatti si voltò sdegnata.La ragazza sembrava non curarsi della sua vertiginosa scollatura, anzi poggiò i suoi gomiti sul tavolo facendomi penzolare davanti i suoi immensi seni.
“MA GUARDA…UN MASCHIETTO E UNA FEMMINUCCIA! MA COME SIETE DIVENTATI COSI’ PICCOLI?! CERTO E’INUTILE SIETE COSI’ PICCOLI CHE NON VI SENTIREI NEMMENO SE PARLASSI! CHE CARINI CHE SIETE! POSSO PRENDERVI UN PO’ IN MANO? NON VI FACCIO MALE PROMENTTO DI ESSERE DELICATA!”Io non stavo più nella pelle e mi feci subito avanti agitando le braccia, e la giovane gigantessa sorridendo mi porse la mano.Aveva le unghie non lunghissime come la madre, ma molto ben curate, e fu un piacere per me salire sulla sua mano morbida e profumata.
“OH POVERINO…CHISSA’ COME SEI SPAVENTATO! VIENI QUI ANCHE TU PICCOLINA!”Così dicendo prese delicatamente in mano la Bigatti che come in precedenza cercò di ribellarsi alla presa.Ovviamente il suo dimenarsi fu inutile, visto che era praticamente grande come il polpastrello dell’indice della ragazza, che un po’ stizzita rimise giù la prof.
“TI HO DETTO CHE NON TI FARO’ DEL MALE! VOGLIO SOLO METTERVI VICINO ALL’ORECCHIO PER SENTIRE COME SIETE FINITI COSI’”In quel momento scese dal piano superiore la prof. Marini, con in mano la videocamera ed un paio di macchinine tipo Micromachines, e vedendo sua figlia in cucina, le gridò“GRAZIA…MA CHE CI FAI QUI A QUEST’ORA?! NON SEI ANDATA A SCUOLA?!IO…”“MA MAMMA TI AVEVO DETTO CHE OGGI USCIVAMO PRIMA…E POI CHI SONO QUESTI QUA?! COME CI SONO ARRIVATI?!”“SENTI GRAZIA E’ UNA STORIA LUNGA…SONO DUE MIEI AMICI…SAI E’ STATO UN INCIDENTE DURANTE UN TEST NELL’AULA LABORATORIO E SONO RIMASTI COSI’”“AH…E TU I TUOI AMICI LI LASCI SU UNA PUZZOLENTE SUOLA DI SCARPE?! DAI MAMMA DIMMI LA VERITA’ NON SONO MICA UNA BAMBINA!! DAI TI PREGOOO!!”“E VA BENE…SENTI …”la prof. Marini raccontò tutta la storia a sua figlia, che cominciava a cambiare espressione e soprattutto il modo in cui aveva cominciato a guardarci dopo il racconto della madre non mi piacque affatto.
“AHAHAHA…MA ALLORA QUESTO PICCOLO QUA E’UN FETICISTA?! MMMHHH CHISSA’ ALLORA COME SI E’ DIVERTITO SULLE TUE SCARPE! AHAHAH! E TU PICCOLINA SEI LA PROF. BIGATTI! NON CI CREDO! CAPISCO PERCHE’ SEI COSI’ AGITATA! ESSERE RIMPICCIOLITI CONTRO LA PROPRIA VOLONTA’ E DOVERSI SEDERE SULLE SCARPE DI MAMMANON DEVE ESSERE IL MASSIMO EH!?”La ragazza sembrava aver capito che il gioco era molto eccitante, così chiese alla madre come funzionasse la pistola rimpicciolitrice.
La madre glielo spigò per benino, e subito Grazia volle fare un test su di me!In men che non si dica mi ritrovai piccolissimo sul bianco pianale del tavolo, con la gigantessa diciottenne che mi guardava e rideva soddisfatta!Dovevo essere alto poco meno di un centimetro, visto che la Bigatti che mi era vicina, mi sembrava almeno il doppio della mia statura!“MAMMA E’ TROPPO BELLO! GUARDA SE ME NE PRESTI UNO DOMANI VADO A FARE SPESA, TI RIORDINO LA CAMERA, TI…”
“VA BENE, VABENE. MA ATTENTA PERO’ CHE NON SONO GIOCATTOLINI!”“URRA’! PICCOLETTO VIENI CON ME…ANDIAMO NELLA MIA CAMERETTA E CI DIVERTIAMO UN MONDO!”mi porse di nuovo la sua mastodontica mano, ed io salii senza riluttanza, eccitato come non mai all’idea di trovarmi alla mercè di quella bellissima e gigantesca ragazza.
Continua...
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