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Le influenze di Giganta

Parte I inviata da Lupuscottus e caricata in data 15/Maggio/2003 23:56:38


Amavo la mia donna, le punte di felicità con lei vissute mi avevano insegnato ad amare come non mi era mai successo.Il nostro era un rapporto eccezionale,di quelli che capitano poche volte nella vita,cavalcavamo la cresta d’un’altissima onda di passione,in una perfetta sintonia di tenere sensazioni.Eppure in quei giorni qualcosa era cambiato nella nostra intesa.Le tribolazioni del mio lavoro,le ansie legate ai guadagni,mi avevano sicuramente reso nervoso ed intrattabile nella quotidianità.Per una donna affascinante come Sara,avvezza ad ogni sorta di vezzeggiamento,non doveva essere facile sopportare quel mio continuo brontolare,quel modo così distaccato di ignorare ogni suo tentativo di distensione.Ricordo che quella sera avevamo discusso animatamente dei reciproci  problemi lavorativi ma,al contrario delle altre volte,non avevamo finito con lo scambiarci tenerezze.Riuscivo a leggere sul suo viso tutta l’irritazione e  la delusione che quel periodo infernale stava alimentando ogni giorno di più.Avrei voluto dirle qualcosa di bello,qualcosa che fosse in grado di apportare un disgelo in una situazione sempre più tristemente fredda e carica di tensioni negative,ma non riuscivo a lasciarmi andare.Staccare la spina dalle vicissitudini di quei giorni mi sembrava impossibile.Sapevo che,prima o poi,tutto sarebbe tornato bello tra noi,e proprio questa sensazione contribuiva ad irritarmi ancor più e,forse,lo stesso convincimento doveva irritare non poco anche lei. Insomma,provavo la detestabile sensazione che stessimo imboccando un vicolo cieco,di quelli che non conducono a niente di buono,e che ogni tentativo di svolta servisse soltanto ad accelerare la folle corsa verso la fine.

Sara era andata a dormire,io invece non ci pensavo per niente.La tensione accumulata durante la nostra acerba e concitata discussione avrebbe trasformato ogni tentativo di riposo nel più terrificante degli incubi. Così mi versai da bere,accesi il televisore,mi misi comodo sulla poltrona del salone e cominciai a scorrere i canali della tv alla ricerca di qualcosa di distensivo.Era quantomeno incredibile l’inevitabile puntualità con la quale i programmi televisivi riuscissero a trovarsi in perfetta distonia con la mia mente,spasmodicamente assorta in affannose quanto vane ricerche.Dopo un quarto d’ora circa abbandonai l’idea del televisore,mi versai ancora un po’ dell’ottimo cognac che stavo degustando,poi lo sguardo si posò sul computer.Nonostante l’ora tarda,pensai di svagarmi un po’ navigando in internet,sperando di trovarvi qualcosa che potesse calmare parte di quell’ansia.Immagini estremamente gradevoli cominciarono a succedersi sullo schermo del mio computer.Molto belle e tuttavia già viste.Avevo bisogno di qualcosa di diverso,cercavo qualcosa che fosse fuori dell’ordinario.Se immenso era il mio desiderio di distensione,pensavo,altrettanto immenso doveva essere lo spettacolo capace di regalarmelo.Decisi  d’andarne alla ricerca nel solo posto possibile,presi così a digitare parole  che potessero suggerirmi qualcosa di accattivante su un  motore di ricerca finchè non mi apparve una cosa che aveva tutta l’aria di non essere la solita patacca.”Donne giganti” era la cosa che mi incuriosì non poco,l’indirizzo del web era www.giganta.org ,decisi di fargli visita.Disegni estremamente accattivanti e mai visti prima,collages raffiguranti donne d’una bellezza strepitosa,assolute dominatrici di inermi e succubi omini,storie di immensa dominazione scritte da autori,che sembravano averle vissute di persona ,dopo essere stati vittime indifese d’ogni desiderio erotico di donne ineffabilmente superiori.Un mondo totalmente sconosciuto ma intrigante quanto mai!Ero stanchissimo,gli occhi mi si chiudevano,era quasi l’alba e di lì ad un paio d’ore avrei dovuto essere in ufficio.Spensi il computer,ripromettendomi di tornare a visitare quel sito quanto prima,e mi sdraiai sul divano,chiudendo gli occhi per concedere loro il meritato riposo.

Quando mi svegliai Sara era già uscita di casa,aveva lasciato un biglietto in cucina,accanto al caffè ancora fumante,nel quale mi ringraziava sarcasticamente per esserle stato accanto notte tempo,accompagnandole i sogni tra baci e carezze,e mi augurava una buona giornata.Effettivamente il mio comportamento non era stato dei migliori!Bevvi il caffè,feci la doccia in tutta fretta e mi precipitai sul posto di lavoro,col pensiero d’aver lasciato la mia amata  da sola per tutta la notte.Non sapevo come ma in qualche modo avrei dovuto farmi perdonare.Durante la pausa lavorativa sentii Sara al telefono,mi sembrava ben disposta ad onta dell’aspro biglietto mattutino,quindi colsi l’occasione per farle le mie scuse,proponendole   anche d’andare in serata a bere un po’ del suo vino preferito nel locale vicino casa.

Accettò volentieri dicendomi d’essere felice di sentirmi così ben disposto.Verso le 17:00 smisi di lavorare e mi diressi verso casa con due pensieri nella testa.Il primo era trascorrere finalmente una serata piacevole con la donna che amavo,l’altro concedermi una doccia di quelle interminabili,capaci di far resuscitare anche chi,come me,avesse trascorso una notte particolarmente insonne.Rientrai a casa intorno alle 17:30,nonostante mi fossi fermato dal fiorista, e,senza ulteriori indugi,mi spogliai per entrare nella doccia prima del rientro di Sara.In tal modo avrei avuto il bagno tutto per me per almeno mezz’ora,prima che la mia adorata ne prendesse l’assoluto dominio,come la gran parte delle donne che si accingono a trascorrere una serata fuori.Al suo rientro indossavo ancora l’accappatoio ma le feci trovare un buon caffè apparecchiato su un vassoio,accanto ai fiori presi poco prima.Sara mi sorrise con dolcezza,poi mi baciò e mi chiese,dopo aver sorseggiato il suo caffè,di indossare una camicia celeste,una delle sue preferite,e di mettermi comodo ad aspettare che si preparasse.Passarono due ore,durante le quali mi rilassai in poltrona leggendo il giornale ed ascoltando un po’ di musica in sottofondo.Ciò avrebbe contribuito a rendere meno interminabile l’attesa.Finalmente sentii il caratteristico suono dei tacchi sul pavimento farsi sempre più vicino fino a fermarsi a pochi passi dalla poltrona dove ero seduto,la qual cosa,supportata dall’intenso e gradevole profumo,tipico delle grandi serate,mi fece capire che la mia “religiosa” attesa era finalmente terminata.Abbassai lentamente le pagine del quotidiano,alzando al contempo il capo con serafica indulgenza,per mirare il risultato di quegli interminabili attimi di attesa da studio dentistico.

Incredibile!!!Lo spettacolo che mi si presentò agli occhi era favoloso e mi ricompensò ampiamente dell’attesa,superando ogni aspettativa.Sara aveva indossato un vestito nero che rimarcava ancor più la sua abituale bellezza.La schiena era coperta  da poche strisce di tessuto e da una cascata di capelli biondi,i  fianchi erano incorniciati da spacchi ovali che terminavano nella giuntura dei pantaloni,sotto i quali spiccava il rosso delle unghie smaltate ad arte.Autentici tizzoni di fuoco che terminavano le sinuose dita dei piedi,avvolti dalle nere strisce dei sandali da sera che vorticosamente si arrampicavano fin sopra le caviglie.Per quanto mi fosse difficile distogliere lo sguardo dallo spettacolo che mi si prospettava dal basso,dove potevo ammirare il piede destro sbattere sul pavimento come in trepidante attesa di mille e più baci,riuscii ad innalzarlo fino ai fianchi dove,con la dovuta malizia,aveva appoggiato le mani.Lunghe e affusolate come quelle di una fata carezzavano il nero dell’abito,perché il rosso sgargiante delle unghie perfettamente curate potesse rapire ogni mio sguardo,come dieci mantelli di toreri esperti farebbero col toro!Era truccata in maniera leggera,quel tanto che bastava a valorizzare i contorni dei suoi lineamenti. I suoi occhi verdi,contornati di blu ,aspettavano complimenti che lasciai scorrere a fiumi di lì a pochi istanti.Ci avviammo verso il locale,mano nella mano,in quella calda e splendida serata di inizio estate.Una volta nel locale fummo accolti dall’abituale cortesia del proprietario che non esitò a farci accomodare al nostro tavolo preferito,in una zona di penombra del locale che,per grossa parte,era  illuminato da candele e luci soffuse.Ordinammo il nostro vino preferito,un bianco fresco e delizioso,ideale per la temperatura di quei giorni,e qualche stuzzichino che ne valorizzasse i sapori.

La serata,dopo il primo brindisi,al quale fecero seguito molti altri,prese una piega estremamente gradevole. Sara era visibilmente soddisfatta delle mie attenzioni nel porgerle le piccole leccornie che di volta in volta arrivavano al tavolo e,soprattutto,della premura nel tenerle il bicchiere sempre mezzo pieno del gustoso e vino fresco.Mi teneva la mano e mi guardava come soltanto le donne innamorate e traboccanti di generosa passione possono guardare,il suo sguardo mi ubriacava più del vino che stavo bevendo. Le tensioni dei giorni precedenti stavano via via scomparendo per lasciare spazio ad una serenità ritrovata e decisamente gradita ad entrambi.Accennammo alle difficoltà di quei giorni tra un brindisi e l’altro,poi Sara mi chiese cosa avessi fatto durante la notte precedente e come mai mi fossi attardato così tanto nel salone.Le parlai allora  della visita al sito,Giganta,descrivendone il contenuto,spiegandole che la cosa mi aveva molto incuriosito e che, per la verità,mi aveva anche eccitato. Sara fece un cenno col capo in segno d’approvazione,sorridendo maliziosamente,allungò un piede sotto il tavolo per accarezzarmi una gamba e mi chiese come mi sarei sentito se fossi stato piccolissimo in balia dei suoi desideri.

Eravamo alla seconda bottiglia e non ci misi moto a capire che i freni inibitori delle mia amata cominciassero a necessitare di una revisione,ma dal momento che l’atmosfera era così rilassante e gradevole mi lasciai andare in quella discussione,rispondendole che l’assurda situazione da lei ipotizzata non mi sarebbe dispiaciuta.Le dissi che se era tanto bella con le abituali dimensioni,da gigantessa mi sarebbe sicuramente apparsa come una dea d’assoluta perfezione.Lei sorrise,compiaciuta del complimento,poi allungò una mano verso la mia guancia fino a carezzarmela con fare di sconcertante sensualità e,con tono pacato ma deciso,mi disse:”Pippo,non ti converrebbe trovarti così piccolo al mio cospetto quando ho bevuto come adesso.Non hai idea di quel che ti farei!Ti faresti veramente male!!!”.Quella frase,il modo di proferirla,e lo sguardo della mia donna mi eccitarono enormemente ed al contempo mi diedero da pensare.

“Che cosa tremenda,pensai,deve essere trovarsi piccoli in balia di una bella donna che ha bevuto più del dovuto!”Quando uscimmo dal locale erano le 23:00,ci incamminammo verso casa  stanchi ma soddisfatti della bella serata trascorsa,tenendoci per mano e promettendoci qualche carezza prima che ci fossimo addormentati. Sara era decisamente sull’allegro andante,io,distrutto,desideravo una buona dormita come mai.Salimmo le scale di casa,presi le chiavi per aprire la porta le infilai nella serratura ed aprii.Ricordo che,non appena varcata la soglia ed accesa la luce,le sentii scivolare dalla mano e schiantarsi per terra,causando un frastuono sproporzionato.Avevo un terribile senso di nausea,aggravato dalla vista offuscata,i colori mi apparivano di un celeste scuro estremamente fastidioso e mi sentivo come avvolto da un enorme tendone da circo.

Mi muovevo senza coordinare i movimenti e chiedevo l’aiuto di Sara,pensando di star male a causa del vino.Non potevo minimamente sospettare quel che mi era appena successo.Cercavo di dirigermi verso l’unica fonte di luce,giunto alla quale mi apparvero le chiavi di casa,grosse quasi quanto me.Ero uscito dal collo della camicia,nudo come un verme!Dinanzi a me,statuaria ed impassibilmente divertita c’era Sara a godersi lo spettacolo.Ero vicinissimo ai suoi bei piedi smaltati,dei quali avvertii subito l’odore molto più marcato del solito.”Che diavolo succede?!”-urlai quasi disperatamente,ancora inebetito e stravolto da quella tremenda sensazione di nausea-Sara prese a battere il suo piede destro sul pavimento senza staccarne la punta del tacco, come aveva fatto poco prima d’uscire.Quel tacco era alto,più o meno quanto me!Guardandomi dall’alto,Sara rispose:”Ah…finalmente!Così mi piace il mio piccolo tesoro,è così che t’ho sempre desiderato!”Impossibile descrivere il terrore che provavo.Momenti di totale smarrimento si alternavano a conati di vomito ad ogni istante.”Ti prego,aiutami!”-tornai a gridare-“Sta calmo piccolino o ti sentirai davvero male!”-soggiunse lei sempre più impassibile-“Ti prego,aiutami a capire cosa sta succedendo,mi sento malissimo!”-dissi di rimando,facendo nuovamente appello al suo buon cuore-E lei,per tutta risposta,:”Niente,caro il mio Pippo,non succede proprio niente.Si è soltanto avverato il desiderio,che hai espresso prima,d’essere piccolo al mio cospetto,perciò ora smettila di rompere e comincia subito ad ubbidire!”Vomitai,pensando d’essere vittima d’una sbornia pazzesca!Quando rialzai il capo,Sara mi guardava terribilmente seccata  dell’accaduto. Allungò una mano sul tavolo,dove prese un tovagliolo,poi me lo fece cadere addosso dicendo”Guarda che hai combinato,non penserai mica di cavartela così?Adesso pulisci bene,e guai a te se lasci sporco!”Senza forze per ribadire,nella convinzione che stessi vivendo il peggiore degli incubi,presi a pulire sotto l’occhio attento e vigile della mia donna che mi dominava dall’alto.Non alzavo neppure lo sguardo,mi sentivo già abbastanza male guardando i perversi movimenti delle dita dei suoi piedi.

Sara si allontanò,ed io stramazzai al suolo,sperando d’addormentarmi e,soprattutto,d’uscire quanto prima da quella terrificante sbornia.Sentivo soltanto un rumore d’acqua scrosciante ed incessante che contribuiva ad accrescere il mio senso di sbandamento. Il gelido peso del devastante scroscio d’acqua,che mi cadeva addosso da una trentina di metri circa,mi lasciò senza fiato.Sbarrai gli occhi e lei mi sorrise beffardamente,tamburellando con le dita della mano sull’insalatiera che aveva usata per farmi quel terrificante gavettone.

“Ecco -proferì implacabilmente- vedi?!Ora mi si sono bagnate le scarpe!Asciugale immediatamente!!!”Lo feci,senza discutere,col secondo tovagliolo,perfidamente fornitomi dalla mia amata,ai piedi della quale stavo lavorando come fanno gli impiegati dell’autolavaggio con le automobili,per renderle più lucide. “Bravo!Ora vai subito in camera a prendermi gli zoccoli!”-tuonò Sara col tono di chi non ammette repliche-Non avevo scelta,quegli ordini rimbombavano come tuoni nelle mie orecchie.Attraversai l’immenso corridoio tra mille domande che imperversavano nella mia mente.Che diavolo succedeva,perché la mia Sara non si spaventava dell’accaduto,perché assumeva quel tono autoritario che non le riconoscevo.Una cosa era certa,non stavo sognando,quell’acqua fredda che mi gocciolava ancora dai capelli non lasciava dubbi in merito,tanto meno ero vittima d’una sbronza.Come avrei potuto esserlo proprio io che reggevo ben altre dosi di vino?E poi,quei libri più grandi di me,sistemati su scaffali alti come due piani d’una casa,gli interruttori della luce,posizionati a due piani da me,e quelle porte,grandi come un edificio,parlavano chiaro:ero piccolo e non sapevo come era potuto succedere né sapevo quel che mi sarebbe successo d’ora in poi!

Giunsi nella stanza da letto,al termine della lunga passeggiata,e non mi fu difficile scorgere gli zoccoli di Sara,posizionati nei pressi del nostro lettone.La cosa che veramente mi preoccupava era la modalità di trasporto!Ogni zoccolo era lungo pressappoco quanto me e alto fin quasi alle mie ginocchia.Fortunosamente la luce d’emergenza,accesa vicina al comodino,mi suggerì la soluzione.Per terra c’era la cintura della camicia da notte di Sara,la raccolsi e la  feci passare sotto la cintura di cuoio dello zoccolo sinistro per poi farla uscire da quella del destro.Mi imbracai con le due estremità e presi a trascinarmi dietro il gravoso fardello come fanno i buoi con l’aratro.“Porca vacca-pensai- che cosa tremenda deve essere il mestiere di bue!!!”Il solo pensiero che quel mestiere lo stessi esercitando,con conseguente ed abbondante sudorazione,e che probabilmente sarei stato costretto agli straordinari,mi impensierì non poco,mandandomi letteralmente in bestia!!!Ma fu un bene,altrimenti non avrei mai potuto compiere quell’ercolina fatica.

Al termine del corridoio,giunto sulla soglia d’ingresso della cucina,alzai lo sguardo. Sara mi vide e scoppiò in una risata fragorosa e quanto mai irriverente.”E bravo il mio piccoletto,sei più furbo di quanto pensassi!Ma guarda che sei andato a pensare,ero proprio curiosa di vedere come avresti fatto a portarmeli!Dai vieni qui che me li devi calzare!”-esclamò con tono visibilmente divertito-La cosa mi mandò ancor più in bestia,ma adesso la mia preoccupazione era un’altra:la vista di Sara,bellissima e gigantesca,seduta accanto al tavolo con le gambe accavallate,scalza e con un piede che ciondolava da un lato,mentre fumava in comoda attesa del mio penoso arrivo,in aggiunta alla comprensibile rabbia,aveva scatenato in me un irrefrenabile senso d’eccitazione.Il guaio più grosso consisteva nel fatto che la mia eccitazione era palesemente visibile e che,ancor peggio,presto se ne sarebbe accorta anche lei.

Umiliato e deriso,nudo come un verme,sudato come una bestia da soma e con una imbarazzantissima erezione della quale ben presto avrei dovuto fornire delucidazioni.Che diavolo stava per succedere?

Continua...



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