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Le influenze di Giganta

Parte II inviata da Lupuscottus e caricata in data 23/Maggio/2003 00:12:20


Trascinai l’oneroso fardello fino ai piedi di Sara che,divertita dalle mie fatiche e senza concedermi neppure un istante per riprendere fiato,mi porse il piede che fino ad allora aveva tenuto ciondolante,ordinandomi,con voce tenera ed  inflessibile al contempo, di calzarglielo.

Presi tra le braccia lo zoccolo,come un traslocatore alle prese con un mobile pesante,cadendo sulle ginocchia sotto il suo peso,e mi sforzai di tenerlo dritto perché la mia padrona potesse calzarlo.Lo fece lentamente,facendolo scorrere a pochi centimetri dal mio sudatissimo viso,poi,con il minimo sforzo lo sollevò quel tanto che bastava a liberarmi dal gravame,esigendone la sistemazione.Mi alzai ed incrociai lo sguardo compiaciuto di Sara che si godeva la scena dall’alto,usando il pugno chiuso sotto il mento a sostegno del capo. Le sistemai accuratamente lo zoccolo, poi caddi a terra sfinito.Credevo che non ce l’avrei mai fatta a ripetere l’operazione con l’altro zoccolo e,malauguratamente,ero convinto che l’ordine di procedere sarebbe arrivato di lì a poco.

Fortunatamente mi sbagliavo!Sara prese a ridere di grosso,poi esclamò:”Povero piccino,sei distrutto dalla fatica!”.Poi,subito dopo essersi alzata in piedi ed aver calzato l’altro zoccolo,guardondomi incuriosita e chinandosi verso di me:”Ma che vedo lì?!Il mio piccolo calzascarpe si è eccitato!!!E bravo il maialino,così ti piace farmi da schiavetto!Bene bene,non hai neppure idea delle fatiche che dovrai sostenere!”Rabbrividii!Lo sguardo della mia amata era diventato di una perfidia che le si poteva leggere in volto a svariati metri di distanza,pertanto lo era anche dalla mia posizione supina sul pavimento.Mi sentii perso,sapevo che Sara non era la tipa da fare minacce a vuoto e che le sue parole si sarebbero tramutate ben presto nel peggiore dei miei incubi.Le mie tristi riflessioni furono interrote dalla sua voce:”Però così,tutto sudato fai un po’schifo,adesso rimediamo!”.Temevo un nuovo,pesantissimo,scroscio d’acqua gelata sul mio inerme corpiciattolo,invece fui raccolto dalla sua mano che,tenendomi per la schiena,mi faceva cadere indietro il capo e le gambe.Mi sollevò fino al suo naso poi,dopo avermi sniffato,ribadì:”Eh,si!Ti meriti proprio una bella doccia!”.Si incamminò verso il lavello,con mia somma inquietudine,ed ivi giunta,aprì il rubinetto dell’acqua in maniera tale che il flusso fosse al massimo.“Che diavolo fai,Sara?-urlai malamente-“Così mi ammazzi!”-continuai,temendo le nefaste conseguenze di cotanta improvvida “doccia”-“Non permetterti minimamente di ribellarti,piccolo stronzetto”-replicò Sara,inasprendo il tono della voce e stringendomi forte nel pugno della mano.

Ebbi paura che mi spezzasse le costole,stavo per finire come un grissino tra le sinuose dita di una gigantessa che somigliava sempre meno alla tenera Sara che conoscevo.Ero giusto sul punto di riprendere fiato,avendo la tiranna allentato la presa,quando fui introdotto sotto il pesantissimo getto d’acqua.Il flusso era così forte da non consentirmi il respiro,mi sentivo come un manifestante respinto dagli idranti delle forze dell’ordine.Non ricordo quante volte Sara mi sottopose a quella terrificante tortura,avendo a cuore più il suo ludibrio che la mia pulizia,la qual cosa era facilmente arguibile dalle risate sempre più forti che sentivo ad onta della dolorosa cascata che mi picchiava in ogni parte del corpo.Lo strazio dovette continuare per un paio di minuti o giù di lì,ma mi sembrarono un’eternità!Finalmente,forse preoccupata dal viola funesto del quale s’era colorato il mio corpicino,mi avvolse in un canovaccio che tirò fuori da un cassetto,e,una volta asciugatomi,mi poggiò sui suoi piedi.  

“Ti è passata l’eccitazione,non è vero vermiciattolo?!”-asserì beffardamente-Poi,sempre rivolgendosi a me che arrancavo ancora sfinito sui suoi piedi:”Comunque,questo è un problema che dobbiamo risolvere.Non sta bene vederti girare per casa con l’affarino sempre dritto,altrimenti mi vengono strane voglie.Dovrò procurarti un paio di mutandine.Mhhh…dunque,vediamo,quelle dei pupazzi dovrebbero andar bene-valutò attentamente mentre mi raccolse per poggiarmi sul tavolo-eh,sì,dovrebbero proprio fare al caso nostro!”Mi lasciò sul tavolo,ricoperto da un gelido e per me sconfinato ripiano di vetro,per un minuto circa,dopodichè si ripresentò,ridendo e dicendomi:”Guarda che t’ho preso,indossale immediatamente!”Non avevo scelta,per quanto ridicola e risibile mi sembrasse la cosa,dovetti indossare la mutanda di uno dei suoi vecchi pupazzi.Mi sentii veramente un cretino,ma non avevo più né il potere né la forza di ribellarmi.“Ora bisogna risolvere un altro problemino!Avrai pure diritto ad un posto dove riposare-esclamò,guardandosi intorno-“Ma certo!!!”-aggiunse poco dopo soddisfatta.Ci misi molto poco a realizzare,la scatola somigliante ad una casa delle fiabe,sarebbe divenuta la mia abitazione e la mia prigione.Lei la prese e la poggiò sul tavolo,la svuotò del suo contenuto che ripose in un cassetto,poi tornò al tavolo tenedo un robusto filo,che stava nella scatola,tra le dita.

“Vieni qui e dammi le manine,voglio che ti leghi subito alla tua nuova dimora”-Asserì con perfido sarcasmo-Mi legò scrupolosamente alla casetta e si allontanò dal tavolo per godersi il colpo d’occhio,poi esplose in una fragorosa risata:”Sei ridicolissimo,Pippo!!!Mi fai morire!Aspetta che voglio vederti dall’alto.Anzi,ho un’idea ancora migliore!”Lasciò per un po’ la cucina,abbandonandomi nell’inquietudine dei miei pensieri.”Non arriverò mai a domattina”-pensai-“Questa stronza non mi ci farà mai arrivare!”-conclusi con rassegnazione stoica-Rientrò in cucina tenendo la macchina fotografica tra le mani e,visibilmente eccitata proferì:”Adesso ti scatto qualche fotografia,poi la pubblico nel sito del quale mi hai parlato.Sai come saranno invidiose le altre donne del mio piccolo schiavetto?Pagheranno per averti ai loro piedi!Anche se non credo che si limiterebbero a tenerti soltanto lì,caruccio come sei!”“E’ impazzita,non c’è dubbio!”-arrivai a siffatta,inevitabile conclusione-“Maledetto il momento che le ho raccontato di quel sito e della mia eccitazione”-mi rimproverai malamente-“Non muoverti che regolo l’autoscatto e vengo da te!”-disse e fece immediatamente-Mise l’inquadratura a fuoco,regolò il tempo e stava per avvicinarsi al tavolo quando si fermò,lasciando che la macchina fotografasse me soltanto,legato alla casetta.

“Non così,voglio farla coi miei bei sandaletti”-esclamò,raccogliendoli da terra ed infilandoseli-“E che cavolo!”-mi rodevo dentro-“Dopo tutta la fatica fatta per portarle e metterle quei cacchi di zoccoli!”Ripetette la procedura con la macchina fotografica e stavolta salì sul tavolo per figurarmi accanto,avendo premura di collocare i piedi ai lati della casetta,con l’evidente intento di rimarcare la mia risibile dimensione.     “Sara,ma sei impazzita!?”-gridai,non potendone più di quell’assurda situazione-Fu un errore gravissimo!Presa da un’ira cieca,mi slegò buttando per aria prima il filo poi la scatola che avrebbe dovuto farmi da dimora.Si sedette sul tavolo e mi afferrò per la vita,poi mi mise supino su una coscia e prese a somministrarmi una serie di terribili sculacciate.Ogni sculacciata era una bordata di inaudita ferocia,accompagnata da sogghigni malvagi ed implacabili.

Urlavo di dolore,sotto i colpi della perfida.Fortunatamente per il mio povero fondoschiena la cosa non durò a lungo,dubito che altrimenti avrei potuto mai più sedermi.“Ed ora un’altra bella foto,dopo le sculacciate!”-sogghignò,sistemandomi le mutandine che aveva calato prima dell’orrida punizione.Scese dal tavolo,regolò ancora una volta l’autoscatto e tornò a sedersi,sistemandomi,mezzo tramortito dalle batoste prese,su una gamba.

                        “Bene!”-disse con soddisfazione-“Adesso andiamo a collegarci a quel sito e mettiamoci anche le nostre fotografie.”Mi prese in una mano,portandosi nell’altra la fotocamera,e,una volta giunti nel salone,mi poggiò sul tavolino,accanto al computer.

“Che c’è?Ti fa ancora male il culetto?”-mi chiese,la bastarda,con ironica malizia-“Così impari a non obbedire come si deve!Anzi,vediamo se hai capito la lezione,dimmi subito l’indirizzo di quel sito!”-aggiunse con fermezza-Dovetti ripeterlo,altrimenti chi sa cos’altro sarebbe stata capace di farmi.Si collegò ad internet,poi digitò www.giganta.org .Il suo silenzio mi preoccupava non poco,troppa attenzione e troppo entusiasmo guidavano quel mouse alla scoperta di sempre più intriganti situazioni.Ancor più mi preoccupavano quei sorrisi maliziosi che di tanto in tanto le illuminavano gli occhi ed il volto.

“Ma bene,guarda queste maialine che si fanno fare dai loro piccoletti!”-disse,guardandomi come in attesa di qualcosa-“Non vorrai essere da meno,mi auguro!?”Mi riprese in mano,conducendomi a poca distanza dal verde acceso di quegli occhi pieni di desiderio,e mi disse:”Beh,vediamo subito!S’è giusto fatta ora d’andare a letto,adesso verifichiamo se sei bravo come dici sempre d’essere!”Era la fine!Il solo pensiero di un approccio di natura sessuale con quella diavola scatenata,ridotto com’ero ad un insignificante pupazzo,esausto e pieno di lividi per giunta,con un bruciore da ustione di II grado al fondoschiena,mi fece gelare il sangue nelle vene.

Stretto nella sua mano,stavolta a pancia in giù,con le braccia e le le gambe fuoriuscenti a  penzoloni dalla morsa del suo pugno,vidi scorrere sotto di me le mattonelle del corridoio,che poco prima m’era parso una specie di via crucis,fino alla stanza da letto.Fui poggiato sulle bianche lenzuola del letto e mi fu ordinato:”Sfilati quelle ridicole mutandine e mettiti comodo,tesoro,ho intenzione di farti un regalo!”Ero terrorizzato dal solo pensiero di quell’inatteso quanto sicuramente infausto omaggio che stava per essermi tributato mio malgrado,ma non c’era via di scampo.D’altra parte Sara aveva già dimostrato di non gradire alcun rifiuto da parte mia.Obbedii,in ansiosa trepidazione per quanto stesse per accadere,ma sbagliavo.Lo sguardo di Sara s’era decisamente addolcito e l’aggressività che fino a pochi istanti prima aveva tenuto d’assedio ogni parte del suo corpo e della sua mente sembrava averla improvvisamente abbandonata.

Vedete,ora non saprei come meglio descrivere l’irripetibile spettacolo al quale ebbi modo d’assistere nel corso di quella lunga ed indimenticabile notte,ma è certo che non avrei potuto godere mai più di alcunchè di simile,neppure vagamente.Il più bello dei tramonti,la più affascinante delle aurore,nè qualsiasi altro spettacolo della natura avrebbe mai potuto eguagliare quello splendore di forme elegantemente sinuose ed accattivanti che Sara volle generosamente concedermi.

Mi sentii inebetito ed impotente di fronte a tanta  maestosa bellezza!Sara prese a spogliarsi,dandomi le spalle,calando lentamente le strisce di seta del suo abito da sera che le disegnavano la schiena,poi si voltò sorridente verso di me e lasciò scivolare il vestito fin sotto l’ombelico.Si avvicinò,fieramente vanitosa,al letto,carezzandosi i pallidi seni con le mani,ed alzò un piede per poggiarcelo sopra.”Mi slacceresti i sandaletti,tesoro?”-chiese in modo così sensuale da farmi irrigidire tutto-Non esitai a farlo,né fu necessario che facesse richiesta alcuna affinchè ripetessi l’operazione con l’altro piede.Una volta scalza,si allontanò dal letto per mettersi comodamente seduta in poltrona,fin quasi a sdraiarsi,e si sfilò la restante parte del vestito.

Lo spogliarello d’una meravigliosa gigantessa tutto per me!L’affare si stava davvero ingrossando!!!Restò seduta sulla poltrona e,dopo aver allontanato il vestito con un piede,alzò tutt’e due le gambe divaricandole fino a formare una specie di forbici,attraverso le quali si poteva ammirare il suo sguardo malizioso ed intrigante.“Che te ne pare,piccolo?”-chiese delicatamente,quasi sussurrando-“Sei divina Sara,non ho mai visto niente di così perfetto in tutta la vita.Sei la più bella delle dee!!!”-dissi ciò che era realmente il mio pensiero-Chiaramente soddisfatta del mio commento,prese ad accarezzare ogni zona erogena del suo immenso e radioso corpo,facendolo in maniera tanto armoniosa e sensuale da farmi impazzire di desiderio.

Vestita unicamente dei suoi slip,si alzò senza fretta dalla poltrona e raggiunse,quasi danzante,l’armadio estraendone una specie di camicetta.Più che altro una serie di decorazioni,concepite per valorizzare la bellezza del suo corpo più che per coprirlo.Una serie di fili di nero tessuto che  si incrociavano,annodati tra loro da mille e più perline colorate.La indossò con tutta calma,lasciandomi estasiato di fronte a tanto splendore,poi si avvicinò al letto dove stavo seduto,totalmente rimbecillito dalla devastante potenza della bellezza della mia amata,e vi poggiò prima un ginocchio,poi l’altro,avvicinandosi a me sempre più.Poggiò anche le mani,restando così carponi e coprendomi interamente come sotto un ponte di forme fulgide ed inebrianti,quasi quanto l’incontenibile sensualità dei suoi sguardi.

Avevo sempre amato Sara,ma ora ero totalmente ubriaco d’ogni sua forma,pronto a morire per ogni suo desiderio.Non mi chiedevo più cosa stesse succedendo né quando sarebbe finito.Non soltanto non me lo chiedevo,ad onor del vero auspicavo che la cose restassero così per sempre.Capisco che ciò possa sembrare pazzesco ma,seppure quella splendida gigantessa mi avesse inflitto le più tremende torture,d’ora in poi sarei stato vittima felice d’ogni suo capriccio.Persino il fondoschiena aveva smesso di bruciarmi!

Ed infatti le repentine considerazioni che mi attraversavano la mente ebbero immediata conferma:”Ti andrebbe di sfilarmi gli slip,amore?Ho pensato che ti sarebbe piaciuto farlo.”-mi sussurrò delicatamente-Lo feci con gioia incommensurabile!Mi alzai e le toccai gli slip umidi di desiderio,aiutato dai suoi movimenti e dall’ausilio delle sue mani che mi resero più facile l’impresa.Lei si sdraiò,in maniera che potessi portare a termine la svestizione,e mi guardò arrivare fino ai suoi piedi,che teneva sollevati dal letto,da dove mi trovai davanti ell’ennesimo spettacolo da contemplare.Sdraiata su quel letto c’era il mio tesoro più grande,la donna che amavo da sempre,per di più tanto più grande di me e traboccante di una irrefrenabile passione,facilmente evincibile dai suoi gesti nonché dall’umido che era restato appiccicato alle mie braccine.

“Sei superba Sa…!”-affermai con tutto il cuore- “Grazie tesoro!”-ammicò lei con incantevole sensualità-Allungò la mano verso di me,che restavo impietrito ai suoi piedi,mirandole la pelosa intimità,mi sollevò e mi portò fino ai suoi seni,roteandomi nelle mani per meglio apprezzare il mio corpicino ed il mio palpitante e turgido membro,mi girò di spalle,perché potessi apprezzare nuovamente il suo basso-ventre,poi mi sentii bisbigliare parole da far accapponare la pelle:”Tesoruccio,adesso lo faresti un regalo alla tua bella?Ti va di farmi impazzire di desiderio,giocando con la mia farfallina?Dai,proprio come abbiamo visto in quel sito!”Chiusi gli occhi,il mio desiderio aveva raggiunto la vetta più alta mai pensata.Ma ora?Sarei stato veramente capace di soddisfare i suoi desideri come lei si aspettava,piccolo ed inerme quale ero?

Fine della II Parte



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