Prede umane.
Parte I inviata da ARGO e caricata in data 09/Maggio/2005 00:43:34
Di dormire non se ne parlava nemmeno.Il sudore inzuppava il letto e l’afa assieme all’alta umidita’ non permettevano un riposo tranquillo nemmeno dopo una stressante giornata di lavoro. Erano ormai le 23:00, ed anche se la stanchezza era molta, i quasi 30 gradi della temperatura esterna la vincevano di gran lunga, lanciandomi così verso una triste nottata in bianco. A peggiorare la situazione di questa notte di agosto ci si mise anche mia sorella, la quale divideva la camera con me.
Come suo solito, non è che gliene fregava molto se io dovessi riposare così accese il televisore ed iniziò a maneggiare il telecomando per cercare qualcosa di suo gradimento. Poiché non si accorse che io ero sveglio, tirò fuori dal comodino una scatola di dolci e lei lo fece con molta accortezza cercando perciò di non svegliarmi per non farsi notare. Fin qui niente di strano, dato che litigavamo spesso anche per le sciocchezze e lei forse temeva che io potessi raccontarlo ai nostri genitori. Infatti ero sicuro che questa scatola l’avesse presa in salotto a loro insaputa. Ma lei non sapeva che io ero sveglio e che, col favore dell’oscurità ( gli unici e molto fiochi bagliori di luce che giungevano verso il mio letto erano quelli interrotti della televisione ) , potevo osservarla silenziosamente tanto da non farmi notare.Ma ciò che era successo poco prima mi fece preoccupare. Vedevo mia sorella distesa sul suo letto a circa un metro e mezzo da me, anche lei apparentemente accaldata, che ogni tanto girava il suo indice della mano destra con movimenti molto lenti, in piena rilassatezza, tra i suoi lunghi capelli neri. Un vizio che aveva da bambina. Mi piaceva osservarla in quel gesto naturale perché devo ammettere che lei ha delle mani molto belle, lunghe dita affusolate con delle unghie abbastanza lunghe e molto curate. Non riesco a capire come poteva avere mani così belle dato che non l’ho mai vista usare creme e prodotti simili per le sue dolci estremità. Era distesa in posizione quasi seduta con le spalle appoggiate alla parete con il cuscino in mezzo per una maggiore comodità.Ad un certo punto la vidi però sollevare il ginocchio sinistro che prima era disteso strofinando sul lenzuolo bianco la pianta del piede nudo in modo da mettere la gamba ad angolo.
Ed è da qui che iniziarono le mie più grandi emozioni. Sempre con fare lento, forse per non svegliarmi, avvicinò l’altra mano agli sleep e divaricando leggermente le gambe iniziò a sfiorare delicatamente quel tessuto di cotone nero con l’indice ed il medio all’altezza della sua vagina.Non è possibile! Mia sorella è distesa come da anni vicino a me e lei che fa, sembra che voglia masturbarsi. E la cosa cresce. Allunga l’altra mano sul reggiseno nero palpando delicatamente i suoi seni, ma ben presto i movimenti con le mani si fecero più intensi. Di tanto in tanto arrivava sempre qualche furtiva occhiata nella mia direzione, ed io tempestivamente chiudevo gli occhi senza farmi notare. Dopo un paio di minuti sembrava non trovare pace, poiché era presa dal suo”lavoro” ma aveva paura di farsi vedere. Così, sempre con gesti furtivi, allungò una mano verso il comodino per tirare fuori i cioccolatini di cui vi parlavo. Così facendo si spostò su un lato mettendosi di spalle a me facendomi notare il suo fondoschiena, che devo dire è molto carino. Mia sorella non è di certo una miss, però non è nemmeno una sotto la media. Ha un bel fisichetto, alta all’incirca un metro e settanta con una taglia seconda di seni molto sodi ed un viso abbastanza carino, che colpisce per il suo sguardo beffardo e con il suo modo di fare che, se non fosse mia sorella , lo definirei “da porca”. Questo soprattutto per il suo carattere deciso e stravagante. A volte si diverte a prendermi in giro anche per sciocchezze e non perde occasione per umiliarmi, e per questo litighiamo spesso.
Così, mentre io guardavo il suo sedere ed ero distratto con i miei pensieri, sentivo il cassetto che si apriva e poi mia sorella che tornò seduta come prima con la scatola in mano. Così mi ridestai sentendo un leggerissimo gemito e la vidi che passava delicatamente la punta della lingua tra le labbra e facendo ciò sollevò lentamente il cartoncino che chiudeva lo scatolo, che nel frattempo era stato posizionato tra le sue gambe. Allungò un po’ la testa verso la confezione e, dopo aver visto il contenuto, fece un leggero sorriso di piacere. Io allibito non riuscivo a capire cosa ci fosse di tanto eccitante in un po’ di dolci. Così si girò verso di me un’ultima volta,questa molto più insistente e assicuratasi che io stessi dormendo infilò la mano nella scatola ed iniziò ad armeggiarci dentro. Così tirò fuori un biscotto che teneva tra il pollice ed il medio, lo sollevò lentamente e lei ebbe un forte gemito di goduria mentre iniziò a stringerlo nella mano.
Intanto portò l’altra mano verso l’inguine ed iniziò a strofinarsi lentamente fino ad arrivare alla figa, massaggiandosela. Lei oramai era fuori controllo per il piacere, ed io dovevo essermi addormentato perché ciò che mi sembrava di vedere non poteva essere reale. Con la pochissima luce presente e con l’alternarsi dei colori emanati dal televisore, notai che il biscotto , di una strana forma oblunga, sembrava muoversi. Dovevo avere delle allucinazioni, perché avevo udito anche un leggerissimo grido quando, dopo aver stretto leggermente il dolce, mia sorella ( Katia è il suo nome ) portò il dito medio dell’altra mano sul biscotto e iniziò a sfiorarlo dolcemente con delicati movimenti, quasi dovesse appurarne la consistenza. Forse io non mi ero addormentato e quello che Katia aveva per le mani non era un dolcetto ma qualche oggettino dedito al suo desiderio, qualcosa di simile ad un vibratore. Forse però stavo sognando davvero, perché l’oggetto continuava a muoversi e non ho mai sentito parlare di attrezzi simili. Sì, doveva essere per forza un sogno, perché le grida leggere avvertite prima si susseguirono dopo che mia sorella portò questo oggetto dall’altezza di 8-10 cm circa verso la sua bocca. Sì, non si spiegava diversamente. I suoni provenivano da quella roba che aveva tra le mani che, avvicinatosi alle sue labbra,sembrava proprio dimenarsi. Rimasi ancora più allibito vedendo Katia che andò ad incontrare quasi l’oggetto, sempre tastandolo col dito, gli poggiò leggermente le labbra nella parte alta dandogli un leggerissimo bacio e, discoste leggermente le labbra disse con una voce calda e flebile, quasi sussurrando: “Tu sai cosa devi fare….hmm…vero! Stasera non tocca a te….e smettila di….hmm!….smettila di dimenarti, mio fratello potrebbe….ahhh!….potrebbe sentirci!….non fartelo ripetere….sei fortunato oggi, perché c’è qualche…..mhh….bricconcello da….oooh!….sììì…da punire!…ahhh! “. E detto ciò portò l’oggetto verso la gamba reclinata e lo lasciò scivolare sulla caviglia facendolo appoggiare in parte sul suo piede, che lentamente si inarcò, alzando il tallone che girandolo leggermente, andò a sovrastare l’oggetto in questione, il quale tornò a muoversi di nuovo e qui credevo di essere uscito di senno. No, non è possibile, io non credo di sentirmi bene, forse è la stanchezza e questo maledetto caldo, ma ci deve essere una spiegazione. Una strana sensazione mi pervase tutto il corpo quando, osservando meglio l’oggetto che, non essendo più tra le sue mani, era visibile nella sua interezza, sembrava avere le fattezze di un uomo! Ma la cosa che mi sconvolse dopo aver anche udito quelle parole, era che l’oggetto non emetteva più suoni, e mi diede davvero la sensazione che quello fosse un uomo che,minacciato da quelle parole, si fosse calmato! Non può essere vero. Katia intanto aveva portato di nuovo la mano verso la bocca e diede una piccola leccatina sulle dita che tenevano “l’omino”. L’omino! Ma che sto dicendo, mi sono fatto prendere dalle forti novità di questa assurda nottata, mi devo calmare, quello forse è solo un sofisticato giocattolo adatto a soddisfare le fantasie di mia sorella!
Intanto lei abbassò pian piano il tallone su….su…sì, guarda come si muove, senti quei rumori, non è un giocattolo. Non può esistere un oggetto che sappia essere così reale,quello è un uomo. Forse è dovuto al terrore che sto provando adesso, ma la mia concentrazione è ora alle stelle per cercare di capire ed anche di accettare ciò che i miei occhi vedono e….e ciò che le mie orecchie sentono! Sì, perché quelli che apparivano all’inizio come grida, come rumori , sono gli attimi di disperazione di un uomo che sta supplicando mia sorella, che dice di lasciarli in pace. LasciarLI ! Allora ce ne sono altri ! No, io sono pazzo. Questa è un allucinazione. Forse è meglio cercare di dormire.
Chiudo gli occhi, ma sento ancora la voce di un uomo, sento i gemiti di Katia che gode a non finire, e poi c’è tutto quello che ho visto prima. Sarà durato tutto un paio di minuti, ma a me è sembrata un’eternità. Sento di nuovo aprirsi la scatola, così riapro gli occhi e vedo lei che inserisce di nuovo la mano destra nella confezione , muovendola in cerca di qualcosa che speravo non fosse ciò che stavo pensando. Intantovedevo il suo tallone che sfiorava quell’ ometto disteso perpendicolare al suo piede che ogni tanto si sollevava come per una pausa e poisi abbassava su quella piccola figura, ed ogni contatto del tallone con essa era un trionfo di goduria per mia sorella. Ma che cosa le è preso, Katia ma cosa stai facendo! Questi erano i pensieri che frullavano nella mia testa in cerca di una spiegazione logica, apparentemente impossibile. Ma doveva esserci perché mi resi pian piano conto che quella era la realtà ! Me ne accorsi quando sentii un altro grido di aiuto provenire dalla scatola e mia sorella sorrise mentre sospinse l’altro ometto con cui si massaggiava verso la sua vagina e lo fece con leggeri colpetti del suo piede sul povero tesserino. Così, mentre estrsse dalla scatola un altro ometto inerme, sussurrò: “ Guarda cosa succede….mhhh….a chi …a chi crede di prendermi in giro! “ Disse ciò all’ ometto che un minuto prima era stato avvisato e che aveva già sopportato forse delle ingiustizie, l’ultima era il piede di Katia che lo trattava come uno di quei pupazzi scaccia-pensieri. Intanto l’altro ometto, alto come il pugno di Katia , che lo serrava in quasi tutta l’interezza, gridava terrorizzato perché, forse già conoscendo mia sorella, non si aspettava niente di buono. E lei, sempre con quel tono sdolcinato dovuto al piacere intenso, gli disse: “ Stai facendo un po’ troppo baccano, vuoi…..mhh….vuoi farmi scoprire da mio fratello,eh?…ahhh!….credi di essere furbo….mi spiace mio caro, ma io…ahhh…siii!….-diceva ciò mentre aveva ripreso a maltrattare l’altro omino trattenendolo con indice e medio dell’altra mano vicino alla mutanda,leggero strato di tessuto che contrapponeva la sofferenza di quel povero uomo al piacere infinito di mia sorella, che lo strofinava lì, e non riusciva a parlare per la goduria con l’altro ometto nel momento in cui chiuse lentamente le gambe serrandolo in una morsa d’acciaio tra le coscie e la vagina-…mhhh!…ma io ora farò ciò che ….ahhh!….ciò che più desidero con te, essere insignificante!….ohhhh!…
Nell’udire quelle parole ebbi quasi un sussulto! Mia sorella è una indemoniata, non c’è altra spiegazione! E poco dopo lo shock!
Allargò il pugno che serrava l’ometto permettendogli di gridare con più forza, cosa che a Katia faceva a quanto pare molto piacere, e portò l’indice dell’altra mano sul volto dell’ uomo coprendolo nella sua interezza impedendogli così di gridare e gli disse: “Allora vuoi proprio che ti uccida….”
Dopodichè tolse il dito. Sentii l’ometto gridare: “Noo, ti prego! Cosa ti ho fatto di male, farò tutto ciò che vuoi, ma ti prego lasciami andare! “Questa situazione per me era talmente assurda che non sapevo cosa dovevo fare, non riuscivo ad avere una reazione , ero anch’io pietrificato!
Mia sorella intanto tornò di nuovo a stuzzicare l’altro ometto dicendogli: “Guarda!….-poi aprì leggermente la bocca e molto lentamente avvicinò l’ometto che aveva tra le mani alle sue labbra e non potei fare a meno di notare il suo sadico sorriso e la malignità dei suoi occhi che, quasi chiusi a sottolineare il suo intenso piacere, osservavano l’ometto con malignità, conferendo amia sorella una certa dose di sensualità ma soprattutto un terrore innaturale in quei due ometti, specialmente quello che oramai aveva la testa tra le sue labbra che lo sfioravano. L’ometto in preda oramai al delirio, sentiva il fiato caldo di lei che gemeva di piacere per quella situazione. Ma l’ometto, vedendo spalancarsi la bocca di lei, reagì urlando ancora più forte.Così Katia,che cingeva per il busto l’ometto in modo molto delicato tra il suo pollice ed indice, lo portò fuori ad una ventina di centimetri ( reali )dalla sua bocca. Lì Katia che ora lo teneva tra le due dita appeso dalle braccia, portò l’altra mano verso le labbra. L’ometto, ora appeso come un verme per la pesca e con le braccia bloccate dalla presa di Katia, restò ammutolito.Katia infatti fece il classico gesto col dito davanti alla bocca che si usa per dire di far silenzio e sussurrò: ”…..sssssht!….ti ho già ripetuto più volte di fare silenzio,…mmmh!…..ma non vuoi proprio ubbidire!….aaaah!….e poi….quando mangio non voglio sentire rumori!….aaahh!…..
A quelle parole mi sembrava di impazzire. Non è possibile! Cosa vuole fare mia sorella!
L’ometto non parlava più, mentre Katia lo riagganciò per il busto e loriavvicinò alla sua bocca,che ora era socchiusa leggermente. L’ometto entrò in contatto con le labbra, prima la testa,poi lentamente col petto, al che Katia aprì leggermente le labbra e andò a passargli la lingua dla petto verso la faccia per quattro o cinque volte. L‘omino così si ridestò e ancora non cosciente di ciò che avveniva gridava pietà. Ma lei tirando leggermente indietro la bocca, disse in modo molto debole all’ometto: “…ora ti ho degustato…mmmhhh!…..-passò poi un paio di volte la lingua sulle labbra come per certificare ciò che aveva appena detto-…..ahhh….devo dire che sei molto…gustoso….carne tenera…-dicendo così lo tastò energicamente, facendo contrarre l’ometto per il dolore-….forse un buon bicchiere di vino ….mmhhh!…per accompagnarti non era male…”
E così dicendo lo portò nuovamente con tutto il busto nella bocca e, mentre l’ometto che era già inzuppato di saliva fino ai glutei gridava aiuto a più non posso,andò a stringere di nuovo l’altro ometto vicino alla vagina, e notai che lei aveva avuto un orgasmo. Stavo impazzendo.Questa non può essere la realtà.
Mentre pensavo questo sentivo le grida dell’omino ora attenuate poiché chiuso in parte nella bocca di Katia, come quando sentiamo le voci provenire da una stanza vicina che è chiusa. Notai con terrore che lei gustava quell’ometto, sentendolo soffrire. E ciò lo faceva con tremenda lentezza per sottolineare l’enfasi del momento.
Vedevo legambe dell’ometto agitarsi fuori dalla bocca e mia sorella lo aveva lasciato un po’ così portando la mano che lo cingeva a palpare i seni. Dopodichè continuò a succhiare un po’ così l’ometto, reclinando leggermente la testa all’indietro per non permettergli di scivolare fuori, dato che si dibatteva tantissimo mentre veniva leccato e tastato dalle labbra che lo serravano, scivolando sul suo corpo. Le grida soffuse dell’uomo si confondevano al piacere di mia sorella, della quale si sentivano isottili versi di goduria misti al delicato schiocco della sua saliva che era agitata da lingua e labbra, nel classico suono di quando succhia o mangia qualcosa.
All’ improvviso Katia riportò la mano verso l’ometto che oramai gridava a stento, poiché era stremato e credo stesse soffocando, posò l’indice tra le sue gambe che si dibattevano sempre meno e, riportando la testa in posizione orizzontale, iniziò a spingerlo interamente all’interno. L’ometto tornò a gridare con forza nei suoi ultimi sforzi; Katia allora, una volta inseritolo tutto,sembrò portarlo leggermente su un lato della bocca con la sua lingua. Emise l’ultimo grido disperato quando vidi mia sorella chiudere gli occhi e serrare lentamente le mascelle! Un suono terrificante! Le ossa frantumate e la vita di quel povero uomo che se ne andava. E’ indescrivibile.
Katia allora mormorò con immenso piacere: “…mmmmhh!….ti ho distrutto le gambe….mmhh!…”
Era ancora vivo! P uno, due, tre lenti morsi fino quando dalla bocca non si sentiva rumore di ossa ma di poltiglia, poi deglutì. Il suo fu piacere allo stato puro, riaprì gli occhi e dopo qualche secondo di estasi totale, osservò soddisfatta l’ometto ora disteso delirante sul lenzuolo tra le gambe di lei, in un pianto dirotto ed in preda allo shock. Lo afferrò con una mano e, portandolo vicino al suo volto gli disse. “….che ti sia di lezione…..oooohh!…”
Poi lo ripose nello scatolo e, chiudendolo, si girò verso di me preoccupata che io avessi visto qualcosa, poiché lei con l’estremo piacere con cui si era fatta trasportare, si era completamente dimenticata di me, come se si trovasse da un’altra parte. Mi vide con gli occhi sbarrati e lei ebbe paura di essere stata scoperta, ma si accorse che non reagivo, in preda allo shock. Così, con un sorriso estremamente cattivo, ripose il contenitore nel cassetto, si alzò e si avvicinò a me.
Ad un certo punto mi tastò il pene con una mano e mi accennò: “Caro il mio fratellino , stai solo sognando, questo è un gioco e tu fra poco ne farai parte! “ Lo disse con una voce molto ammaliante, facendo reagire il mio membro anche grazie alle sue palpate e quella voce melodiosa mi fece perdere i sensi. All’improvviso fu il buio.
Continua...
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