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L'ambizione di un ladro

Parte II inviata da Jryan^ e caricata in data 15/Febbraio/2003 20:53:17


Daniela corse veloce verso il bungalowtenendo i sandali in mano; arrivata in cucina si sedette altavolo sul quale erano state preparate le piantine della villa,la radio ed un computer portatile collegato ai sistemi disicurezza locali: <<Marco. tutto ok? Sei arrivato sul tetto?>>chiese agitata la ragazza. << si, piego il paracadute esono pronto a muovermi!>> rispose Marco in piedi sulletegole del tetto della gigantesca villa. << Dunque, lafinestra sotto di te dovrebbe essere quella della stanza da lettodella contessa, ti do l'ok quando la vedo raggiungere la terrazzaper fare colazione!>> continuò Daniela controllando leimmagini registrate da una piccola telecamera a circuito chiusoall'interno della villa che lei controllava. Marco corse sullagrondaia e preso in mano il lancia arpioni si sporse per misurarela distanza tra lui e la finestra; valutata la situazione fissòl'arpione alla grondaia e iniziò a calarsi lentamente giùlasciando scorrere la corda. Si fermò poco sopra la finestra ,con i piedi poggiati sulla parete: << Dani. dove aspetto iltuo "ok"!>> sussurrò l'agile ladro. Danielaosservò la contessa raggiungere la terrazza e iniziare a farecolazione con indosso la sua vestaglia di seta pregiata e con icapelli leggermente in disordine, poi esclamò : <<vialibera! La contessa è in terrazza, hai pochi minuti perinfiltrarti nella camera e percorrere il corridoio del terzopiano.sbrigati , le cameriere staranno già per salire e rifarela stanza di Mc Heller!>> Marco scese fino a raggiungere ildavanzale della finestra; qui cercò di riavvolgere il cavo dellancia arpioni , ma l'arpione fissato troppo bene alla grondaianon permise al ragazzo di ultimare in breve l'operazione , cosìfu costretto a far sganciare l'arpione e riavvolgere solo il cavoper fissarvi un altro arpione. Intanto la porta della stanzadella contessa si aprì ed una cameriera di colore con indossouna elegante divisa entrò con in mano scopa e secchio. Marco sirese conto di essere troppo in vista, così saltò giù daldavanzale andando a cadere sul soffice cuscino di un poggia piedipoco lontano da una poltrona.

La cameriera passò davanti a luigigantesca e ignara della sua presenza mostrandogli lelunghissime gambe lisce ; Marco aspettò che la donna si fosseallontanata e poi si calò sul pavimento ricoperto di una sofficee profumata moquette rossa: << sono nella stanza dellacontessa!>> comunicò a Daniela mentre si dirigeva di corsaverso la porta che dava sul corridoio. << situazionetranquilla?>> chiese Daniela e Marco le rispose vedendoentrare un'altra cameriera e andandosi a nascondere vicino all'enormearmadio a parete: <<direi di no! Ci sono due cameriere chesono già al lavoro!>> Daniela sussultò e intimò alcollega di sbrigarsi a raggiungere il comodino vicino alle scale.Marco aspettò che anche l'altra cameriera fosse passata davantia lui ; osservò i suoi giganteschi piedi posarsi uno dopo l'altrovicinissimi a lui scatenando un tremendo terremoto e pervadendo l'ariadi un fortissimo odore e poi corse di nuovo verso la porta; sivoltò per controllare che le due fossero indaffarate a rifare illetto e andò a sbattere violentemente a qualcosa: cadde a terrarintontito e si vide davanti le immense e odorose dita dei piedismaltati di rosso di una terza cameriera che gli passò soprasfiorandolo con i tacchi dei suoi sabot neri in tinta con ladivisa. Marco fece un respiro di sollievo per il pericoloscampato e si rialzò con le ginocchia che ancora gli tremavano euscì dalla stanza dove si scantenò ,mentre le domesticheriordinavano un tremendo terremoto, il cui tuono sordo e continuoaccompagnò Marco per tutta la lunga corsa nel corridoio. Giuntosotto il comodino osservò le scale ricoperte da un lucidotappeto rosso e disse: << Daniela. sono sotto il comodinodavanti alle scale!>> Daniela rispose tenendosi una manosulla fronte e guardando le piantine :<< sei al terzo piano.appena scenderai le scale ti troverai in un grande salotto chepenso sia pieno di cameriere intente a riordinare dopo il partydato ieri sera dalla contessa; dovrai essere veloce e raggiungerele altre scale al lato opposto della stanza, quelle portano alloscantinato!>> Marco vide arrivare alcune cameriere i cuiboati provocati dai passi si facevano sempre più vicini mentresalivano le scale con coperte pulite e aspirapolvere: <<Daniela , sulle scale stanno passando un sacco di cameriere;indossano ai piedi dei sabot neri , aperti, con tacchi alti; sedovessi finire sotto i loro piedi di me non resterebbe che unamacchiolina rossa! La suola delle loro scarpe è piatta e inoltrescaricano tutto il peso sulle punte !>> constatòpreoccupato Marco osservando le gigantesche estremità delledomestiche; Daniela era perplessa e agitata, bevve un sorso dellabirra avanzata la sera prima e poi disse : <<non so chedirti. le scale sono l'unico accesso! Se ti rendi conto che è unimpresa impossibile rientra subito!>> Marco le risposedistrattamente : << .non proprio l'unico.>> <<Cosa ? che vuoi dire Marco?!>> esclamò Daniela ; ilragazzo non le rispose e fissò uno sportello di metallo vicinoal comodino dove una cameriera aveva gettato le lenzuola sporche.

Pensò che da li avrebbe sicuramenteraggiunto lo scantinato in un attimo, così uscì allo scoperto ;le cameriere erano quasi tutte entrate nelle stanze e nelcorridoio c'era solo una bella orientale intenta a spolverare imobili: Marco passò sotto l'arco tra la punta e il tacco delpiede della domestica e raggiunse lo sportello metallico; lanciòun arpione sulla sua sommità e si issò su. Lo sportello erachiuso e Marco non aveva idea di come fare ad aprirlo: <<Daniela. ho trovato un condotto per i panni sporchi che dovrebbeportare allo scantinato, forse riesco a evitare le scaletrafficate, ma non so come aprirlo!>> Daniela esitò nelrispondere al collega; intanto la graziosa cameriera orientalenotò quel piccolo animaletto nero sullo sportello dei pannisporchi e si avvicinò sfilandosi un sabot e prendendolominacciosamente in mano, pronta a spiaccicarci sotto il poveroMarco, che vedendola avvicinarsi sudò freddo e con il cuore ingola vide la scarpa della donna calare veloce su di lui; si spostòevitando la morte , e allo stesso tempo lo sportello si socchiusea causa dell'urto; Marco cadde nel condotto dei panni sporchisenza nemmeno accorgersene sentendo la domestica esclamare delusa: << No! L'ho mancato!>> Il coraggioso ladro si trovòa scivolare velocissimo per il condotto buio ; si sentivaviaggiare ad una incredibile velocità senza riuscirsi arallentare e senza vedere dove stesse andando, nel buio piùpesto. Urlò spaventato e Daniela in crisi chiese ripetutamente :<<Marco!! Dove sei ? che succede ?!!>> Di colpo una forteluce abbagliò il piccolo ladro di 4 cm e si ritrovò tra lamorbida seta delle lenzuola sul pavimento dello scantinato; feceun respiro si sollievo e comunicò all'amica :<< tutto ok.sono nello scantinato!>> Daniela rispose :<< Seinello sca.>> ma la comunicazione si interruppe: Marco eranel punto morto. Lo scantinato si presentavo spoglio , e certonon all'altezza di una contessa così benestante; sulla parete didestra erano allineate lavatrici e lavastoviglie , mentre nellapenombra , sulla sinistra , tra vari impicci , c'era una portadalla quale proveniva un fastidioso odore di benzina e che quindiportava al garage. Una vecchia e malmessa scrivania , in fondoalla stanza , vicino alle scale che davano al piano superiore ,erano raggruppate varie cartelle piene zeppe di documenti cheMarco pensò fossero quelli che lui cercava.

Il ladro fece per raggiungere lascrivania ma i passi sonori di una domestica lo arrestarono;indietreggiò pronto a nascondersi tra i panni ed ecco che unabellissima ragazza di colore , gigantesca apparve nelloscantinato con gli occhi fissi sul pavimento , come se cercassequalcosa. Marco era perplesso, e stava per nascondersi tra lelenzuola quando il gigantesco piede della domestica gli si posòdavanti ostacolandogli la fuga ; Marco andò a sbattere all'allucedella ragazza che disse deridendolo : <<Ciao stronzetto!Benvenuto.la contessa ti vuole vedere!>> il ladro con ilcuore in gola osservò la cameriera fissarlo con i suoi occhiverdi dalla sua incredibile altezza e le chiese :<< Ma .come fai a sapere.>> la cameriera si sfilò il sabot ecalpestò Marco sotto le morbide dita del suo piede destrodicendo : <<non parlare , tanto è inutile! Non ti capisco,squittisci come un topo bastardo di un ladro! Che volevi fare?Rubare dalla cassaforte della contessa per poi farci buttaretutte in mezzo alla strada ? beh a me non sta bene che il primostronzo decida di mandare fallita la mia datrice di lavoro.proprio adesso che sto per sposarmi!>> Marco era compressosotto i polpastrelli della domestica; respirava quell'odoretremendo e si sentiva impotente come un insulsa formichina mentrela ragazza lo calpestava; non aveva mai provato una simile paura,mai si era trovato, dacché lavorava con la tattica delrimpicciolimento , in una situazione del genere, e il non poterchiedere aiuto a Daniela lo fece sentire perduto.

Vedeva attraverso le dita della ragazzail suo viso infuriato che accennava ad un sorriso dato dallastupenda condizione di potere, e stava per restare senza un filodi aria nei polmoni quando la domestica sollevò il suo piede dalmalcapitato ladruncolo. << Vieni. la contessa ti vuoleparlare!>> la bella gigantessa di colore si chinò e preseMarco stretto nel pungo per poi salire le scale e raggiungere lacontessa, che da poco si era lavata e vestita dopo la colazione.Marco , stretto nella mano della domestica non si capacitava dicome avessero fatto a scovarlo: << .è come se miaspettassero!>>disse tra sé e sé, poi la mano si aprì esi trovò sui mattoni del pavimento della terrazza. Daniela avevaperso il contatto con Marco e fumava nervosamente una sigarettaosservando le immagini della telecamera; il microfono di marconon funzionava ancora e lei provava di continuo a farsi riceveresenza ricevere risposta dallo spaventato collega. Vide ladomestica lasciarlo sul pavimento della terrazza ai piedi dellacontessa Mc Heller che se ne stava seduta su una sedia bianca conle gambe accavallate e dei singolari occhiali da sole anni '50sulla testa: << ma che succede.>> sibilò tra i dentirestando a guardare ansiosa. Marco si strofinò il viso ,frastornato dal breve viaggio nel pugno della domestica che se n'eraandata dicendo alla contessa con tono ossequioso: <<Signora contessa, lo abbiamo trovato; adesso se permette vado asistemare il salotto.>> poi lo sfortunato ladro guardòdavanti a sè e vide il piede destro della contessa: le ditaerano lunghe e ben fatte, le unghie tagliate in maniera perfettae le cinghie di un elegante sandalo color sabbia lo avvolgevanocreando un piacevole contrasto con l'abbronzatura della donna;saranno stati un 41, e la bellezza è l'enormità di quell'estremitàprovocarono un brivido di paura in Marco che si sentìannichilito.

Sollevando lo sguardo vide sospeso sopradi lui il piede sinistro della contessa che roteava lentamentementre la donna, con le gambe accavallate succhiava un'aranciatada un bicchiere splendente: << Buon giorno.>> dissela contessa senza nemmeno guardare lo sgradito insetto ai suoipiedi, Marco si alzò in piedi guardandosi intorno cercando unavia di fuga , ma la sobria voce della donna lo intimò : <<.ticonsiglio di non provare a scappare, penso proprio che nonsopporterei la tua maleducazione e mi troverei molto propensa apestarti sotto i miei piedi.>> Marco indietreggiòspaventato dal tono freddo della contessa Mc Heller che poicontinuò : <<ti starai facendo molte domande, tipo :"come hanno fatto a scovarmi?" , "che cosa miaspetta?" .beh, avrai le risposte che desideri, ma primalevati il microfono dall'orecchio.>> Marco era allibito,non riusciva a capire come la contessa potesse conoscere quelparticolare , sembrava sapesse tutto di lui; esitò ma lacontessa replicò l'invito :<< ti prego. non farmi perderela pazienza!>> il ladro allora si sfilò il microfono.<< posalo vicino al mio piedino!>> disse ironica lacontessa; Marco obbedì e poi indietreggiò per non esserecostretto a respirare l'aroma forte dei piedi della donna, che sichinò leggermente raccogliendo il piccolo oggetto: <<questolo tengo io!>> disse stringendolo nella mano, poi guardòil piccolo omino sotto di lei e continuò: <<Non tipreoccupare, non ho intenzione di chiamare la polizia, né hointenzione di farti del male. Ti avviso che da questo momento tusei mio prigioniero, e se la tua collega .come si chiama?>>si interruppe pensierosa e poi riprese : <<Daniela! .dicevo,se la tua collega non farà quello che le dico , mi dispiace , masolo in quel caso tu faresti proprio una brutta fine.>>Marco aveva il cuore in gola , non pronunciava una parola e stavafermo, fisso con lo sguardo rivolto verso la bella e diabolicacontessa Mc Heller , che con il suo tayer chiaro , i sandali , icapelli biondi corti ben pettinati e gli occhi chiari valorizzaticome tutto il viso da un trucco impercettibile , insommaimpeccabile, si mostrava spietata e risoluta ; con un pianoperfetto già prefissato.

Daniela osservava la scena sul monitordel suo pc , e sentiva ciò che la contessa diceva grazie almicrofono di nuovo funzionante nelle mani della donna. Eraattonita , con gli occhi spalancati e immobile con la sigarettadel tutto consumata senza che lei facesse nemmeno un tiro.<< la vostra furbata di qualche notte fa, nello studio delmio commercialista si è rivelata fatale per voi. Poverini, nonvi siete accorti che una telecamera nascosta, isolata dalcircuito di sicurezza ha ripreso nitidamente . in digitale , ognivostra singola mossa.>> fece un sorso di aranciata e poicontinuò : <<devo ammettere che sono rimasta affascinatadal vostro ingegno, dal tuo coraggio e dalla vostraprofessionalità, e mi sembra inutile dire che sono rimastaincredula nel vedere un ladro piccolo come uno scarafaggioripreso mentre commetteva un reato. Per giorni ho fatto studiarele immagini registrate dalla villa alla polizia, e di voi sopraticamente tutto, chi siete, chi vi manda e qual è il vostroobbiettivo. Ma non preoccuparti , non ho voluto sporgere denunciané contro di voi né contro la cara De Lori; la polizia nonserve a niente, vorrei tenerla fuori.io faccio le regole delgioco.>> Marco restava in silenzio, con il cuore in gola ecome lui anche Daniela ascoltava senza nemmeno respirare leparole della contessa pensando solo una cosa : << chi hafregato in pieno!>> <<Quello che voglio da voi èmolto semplice.>> continuò la contessa avvicinando ilpiccolo microfono alla bocca per farsi sentire chiaramente daDaniela : <<mi senti bene anche tu dall'altra parte?>> scherzò la contessa per poi dire: <<tu, Daniela,dovrai riportarmi i documenti che mi avete rubato il 7 agosto; livoglio vedere sul tavolo del mio ufficio a Roma al più presto.Inoltre dovrai fare qualche lavoretto per me, naturalmente senzasperare di avere una minima ricompensa; l'unica che ti concedo edi riavere il tuo amichetto sano e salvo quando avrai svolto consuccesso tutto il lavoro che ho da commissionarti.>>Daniela scosse il capo disperata: <<.la mia cara amica ,nobile decaduta, De Lori dovrà pagare amaramente questo subdoloaffronto rivolto nei miei confronti, perciò voglio che tu tiimpossessi dei codici con i quali controlla le sue azioni inborsa , per venderle tutte: una dopo l'altra. Una volta sullastrico spero che la contessa possa smetterla di disturbare lamia attività. Non ti chiedo altro, voglio solo che tu faccia unlavoro pulito e perfetto, so che sei in grado di farlo anchesenza l'aiuto dell'insetto qui ai miei piedi.

Dovrai informarmi ogni giorno telefonandoal mio numero privato sullo svolgimento del lavoro, e quando l'avraiultimato, solo allora ti presenterai e verrai a riprenderti iltuo amico, al quale, se tu non ti comporterai avventatamente, nonsarà torto nemmeno un capello. Non ho più niente da dire, addio.>>concluse così il suo monologo , si alzò in piedi fermandosisopra Marco che la guardava annichilito innalzarsi sopra di lui elasciò cadere il microfono a terra; Marco indietreggiòspaventato e la contessa sollevò il suo enorme piede per poidire mentre lo posava decisa sul piccolissimo microfono: <<Daniela,spero che tu abbia capito perfettamente tutto quello che devifare , altrimenti la prossima cosa che schiaccerò sarà il tuoamico!>> Daniela chiuse gli occhi piena di rabbia e poisentì un assordante " CRUSH" e la comunicazionescomparve. La contessa calcò insistentemente il piede sopra ilmicrofono ridotto in mille pezzi con un sorriso superbo. Marcoosservava quello stupendo piede agitarsi davanti a lui e deglutìnervosamente osservando le dita divaricate a causa dellapressione esercitata al suolo e i muscoli del dorso del piedecontratti: <<non ti agitare insettino.>> disse McHeller : <<non ho intenzione di schiacciarti sotto le suoledei miei sandali.non mi va di sporcarli. Se mi troverò costrettaa pestarti mi piacerà molto di più farlo a piedi scalzi esentire il tuo corpicino cotto la pianta del mio piede!>>Marco indietreggiò dalle estremità della contessa che fece unpasso verso di lui posandogli il piede destro pericolosamentevicino:<< Cerca di abituarti a me, perché mi staraiattaccato come la mia ombra!>> così dicendo , la contessa,divaricò le dita del suo piede sprigionando un odore fortissimoche costrinse Marco a tapparsi il naso; la contessa mosse le ditadivertita dalla paura che provocava nel prima tanto coraggiosoladruncolo che ora era alla stregua di una formichina alla suamercé. <<ti avviso.>> disse chinandosi per prenderetra le dita della mano il piccolo ragazzo:<<.che d'ora inavanti vivrai in una piccola gabbia che ho sistemato vicino almio letto; cibo e acqua ti saranno portati due volte al giornodalle mie domestiche e non avrai di che lamentarti anche se sareitentata di punirti severamente per la tua stupida ambizione dirozzo provinciale.

Andiamo, ti mostro la tua nuova casa!>>Marco si sentì stretto dalle dita della donna che lo sollevòfino al viso per guardarlo da vicino ; il ladro si trovò davantigli immensi occhi azzurri della contessa che lo avvolgevano conil loro sguardo così annichilente, poi la donna , tenendolo peruna gamba si avviò verso la sua camera. Le cameriere che viderola contessa percorrere il corridoio con il piccolo ladro nellamano sorrisero e dissero al passaggio della donna: <<tuttorisolto allora signora Contessa !>> Mc Heller si limitavaad annuire soddisfatta. La contessa stava per entrare nella suastanza con il piccolo Marco penzolante a testa in giù tra ledita quando la graziosa cameriera orientale che prima avevacercato di schiacciare Marco sotto il suo sabot nero esclamòvedendolo nella mano della nobildonna : <<Oh santo cielo!Contessa! Ma era questo insettino il ladro che aspettavamo?!>>la contessa annuì e la domestica esclamò mettendosi una manosulla fronte: <<.e pensare che io lo avevo scambiato perchissà quale animalaccio e stavo per schiacciarlo! Grazie a Diol'ho mancato!>> la contessa sorrise alla spaventatadomestica e disse: <<non temere, se non ci sei riuscita tu,lo farò io al più presto!>> rise e poi entrò nella suastanza chiudendo la porta in faccia alla perplessa domestica.Marco fu chiuso nella piccola gabbia posata sul comodino vicinoal letto, e presto gli fu portata dell'acqua e dei pezzettini dipane e di prosciutto , in una tale abbondanza che lo avrebberosaziato per tutto il giorno. A portargli il cibo fu la camerieradi colore che lo aveva catturato nello scantinato e gli dissesorridente : <<visto piccoletto che fine fanno i ladruncolicome te? Credo proprio che presto finirai in una gabbia ben piùgrande.quella della prigione di stato!>> Marco non la guardònemmeno e bevve un goccio d'acqua per poi sedersi con la schienaappoggiata alle fredde sbarre di metallo della gabbia: lacontessa era andata a fare il suo solito giro in barca, e primadelle 4 non sarebbe rientrata. Per la casa si sentivano ledomestiche lavorare e parlare tra loro di vari argomenti, e molteparlavano del piccolo Marco , alcune contente per la fine cheaveva fatto, altre impietosite.

Nessuna sembrava però al corrente delpiano della contessa, tutte erano sicure che appena il ladroavesse confessato ciò che interessava alla contessa , lei loavrebbe consegnato alla polizia. Marco ascoltava i discorsimentre con gli occhi chiusi cercava di rimanere calmo e dispegnere l'incendio scatenato nel suo animo dalla forte delusionedella sconfitta. Dalla finestra poco lontana respirava l'aria dimare che entrava fresca nella stanza e i gabbiani della scoglierapoco lontana. Si sentiva in trappola e solo quei suoni e queiprofumi lo facevano sentire un po' più sollevato. Pensava dicontinuo a Daniela, a quanto potesse essere preoccupata eriponeva in lei la speranza della sua sopravvivenza , cosìminacciata dalla spietatezza della contessa. Daniela nelfrattempo aveva già fatto i bagagli e , restituita la chiave delsuo bungalow alla direzione del villaggio , si avviò verso ilporto poco lontano dal quale partivano gli aliscafi diretti aOstia. Prima di imbarcarsi guardò la villa della contessa e restòa fissarla alcuni istanti meditando vendetta. Poi l'aliscafo partìe Daniela osservò la costa scomparire all'orizzonte. Nella suamente tutto era già chiarissimo, ed un piano per le sue prossimemosse si delineava perfettamente: <<resisti Marco.prestosarò di nuovo io a stringerti nelle mie mani.>>

Continua...



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