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Il vino divino

Parte III inviata da Packy e caricata in data 15/Febbraio/2003 21:06:36


Non so per quanto tempo restammo addormentati, fu il campanello di casa a destarci. Daniela, ancora assonnata,s’alzò in piedi, ignara del fatto che io fossi ancora là sotto,nei suoi boxer.Fui spaventato dal suo scatto fulmineo e realizzai subito che restare lì poteva essere pericoloso.Troppo tardi!Lei si stava già recando alla porta d’entrata,mentre io,con tutte le mie forze,mi guardavo dal mollare la presa,ciò avrebbe significato una caduta di 20 metri circa e,con molta probabilità,sarei stato calpestato dalla titanica Daniela. Raggiunta l’entrata, la ragazza guardò nello spioncino ed esclamò: “Ciao!Che bella sorpresa!Aspetta un attimo che vado a mettermi qualche cosa addosso, sono in boxer…”, rapidamente Daniela si recò in camera sua ed indossò i pantaloni della tuta da ginnastica.Una volta sistemati, realizzò che io ero ancora là sotto.Evidentemente mi percepì nel tirarsi su gli aderenti calzoni, e mi disse: “Mhmm, ma sei ancora li? Eh eh eh, adesso ci resti ancora un attimino..”, e allargando l’elastico mi guardò: “…sai è arrivata una mia compagna di liceo, ti conviene restare in silenzio e non sgambettare tanto, hai capito porcellino?”, io prontamente, al fine di poter togliermi da quella imbarazzante posizione le chiesi: “Senti Daniela, toglimi da qua e mettimi in un cassetto, che ne dici?”, e lei contrariata: “No, sei tu che ti sei cacciato lì, e ora t’arrangi! Adesso non ho tempo per giocare con un moscerino, non rompere, ci vediamo dopo,… a proposito, mentre sei lì, se ti andasse di darmi qualche leccatina….beh… me la puoi dare eh eh eh.”

La ragazza sapeva, o meglio aveva capito che un qualsiasi tentativo di fuga era impossibile, specialmente ora che aveva indossato i calzoni.Dalla mia scomoda ma intrigante posizione fui costretto a sorbirmi l’intera ora in cui l’amica restò in casa.Le due ragazze discussero di scuola, di amici e dei loro ragazzi, insomma temi di varia natura. Finalmente l’amica se ne andò e quindi io venni tolto da lì. Daniela mi sollevò fino al naso, dicendo: “Mhmm, ma che buon odorino di zia, eh eh eh.Hai visto che figa !? !Mica male,eh?!?Scusami, ma la tentazione è stata più forte di me!Mi prometti di non dir niente alla mamma?Sai,lei con me è molto severa. Allora?”.Davanti ad un’ammissione così disarmante accettai, dopo tutto, ero stato io ad infilarmici nei boxer, anche se dopo era stata lei a tenermici bloccato e così dissi: “O.k, Daniela, adesso però sono tutto unto,non è che mi aiuteresti..?”.Lei,felice,mi avvicinò alla bocca e mi sbaciucchiò e,non paga, evidentemente la tentazione era molto forte,prese a leccarmi delicatamente ma,stando alle proporzioni, le sue leccate mi stavano letteralmente massacrando.Improvvisamente una voce tuonante echeggiò alle spalle di Daniela, era la mamma: “Daniela, ma cosa gli stai facendo, non hai vergogna, ad approfittare così di lui, piccino com’è…?!”, Daniela, spaventata,ribadì: “Ma.. mamma, posso spiegarti tutto, non ho abusato di lui, diglielo tu Fabio che sto dicendo la verità!”Una volta riposto sul tavolino del salotto,presi le difese di Daniela dicendo tutto,o quasi,quanto era successo.Chantal, ascoltò la mia versione, e poi rivolgendosi alla figlia disse: “Allora hai fatto la porcellina!Come al solito, non te ne fai scappare una!Anche se non è tutta tua la colpa, questo non mi esula dal darti un castigo.Fila in camera tua a studiare, e questa sera non esci, penso di essermi chiarita.”Daniela,ringraziandomi della mia sincerità,mi salutò piangendo e andò in camera. Chantal chinandosi verso di me allungò l’indice e,con lo stesso tono minaccioso,disse: “In quanto a te, non pensavo ad una cosa del genere,eh eh. Sai,credo che questa storiella non sia da raccontare a tua moglie,sei d’accordo immagino!?”.Io annuii e lei continuò con il suo monologo,dicendo: “Bene, però i favori devono in un modo o nell’ altro essere ricambiati!Mi ero ripromessa di non parlartene,ma vista la situazione,,,,,sai,oggi,girando per i negozi,mi è venuta un’idea stuzzicante.Mi sono chiesta quanto sarebbe bello farsi leccare i piedi da un piccolo omiciattolo come te.”.Dal suo tono e dal suo sguardo capii che quanto mi aveva fatto la figlia era niente a confronto di ciò che la mamma aveva in mente! Chantal disse: “…..eh eh, hai due possibilità, che tua moglie venga a sapere tutto, oppure non.Se io fossi in te,visto che tua moglie è molto gelosa,opterei per la prima variante, ma…”.Io,allibito,chiesi: “Va bene sia così. Ma a che condizione?”.Chantal,sorridendo subdolamente: “…ma, appunto mi dovrai leccare i piedi!E considerati fortunato, perché meriterestI ben altro!Allora,ti va il compromesso?”.Io,affranto, in quanto impotente a gestire la situazione,e dopo attenta valutazione,dato che erano quasi le cinque del pomeriggio e supponendo che Flavia non avrebbe tardato, accettai.

Chantal si accomodò in poltrona e appoggiò le gambe sul tavolino della sala,dopo aver sistemato un cuscino sul piano in cristallo per rilassare i suoi enormi piedi,dopo di che disse: “Bene, ora puoi iniziare, per ora preferisco tenere i collant, lecca stronzetto eh eh..!!!”.Avvicinandomi,percepii immediatamente il terribile tanfo, infatti la perfida doveva aver camminato  tutto il pomeriggio e certamente quel tanfo doveva essere tanto tremendo anche a causa degli stivaletti bassi che aveva appena tolto,che erano rivestiti all’interno con finta lana per aumentarne il tepore e il comfort. Le calze, nella zona della pianta dei piedi ed in particolare intorno ai calcagni e alle dita, erano rinforzate,e da ciò capii che lì dovesse annidarsi il puzzo peggiore.Evidentemente il tessuto,essendo rinforzato, faceva da spugna per il sudore,per tale motivo cominciai a leccare verso il centro,anche perché la cute era meno ruvida. L’illusione che lei non percepisse quando leccavo o facevo finta non durò a lungo,non appena la perfida capii il mio tentativo d’inganno,allargò le gambe, permettendomi così di sbirciare e ammirare le sue bellissime gambe,e,scostata la gonna, allungò la mano fin dentro gli slip dicendomi: “Senti carino, il nostro accordo si è limitato ai piedi, però,se non t’impegni,nulla m’impedisce di farti finire il lavoretto in ben altro ambiente,magari un pochino più peloso. E sappi che mia figlia si è accontentata di poco,ti garantisco che con me ti toccherebbe andare molto più a fondo, eh eh.”Dapprima restai impietrito per qualche secondo,poi scattai e presi a leccare tutto il piede,sperando in bene. Vedendomi leccare di buona lena,vistosamente divertita,aggiunse: “Adesso lecca bene le calze,poi le togliamo.Ho voglia di sentire il tuo esile corpicino a contatto dei miei piedini!”A pensarci bene era molto meglio con la figlia!Avevo sempre creduto che una donna sulla quarantina fosse più matura,ma evidentemente mi ero sempre sbagliato. Ed ora lo stavo constatando con una tremenda umiliazione.Mentre cercavo di assecondare i suoi capricci, pensai a svariate cose: a tutta la faccenda del vino, alla durata dell’effetto, alla padrona della cantina, amica di vecchia data di Flavia.Sicuramente Chantal doveva saperne di più dell’intera faccenda,ed intanto le sue sevizie continuavano. Infatti, tutto ricominciò daccapo  allorquando lei,con delicate e sinuose movenze,si tolse i collant, restando a piedi nudi. Notai,con rammarico,che erano tutti sudati e,come se fin ora non avessi fatto niente, mi ritrovai di fronte quelle enormi estremità da leccare e così ripresi  il mio penoso ed umiliante lavoro. Chantal si girò con  il corpo su un lato e,così facendo,dispose i piedi in modo che le dita si trovassero alla mia portata,poi  mi ordinò: “Ora mi fai le pulizie in mezzo alle dita, lì,sicuramente,con la tua minuscola lingua, sarai ancor più efficace!”Non realizzai subito, ma lei sapeva bene che in quelle zone lo sporco ed il sudore si annida più facilmente.Allungando le braccia per farmi strada tra un dito e l’altro,capii.Il puzzo era terribile e inoltre,ogni tanto,lei si divertiva a muovere cinicamente le sue enormi dita.Presi a grattare, sperando in tal modo di poter allontanare quanto più sporco possibile, poi dovetti lavorare di lingua.Il sapore era terribilmente acre, acidulo ed amaro,decisamente disgustoso.La mia smorfia non passò inosservata,Chantal,divertita,disse: “Ti piace il puzzo di piedi della signora? Continua senza fermarti,altrimenti sai dove ti metto…” e allargando l’elastico degli slip aggiunse: “….eh eh, c’è qua una bella vagina tutta calda, profumata e bagnaticcia, pronta ad accoglierti mhmm.”Allo stato delle cose non sapevo se fosse stato meglio l’una o l’altra cosa.Il fetore di piedi s’aggiungeva allo sporco ed inoltre poi si il puzzo dello smalto sulle unghie rendeva il tutto ancor più insopportabile. L’ambiente era decisamente mal sano, ma non potevo farci niente,almeno fin quando Flavia non fosse rientrata dall’ufficio.Grazie ad una sbirciata all’orologio attaccato al muro vidi che erano quasi le sei del pomeriggio e,impaziente e sfiduciato,pensai a dove cazzo potesse essere mia moglie. La mia domanda ebbe repentina risposta, il telefono squillò.

“Pronto!… Ciao Flavia, sei rientrata.. o.k, ti aspetto. ”Chantal,rivolgendosi a me, disse: “Peccato, mi stavo divertendo, eh eh, ma penso che avrai imparato la lezione.Non ti dimenticare il nostro accordo.Io non spiffero niente,certo questo non t’impedisce di far la spia ma, t’avverto, se tua moglie volesse delle spiegazioni a me basterebbe negare eh eh, quindi da buon intenditore poche parole!”In quell’istante suonò il campanello, era Flavia. Una volta entrata ringraziò Chantal per la sua disponibilità,mentre io ero lì sul tavolino e la potevo ammirare in tutta la sua imponenza.Era stupenda, collant, scarpe con il tacco e quel gonnellino intrigante.Lo spettacolo non finì lì. Infatti, s’abbassò verso di me allargando le ginocchia mettendo così in mostra il suo intimo.Malgrado quello che avevo passato la cosa mi stava eccitando e lei mi domandò: “Allora Fabio, ti sei annoiato? Scusa se ho fatto tardi, ma sai com’è, non ti preoccupare, questa sera recuperiamo eh eh.”, e con estrema facilità mi sollevò per poi depormi nel taschino della camicia,dove mi trovai a stretto contatto con un suo capezzolo. Stupendo!E poi il suo profumo….ben altra cosa rispetto al tanfo dei piedi di Chantal! In quella situazione non resistetti e iniziai a tastare la sinuosa forma stampata nel tessuto della camicia dal suo enorme capezzolo. Flavia era si enorme, ma comunque molto sensibile e,una volta accomiatatasi da Chantal,mentre ancora nelle scale,prima di aver raggiunto il nostro appartamento,esclamò: “Ehi carino, stai tranquillo, guarda che sento cosa stai facendo al mio capezzolo. A proposito, comportati bene perché abbiamo una visita.”Alzando la testa, perplesso,le chiesi: “Ma chi è?”, e lei: “Tranquillo la conosci. ”, io rassegnato, in quanto avevo capito che si trattava ancora di una donna, aspettai,poi la mia curiosità venne soddisfatta una volta in casa.Fui tolto dal taschino e deposto sul piano in marmo della cucina, alzai lo sguardo e sulle prime non capii chi fosse,trovandomi contro luce rispetto agli spot alogeni della cucina.Restai per un attimo ancora leggermente abbagliato,poi capii chi fosse, non appena la misteriosa presenza disse: “Ciao Fabio, l’ultima volta che ci siamo visti eri di ben altra taglia, te lo avevo detto di non bere più,in particolare il vino della dea, ma tu no, hai insistito, eh eh.” Era la padrona della cantina, Sandra, ed io subito le chiesi: “Ma tu sei quella della cantina?! Ma cosa mi hai fatto?”.E lei,divertita: “Chi?Io?Guarda che hai fatto tutto da solo, ti avevo avvertito,soltanto sei più piccolo di quanto avessi calcolato, piccino come sei ti si può mettere in ogni buco.” Mentre parlava aveva allungato un dito nella mia direzione, e spingendomi in qua e in là continuò: “Dimmi, quali giochini ti ha fatto fare Flavia fino ad ora?” Intanto la femmina continuava a giocherellare sbattendomi a destra e a manca.Notai ugualmente com’era vestita: un completo in pelle rossa lucente, vistosamente scollato, con maniche lunghe e gonna corta e con un provocante spacco da una parte. Riuscii pure a sbirciare verso il basso, il tutto era meravigliosamente completato da calze a rete nere e stivali in pelle alti dello stesso colore del vestito.Unghie lunghissime, evidentemente finte, tinteggiate di rosso, e trucco molto calcato, in particolare sugli occhi, e un rossetto di un rosso vivo. Dall’abbigliamento e dal suo comportamento, capii che la donna stava giocando con me come  il gatto fa con il topo e, rivolgendomi a mia moglie, dissi: “Flavia, ti prego falla smettere!” Flavia, rivolgendosi a Sandra, disse: “Ora basta, se sapevo che eri così cinica non t’avrei mai permesso di fargli bere quel vino, adesso mi dici per quanto tempo resterà così?”E Sandra ridendo: “Eh eh, per tutto il tempo che vorrai, o meglio, fino a quando non gli daremo l’antidoto.” La faccenda era confusa, ma lentamente la matassa si stava districando. I miei pensieri vennero interrotti da Flavia, la quale ribadì: “No! Gli accordi non erano questi, tu mi hai detto che l’effetto si sarebbe attenuato fino a sparire dopo alcuni giorni, ma….”Sandra,sicura di sé, aggiunse: “Si lo so, se il vino fosse vinificato secondo la tradizione avrebbe questo effetto, ma io ne ho alterato le caratteristiche. E sai perché?.. Immagino di no! Così le mie vittime,se vogliono ritornare alla normalità, devono ubbidire ai miei ordini e soddisfare ogni mio capriccio. Anche tu, mia cara, sei una mia vittima, perché, se ben ricordi, parlando delle tue manie sessuali, hai fantasticato sul fatto che ti sarebbe piaciuto avere tuo marito piccolino, come pure mi hai detto  quali porcate gli avresti fatto fare eh eh. Sei tu che hai iniziato tutto! Io, come compenso, ti ho chiesto una cosa soltanto! Ti ricordi?” Incazzato come una bestia, rivolgendomi a Flavia, dissi: “Ma cosa cazzo sta dicendo questa puttana?”.

L’imbarazzo di Flavia era vistoso, nel rispondermi, la notai impacciata, come se ,vistasi scoperta, cercasse ad oltranza di nascondere qualche cosa. “Senti caro non è così facile da spiegare.” Non pago della sua risposta dissi: “Senti io esigo una spiegazione, cosa state macchinando voi due alle mie spalle? Di quale accordo sta parlando questa stron….?” Non riuscii a finire la frase,un movimento rapido del braccio di Sandra, colpendomi,mi fece letteralmente ruzzolare per tutta la lunghezza del piano della cucina.La mia corsa venne fortuitamente arrestata da un bicchiere vuoto, lasciato lì in precedenza.Se non ci fosse stato, sarei volato dentro il lavello in acciaio inox della cucina. Il colpo fu comunque tremendo.Nell’ intento di rialzarmi, vidi soltanto un’ ombra fulminea e mi sentii mancare la terra sotto i piedi. Mi ritrovai a svariati metri da terra, a testa in giù. Tenendomi con due dita ad una gamba, con una possente risata ,Sandra disse: “Attento a te, non accetto di essere insultata da un moscerino e ,t’avverto, al prossimo sgarro ti faccio blu, capito vermiciattolo?…Non ho sentito, coglione! Allora?”Ero ancora frastornato, guardai Flavia,attonita di fronte a tali eventi. Sandra, rivolgendosi a Flavia ,disse: “Ecco, ora il nostro microbo lo mettiamo in questo barattolo, mentre io e te andiamo a divertirci in camera da letto.Sono ansiosa, è tanto che aspetto questo momento, vedrai sarà stupendo giocare con i nostri corpi!”Poi mi disse, una volta depostomi nel barattolo: “Tu carino aspetta qua, che poi viene anche il tuo turno eh eh eh.” Non so cosa accadde poi, perché,nonostante fossi stravolto e quanto mai sconcertato, mi addormentai. Ero sfinito! Un piccolo terremoto mi svegliò, sicuramente dopo diverse ore. Non ci misi molto a capire chi fosse, l’odiabile voce di Sandra era inconfondibile. Guardai verso l’alto, in un attimo mi ritrovai a ruzzolare fuori dal contenitore, mi alzai ancora intontito e notai che aveva indossato l’accappatoio di Flavia e in testa ,a mo’ di turbante, si era messa un’ asciugamano. Evidentemente si era fatta il bagno.Notai la bellezza delle linee del suo corpo, ciò mi fu possibile perché non aveva allacciato l’accappatoio. Devo dire che ero ancora indolenzito dai colpi che alcune ore prima avevo subito, mi feci coraggio e le chiesi: “Flavia dov’è?” E lei,sorridendo: “Sta dormendo,le ho dato qualche cosa per dormire, e dormirà fino a domani mattina, così non mi potrà disturbare mentre giocherò con te alle torture eh eh eh!”D’impeto ribadii: “Cosa hai fatto a mia moglie? Sgualdrina che non sei altro!”Non realizzai nemmeno,una tremenda sberla mi fece volare per alcune decine di metri e Sandra con una voce intrisa di odio e arroganza disse: “Adesso mettiamo apposto la faccenda degli insulti, vedo che non hai capito che ci sono momenti nei quali si deve rispettare la legge del più forte.Te lo avevo detto che se m’avessi ancora insultata t’avrei fatto blu,beh… ogni promessa è un debito!!!” Avevo picchiato il torace contro la zuccheriera, mi mancava il respiro,quando venni sollevato per una gamba e mi trovai al suo cospetto, davanti la sua enorme bocca. Il suo sorriso era diabolico. Divertita, disse: “Mhmm…prima delle torture meriti pure tu un momento ludico eh eh. Cosa preferisci, sbatterti i piedi oppure…” Io, dai ricordi pomeridiani con Chantal, esclamai: “Nooo, i piedi nooo!” Lei divertita: “Ah ah ah, … non c’è problema, allora una bella leccatina di figa, fuori e mhmm dentro ah ah ah, visto tutto quello che ti ho fatto e ti farò?! Se mi dovrai odiare, sia almeno per ragionevoli motivi eh eh eh ,insetto che non sei altro!”Capii che  era meglio tacere, non dire più niente, patteggiare con una femmina così era impossibile, il suo comportamento aveva un no so che di demoniaco.Prese il barattolo e mi ci depositò di nuovo, poi mi disse: “Ora vado ad abbigliarmi in modo consono, non andartene, ti piacerà leccare, non ti preoccupare ce l’ho già bagnata mhmm…. E ,dimenticavo, non ti aspettare l’aiuto della tua amata mogliettina, eh eh, ricorda,le ho dato un sonnifero e dormirà fino a domani mattina .”. Ero impotente, l’unica possibilità di salvezza poteva essere un provvidenziale aiuto da parte di Flavia, ma vista la circostanza, era chiaro che l’unica possibilità di salvezza consisteva nell’assecondare questa gigantesca puttana di quaranta e passa metri di statura. Per il momento non mi era ancora chiaro se avesse veramente l’antidoto oppure fosse un bluff. Dopo alcuni minuti in solitudine, il barattolo fu sollevato e  capovolto e io mi ritrovai letteralmente catapultato sul pavimento in piastrelle della cucina.Era freddo, e la superficie ruvida. Mi girai e vidi due enormi piedi, alzai lo sguardo, era paurosa, abbigliata in quel modo, era scalza ,senza collant, e ,tenendo lei  le gambe leggermente divaricate, vidi pure, nella penombra sotto la gonna in pelle, che non portava le mutande. Brandiva  un frustino rigido e lungo a tal punto  che, senza chinarsi, con leggeri movimenti di polso, riusciva a sbattermi in qua e in là con estrema facilità. Ridendo, iniziò il suo sarcastico monologo: “Eh eh, come avrai già notato…-e in quel mentre si sollevò un lato della gonna-…non ho indossato gli slippini, ma te la dovrai guadagnare, eh eh. Intendo dire che inizierai con i piedi, e sai cosa adoro fare con i piedi? Penso di no!Beh… mi eccita sentire i vostri inutili corpicini dimenarsi sotto la mia pianta leggermente sudata,e non provare nemmeno ad opporti, saresti patetico!”

Non mi erano ancora chiari i piani che lei avesse in serbo per me, ma sotto a quella gigantesca massa carnosa, puzzolente e minacciosa allo stesso tempo, la mia preoccupazione era quella di non farla arrabbiare. Qualsiasi contraddizione avrebbe potuto scatenare terribili ritorsioni. Tenendo leggermente sollevata la pianta, la puttana aveva scoperto un nuovo tipo di gioco, infatti, con  leggeri movimenti da destra a sinistra e poi all’incontrario, mi stava rotolando sul pavimento.Inutile dire che la cosa era divertente per lei ma dolorosa per me.Oramai i lividi non li contavo più.Ero esausto, ad un tratto urlai: “Bastaaaaaaa, ti prego!”Lei, ridendo, scostò il piede e disse: “Bene, allora leccami la pianta, se no quello che resterà di te lo pulirà tua moglie domani mattina con uno straccio eh eh eh! Hai capito la sfumatura, inutile omiciattolo, e ora lecca!!!”

Ogni tanto si cimentava pure con il frustino da cavallerizza. Ad un tratto, evidentemente paga del servizio reso ai piedi, s’accomodò in poltrona e m’intimò: “Vieni qua sotto, e aggrappati al mio frustino, ecco bravo e ora … solleviamo il nostro stronzetto, ohhh, ma sei pieno di lividi! Bello prenderle da una donna eh?! Io trovo la cosa sublime, spero tanto d’averti fatto male e, t’avverto, quando la tua mogliettina ti avrà fatto bere l’antidoto e tu sarai tornato normale, non pensare di venire alla mia tenuta per farmela pagare, sarebbe il tuo ultimo sbaglio, hai capito o cosa?”Terrorizzato,annuii, sperando fosse sufficiente.

Non certo delicatamente prese a succhiare il frustino, la saliva mi aveva ormai avvolto completamente, ero completamente appiccicoso. Lei, ridendo e a volte mugolando di piacere, imperterrita, continuava il suo gioco di lingua e labbra. L’unica cosa importante per me era non mollare la presa. Si divertiva pure a toccarmi i coglioni , era chiaro che lei odiasse il sesso maschile,lo capii da come mi stava trattando. Inutile dire che i suoi giochini sessuali purtroppo non si fermarono alle leccate. Bloccato,senza via di fuga,assistevo impotente a quanto mi stava facendo. La gigantesca lesbica ora si stava passando il frustino in mezzo alle gambe, io ero sbigottito da quanto mi stava succedendo, il suo profumo vaginale si era sostituito allo sgradevole puzzo della sua saliva, e lei, godendo del tutto, alternava gli strusci con le leccate. Malgrado il disagio, era inevitabile apprezzare le virtù e le forme femminili. Sebbene fossero sproporzionatamente enormi, non riuscii a trattenere la mia eccitazione,che disgraziatamente non fu ignorata. Infatti, vedendomi con il mio affare in evidenza esclamò: “Brutto porco, voi maschi mi fate schifo, per come vivete la vostra sessualità!” Alla faccia, io pensai,dice queste cose proprio lei che usa gli uomini come strumenti sessuali.Continuando il suo monologo: “…..nemmeno nelle vostre condizioni riuscite a tenere a bada i vostri istinti. E sia!!! Adesso io avrei finito, ma ho in serbo ancora una bella sorpresina, visto che sei così virile, eh eh. Ti piace la prugna, o.k., allora ti metto ancora nel tuo vasetto, e lasciamo che sia tua moglie a decidere se darti l’antidoto subito oppure tra qualche giorno, nel caso così fosse vorrei vedere la tua faccia, ah ah ah. Ora le lasciamo un biglietto vicino alla fialetta dell’antidoto, così siamo sicuri,…”Un brivido mi corse la schiena, Sandra,che stava scrivendo il promemoria,conosceva le debolezze di Flavia, e sapeva pure che fuggire dal barattolo non mi era possibile senza l’aiuto di mia moglie e che quindi avrei dovuto attendere inerme l’evolvere degli eventi.Sapendo che Flavia ,davanti ad una possibilità del genere, non m’avrebbe dato subito la pozione  per giocherellare ancora qualche giorno con me piccino. Sandra si congedò salutandomi in modo beffardo: “Bye, stronzetto, sai sei fortunato ad avere una moglie che dopo tutto ti vuole un sacco di bene, fossi capitato nelle mie mani su alla tenuta, allora si, eh eh…. che avresti subito cosine che nemmeno t’immagini, altro che sventolare il tuo pisello non appena c’è un po’ di figa in giro, ciao eh eh eh. “ Se ne andò, guardai l’orologio a muro, era quasi mezzanotte, ed ero bloccato all’interno del barattolo di vetro dal coperchio. La puttana aveva lasciato il biglietto da lei scritto in modo che io avessi la possibilità di leggerlo.

CARA FLAVIA, SEI STATA STUPENDA!COME VEDI,TI HO LASCIATO IL TUO AMORE SOTTO VASO. SAI, HA SUBITO BENE, PERÒ È BENE CHE TU SAPPIA CHE IL MAIALE CI HA PROVATO PURE CON ME, MALGRADO FOSSE PICCINO.QUA, IN QUESTA FIALA, HAI L’ANTIDOTO. FANNE BUON USO! IO PENSO CHE TI POTRESTI DIVERTIRE ANCORA UN POCHINO CON LUI, PRIMA DI RIPORTARLO ALLA NORMALITÀ…. CONOSCENDOTI EH EH.CIAO TUA SANDRA!P.S: QUALORA IL TUO OMETTO DOPO QUESTA STORIA, TI CREASSE QUALCHE DISPIACERE FAMMI UN FISCHIO, CHE TE LO SISTEMO IO, HO DELLE POZIONI MOLTO INTRIGANTI, CHE GLI POTREMMO FARE BERE SENZA CHE LUI SE NE ACCORGA.

Mi rassegnai ed essendo stanco morto, m’addormentai, l’indomani venni svegliato dal frastuono causato dai titanici movimenti di Flavia che stava armeggiando in cucina, era ancora assonnata, mi vide e sorridendo aprì il vaso dicendomi: “Eccoti qua, come stai amore mio….. ma cosa è questo biglietto, mhmm fammi leggere..”, io gridai: “Sono tutte balle, bella amica la tua, mi ha quasi ammazzato ieri sera, mentre tu dormivi..” I miei tentativi risultarono vani, lo capii dal suo mutamento d’umore che, a seguito dei consigli di Sandra, subito ridivenne cordiale. Infatti, Flavia continuò: “Ecco, manco alcune ore, e subito a fare il libidinoso con le prime che ti capitano, ti farò ritornare normale, ma prima ti faro ancora alcuni giochini, veramente niente male l’idea eh eh eh, sai, in ufficio ho detto che siamo in vacanza per tutta la settimana, e oggi è solo martedì!

Le mie suppliche caddero in vano, e così passai tutta la settimana a servire e soddisfare mia moglie in ogni suo sfizio, finalmente arrivò domenica e cosi riuscii a bere l’antidoto, ritornato normale, la prima tentazione fu quella di schiaffeggiare Flavia, ma per due motivi non lo feci, il primo è che, malgrado quello che avevo subito, le volevo bene e l’adoravo,  il secondo è che il solo  pensiero di ritrovarmi minuscolo nelle mani della facoltosa fattucchiera della tenuta vinicola mi terrorizzava. Devo dire che i rapporti di vicinato con la signora del piano di sotto, Chantal, e sua figlia Daniela, divennero più cordiali.Tutto è bene ciò che finisce bene! In ogni caso anche questa mia avventura mi ha insegnato che il mondo femminile è un universo che sta a noi scoprire e che ogni donna nasconde proprie fantasie e che in fondo le loro fantasie, erotiche e non, non sono poi così celate, basta farsi piccolini per scatenarle!

Fine.



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