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[ replica ] duca ha inviato un messaggio dal titolo: Storia: "Un cocktail mooooolto energetico!!" ed ha ricevuto 1 repliche.
messaggio inviato in data: 04/Marzo/2006 16:06:21

Era una bellissima e calda domenica di maggio quando con la mia nuova ragazza MariaElena decidemmo di andare in un bel locale in un parco della città per un aperitivo.
MariaElena era arrivata in Italia dalla Russia qualche anno prima e ci eravamo conosciuti all'inizio dell' università; ai tempi stavo con Valentina di cui ero innamorato perso dai tempi delle medie ma che in realtà non faceva altro che sfruttarmi per ogni suo capriccio 24 ore al giorno, 7 giorni su 7!! Ci misi molto tempo per capire che Valentina non mi voleva bene, ma che mi sfruttava e basta e di questa illuminazione devo ringraziare MariaElena, che con la sua semplicità di ragazzina non abituata a vizi vari mi ha aperto gli occhi.
Lei mi diceva sempre che si era trovata subito bene in Italia in particolare grazie a me che le ero sempre stato vicino come amico e col tempo abbiamo finito per innamorarci l’un l’altra.
MariaElena era una bellissima ragazza: lunghi capelli biondi e lisci, occhi azzurri, alta 1.85m e con un seno decisamente abbondante.
Quel giorno indossava una magliettina nera molto aderente e una cortissima mini-gonna di jeans, e ai piedi dei sandali che si chiudevano con dei lacci attorno alle caviglie: in una parola era notevolmente sexy.
Arrivati al locale il butta-fuori, che evidentemente era incazzato col mondo, osservò a voce un po’ troppo alta: “Ma tu guarda che razza di sgualdrine che entrano…” MariaElena fece finta di non sentire ma subito dopo mi confidò che se mai ne avesse avuto l’occasione avrebbe fatto pagare l’offesa con gli interessi a quel tipo….
Il pomeriggio stava trascorrendo bene e in maniera tranquilla tra musica, chiacchierate e cibo; ad un certo punto a MariaElena venne sete e decise di andare al bancone per ordinare un cocktail, e io la seguii. Chiese al barista un long island e questo lo preparò in pochi attimi; lei iniziò a sorseggiarlo dalla cannuccia ma prima di arrivare a metà si fermò lamentando un improvviso forte mal di testa. Decise di far due passi sul prato per riprendersi e all’improvviso successe qualcosa di incredibile: i piedi iniziarono a ingrandirsi seguiti dalle gambe che si allungarono e da tutto il resto del corpo in proporzione. I sandali si sfasciarono in pochi secondi sotto un peso non più sostenibile, invece la gonna e la maglietta si estendevano proporzionatamente. Era già alta una decina di metri e tra la gente si diffusero grida di terrore; io ero rimasto assolutamente immobile pochi passi dietro di lei estasiato da una visione che realizzava alcuni dei miei sogni erotici più eccitanti: una donna gigante, una vera gigantessa col potere e la forza di dominare tutto e tutti.
La sua crescita stava continuando a perdita d’occhio: si fermò quando doveva aver raggiunto almeno i 90 metri d’altezza e superava nettamente gli alberi intorno!!!!
A quel punto si girò, mi vide piccolo piccolo per terra, unico rimasto nelle immediate vicinanze senza fuggire di corsa, si chinò e mi raccolse nella sua manona dicendomi “sarà meglio che ti tenga al sicuro ora, sei l’unico che mi voglia veramente bene e non voglio che ti succeda niente di male adesso che sto per avere la mia vendetta sul butta-fuori e su chiunque meriti un bel castigo, ah ah ah!!! Qui starai benissimo e potrai vivere davvero le tue fantasie sulle gigantesse!”. Così dicendo mi infilò nel suo reggiseno, a contatto col suo enorme e durissimo capezzolo. Da lì mi sembrava di vivere un sogno,attraverso le trasparenze del reggiseno e un minuscolo (in scala normale) buchetto che c’era nella maglietta riuscivo a vedere tutta la situazione. Il parco sembrava già un campo di guerra: sedie e tavoli rovesciati, gente in fuga in modo disordinato. Con un solo passò MariaElena abbatté cinque alberi che si schiantarono al suono con un tonfo sordo e schiacciò sotto il suo piedone di 12 metri una decina di persone; il suo unico scopo ora era individuare il famoso butta fuori per consumare la sua vendetta che certo non immaginava potesse compiersi così presto. Dalla sua altezza non ci mise molto ad individuarlo anche perché era vestito completamente di bianco in mezzo al verde e ad un sacco di gente vestita con i più vari colori. Calò fulminea la mano per afferrarlo e nel far questo demolì ancora qualche albero, divelse come fuscelli le sbarre che circondavano il parco e finalmente chiuse il pugno: guardando nella mano si accorse di aver raccolto anche tre automobili parcheggiate lì fuori e cinque altre persone terrorizzate. Tutto quello che non le interessava fu scagliato con una violenza inaudita lontanissimo e terminò il volo contro un palazzo distante, il che significò certamente la morte per i cinque. Ora MariaElena poteva dedicare tutte le sue attenzioni alla sua vittima: “Chi sarebbe la sgualdrina adesso? Non credo proprio che avresti dovuto insultarmi così sai, piccolo e insignificante stronzetto!!! Io sono la ragazza più buona del mondo ma quando mi si tratta male divento una bestia….Ora sono una bestia incazzata con te, e anche piuttosto grande direi, ho idea che avrò io la meglio nel nostro litigio, eh eh!!!” Quello cercò di difendersi “no scusa, non volevo insultarti, era solo una forma un po’ rude di ammirazione per il tuo fisico così notevole.” “Neanche sento la tua vocina da topolino, comunque immagino che stia cercando di accampare delle scuse assurde…beh, troppo tardi, e a dirla tutta non mi dispiace fartela pagare e far emergere il mio lato più sadico!” tuonò l’immensa e sempre più splendida MariaElena. Detto questo iniziò a stringere il pollice e l’indice intorno al corpo dell’omino che iniziò a sentirsi soffocato e urlare e contorcersi dal dolore. Prima che questo esplodesse decise però che era meglio far fare un’altra fine a quell’essere ignobile, senza sporcarsi le mani col suo sangue. “Bene, adesso è veramente giunta la tua ora, verme! Addio!” e afferratolo per i piedi lo portò in alto, sopra la sua testa per poi calarlo lentamente ma inesorabilmente di testa verso la sua enorme bocca spalancata in modo che egli potesse vedere e rendersi conto dell’orrendo destino che lo attendeva molto presto. Questa discesa verso l’inferno durò un’infinità per lo sventurato, e questo senso di assoluto potere e dominio provocava un indescrivibile piacere a MariaElena, lo si vedeva chiaramente dal suo sorriso beffardo e dai suoi occhi. Appena la testa dell’uomo fu completamente infilata nelle sue fauci MariaElena serrò di scatto i denti decapitando il butta fuori come una ghigliottina poi continuò a masticare la sua testa tenendo in mano il resto del corpo sanguinante e penzolante. La scena fu decisamente agghiacciante per tutti quelli che erano in fuga e, capito che alla gigantessa per il momento interessava una sola persona, si erano girati a guardare il trattamento riservato a colui che aveva osato insultare MariaElena. Deglutito il primo pezzo la mia bellissima e superba ragazza ingoiò in due bocconi tutto il resto del corpo del suo antagonista, poi osservò “Però, originale l’ happy hour di questo posto: cocktail decisamente energetici e carne di maledettissimi e schifosissimi vermiciattoli!!!” poi scoppiò in una sonora quanto sadica risata. Questa esperienza fu quasi liberatoria per la giovane che per la prima volta si era ribellata ad un’ingiustizia subita, e la sensazione di benessere che provava aumentò notevolmente quando un altro fremito la scosse tutta nella sua maestosità e ricominciò a crescere ulteriormente a una velocità eccezionale: nell'arco di pochi secondi era più che raddoppiata: adesso era veramente ciò che di più alto e grosso ci fosse in città, toccando e forse superando i 200 metri di altezza, con due piedoni di circa 30 metri e un peso di svariate centinaia o migliaia di tonnellate. Per me quello spettacolo, dalla mia posizione privilegiata, era assolutamente incredibile, tanto che venni sulla sua immensa tetta, cosa di cui lei si accorse subito; allora si tolse la maglietta buttandola a terra ma senza creare grossi danni, si abbassò il reggiseno curandosi che io non precipitassi e disse "vedo che ti piace questo nostro nuovo stile di vite, mio bel maialino" dopodiché iniziò a leccarsi il seno per ingoiare quelle minuscole goccioline che erano schizzate sulla sua pelle: nel far questo raccolse involontariamente anche me che finii a fare un giro vorticoso nella sua bocca. Per fortuna non deglutì subito ma ebbe la prontezza di recuperarmi tutto insalivato e rimettermi al mio posto, prima che per me potesse finire veramente male.
A questo punto MariaElena pensò che un'altra persona che odiava profondamente era la mia ex Valentina, così senza meditare troppo si incamminò:con un passo piombò in mezzo al vialone che costeggiava il parco dove c'era ancora gente in fuga che finì miseramente spiaccicata sotto il suo magnifico piede nudo; la gigantessa era talmente presa dal pensiero di fare una "sorpresina" a Valentina che quasi non si accorgeva delle decine di persone che lasciava sull'asfalto come informi macchie rosse o che rimanevano incollate alla pianta del suo piede titanico. Ad ogni passo il suolo tremava per un raggio di parecchie centinaia di metri e nell’asfalto si creavano fosse profonde almeno un paio di metri: certo le strade non erano adatte a sopportare un mezzo di quelle proporzioni!!! Il bilancio della breve camminata per andare a casa di Valentina contava la distruzione di qualche decina di auto, due autobus, un camion e un pullman: tutti gli scricchiolii e gli scoppi che sentiva sotto di sé erano divertenti, piacevoli e inebrianti, ma a quelli si sarebbe dedicata più tardi, prima aveva un 'altra missione da compiere.
Nel frattempo Valentina era a casa a studiare e come al solito non si accorgeva di nulla di ciò che accadeva all'esterno: aveva sentito sì più sirene di ambulanze, polizia e pompieri del solito,ma quello non era certo un problema suo pensava, e di accendere una televisione o una radio che ormai non parlavano altro che di questo prodigioso evento non se ne parlava nemmeno. Così il primo momento in cui capì che qualcosa di strano stava accadendo fu quando iniziò ad avvertire dei boati sempre più forti uniti a veri e propri scossoni di terremoto: andò alla finestra per cercare di intuire la causa di tutto quel macello ma non vedeva nulla perché il palazzo di fronte al suo era più alto e le impediva la visuale. Era ancora alla finestra quando l'ostacolo davanti a lei collassò in una montagna di polvere e detriti e appena questi si posarono a terra poté vedere chiaramente che ad abbatterlo era stato un incredibile piede femminile, estremità di un’ancor più incredibile gigantessa che non tardò a riconoscere. "C-c-c-come hai fatto?c-c-cosa sei diventata?" tentò di dire. "Noto che sei piuttosto sorpresa, eppure son sempre stata più alta di te, no?Solo per il fatto che ora ti supero di 200 metri non dovresti fare quella faccia così impietrita!!!" Valentina chiuse di colpo la finestra non sapendo proprio cos'altro fare. MariaElena allora si inginocchiò sulle macerie del palazzone distrutto per arrivare con lo sguardo all'altezza dell'appartamento di Valentina e individuata la ragazza completamente tremante in preda a un attacco di panico entrò con la mano nella sua stanza distruggendo il muro esterno, afferrò saldamente la sua vittima e le disse: "tu hai sempre e solo usato Marco per i tuoi comodi e a me questo non è mai andato giù perché lui meritava di meglio di una lurida mignottela come te,ora sarai punita!". Valentina era tenuta saldamente all'altezza delle ginocchia dalla possente presa di MariaElena che decise di provare a masturbarsi con una persona intera. Si scostò il tanga da sotto la mini e iniziò a infilarsi Valentina nella figa. Questo però non le dava soddisfazione perché era troppo minuscola e insignificante per sentirla nella sua magnifica vulva; si risolse allora che Valentina non aveva nessuna utilità, la appoggiò a terra e, dopo essersi rialzata in piedi in tua la sua immensa e magnifica maestosità, con il solo alluce incominciò a frantumarle le ossa delle gambe che prima scricchiolavano atrocemente per poi sminuzzarsi come poltiglia. Salì lentamente lungo il corpo di quella che per lei era solo uno scarafaggio e continuò allo stesso modo l'opera con tutte le ossa della parte superiore fino a che dell' odiata rivale non rimase che un piccolo ammasso informe rossiccio per terra. A questo punto per cancellare ogni traccia della sua esistenza rivolse uno sguardo carico d’odio all'edificio che prima aveva perforato senza difficoltà per estrarla e con una poderosa manata lo rase al suolo completamente senza star troppo a pensare che lì abitava anche altra gente.Peggio per loro se si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Adesso che aveva avuto le sue vendette e che questo gioco di essere una dea incontrastabile le stava piacendo sempre più progettava di far capire anche al resto della città nell'immediato e a tutti gli altri poi che una ragazza ventunenne meritava la giusta considerazione che finora aveva trovato in una sola persona.
Si guardò intorno e, non più accecata dall’odio e dalla fretta di terminare qualche operazione, realizzò di essere in pratica superiore a qualsiasi cosa, meglio che nel paese dei balocchi…. Le sembrava di trovarsi alla “Mini Italia”, solo che questa non era finzione, non era piccolo tutto intorno a lei, era piuttosto una “Mega MariaElena” col mondo ai propri piedi ridotto alle dimensioni di un villaggio per bambole, perché era lei ad essere incommensurabile!
Decise che il primo passatempo da provare doveva essere una camminata tra le vie della città, stavolta stando bene attenta a cosa finiva sotto i suoi poderosi piedi. Una strada piuttosto trafficata piena di auto che avevano iniziato la fuga si trovava veramente vicino alla gigantessa….in pochi secondi la raggiunse: era un miscuglio di piccole scatolette colorate per lei. Subito esclamò ad alta voce quello che stava pensando “due dei problemi della città sono il traffico e l’inquinamento che questo provoca……ora ho un’idea su come risolverli, potrei addirittura candidarmi come sindaco!!! Ma prima vediamo se funziona davvero” e proruppe in una fragorosa risata. Prima che chiunque avesse il tempo di realizzare cosa stesse succedendo, il titanico e affascinante piedone si sollevò dal punto in cui era per andare lentamente ad atterrare poco lontano, ma proprio in mezzo al traffico paralizzato: sei auto videro contemporaneamente il cielo oscurato dall’estremità di MariaElena e finirono la loro esistenza scricchiolando sotto un peso impressionante. La sensazione che questo primo consapevole assaggio col traffico le procurò piacque moltissimo alla ragazza che decise di continuare l’opera iniziata lungo tutta l’arteria stradale. A piccoli passi (per lei) percorse tutta la via per non mancare nemmeno un’automobile, le voleva annullare davvero tutte e così fece. Proprio in fondo a quella strada si trovava un parcheggio di pullman….la tentazione era troppo forte, anzi invincibile: la divina creatura spiccò un salto e atterrò in mezzo al parcheggio a piedi uniti demolendo completamente due pullman mentre altri si ribaltarono per le scosse provocate dall’impatto. La ragazzona ne raccolse uno con le mani, era vuoto, e notò con piacere che riusciva ad appallottolarlo con una facilità paragonabile a quella con cui si appallottola un foglio di carta. Idea: raddrizzò alcuni dei pullman caduti disponendoli come birilli e arretrò un po’ per tirare la sua personalissima palla: strike al primo colpo e un’esplosione bruciò i mezzi rimasti nel parcheggio. A questo punto pensò di dedicarsi a cose un po’ più paragonabili a lei, che non delle insignificanti macchinine. La città abbondava di alti edifici, a dir la verità per lei non erano poi tanto alti, ma erano sempre una sfida più stimolante che non qualche automobile. Il primo grattacielo che vide fu scelto come cavia per un calcio volante: giusto il tempo di avvicinarsi e prendere la mira, le persone rimaste all’interno del palazzo non poterono davvero far nulla se non guardare impietriti quella colossale pianta di piede che si conficcava circa a metà altezza del palazzo facendolo collassare in una enorme nuvola di detriti. MariaElena si chinò per vedere più da vicino gli effetti della sua tremenda potenza e anch’io tentai di sporgermi dalla mia posizione, non l’avessi mai fatto: un po’ di polvere si stava infilando in quella enorme cavità che era la narice della gigantessa la quale poco dopo emise uno starnuto impressionante: centinaia di finestre di vari edifici si frantumarono, le auto abbandonate per strada volarono via come sollevate da un tornado, gli alberi che costeggiavano il vialone vennero sradicati dalla forza della ventata e anch’io precipitai dalla mia posizione e caddi sull’unghia del suo divino alluce che cosi tante persone e cose aveva annientato oggi. Mi resi conto che ormai la consapevolezza della sua infinita potenza ed invulnerabilità stava iniziando ad impossessarsi della mia ragazza: rotolai giù dal suo piede precipitando per qualche metro fino a terra e la guardai per osservarla ancora una volta nel pieno splendore della sua magnificenza. Sarebbe stata lei a decidere la mia fine….per procurarmi un ultimo orgasmo diede un’ulteriore manifestazione della sua forza prima distruggendo un palazzo a suon di pugni poi si sedette sopra un’altra palazzina che si accasciò al suolo sotto il suo insostenibile peso e infine iniziò a calare il piede verso di me: potevo vedere ogni singolo punto di quella incredibile estremità a cui erano rimaste appiccicate tracce di asfalto, macchine e persone. La visione di tutto questo mi provocò effettivamente un fortissimo orgasmo, ma non finii spiaccicato al suolo: quando era arrivata a pochi centimetri dal mio corpo, MariaElena fermò quella macchina distruttrice che era il suo piede, lo scostò, mi guardò e sorridendo mi disse: “Ora che mi appresto a dominare tutto e tutti temo che non potremo più stare insieme, ma non voglio che tu finisca schiacciato come una formica, preferisco che tu faccia parte di me.” Io, che sarei stato onorato di qualsiasi fine per me decisa da lei, salii sulla sua manona e quando questa arrivò, con un’accelerazione pazzesca, all’altezza della sua bocca lei prima mi diede un bacio su tutto il corpo e poi mi ingoiò intero, senza sminuzzarmi.
Adesso MariaElena non aveva più nulla di cui preoccuparsi perciò si sfilò il reggiseno liberando due tette di dimensioni semplicemente mastodontiche, e per completare l’opera si levò pure gonna e tanga restando completamente nuda in tutto il suo splendore.
Volle fare un altro esperimento con un grattacielo, questa volta lo avrebbe calorosamente abbracciato...così ne individuò uno e vi si avvicinò: i suoi seni iniziarono ad infrangerne le pareti, la dea sentiva che da dentro degli omini tentavano di aggrapparsi o addirittura di leccare i suoi durissimi e grandi capezzoli. L’abbraccio si strinse sempre più finché la struttura dell’edificio iniziò a tremare vistosamente per poi anch’essa precipitare al suolo sconfitta dalla enorme ragazza russa.
La città iniziava oramai a sembrare un campo di battaglia, le tracce della gigantessa erano chiaramente distinguibili, tuttavia non tutti erano scappati e non tutto era stato disintegrato. C’era ancora per esempio la stazione ferroviaria verso cui la magnifica dominatrice si stava ora dirigendo a grandi passi schiacciando ancora con noncuranza tutto ciò che incontrava sul suo cammino che ovviamente non seguiva le strade normali ma procedeva anche attraverso e sopra i palazzi che tanto lasciavano spazio a questa incredibile gigantessa. Arrivata alla stazione, vi entrò direttamente dall’alto, calandoci dentro il suo piede e facendo crollare diversi calcinacci e provocando incommensurabili danni. Vedere la gente ormai impazzita le procurava una sensazione di benessere estremo. Vide che un nuovo treno veloce e dalla forma affusolata che il suo piede non aveva centrato per miracolo stava partendo carico di persone e decise che avrebbe fatto una bella sorpresa a tutti loro…corse parallelamente alla ferrovia per un po’, tanto andava più veloce del treno e arrivata ad un certo punto fuori città si sedette a gambe divaricate sui binari in attesa. Il macchinista non fece in tempo a rendersi conto del nuovo tunnel che era apparso più o meno dal nulla e che era la enorme figa rasata di MariaElena: tentò di frenare ma troppo tardi, il locomotore penetrò in quella caverna bagnata dall’eccitazione di tutte le avventure della giornata seguito dai primi vagoni. La gigantessa iniziò ad urlare dal piacere fisico che stava provando nello scoparsi, dominandolo, un treno intero!!!
Si alzò in piedi facendo attenzione a non far cadere quella nuova specie di membro che aveva trovato. Ovviamente alcuni vagoni precipitarono a terra, ma almeno i primi erano rimasti al loro posto, cosicché la bionda gigantessa poté continuare a masturbarsi col suo nuovo giocattolino fino a che arrivò un orgasmo eccezionale che le fece serrare le mani attorno al treno che venne ridotto ad un ammasso informe di rottami. Il piacere provato la fece crescere ancora di un altro centinaio di metri: 300 metri di ragazza in calore erano decisamente invincibili per qualsiasi tipo di oppositore. Infatti l’esercito di carri armati che si stava avvicinando al punto dove la gigantessa aveva appena finito di scoparsi il treno fu spazzato via con una facilità inaudita dalla nuova regina del mondo che si divertì a strusciarli nella sua calda vulva bagnata in segno di umiliazione e a calpestarli tutti facendoli esplodere. Lo stesso discorso valse per le forze aeree: tre jet supersonici finirono in una tormenta di vento causata da un soffio della gigantessa rivolto a loro e, perdendo il controllo, si schiantarono senza lasciare traccia contro quel muro invalicabile che era il suo corpo, altri due furono azzerati dal lancio di un carro armato e di alcuni detriti che li centrarono facendoli scoppiare in una fiammata.
La gigantesca ragazza si risolse allora a rientrare verso il centro cittadino, questa volta avrebbe usato l’autostrada: ancora una volta si divertì a spetasciare al suolo qualsiasi tipo di mezzo di trasporto che le capitasse a portata di piede: con grande entusiasmo le capitò di incontrare anche un camion di quelli che trasportano le auto nuove: ottimo, pensò, questo vale un sacco di punti. Si fermò proprio davanti a questo mezzo, sollevò il piede gigante indicando all’autista che sarebbe prestissimo finito lì sotto (il camionista morì subito dalla paura prima ancora di essere calpestato) e iniziò a calarlo: l’impatto con questo giocattolo fu veramente piacevole, riusciva a distinguere nettamente, grazie ad una superire sensibilità, nei diversi punti della pianta del suo piedone il momento in cui le varie macchine si accartocciavano. Proseguendo il breve tragitto del rientro raccolse un pullman di turisti, che avevano proprio scelto il giorno sbagliato per una visita in città, lo scoperchiò con la massima facilità e, visto che aveva oramai un appetito adeguato alle sue dimensioni, si rovesciò il contenuto direttamente in bocca. Inutile dire che nemmeno sentì le urla disperate degli omini che erano il suo spuntino, nessuno rimase nel pullman. Arrivata al casello disse: “Ops, sono nuda e non ho i soldi per pagare il pedaggio, per evitare una figuraccia non dovrebbe esserci la barriera, ma considerata la mia situazione è più facile a farsi che a dirsi” e immediatamente un calcio polverizzò il casello.
La ragazzona era giunta nuovamente nella metropoli, questa volta in un’altra zona che prima non era stata colpita dalle sue attività ludiche/libidinose. Qui c’era ancora gente, tanta gente. MariaElena non stava nella pelle dalla gioia: per prima cosa si prese cura degli operai che si trovavano su un ponteggio e stavano terminando la costruzione di un grattacielo, uno di loro, appena la vide, iniziò a masturbarsi con vigore, gli altri strillavano non sapendo che altro fare. La gigantessa involontariamente urtò con l’alluce la base del ponteggio, questo per puro miracolo non crollò ma la scossa atterrò lo stesso tutti gli operai il che divertì moltissimo la Dea che decise di completare l’opera:con una manata demolì il ponteggio facendo volare via tutto e tutti; alla sua vista apparve l’edificio che era in costruzione. Sarà stato alto circa 150 metri, quindi le arrivava bene o male all’altezza delle cosce e terminava con una cupola di forma vagamente fallica. L’eccitazione del momento e la sfrenata voglia di sesso fecero sì che MariaElena si mettesse a cavalcioni sul grattacielo e iniziasse a cavalcarlo ritmicamente. Stava godendo ancora, i suoi flussi vaginali ricoprivano l’edificio che traballava sotto i colpi della sua clamorosa amante e quando raggiunse il climax del rapporto si inginocchiò a terra, trascinando giù e demolendo il palazzo. Appagata da questa ulteriore esperienza si rialzò, era assetata. Adocchiò una piscina scoperta a pochi passi (dei suoi) dove erano in corso delle gare: arrivò lì fulminea demolendo le tribune gremite di spettatori sotto i suoi piedi divini, accostò le labbra all’acqua e iniziò a bere. Il risucchio era fortissimo e anche per i nuotatori non c’era nulla da fare: tutto quello che era in piscina (acqua e persone) entrarono in fretta nella bocca della gigantessa che però subito dopo sputò fuori tutto quanto schifata dicendo che sapeva di cloro….poi, rivolta ai nuotatori acciaccati che avevano appena fatto il tuffo più alto della storia, disse: “Vediamo se voi riuscite a bere questa!” una cascata di urina dorata e bollente schizzò fuori dalla bellissima figa rasata della titanica ragazza investendo in pieno e trascinando per diversi metri come un fiume in piena i nuotatori.
MariaElena iniziava ad essere stanca, ma la scena che si presentò ai suoi occhi dopo che si era allontanata dalla piscina la risvegliò di colpo: era in corso una manifestazione (non si sa se di studenti, tranvieri, sindacalisti, o che altro ancora) sotto un edificio che doveva essere sede di qualche ufficio amministrativo/burocratico. I manifestanti erano circondati e bloccati dalla polizia che li seguiva per evitare sommosse, e alla vista della gigantessa cominciarono a urlare come dannati, anche i poliziotti erano paralizzati dal terrore. La dea intimò a tutti di fare silenzio e parlò ai manifestanti: “credete di ottenere qualcosa con una stupida manifestazione? Ma guardatevi, sembrate un formicaio…se volete farvi sentire davvero dovete fare così” detto questo sollevò entrambe le mani chiuse a pugno in cielo e le abbatté con una violenza mai vista sull’edificio oggetto della contestazione che si sbriciolò in un secondo. Grida di gioia si levarono dai presenti contenti di non essere morti e che pensavano di aver trovato un’alleata tanto imprevista quanto utile e gradita. Ma la gigantessa intervenne di nuovo dicendo: “Non ho finito!! Per quanto riguarda voi forze dell’ordine dovete fermare queste manifestazioni in questo modo!” e prima ancora di finire la frase il cielo sopra i manifestanti era stato completamente oscurato dal piede leviatano che li schiacciò tutti insieme senza pietà e infierì sui cadaveri ruotando come per spegnere un mozzicone. “Ora, cari poliziotti, se volete salva la vita mi adorerete come vostra dea baciandomi e leccandomi i piedi, la figa e il culo.” Si sedette nello spazio creato dalla sua ultima opera e i poliziotti si lanciarono in adorante venerazione, chi a leccare i giganteschi piedi, chi a stimolarle la figa e chi a baciarle il culo. MariaElena non si sarebbe stufata mai di questa situazione ma i poliziotti a notte fonda, dopo ore di questo trattamento, erano esausti e non ce la facevano più e alcuni si fermarono. La Dea non gradì affatto questa intollerabile insubordinazione dei suoi miseri schiavi e decise di punirli tutti senza distinzione: chi era nei pressi della regale vulva venne spinto dentro dalle sue mani, chi si stava dedicando al culo o venne schiacciato dalle enormi e bellissime natiche o infilato nell’ano, e chi era intento a massaggiare e baciare i piedi venne disatomizzato da violentissimi colpi di tallone o stretto e fatto esplodere tra due dita.
Uccisi tutti i presenti, la gigantesca ragazza si appisolò, sognando beatamente quali altre cose avrebbe fatto in giro per il mondo nei giorni a venire, ora che era senza ombra di dubbio l’Imperatrice della Terra.

FINE


[ replica ] zetazeroemme ha inviato un messaggio dal titolo: Ottimo lavoro! ed ha ricevuto 0 repliche.
messaggio inviato in data: 06/Marzo/2006 18:59:09

Davvero, la storia mi è piaciuta moltissimo!
Adoro le russe, le vedo come le gigantesse perfette!
Ti dò solo qualche piccolo suggerimento, almeno secondo la mia opinione e i miei gusti:
- avresti dovuto specificare il numero di scarpe che Maria Elena porta.
- farla crescere ancora, in stile "Crescita Esponenziale" (altra magnifica storia che spero possa vedere altri capitoli!)

Per il resto, ottimo lavoro davvero! Continua così!

duca ha scritto: Storia: "Un cocktail mooooolto energetico!!" ed ha ricevuto 1 repliche. [***]
inviato in data: 04/Marzo/2006 16:06:21
   zetazeroemme ha replicato con: Ottimo lavoro!



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