[
replica ]
cesare ha inviato un messaggio dal titolo:
la prima parte. ed ha ricevuto
2 repliche.
messaggio inviato in data:
23/Dicembre/2006 19:56:55
Ecco la prima parte.
Non chiedetemi per quale motivo mi trovo a vivere in questa condizione, è un mistero anche per me! Posso solo provare descrivervi una giornata vissuta in questa difficile situazione.
Anche quel giorno, come tutti gli altri da ormai molto tempo, intravidi degli spiragli di luce. Avevo intuito che era già mattina. Benché il mio giaciglio si trovasse sotto un mobile, una sorta di comò adiacente alla parete, avvertivo già gli aromi e i profumi della colazione che giornalmente in quella casa si consumava al risveglio. Il mio letto, abbastanza confortevole, era costituito da una pantofola invernale, molto morbida e calda che ero riuscito a rivestire con qualche pezzo di panno per renderla ancora più calorosa. Infatti nonostante fosse estate inoltrata dormendo a un centimetro dal pavimento si sentiva ugualmente freddo, specialmente la notte. La mia ragazza, che insieme alla sorella, alla cugina francese e al cugino dormiva nella stanza più grande di quell'abitazione estiva, era già seduta, insieme alla cugina,la madre la sorella e il cugino, per la prima colazione, avanti una tavola imbandita di cornetti, cereali, fette biscottate e varie tazze di latte e succo di frutta. Da sotto il mobile vedevo le gambe dei "commensali" e mi alzai anche io per raggiungerli .Ancora parzialmente intontito, alto solo una decina di cm mi avvicinai alla mia ragazza, anzi, forse farei meglio a dire ai piedi della mia ragazza, affinchè come ogni giorno mi raccogliesse e mi posasse sulla tavola per mangiare. La madre teneva molto all'igiene della casa, tanto che lavava il pavimento almeno una volta al giorno e questo consentiva di camminare anche a piedi scalzi senza sporcare i piedi. E infatti quella mattina marta, questo è il nome del mio amore, era scalza ma i suoi piedi splendidi e candidi come sempre. Appena giunto ai suoi piedi cercai di attirare la sua attenzione facendo delle carezze alle sue dita. Sapevo che marta esigeva che le dassi il buon giorno inginocchiandomi e baciandole il piedi, e non appena si accorse di me i suoi occhi profondi furono felici di vedermi prostrato. Subito dopo allungò l'altro piede che dondolava sopra la mia testa, in virtù delle gambe che teneva incrociate,facendomi capire che non aveva voglia di abbassarsi a raccogliermi con la mano e che il suo piede sarebbe stato il mio ascensore. Quando finalmente fui sul tavolo, salutati gli altri, mi apprestai a racimolare le briciole di maggiore consistenza e i pezzi di biscotti di minori dimensioni, chiedendo a raffaele, il cugino di marta di versare un pò di latte sul tappo, la mia tazza(o scodella, dato che era questa l'impressione che mi aveva sempre dato). come immaginavo raffaele si rifiutò superbamente di aiutarmi e fu la mamma di marta a servirmi. Stare sopra una tavola vedendo svettare quattro gigantesse e un ragazzo gigante non è per nulla piacevole e ti fa stare in una perenne e continua soggezione, rendendoti precario anche un semplice movimento. Mentre mangiavo marta, la madre e lory, la cugina, discutevano del più e del meno, e potei notare nei loro visi una certa calma e rilassatezza, l'effetto tipico delle vacanze.Marta accostò delicatamente la sua mano al mio corpo accarezzandomi dolcemente e guardandomi sapendo di farmi tanto felice.Lory però ebbe la felice idea di spostare la bottiglia del succo di frutta rovesciandola inavvertitamente e rompendo quel momento di dolcezza che mi stava facendo sognare.ma sopratutto il succo di frutta mi inondò sporcandomi tutto.L'imbarazzo di lory, evidentemente meno abituata di vedersi davanti un ragazzo di dieci cm, e le risate di raffaele facevano da cornice agli sbuffi di marta e all'opera veloce di sua madre e di sua sorella che cercavano di pulire. Presto anche l'imbarazzo di lory e gli sbuffi di marta si convertirono i risare, causate dall'ilarità che la mia condizione in quel momento doveva suscitare. Così marta mi prese in mano, mi posò a terra e dall'alto mi disse:"amore vai a lavarti in giardino perchè oggi hai molte cose da fare e ridotto in queste condizioni non potresti!" Ma mentre mi avviavo verso l'uscio della porta per recarmi in giardino mi sentii rikiamare:"Amore??!! Oggi non mi hai ancora baciato i piedi!!!" e senza neppure darmi il tempo di rispondere abbassò velocemente il suo piede magnifico su di me schiacciandomi, seppur non in modo violento e lasciando la mia testa emergere tra le dita.Cercai di ricordarle che come ogni mattina avevo adempiuto al mio dovere ma non volle sentire scuse. Quasi nervosa per essersi macchiata la pianta del piede, considerato che ero ancora sporco di succo, sollevò il piede e appena ebbi finito di baciarlo mi disse:"ora vai a lavarti davvero perchè a questo punto dovrai lavare anche i miei piedi.E, dandomi una leggera spinta col piede andò nella sua camera.
Certamente per me usare il bagno era impossibile date le mie dimensioni, ma anche utilizzare il rubinetto del giardino non era semplicissimo. Comunque dopo vari sforzi riuscii ad aprire il getto d'acqua e ripulirmi del succo di frutta che nel frattempo, asciugandosi, mi aveva reso molto appiccicoso. Impiegai un pò di tempo a lavarmi.Incosciamente volevo godere di quel momento di relax perchè avevo la vaga impressioni che per me quella giornata si sarebbe rivelata molto faticosa.E purtroppo non mi ero sbagliato.
Quando anche marta venne in giardino io stavo disteso nel prato a godere del sole caldo.La sua voce risuonò possente:"potevi anche avvertirmi che avevi finito.Oggi avrai molto da fare e ogni secondo ti sarà prezioso!".Sedendosi sulla sedia sdraio vicina al rubinetto si tolse i sandali e allungò le gambe fino a posare i piedi sotto il tubo.Le chiesi:"marta, amore, vuoi che ti lavi i piedi adesso?" e lei indispettita:"no, me li lavo da sola!! ma certo che devi lavarmi i piedi, li ho sporcati per colpa tua" e così dicendo sfregò le due estremità quasi a volersele massaggiare.Immediatamente corsi verso il ribinetto, riuscii non senza qualche sforzo ad aprirlo e cominciai il mio lavoro.In verità ero felice e ben lieto di potermi strofinate ai suoi piedi.marta per me era come una regina e adoravo tutto di lei.solo mi sentivo un pò insultato da alcuni suoi bruschi atteggiamenti ma ero cosciente che la mia altezza condizionava i suoi atteggiamenti.credevo fosse naturale per una ragazza sentirsi immensa e potente verso un ragazzo così piccolo.
Mentre l'acqua cadeva tiepida su di me e sui suoi piedi io mi affannavo a coprire con i miei gesti tutta la superfice dei piedi.Marta muoveva le caviglie quasi a volermi agevolare il lavoro e a volte arcuava le piante mostrandomi lo splendore dei suoi piedi e causandomi ogni tanto una perdita di equilibrio.nonostante in quel momento stessi lavorando come uno skiavo, non riuscivo a non pensare alla sua maestosità e questo pensiero si incarnava perfettamente in quei piedi giganti suscitandomi una forte erezione.Ma non mi fermai neanche per un attimo, anzi continuai a passare le mie piccole mani lungo le piante di ciascun piede, notando quasi divertito che quesi movimenti causavano a marta un leggero solletico, e poi fra le dita, e poi ancora attorno al tallone,attorno il perimetro delle estremità e infine sul dorso.
Quei piedi così puliti e candidi, nonchè profumati e ancora tiepidi e bagnati costituivano la più ricca ricompensa; ma non ero ke all'inizio di quel farticoso giorno.
Nè io nè marta proferimmo parola, lei si alzò lasciandomi inginokkiato per la stanchezza, entrò in casa e uscì poco dopo con le sue scarpe nere."Amore" mi disse "questa sera devo andare ad una festa di compleanno.voglio che ripeti l'ottimo lavoro che hai fatto ai miei piedi anke su queste scarpe.Lucidale bene." Fu a questo punto che mi arrabbiai e dicendo qualche brutta parola di troppo mi rivolsi a lei:"il fatto che ti amo più della mia vita non ti autorizza a trattarmi come un servo" e lei, impassibile al mio sfogo d'ira mi disse:"hai finito con il teatrino???perchè abbiamo entrambi fretta.devi pulire bene le scarpe e poi smaltarmi le unghia, sia delle mani che dei piedi e io devo andare alla festa.Tu farai quello che ti dico io altrimenti ti chiudo nella gabbia". Appena sentii proninciare quella parola fui percorso da un brivido per tutta la schiena.Marta aveva una gabbia a casa,che aveva comprato x un conoglio morto quando era piccola e non aveva mai buttao per ricordare l'animale.Già una volta mi aveva chiuso in quell'affare a causa delle mie ripetute richieste di dormire nel letto, o per lo meno nella stanza con lei, nonostante marta mi avesse più volte detto che la madre, nonostante le mie dimensioni non approvava a quella richiesta.E per di più, sempre la madre, avevqa sentenziato che una sua vecchia ciabatta, a suo dire morbida(ed in effetti non sbagliava) sarebbe stato il mio letto.La gabbia era terribile. Ricordo che mi aveva dato una senzazione di completa impotenza, poichè mi privava della libertà di camminare lungo spazi aperti. E poi era scomoda.la plastica non era proprio adatta per dormire e dentro non c'era altro.la mia paura per la gabbia fu tale da spingermi ad una sorta di supplica che però non fu sufficente a commuovere la mia ragazza.Infatti, nonostante il mio pentimento mi disse che anche se avessi lucidato quelle scarpe rendendole come nuove la gabbia sarebbe stata ugualmente la mia destinazione per i prossimi giorni.Rassegnato guardai le scarpe che aveva posato a terra e iniziai a pulirle.sapevo quanto marta tenesse alla perfezione del suo abbigliamento e mosso dal mio infinito amore per lei mi impegnai al massimo.Pulii non soltanto la lucida pelle nera esterna di quelle scarpe col tacco, che oltre alla suola avevano solo una sottile striscia di pelle che copriva il piede poco sopra le dita consentendo una elegante camminata,ma anche la pelle in cui si poggiavano la pianta e le dita.Mentre lavoravo vedevo marta distesa intenta a spalmarsi un olio nutritivo per rendere lucida la pella.Come avrei desiderato che avesse chiesto a me di spalmarle quell'olio su tutto il corpo.
Finalmente completai quell'estenuante lavoro e mi diressi verso marta, intenta a parlare con lory.Vidi quasi subito la boccettina della smalto che avrei dovuto mettere a marta.Più di una volta infatti mi aveva confidato che odiava mettere lo smalto e tra le tante cose che ormai facevo x lei la smaltatura delle unghia era uno dei compiti più frequenti ma meno faticosi.il pennello infatti non era pesante e neppure troppo grande, così da consentirmi di effettuare un buon lavoro.Lory chiese al mio amore se poteva prendermi tra le mani e posarmi lei sulla sdraio e naturalmente marta acconsentì."che impressioni!sei un ragazzo di vent'anni eppure stai sul palmo della mia mano" disse in un italiano quasi perfetto ma con un marcato accento della francia settentrionale.Mi fissava con i suoi occhi e alla fine dovetti cedere abbassando lo sguardo.Mi sentivo in una tale soggezione che speravo ardentemente che marta ribadisse di avere fretta.Lory appariva divertita ma non cattiva e neppure maliziosa.Dandomi un colpetto sulla testa col suo indice mi porse a marta che svitò il tappo alla boccetta e tese le sue dita. mentre smaltavo le unghie delle mani di marta, lei e la cugina parlavano e ridevano.Ogni tanto sembravano volermi coinvolgere nella loro discussione chiedendomi:"e tu, piccolo, che ne pensi?"Io non prestavo attenzione al discorso concentrato com'ero a non lasciare sbavature conoscendo le reazioni di marta e mi limitavo a stringere le spalle.entrambe erano in costume.Sia marta che lory avevano un bel seno e delle splendide gambe e spesso attiravano la mia atenzione, sopratutto quando muovevano le gambe o lory se le accarezzava. finito con le mani cominciai a smaltare le dita dei piedi ma prima di iniziare propriamente il lavoro le cugine mi posero i loro piedi davanti.Neutralizzato quasi la quelle quattro insormontabili figure divenni il protagonista di un gioco:quale fra le due cugine avesse i piedi migliori:naturalmente la mia scelta non si sarebbe dovuta limitare esclusivamente all'aspetto.E per fortuna fu così poichè entrambe avevano dei piedi perfetti, invidiabili.La mia scelta si sarebbe basata anche sul profumo, sulla morbidezza, sulla delicatezza.Lory disse"devi leccare sia i miei che i suoi piedi per decidere meglio"e così dicendo mi spisne all'indietro coprendomi con la pianta. sentivo il suo piacere e la sensazione di potere su di me.non esitai a dare, dopo un'attenta valutazione un bel dieci.Lo stesso voto lo assegnai a marta la quale infastidita dell'ex aequo mi afferrò tra l'alluce e il secondo dito stringendomi in una morsa soffocante x cinque o sei secondi. ma io,come se fossi estraneo al dolore, mi strinsi alle sue dita dicendole:"amore non mi hai fatto finire di parlare!stavo concludendo il mio giudizio con una lode".Il suo viso si accese con un sorriso di soddisfazione."E perchè?" mi chiese curiosa ma vincitrice."perchè nonostante lory abbia dei piedi perfetti, appena sotto l'alluce, in entrambi i piedi ha la pelle leggermente più dura, degli impercettibili duroni che una persona di dimensione normale neppure scorge ma che non possono passare inosservati a me.Mentre tu, amore mio, hai dei piedi più che perfetti, da dea!"La mia risposta sembro non infastidire lory la quale porgendomi il suo piede per un bacio mi disse:" per questa volta non ti schiaccio perchè mi hai comunque dato un bel dieci." All'improvviso marta si accorse che il sole stava per tramontare e agitata mi disse:"rimandiamo i baci di circostanza a dopo è tardi!"Mi chiese di fare in fretta e io cercai di non deluderla.però per quanto veloci potessi andare ero sempre alto 10 cm al cospetto di due piedi giganti.Alla fine riuscii a terminare in un tempo ragionevole e marta e lory rientrarono in casa incuranti di me.le disattenzioni di marta a volte mi ferivano profondamente. trascorsero circa dieci minuti quando vidi uscire marta bellissima.Vestita di bianco i suoi capelli e i suoi okki truccati la rendevano una bellezza aliena per questo mondo.La mia ammirazione per la mia ragazza però fu stroncata dalla sua preoccupazione:"amore ho scelto il vestito bianco, le scarpe che indosserò sono quelle bianche, non le nere. lucidale, veloce!"Rimasi immobile.Il suo alluce in faccia mi destò da quel temporaneo smarrimento. "non ce la faccio" dissi "sono troppo stanco". vuoi forse che oltre a farti stare nella gabbia x qualke giorno dica a mia madre che hai rotto qualcosa o a raffaele che hai toccato i suoi giochi del computer.Conoscevo bene la madre di marta, e nonostante fosse una donna molto gentile anke con me non resistiva alla tentazione di sgridarmi violentemente quando trasgredivo una qualke regola.e conoscevo anke l'antipatia che il fratello di lory nutrisse nei miei confronti.Conscio quindi delle conseguenze che avrebbe comportato un mio rifiuto chiesi a marta dove fossero le scarpe bianche e nella metà del tempo completai il lavoro che qualche ora prima mi aveva spossato.non mi sentivo più le braccia e le gambe.Marta accostò i suoi piedi a me.voleva che le calzassi le scarpe.stanco com'ero cercavo nei suoi piedi un punto d'appoggio .Arcuando le piante dei piedi avverito la sua pelle che si contraeva e capii che stavo per finire. quando vidi finalmente le dita della mia ragazza affiorare dalle bianche scarpe mi gettai a terra. "aspettami davanti il cancello sveglio!" mi ordinò mentre saliva sul suo scooter.dopo di lei uscirono tutti gli altrie rimasi solo in giardino tentando di voncere il sonno.trascorsero sei o sette ore prima che marta rincasò.nonostante alle feste si balla e dunque inevitabilmente si ci scompone lei era ancora bellissima e sembrava che stesse arrivando e non ritornando.Aprì il cancello , posteggiò lo scooter e ignorandomi si diresse verso l'entrata della casa.Io le correvo dietro e le consigliai di fare piano perchè già gli altri erano rincasati e dormivano.Senza ascoltarmi entro e si inoltrò verso la sua camera.Entrai anche io. Si sedette sul letto e comincio a spogliarsi.Fece scicolare le due spalline del vestito lungo le spalle abbronzate, mostrandomi i suoi seni,fieri e chiari rispetto al corpo.Indossò la veste da notte, quasi trasparente e bassò finalmente lo sguardo verso di me. Spevo che cosa mi avrebbe detto:Sei pronto per la gabbietta?
Stese la gamba nascondendomi alla sua vista con i piede, che mi pose davanti. Io mi inginokkiai prontamente ma venni colto da grande sorpresa. Mi stava accarezzando. Con le dita prima, con la pianta poi, mi accarezzava con estrema delicatezza e dolcezza. Le chiesi se potevo prendere almeno un batuffolo di cotone per poggiare la testa in quella superficie dura in cui avrei dovuto dormire chissà per quanti giorni e marta mi rispose:"questa notte dormi con me amore." Mi sembrava di sognare.forse mi scese anke qualke lacrima lungo il viso perchè marta mi disse:"dai, così mi bagni i piedi".emozionato le dissi che sistemavo i suoi sandali in modo tale che la mattina seguente al risveglio li avrebbe subito trovati.Parve compiaciuta. poi mi disse di salire sul suo piede e in un baleno mi ritrovai sul letto.Avevo dimenticato quanto fosse morbido un vero materasso.Stavo per risalire fino alla faccia ma il piede di marta mi sbarrò la strada:"amore un passo alla volta!vediamo cosa dice mia madre domani. magari ti permetterà di dormire ai miei piedi e poi col tempo, magari, un pò più su. Sapevo che era inutile insistere,accanto a marta giaceva lory.Era un insolito letto a tre piazze nel quale dormivano marta, lory e raffaele.Fortunatamente lui era lontano da me e quella sera era un'eccezione che si trovasse in quel letto perchè la sorella di marta era rimasta a dormire da un'amica.Mentre cominciavo a prendere sonno, stretto al piede di marta, pensavo con angoscia se e per quanto sarei rimasto il suo amore. E cosa sarebbe successo se un giorno si fosse innamorata di un ragazzo di altezza normale.