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jryan^ ha inviato un messaggio dal titolo:
Seconda Parte ed ha ricevuto
7 repliche.
messaggio inviato in data:
27/Maggio/2007 18:51:02
ecco la seconda parte. volevo mettere un nuovo elemento in questa storia. le alternative! a fine racconto metterò 3 possibiltà e ognuna di queste comporterà un'azione diversa del protagonista e anche un evoluzione diversa nella storia. Proviamo a vedere come viene. Naturalmente contiuerò la storia in base alla scelta che avrà avuto la maggioranza dei voti.
Racconto: Pulsione II
Camminai per sei ore, senza sosta. Le gambe si fecero pesanti, il respiro affannato. Sudato mi sedetti sulla superficie ruvida del mattone mentre intorno a me si allungavano le ombre dei fili d’erba illuminati dalla luce del tramonto. Avevo sete, e in tutto quel tempo non ero ancora riuscito a raggiungere la porta d’ingresso. Per lo meno adesso, però, la vedevo innalzarsi in lontananza, a troppi passi di distanza per poterla raggiungere in breve.
Decisi di riposarmi e mi sdraiai a terra, sentendo con piacere i muscoli delle gambe rilassarsi. Un vociferare indistinto e lontano mi fece allertare, poi la terra iniziò a vibrare più del solito, ed il suo mormorio si trasformò in tuoni ripetuti ed intervallati da pochi istanti di silenzio. Il cuore cominciò a battermi all’impazzata, il pene si indurì :stavo per vedere una gigantessa.
La porta si aprì e Sara ne uscì salutando Maria :
<< Ci vediamo domani mattina! Buona serata!>>
<< Anche a te!>> fece eco la voce di Maria dall’interno.
Uno scatto elettrico fece aprire il cancello e Sara iniziò a camminare con un andatura sostenuta verso di me.
Sara era una mia ex- compagna del liceo, aveva i capelli corti, occhi grandi e neri. Non era molto alta ma compensava con la sua eleganza, con le gambe muscolose, e con le sue mani ed i suoi piedi curatissimi. La osservai camminare verso di me, indossava una camicia, dei pantaloni di cotone stretti e ai piedi dei sandali con il tacco alto, molto sexy; le cinghie avvolgevano il piede sul dorso e poi si arrampicavano sulla sua caviglia. Le dita possenti dei suoi piedi si piegavano ad ogni passo e ogni volta che il peso si andava a scaricare su di loro i polpastrelli soffici si allargavano sulla superficie del sandalo, troppo piccola per contenerli, ed andavano a sfiorare il mattonato, che li impolverava appena. Le unghie erano leccate di uno smalto lucido e trasparente ed erano tagliate un po’ lunghe e un po’ a punta. Vedere quella ragazza colossale camminare verso di me mi fece provare una sensazione di completo appagamento. Folle e stregato restai fermo dove mi trovavo, incurante che Sara avrebbe potuto schiacciarmi senza nemmeno accorgersene. Rimasi fermo volutamente. Una folata si odore acre annunciò l’arrivo della colossale estremità della mia amica, poi questa si posò con uno schianto ed un terremoto terribile a meno di un centimetro sulla mia sinistra. Mentre barcollavo mantenni lo sguardo verso l’alto per godermi la vista dell’arco plantare di Sara svettare sopra la mia testa, il suo tallone comprimersi e diventare rosso sotto la pressione del suo peso e le gambe infinite scomparire nel cielo indistinto della sua enormità. L’altro piede, nel compiere il passo, sorvolò la mia testa, con la larga suola sporca. Mi ritrovai a ruzzolare come fossi polvere, trascinato dalle correnti d’aria che un semplice passo di due piedini numero 36 avevano scatenato intorno a me. La mia caduta si arrestò con uno schianto, lo schianto del tacco del sandalo che si posava davanti a me, poi Sara scomparve velocissima, il suo allontanarsi fu rapidissimo rispetto al semplice passo che aveva compiuto sopra di me.
Restai sdraiato a terra e portai la mano al pene per coronare quel momento di puro piacere con un tributo alla mia ingnara amica. Poi rimasi a giacere a terra, appagato, per il momento.
ORa cosa succede?
a) Cammino verso casa
b) inseguo Sara
c) resto sdraiato li.
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