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jryan^ ha inviato un messaggio dal titolo:
Racconto: Pulsione IV ed ha ricevuto
9 repliche.
messaggio inviato in data:
30/Maggio/2007 18:10:49
Vince la risposta B: Decido di cercare di attirare la sua attenzione. Il pensiero di vedere i suoi occhi su di me, il renderla consapevole della mia incredibile piccolezza, del mio essere un microbo confronto a lei, crea in me uno stato di eccitazione tale che, nonostante la stanchezza, con ampie ( per quel che si può) falcate, raggiungo il mobiletto su cui è posato il televisore. Me ne resto li, in piedi sul pavimento e guardo verso Maria, che con lo sguardo alienato non sembra notarmi. Inizio allora a chiamarla e ad agitarmi ma niente, ai suoi occhi devo risultare un piccolo puntino che non merita alcuna considerazione. Non demordo, continuo a cercare di attirare la sua attenzione ma lei continua a non notarmi. mi siedo sul freddo apvimento mentre sopra la mia testa rimbomba il caos del televisore. sbuffo annoiato e con il viso imperlato di sudore. Ad un tratto sento un fruscio, alzo lo sguardo e vedo Maria che si mette a sedere sul divano, protende la mano con il telecomando verso il televisore e ruotando appena il polso lo spegne. Poi si alza e cammina scalza verso di me, probabilmente vuole spegnerlo bene, lasciarlo in standby non è infatti consigliabile. La vedo incedere verso di me e dopo due passi eccola svettare sopra la mia testa. eccitato la osservo dal basso e non mi muovo. nel mio cuore spero abbassi lo sguardo e mi veda. Ma mentre sto li ai suoi piedi con il naso per aria mi ritrovo ad un tratto sormontato dalla sua ampia pianta del piede: Maria infatti, compie un piccolo passo in avanti mentre si accuccia per spingere il pulsante della tv e mentre lo fa, posa il suo enorme piede sopra di me.
Non so se reputarla fortuna o sfortuna; all'inizio la sensazione di calore avvolgente e l'odore dolciastro insieme al tocco della pelle setosa mi affascina, poi la sensazione di oppressione, i polmoni ed il corpo compressi, la mancanza di respiro e l'oscurità mi fanno cadere in un turbinio di terrore. sono calpestato da Maria, e precisamente sotto il morbido avanpiede, all'altezza del secondo e terzo dito, una zona del piede che non è soggetta alla maggiore pressione, che invece si riversa sui due lati. Lei non sembra percepirmi, e quando solleva il piede per tornare verso il divano io rimango appiccicato come un granello di sabbia sotto di lei. Mentre la mia amcia muove passi lenti per il salotto, diretta chissà dove, io sento il pavimento schiantarsi sulla mia schiena con boati terribili e solo per la incredibile morbidezza della pianta del piede della gigantessa riesco a sopravvivere. Mi strigno forte alla sua carne in cui affondo il viso.
Maria raggiunge la cucina e si siede al tavolo, con rilassatezza alluga i piedi su di esso e li incrocia mentre afferra una mela ed un coltello ed inizia a sbucciarla. Solo in quel momento allontano il viso paonazzo dalla pianta del piede di Maria e riprendo fiato. Mi ritrovo appiccicato sotto l'avanpiede della mia amica, sospeso a decine di metri di altezza rispetto al livello del tavolo e sotto di me, si muovono lentamente le dita dell'altro piede.
Osservo le grandi dita, lunghe, con i polpastrelli carnosi e le unghie con la franch pedicure. Cerco di staccarmi, spingendo con le braccia e ci riesco senza difficoltà, svivolo in basso e vado a cadere pesantemente sull'alluce dell'altro piede, sbattendo la gamba sull'unghia. un dolore lancinante mi fa gridare, vedo del sangue espandersi sui miei jeans e sulla pelle del dito di Maria. Dimenandomi scivllo anche dall'alluce e dopo un volo vertiginoso cado sul tavolo. Dominato dalle immense piante dei piedi di Maria, strappo il tessuto del jeans e scopro un profondo taglio che mi solca la parte posteriore della coscia, un taglio dello stesso spessore del bordo dell'unghia di Maria. Terrorizzato dalla potenza delle dimensioni della mia amica striscio lontano dai suoi piedi e mi avvoglo la ferita stringengoci intorno il jeans strappato. Non so cosa fare:
A)Mi riavvicino al piede di Maria e inizio a toccarlo, leccarlo, e baciarlo per farmi sentire
B)Mi trascino fino al bordo del tavolo verso di lei per essere più visibile e chiederle aiuto
C)Mi getto giù dal tavolino e cerco un posto sicuro dove nascondermi