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jryan^ ha inviato un messaggio dal titolo:
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messaggio inviato in data:
15/Luglio/2007 20:09:21
La Sorella(parte I)
Avevo dato l’ultimo esame della sessione estiva e finalmente potevo concedermi un po’ di riposo. Era fine luglio e mi ritrovai da solo a casa, i miei erano partiti e io non sarei andato al mare prima di dieci giorni. Poiché starmene da solo mi ha sempre messo un po’ di tristezza mia sorella Francesca decise di invitarmi a casa sua. Francesca era una ragazza mora di trent’anni, occhi verdi come i miei, un metro e settantotto di fisico asciutto e un bel 39.
Lei si era sposata da poco e , come me, non sarebbe partita prima di almeno altre due settimane, perché il marito doveva lavorare e tra l’altro sarebbe stato fuori per parecchi giorni.
Io accettai e la ringraziai. Adoravo l’idea di starmene spaparanzato nel suo enorme appartamento, curatissimo, ben arredato, e con un enorme televisore lcd, che era stato il più bel regalo di nozze. Inoltre Francesca era stata scippata ad inizio estate mentre passeggiava tranquilla in una via del centro e da allora era diventata paranoica per i ladri, quindi, la mia presenza a casa con lei l’avrebbe anche tranquillizzata.
Arrivai da lei per l’ora di pranzo,mangiammo insieme una caprese e poi ci buttamo sui soffici divani a guardare la tv. Il condizionatore rendeva il clima fresco e piacevole mentre fuori il sole splendeva inesorabile portando la temperatura sui 36 gradi.
Mia sorella si sedette sul divano appoggiando i piedi nudi sul tavolino di vetro davanti a lei, io li guardai e sorrisi vedendo il vetro sotto il suo tallone appannarsi:
<<Sei veramente una sozzona!>> dissi scherzando e mia sorella sorrise continuando a cambiare canale. Notai il piccolo tatuaggio che si era fatta sulla caviglia quando era una ragazzina; una fatina e sorrisi di nuovo ripensando a che casino era successo quando mio padre l’aveva scoperta.
In breve ci ritrovammo a parlare del più e del meno, era evidente che entrambi eravamo felici di ristare un po’ insieme. Il fatto che non vivessimo più insieme ci aveva reso più interessanti e con più argomenti, avevamo tante cose da dirci e dal sorriso sulla nostra bocca era evidente che eravamo contenti di stare insieme.
Parlando lei iniziò a raccontarmi di nuovo dello scippo, ultimamente ne parlava sempre; in pratica, mentre camminava un ragazzo le aveva afferrato la borsa e strattonandola aveva cercato di sottrargliela. Francesca però, che tra i vari sport che aveva fatto aveva fatto anche prepugilistica , rispose all’assalto urlando spaventata e colpendo il ladruncolo con un pugno in pieno viso, costringendolo a scappare strillando imprecazioni e insulti contro di lei.
Da quel giorno Francesca, che era sempre stata una persona un po’ nervosa, si sentiva minacciata costantemente e mi disse:
<<Calcola che nella borsa ora mi tengo una bomboletta spry che mi è costata tantissimo!>>
<<uno spray al peperoncino? Ma Fra, ti dirò, cerca di stare più tranquilla, non sono cose che capitano tutti i giorni e poi alla fine ti è pure andata bene! Rilassati, dammi retta!>>
<<Ma sto rilassata…>> disse lei sorridendo:<< con questo spry in tasca! E non è al peperoncino è una cosa nuovissima e fighissima! Praticamente lo spruzzi sull’assalitore e lo rimpicciolisci!>>
Restai zitto e la guardai con un’espressione interrogativa e perplessa, lei allora continuò, per assicurarsi che capissi bene quello che stava dicendo:
<<Si! Lo rimpicciolisci, lo fai diventare piccolo come uno scarafaggio! Così non ti può più fare del male, anzi, rendi lui indifeso a tal punto che se ti va l’acciacchi pure!>> rise.
Inquieto vidi crearsi nella mia mente l’idea di mia sorella gigantessa. Era una cosa a cui non avevo mai pensato, un qualcosa che forse rimaneva latente e nascosto nel mio subconscio e che quelle parole portarono prepotentemente alla ribalta della mia sfera cosciente.
Deglutii nervoso, facendo scorrere il mio sguardo dai piedi al viso di mia sorella: una gigantessa fantastica.
Scacciai dalla mente quel pensiero, sentendomi in un certo qual modo colpevole e sporco. Dissi:
<< Fra, ma sei sicura? Guarda che mi sembra una cosa impossibile! Ma chi te l’ha venduto?>>
Mia sorella rispose alzandosi e andando a prendere lo spray dalla borsa per poi leggere l’etichetta:
<<Safe Stuff!>> disse risedendosi sul divano.
<<Mai sentito!>> dissi
<< Ma come fai ad essere sicura che funzioni? Insomma, l’hai provato?>> continuai.
<<Ma no che non l’ho provato! Chi posso prendere e rimpicciolire così di botto!?>>
<< eppure ti fidi che funziona? Bah!>> dissi io.
<< Ricky, guarda,me l’hanno garantito, per quello che è costato! E poi non mi fare venire l’ansia, sono così tranquilla con questa bomboletta!>>
Io risposi:<< beh, provala allora, così sei sicura che funziona e se non funziona la riporti indietro e ti rifai pure dare i soldi!>>
Mi alzai e camminai verso di lei per prendere lo spray:
<< Dai, lo provo io, tanto sto in vacanza e non devo fare niente!>>
Francesca esclamò: << NO! Ma che sei scemo! Ti fa male!!>>
<<Capirai, ma nemmeno funzionerà!>>
<< E se funziona invece? Che fai? Il micro nanetto in giro per casa per due giorni?>>
<< Perché? L’effetto dura 2 giorni ?>> chiesi
<< Si, c’è scritto sull’etichetta!>> rispose Francesca.
<< E vabbè dai! Tanto ci pensi tu a tenermi al sicuro! >> dissi.
<< No! Non ci pensare, non si fa sta cazzata! Che mi fai agitare!>> rispose mia sorella stringendo a se la bomboletta.
Annuii:<< e vabbè, se ti vuoi far fregare! E poi meglio così che se funzionava mi avresti asfissiato con la puzza di quei piedoni!>> dissi scherzando.
Lei rispose sorridendo :
<<Appunto!>>
Quella notte non chiusi occhio, avevo in testa il pensiero fisso di usare quella bomboletta su di me. Sarà stata la vacanza e il non avere niente a cui pensare, sarà stata la convivenza con mia sorella, ma entrai in uno stato di ossessività. Elaborai un piano.
Il giorno seguente feci colazione con Francesca, che poi sarebbe uscita per fare la spesa.
<< Io…>> le dissi << vado a farmi una giornata al mare con gli amici, se riesco ad arrivarci nonostante il traffico, e torno per sta sera.>>
<< ah ok!>> mi rispose Francesca:<< E come fai per il costume? Lo passi a prendere a casa tua?>>
<< Si , non ti preoccupare.>>
<< ok allora, se aspetti due minuti mi lavo io e poi ti puoi iniziare a preparare tu!>> disse, ed io annuii.
Appena sentii lo scroscio della doccia raggiunsi la borsa di mia sorella, afferrai la bomboletta e la nascosi tra i cuscini del divano, sperando che Francesca non si accorgesse dell’oggetto mancante. Poi mi sedetti a guardare la tv.
Dopo dieci minuti arrivò mia sorella con indosso una camicia bianca, dei jeans e delle infradito, afferrò in tutta fretta la borsa ed i cellulare poi mi salutò con un bacio:
<< A sta sera allora, stai attento!>>
<< Si, ciao Fra!>>
<< quando esci ricordati di spegnere la tv e la porta chiuditela bene alle spalle, non ti lascio le chiavi perché tanto torno io presto! Ciao!>>
<< si ciao.>> risposi, e mia sorella uscì.
Come un ragazzino emozionato, con le mani tremanti e il cuore che batteva a raffica, tirai fuori la bomboletta e lessi le istruzioni d’uso. Mi sembrava quasi un sogno tutta quella situazione. Mi alzai dal divano e presi le chiavi della mia macchina il portafogli ed il mio cellulare per andarli a nascondere, in modo che mia sorella non capisse che in realtà non ero uscito. Li misi sotto il letto della mia camera e poi tornai in salotto. Stappai la bomboletta e senza pensarci troppo me la spruzzai addosso abbondantemente; un odore chimico e disgustoso mi fece bruciare gli occhi il naso e mi iniziò a far prudere la pelle, sbuffai infastidito sentendo un sapore amaro in bocca, poi mi iniziarono a fischiare le orecchie. “bene non fa!” pensai mentre iniziavo a tremare e le vertigini mi facevano a stento reggere in piedi. Ad un tratto mi accorsi che la mia visuale sul salotto stava cambiando, si stava abbassando piano piano, e dopo poco mi ritrovai altro come il bracciolo del divano. Continuai a restringermi, pensando emozionato: “funziona! Oh mio Dio! Funziona!>>
Ad un certo punto iniziai a vedere il mondo intorno a me come se fossi un cagnolino, e poi sempre più piccolo, fino a quando il pavimento si presentò ai miei occhi come un enorme distesa, ora vedevo il mondo dalla prospettiva di un insetto.
Guardai in alto per constatare l’altezza delle cose, tutto era immenso, imponente, terrificante. Provare a rapportare mia sorella alle dimensioni del salotto era annichilente.
“cazzo… forse sono troppo piccolo! Forse nemmeno mi vedrà se ho bisogno di aiuto!” pensai in un istante di agitazione, ma poi l’eccitazione per la circostanza, unita al fatto che gli effetti fastidiosi dello spray andavano svanendo, mi fecero apprezzare la mia decisione.
Ora c’era solo un problema, la bomboletta spray era qui davanti a me, sul pavimento, stappata e un po’ gocciolante. Era delle dimensione di un container e di certo non sarei mai riuscito a spostarla. Questo forse avrebbe insospettito mia sorella, ma infondo, come poteva pensare che avessi fatto una cosa del genere? Cercai di pensare in positivo e mi aggirai un po’ per casa divertito dal fatto d’essere piccolissimo.
Qualche decina di minuti dopo sentii le chiavi girare nella serratura di casa ed iniziai a correre verso il salotto per assistere all’arrivo di mia sorella. Ma prima che potessi raggiungere il salotto sentii la porta richiudersi ed il pavimento iniziare a tremare sotto i passi di Francesca. Continuai a correre verso il corridoio, e stavo percorrendo il corridoio quando vidi volare in lontananza prima una e poi l’altra ciabatta infradito di mia sorella, che si andarono a schiantare con un “ciaff” assordante vicino al divano. Poi ripresero i boati dei passi di mia sorella, questa volta più sordi ed ottusi, attutiti dalla morbidezza delle sue piante dei piedi, e un attimo dopo vidi apparire Francesca, con due pesanti buste in mano. Iniziò a percorrere il corridoio verso la cucina tenendo gli occhiali da sole in bocca, vidi i suoi piedi immensi posarsi nudi e maestosi sul pavimento e mi appiattii sul battiscopa per non rischiare di rimanerci stampato sotto. Quando Francesca mi passo davanti sentii una folata della puzza del suo piede e il fruscio del vento che generava con la sua immane massa corporea, alzai lo sguardo e le sue gambe chilometriche svettavano sopra di me fino al suo sedere rotondo. Quando fu passata vidi le sue piante un po’ sporche sollevarsi ad ogni passo e mostrarmisi enormi e dominatrici.
Continua…