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jryan^ ha inviato un messaggio dal titolo:
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messaggio inviato in data:
21/Luglio/2007 18:31:13
Storia: La Sorella ( parte II)
Francesca iniziò a sistemare la spesa in cucina, la sentivo trafficare con buste e sportelli. Io mi incamminai verso di lei, stando sempre vicino al battiscopa. Quando entrai in cucina la vidi sedersi al tavolo per mangiare un panino che si era preprarata ed incrociare i piedi nudi sotto la sedia. Da lontano vidi quelle sue vaste piante dei piedi, così immense ed invitanti. Inziai a correre e arrivai col fiatone sotto la sedia; davanti a me si innalzavano larghe e un po’ sporche le immense piante dei piedi di mia sorella; le dita del piede destro erano divaricare e sospese a pochi centimetri dal pavimento, mentre quelle del piede sinistro erano compresse sul pavimento. Con il cuore che mi batteva nel petto come uno stantuffo e la mano tremante , toccai il polpastrello dell’alluce di Francesca; sentii la pelle soffice e caldissima eppure tanto dura al tatto. Mi spaventai quando lei reagì muovendo il dito e dandomi un colpetto che mi fece cadere sulla schiena. Probabilmente mi aveva sentito e così maledissi la mia imprudenza, terrorizzato che lei abbassando lo sguardo mi avrebbe scoperto. Ma non avvenne. Finito il panino, che sentivo essere masticato lontano centinaia di metri sopra la mia testa, mia sorella si alzò scatenando uno stridore assordante ed un terremoto terribile mentre spingeva indietro la sedia e si alzava in piedi. Io fui costretto a rannicchiarmi con le mani sulle orecchie mentre tutto tremava orribilmente. Naturalmente lei era del tutto inconsapevole di quale inferno mi stesse facendo vivere con quel suo semplice gesto. In breve si allontanò ed uscì dalla cucina. Io mi apprestai a seguirla, avevo questa ossessione di osservarla, di guardarla gigante aggirarsi sopra di me. Ma stavo correndo verso la porta della cucina quando sentii i boati dei suoi passi farsi di nuovo vicini e la vidi arrivare veloce dal corridoio. Spaventato , dato che mi trovavo nel bel mezzo del pavimento, mi misi a correre nella direzione opposta alla sua. Due schianti assordanti seguiti da tonfi sordi e tremolanti echeggiarono alle mie spalle, poi il pavimento sul quale correvo venne ricoperto da un ombra scura e minacciosa. Alzai lo sguardo mentre continuavo a correre con le ginocchia che mi tremavano e vidi l’enorme piede di Francesca sul punto di posarsi su di me. Non feci in tempo nemmeno ad urlare, fui investito da quella massa di carne e compresso orribilmente sul pavimento freddo, sentii il mio corpo affondare nella morbida pelle dell’avampiede di mia sorella ed il suo calore spandermisi sulla schiena. Un odore acre e fortissimo mi pervase le narici, ma non era un odore nuovo e nemmeno sgradevole, era uno odore che avevo già conosciuto in passato, quando scherzando la mia sorellina mi faceva annusare i suoi piedoni dopo avermi immobilizzato in qualche modo dato che lei era già una adolescente quando io ero un bambino piccolissimo. Il pensiero di noi che giocavamo mi fece sentire infido ad essermi rimpicciolito per spiarla . Ma in quegli istanti, sentendo il peso aumentare su di me, pensavo solo che in fondo finire li sotto non sarebbe stato male. Sorrisi al pensiero che i piedi di mia sorella mi erano sempre sembrati grandi quando ero piccolo; ricordavo una volta che stavamo guardando il televisore insieme sul divano. Lei stava sdraiata ed io seduto; lei aveva appoggiato i suoi piedi sulle mie gambe. Ricordo che io avrò avuto otto anni, lei invece ne aveva già 17, e rimasi piacevolmente impressionato che i suoi piedoni mi arrivavano dalle gambe fin quasi al mento. Come mi ero sentito piccolo, e adesso lo ero ancora di più, tanto che Francesca, con quelle sue estremità stava per cancellarmi dalla faccia della terra.
Il peso diminuì improvvisamente e io mi trovai sollevato ad una velocità pazzesca: ero rimasto appiccicato sotto il piede sudato e sporco di mia sorella. Urlai vedendo il pavimento venirmi incontro velocemente mentre lei faceva un altro passo, lo schianto fu terribile, ma io rimasi illeso. Mi trovavo in una parte del suo piede sul quale non veniva scaricato direttamente il suo peso immenso e quindi riuscivo a sopravvivere, tra l’altro la sofficità della sua pianta mi aveva accolto dentro di se come in una minuscola nicchia appiccicosa. Rimasi appiccicato li sotto non so quanto tempo. Mia sorella continuò a camminare per casa e a darsi da fare camminandomi sopra continuamente, calpestandomi ad ogni passo, soffocandomi continuamente a sua insaputa.
Chissà che colpo le sarebbe venuto se avesse saputo cosa mi stava facendo, lei…che era sempre stata preumorossissima nei miei confronti.
Quando infine Francesca si sedette sul divano e stese le gambe per appoggiare i piedi sul tavolino, io potei tirare un respiro di sollievo, ma ancora non riuscii a staccarmi da li sotto.
Poco dopo suonò il campanello e mia sorella si alzò per andare ad aprire, mi ritrovai ad essere calpestato e tra un boato e l’altro sentii mia sorella salutare l’amica che l’era venuta a trovare, dato che era sola in casa per l’intera giornata; Silvia.
<< Ciao bella!>> sentii dire da Silvia, una ragazza molto bella, alta, con capelli lunghi e castani chiari, un po’ mossi.
<< Ciao Silvia! Vieni , accomodati, mi sto guardando un giallo!>>
<< Ah, che bello! Senti, ho portato da mangiare cinese, così non dobbiamo cucinanre, sei contenta?>> chiese Silvia.
<< Oddio, a me fa schifo, però vabbè, dai!>> rise mia Sorella.
<< Eh lo so che ti fa schifo, ma devi iniziare ad assaggiare anche altre cose all’infuori degli spaghetti!>>
Le due risero e poi si accomodarono in salotto. Di Silvia non riuscii a vedere nient’altro che i piedi calzati da due bei sandali infradito, le unghie erano smaltate di trasparente con una stupenda french pedicure. Praticamente ero sospeso sopra i piedi della ragazza, dato che mia sorella aveva le gambe accavallate e io penzolavo insieme al suo piede a mezz’aria.
In quei momenti non mi sentii niente, mi sembrava di essere solo un granello di polvere tra i colossali piedi, le mastodontiche dita e le gigantesche scarpe di quelle due ragazze.
Mentre le due parlavano del più e del meno, distrattamente mia sorella prese il telefono e compose il numero del mio cellulare per sapere se fosse tutto apposto e se mi stessi divertendo; sentii il mio cellulare squillare in lontananza nella mia stanza. Franscesa di alzò di scatto e corse in camera mia dicendo:
<< Quel rimbambito di mio fratello si è dimenticato il cellulare qui!>>
E Silvia rispose:<< oh! Riccardo! Che carino che è! Se fosse stato un po’ più grande me lo sposavo!>>
Francesca trovò il mio cellulare sotto il letto, insieme a tutto il resto delle mie cose, così, preoccupata ed insospettita tornò in salotto e spiegò la situazione a Silvia.
<< Ha lasciato tutto qui! Chiavi della macchina, occhiali, chiavi di casa… cellulare…portafogli!>>
Silvia chiese:<< Dove doveva andare?>>
<< Al mare con gli amici….>>
<< Lo saranno passato a prendere! Dai, non ti agitare Fra!>> disse Silvia per calmarla.
Ma mia sorella era nervosissima, preoccupata che mi fosse successo qualcosa. Rimaneva in piedi a pensare, ed io stavo soffocando sotto di lei, compresso con il viso nella moquette.
<< Sai cos’è strano?>> disse ad un tratto mia sorella:
<< Che tutte ste cose stavano sotto il letto…come se le avesse nascoste!>>
Silvia sbarrò gli occhi e disse:<< non so che dirti Fra…tu che pensi?>>
Mentre l’ossigeno a mia disposizione era sempre di meno mi sentii una merda, beccato da mia sorella mentre facevo il pervertito! Ma non sarebbe stato un problema, ancora pochi secondi e avrei smesso di esistere prima di essere completamente umiliato.
Ad un tratto fu Silvia a notare qualcos’altro per terra :<< ha nascosto anche qualcos’altro…li vicino al divano blu!>> e si alzò per raccogliere la strana bomboletta, la sollevò rigirandosela tra le mani e chiese guardando Francesca:<< e questa che è?>>
Francesca riconobbe la bomboletta e rimase a bocca aperta per poi dire:
<< Questo scemo ! Si è rimpicciolito a microbo! Perché non credeva che la bomboletta funzionasse e l’ha provata!!!>>
Silvia allora disse osservando la bomboletta :<< ah! Sono queste le famose bombolette di cui mi parlavi?>>
Ma mia sorella era troppo nervosa per risponderle ed esclamò:
<<Resta ferma dove sei SIvlia! Che qua va a finire che lo acciacchiamo!>>
Silvia si era tranquillizzata e disse:<< ma dai, tranquilla! Almeno sai che è qui a casa e che ha solo fatto una scemenza!>>
<< Ferma!>> gridò mia sorella nuovamente vedendo Silvia muoversi per riandarsi a sedere.
<< Riccardo sei un cretino! Esci fuori da dove ti sei nascosto ! fatti vedere!!!>> disse mia sorella.
Silvia aggiunse:<< Riccardo raggiungici in salotto e fatti vedere, noi rimaniamo sedute ferme ad aspettarti!>>
Francesca annuì :<< Brava Silvia, Riccardo tu raggiungici! E stai attento!>>
Allora mia sorella si sedette sul divano, concedendomi di respirare nuovamente. Silvia la imitò muovendosi molto cautamente.
<< Levati le scarpe Silvia!>> disse mia sorella:<< che con quelle se ti capita sotto lo spiaccichi, e anzi, controlla che non ci sia niente sotto!>> quest’ultima parte la disse con la voce agitata dall’ansia.
Silvia si sfilò i sandali e ne controllò la suola, sporca ma :<< …senza tracce di micro fratelli schiacciati!>> disse lei con un sorriso.
Continua…