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jryan^ ha inviato un messaggio dal titolo:
Storia: il Ciclo D'Esperimenti(I) ed ha ricevuto
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messaggio inviato in data:
28/Settembre/2007 18:18:53
Il Ciclo D'Esperimenti (I)
Daniela era una biologa, una delle migliori. Portava avanti uno studio sperimentale sulla ricombinazione genetica e faceva passi in avanti. Trovò i finanziamenti per aprire un centro tutto suo e in breve divenne una delle più importanti scienziate d’Eurpoa.
Io, invece, non ero nessuno. Avevo 25 anni e dopo il liceo mi ero arruolato nell’esercito. Dopo le missione operative avevo abbandonato la carriera militare e mi ritrovai in mezzo ad una strada, senza un soldo e privato dell’entusiasmo di andare avanti. Fu per quello che mi avvicinai a Daniela, a lei servivano volontari per i suoi studi, sarei stato ben pagato e del resto non m’importava niente.
Arrivai nel suo ufficio un pomeriggio di fine maggio e lei mi accolse calorosamente:
<< Prego! Si accomodi!>> mi disse venendomi incontro e stringendomi la mano. Io guardai quella donna dalla bellezza prorompente; mora con occhi castani e penetranti, viso e corpo statuari, con un seno florido e gambe lunghe e toniche, che sotto quella gonna corta sembravano invitare a danzare e a festeggiare la bellezza della natura. In breve, decisi che avrei fatto qualsiasi cosa pur di starle accanto. Firmai il contratto senza pensarci troppo, e me ne tornai a casa con duemila euro e un appuntamento per ripresentarmi li due settimane dopo.
Quando venne il girono di tornare da Daniela fui puntuale e venni portato nel suo laboratorio, la trovai con il camice indosso, ben vestita, con una maglietta e una gonna fino al ginocchio e dei sandali ai bei piedi smaltati.
<<Buongiorno!>> mi disse facendomi accomodare.
<< Ecco, si sieda qui, ho bisogno di farle qualche analisi prima di iniziare.>> e con naturalezza mi infilò un ago nella vena del gomito per farmi un prelievo.
<< Mi scusi, è necessario.>> mi disse sorridendomi.
<<Non c’è problema!>> fu la mia risposta.
La donna analizzò il mio sangue in breve e mi si rivolse di nuovo:
<< Bene, possiamo cominciare, si spogli e intanto io le spiego in cosa consisterà il suo lavoro.>>
<<Bene.>> e mi iniziai a spogliare mentre lei, seduta su una sedia con le gambe accavallate prendeva a dire mentre sorseggiava un caffè freddo, che chissà chi e chissà quando gli era stato portato.
<<Dunque, lei entrerà in quel camerino collegato a questo macchinario ed in parole povere la sua energia elettrica sarà trasferita in un circuito simile al cervello umano, a quel punto da quest’altra parte , in quest’altro camerino metterò un animale da esperimento e farò ricombinare i vostri dna. Eseguirò dei test e poi riporterò tutto alla normalità.>>
Guardai Daniela con perplessità e chiesi:<< In pratica toglierà la mia mente , i mei pensieri, e tutto ciò che sono dal mio corpo mentre svolge questo esperimento?>>
<< Esatto, in parte. Perché per poter compiere dei test dovrò trasferirla anche nel corpo dell’animale da esperimento, ma sarà solo per poco e lei non corre alcun rischio, perché la traccia della sua mente verrà registrata in impulsi elettrici nel computer.>>
<< In poche parole sarà come se la mia anima sarà intrappolata nei circuiti del pc?!>>
Daniela annuì:<< esatto. Diciamo che per pochi minuti sarà immortale!>>
Non avevo ben chiaro quale fosse lo scopo e in cosa consistesse quel test, ma Daniela sembrava fiduciosa e aveva una personalità magnetica e rassicurante.
Entrai nudo nel camerino e Daniela lo chiuse accuratamente, parlò poi tramite un microfono per assicurarsi che la sentivo dall’interno. Poi, la scienziata andò a prendere l’altra cavia, quella con meno diritti rispetto a me ma uguale per tutto il resto, io da li dentro non lo sapevo, ma ben presto avrei scoperto che si trattava di una formica.
Daniela mise la formica nel secondo camerino, chiusa in un barattolino di plastica e poi andò ai comandi.
<< Si prepari, stiamo per cominciare.>>
Sentii una scossa e poi nient’altro. Non ebbi coscienza di niente, solo ad un certo punto mi ritrovai in un barattolino di plastica, e muovendo le braccia muovevo delle antenne, mentre camminando muovevo alla perfezione sei zampe poste sul mio torace: ero una formica! Ovvero, la mia mente era stata trasferita dentro una formica!
<< Bene, non si agiti, adesso lei è una formica, ma lo sarà per poco, giusto il tempo di compiere alcuni test. Tra poco aprirò il camerino in cui si trova e prenderò il barattolo, non si agiti anche se sarò gigantesca a suo confronto.>>
Disse Daniela e poco dopo vidi la porta del camerino aprirsi e la donna colossale chinarsi su di me e afferrare il barattolo tra indice e pollice. Vidi i polpastrelli delle sue dita premuti sulla superficie di plastica che scricchiolò sinistramente e poi fui sollevato fino all’altezza dei suoi occhi, che grandi e profondi come due buchi neri nell’universo mi avvolsero.
“Ecco cosa si prova ad essere una formica! Beh, niente male!” pensai.
Daniela mi posò sul ripiano di un mobile e aprì il barattolo:
<< So che le devo far molta paura, ma le assicuro che non le succederà niente. Devo solo farle un prelievo!>>
“ancora!?” pensai e vidi Daniela prendere un ago che rispetto a me era delle dimensioni di un palo della luce.
“Ma che cazzo fa? Mi ucciderà!” pensai
Daniela avvicinò cautamente l’enorme ago a me e disse:
<< Non si preoccupi, si ricordi che in realtà il suo corpo è nell’altro camerino e che la sua mente è nel computer!>> mi disse.
“ vuol dire che mi sta per uccidere!” esclamai emettendo solo un verso strano che mai avevo sentito fino a quel momento.
Quando Daniela avvicinò l’ago io iniziai a scappare e lei subito tuonò dall’alto:
<< Stia calmo non morirà!>>
L’istinto di preservazione era tale che riuscii a uscire dal barattolo e mi lanciai in una corsa disperata sul piano bianco del tavolo. Daniela urlò:
<< Si fermi!>> e la sua enorme mano si abbattè su di me violentemente con un boato assordante, la mia fortuna fu quella di finire nello spazio tra l’anulare e il medio, così continuai a scappare.
“ mi stava schiacciando!” pensai allarmato. E mi lanciai giù dal tavolo; caddi sul pavimento senza nessun danno e ripresi a correre, sta volta però mi ritrovai davanti il colossale piede destro di Daniela, avvolto in un sandalo infradito, con le unghie leggermente lunghe smaltate di rosso acceso, quando lo vidi posato davanti a me in tutta la sua mole capii che non c’era più niente da fare e mi fermai. Alzai lo sguardo e vidi Daniela guardarmi.
“ mi arrendo!” pensai, sperando che lei lo capisse, ma la donna sollevò il piedone sopra la mia testa: mi ritrovai sovrastato dalla sporca ed ampia suola del suo sandalo oltre la quale vidi le sue dita incurvarsi un po’ all’in giù ; con uno schianto tutto il suo peso si abbattè su di me.
Quando rinvenni mi ritrovai di nuovo nel mio corpo e Daniela aprì la cabina:
<< Come si sente?>> mi disse.
<< Tutto bene…>> dissi io titubante, guardandomi le mani ed il corpo:
<<…ma…ma lei mi ha schiacciato?!>> chiesi confuso, tutto mi sembrava un sogno.
Daniela mi sorrise:<< beh, non ho schiacciato lei, ma una formica che non riusciva a stare ferma. Ma sono riuscita ad ultimare il test sul corpicino della poverina. Grazie, mi è stato molto utile! Ci rivediamo Mercoledì!>>
Io ribattei:<< aspetti! Ma io ero li dentro! Io ho visto attraverso gli occhi della formica! È stato terribile!>>
Daniela mi rispose mentre si voltava e chiudeva le applicazioni del suo macchinario:
<<Ha fatto un’esperienza singolare, non c’è che dire, ma non ha avuto nessuno danno, se lo ricordi, lei è immortale durante gli esperimenti! Ora si rivesta e la prego, mi faccia tornare a casa che sono esausta!>>
Io mi rivestii e salutai la dottoressa Daniela. Lei mi chiamò prima che fossi uscito dal laboratorio:
<<Mi scusi….>> ed esitò, non sapeva il mio nome, così glielo dissi:
<<Riccardo!>>
<<Si , mi scusi Riccardo. Le voglio ricordare che lei è tenuto a non dire nulla di tutto questo fuori dal centro. Se lo fa potrà essere perseguito penalmente.>>
Risposi ironico:<< Beh, devo dire che me lo ricorda in maniera molto umana!>>
Daniela sorrise :<< Scusi la mia freddezza.>>
<< va bene comunque, non si preoccupi. Arrivederci!>> dissi io.
<< Solo un’altra cosa….>> disse lei:
<<…com’è stato?>>
<< Com’è stato cosa?>> chiesi a mia volta.
<<Essere calpestato. È la prima persona con cui sono costretta ad agire così…sono curiosa.>>
Risposi sinceramente:<< Beh, meglio che essere trapassati da parte a parte da quell’ago!>>
<< E perché mi scusi?>> disse lei.
<< è stato più originale…più sensuale anche!>>
Daniela spalancò gli occhi perplessa e sorridendo disse:<< Mh…beh, a mercoledì allora!>>
<<A mercoledì!>>
Fine parte I