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[ replica ] jryan^ ha inviato un messaggio dal titolo: Storia: Il ciclo di esperimenti. parte I e II ed ha ricevuto 1 repliche.
messaggio inviato in data: 19/Marzo/2008 21:54:14

Ecco qui una storia che vi era piaciuta. vi rimetto la parte prima, e vi aggiungo la seconda. ciao a tutti



Il Ciclo D'Esperimenti (I)

Daniela era una biologa, una delle migliori. Portava avanti uno studio sperimentale sulla ricombinazione genetica e faceva passi in avanti. Trovò i finanziamenti per aprire un centro tutto suo e in breve divenne una delle più importanti scienziate d’Eurpoa.
Io, invece, non ero nessuno. Avevo 25 anni e dopo il liceo mi ero arruolato nell’esercito. Dopo le missione operative avevo abbandonato la carriera militare e mi ritrovai in mezzo ad una strada, senza un soldo e privato dell’entusiasmo di andare avanti. Fu per quello che mi avvicinai a Daniela, a lei servivano volontari per i suoi studi, sarei stato ben pagato e del resto non m’importava niente.
Arrivai nel suo ufficio un pomeriggio di fine maggio e lei mi accolse calorosamente:
<< Prego! Si accomodi!>> mi disse venendomi incontro e stringendomi la mano. Io guardai quella donna dalla bellezza prorompente; mora con occhi castani e penetranti, viso e corpo statuari, con un seno florido e gambe lunghe e toniche, che sotto quella gonna corta sembravano invitare a danzare e a festeggiare la bellezza della natura. In breve, decisi che avrei fatto qualsiasi cosa pur di starle accanto. Firmai il contratto senza pensarci troppo, e me ne tornai a casa con duemila euro e un appuntamento per ripresentarmi li due settimane dopo.
Quando venne il girono di tornare da Daniela fui puntuale e venni portato nel suo laboratorio, la trovai con il camice indosso, ben vestita, con una maglietta e una gonna fino al ginocchio e dei sandali ai bei piedi smaltati.
<<Buongiorno!>> mi disse facendomi accomodare.
<< Ecco, si sieda qui, ho bisogno di farle qualche analisi prima di iniziare.>> e con naturalezza mi infilò un ago nella vena del gomito per farmi un prelievo.
<< Mi scusi, è necessario.>> mi disse sorridendomi.
<<Non c’è problema!>> fu la mia risposta.
La donna analizzò il mio sangue in breve e mi si rivolse di nuovo:
<< Bene, possiamo cominciare, si spogli e intanto io le spiego in cosa consisterà il suo lavoro.>>
<<Bene.>> e mi iniziai a spogliare mentre lei, seduta su una sedia con le gambe accavallate prendeva a dire mentre sorseggiava un caffè freddo, che chissà chi e chissà quando gli era stato portato.
<<Dunque, lei entrerà in quel camerino collegato a questo macchinario ed in parole povere la sua energia elettrica sarà trasferita in un circuito simile al cervello umano, a quel punto da quest’altra parte , in quest’altro camerino metterò un animale da esperimento e farò ricombinare i vostri dna. Eseguirò dei test e poi riporterò tutto alla normalità.>>
Guardai Daniela con perplessità e chiesi:<< In pratica toglierà la mia mente , i mei pensieri, e tutto ciò che sono dal mio corpo mentre svolge questo esperimento?>>
<< Esatto, in parte. Perché per poter compiere dei test dovrò trasferirla anche nel corpo dell’animale da esperimento, ma sarà solo per poco e lei non corre alcun rischio, perché la traccia della sua mente verrà registrata in impulsi elettrici nel computer.>>
<< In poche parole sarà come se la mia anima sarà intrappolata nei circuiti del pc?!>>
Daniela annuì:<< esatto. Diciamo che per pochi minuti sarà immortale!>>
Non avevo ben chiaro quale fosse lo scopo e in cosa consistesse quel test, ma Daniela sembrava fiduciosa e aveva una personalità magnetica e rassicurante.
Entrai nudo nel camerino e Daniela lo chiuse accuratamente, parlò poi tramite un microfono per assicurarsi che la sentivo dall’interno. Poi, la scienziata andò a prendere l’altra cavia, quella con meno diritti rispetto a me ma uguale per tutto il resto, io da li dentro non lo sapevo, ma ben presto avrei scoperto che si trattava di una formica.
Daniela mise la formica nel secondo camerino, chiusa in un barattolino di plastica e poi andò ai comandi.
<< Si prepari, stiamo per cominciare.>>
Sentii una scossa e poi nient’altro. Non ebbi coscienza di niente, solo ad un certo punto mi ritrovai in un barattolino di plastica, e muovendo le braccia muovevo delle antenne, mentre camminando muovevo alla perfezione sei zampe poste sul mio torace: ero una formica! Ovvero, la mia mente era stata trasferita dentro una formica!
<< Bene, non si agiti, adesso lei è una formica, ma lo sarà per poco, giusto il tempo di compiere alcuni test. Tra poco aprirò il camerino in cui si trova e prenderò il barattolo, non si agiti anche se sarò gigantesca a suo confronto.>>
Disse Daniela e poco dopo vidi la porta del camerino aprirsi e la donna colossale chinarsi su di me e afferrare il barattolo tra indice e pollice. Vidi i polpastrelli delle sue dita premuti sulla superficie di plastica che scricchiolò sinistramente e poi fui sollevato fino all’altezza dei suoi occhi, che grandi e profondi come due buchi neri nell’universo mi avvolsero.
“Ecco cosa si prova ad essere una formica! Beh, niente male!” pensai.
Daniela mi posò sul ripiano di un mobile e aprì il barattolo:
<< So che le devo far molta paura, ma le assicuro che non le succederà niente. Devo solo farle un prelievo!>>
“ancora!?” pensai e vidi Daniela prendere un ago che rispetto a me era delle dimensioni di un palo della luce.
“Ma che cazzo fa? Mi ucciderà!” pensai
Daniela avvicinò cautamente l’enorme ago a me e disse:
<< Non si preoccupi, si ricordi che in realtà il suo corpo è nell’altro camerino e che la sua mente è nel computer!>> mi disse.
“ vuol dire che mi sta per uccidere!” esclamai emettendo solo un verso strano che mai avevo sentito fino a quel momento.
Quando Daniela avvicinò l’ago io iniziai a scappare e lei subito tuonò dall’alto:
<< Stia calmo non morirà!>>
L’istinto di preservazione era tale che riuscii a uscire dal barattolo e mi lanciai in una corsa disperata sul piano bianco del tavolo. Daniela urlò:
<< Si fermi!>> e la sua enorme mano si abbattè su di me violentemente con un boato assordante, la mia fortuna fu quella di finire nello spazio tra l’anulare e il medio, così continuai a scappare.
“ mi stava schiacciando!” pensai allarmato. E mi lanciai giù dal tavolo; caddi sul pavimento senza nessun danno e ripresi a correre, sta volta però mi ritrovai davanti il colossale piede destro di Daniela, avvolto in un sandalo infradito, con le unghie leggermente lunghe smaltate di rosso acceso, quando lo vidi posato davanti a me in tutta la sua mole capii che non c’era più niente da fare e mi fermai. Alzai lo sguardo e vidi Daniela guardarmi.
“ mi arrendo!” pensai, sperando che lei lo capisse, ma la donna sollevò il piedone sopra la mia testa: mi ritrovai sovrastato dalla sporca ed ampia suola del suo sandalo oltre la quale vidi le sue dita incurvarsi un po’ all’in giù ; con uno schianto tutto il suo peso si abbattè su di me.
Quando rinvenni mi ritrovai di nuovo nel mio corpo e Daniela aprì la cabina:
<< Come si sente?>> mi disse.
<< Tutto bene…>> dissi io titubante, guardandomi le mani ed il corpo:
<<…ma…ma lei mi ha schiacciato?!>> chiesi confuso, tutto mi sembrava un sogno.
Daniela mi sorrise:<< beh, non ho schiacciato lei, ma una formica che non riusciva a stare ferma. Ma sono riuscita ad ultimare il test sul corpicino della poverina. Grazie, mi è stato molto utile! Ci rivediamo Mercoledì!>>
Io ribattei:<< aspetti! Ma io ero li dentro! Io ho visto attraverso gli occhi della formica! È stato terribile!>>
Daniela mi rispose mentre si voltava e chiudeva le applicazioni del suo macchinario:
<<Ha fatto un’esperienza singolare, non c’è che dire, ma non ha avuto nessuno danno, se lo ricordi, lei è immortale durante gli esperimenti! Ora si rivesta e la prego, mi faccia tornare a casa che sono esausta!>>
Io mi rivestii e salutai la dottoressa Daniela. Lei mi chiamò prima che fossi uscito dal laboratorio:
<<Mi scusi….>> ed esitò, non sapeva il mio nome, così glielo dissi:
<<Riccardo!>>
<<Si , mi scusi Riccardo. Le voglio ricordare che lei è tenuto a non dire nulla di tutto questo fuori dal centro. Se lo fa potrà essere perseguito penalmente.>>
Risposi ironico:<< Beh, devo dire che me lo ricorda in maniera molto umana!>>
Daniela sorrise :<< Scusi la mia freddezza.>>
<< va bene comunque, non si preoccupi. Arrivederci!>> dissi io.
<< Solo un’altra cosa….>> disse lei:
<<…com’è stato?>>
<< Com’è stato cosa?>> chiesi a mia volta.
<<Essere calpestato. È la prima persona con cui sono costretta ad agire così…sono curiosa.>>
Risposi sinceramente:<< Beh, meglio che essere trapassati da parte a parte da quell’ago!>>
<< E perché mi scusi?>> disse lei.
<< è stato più originale…più sensuale anche!>>
Daniela spalancò gli occhi perplessa e sorridendo disse:<< Mh…beh, a mercoledì allora!>>
<<A mercoledì!>>
Fine parte I

Il Ciclo D' Esperimenti. (parte II)

La settimana che mi separava dall'altra giornata nei laboratori di Daniela sembrò non finire mai. Le ore si susseguivano lente e nella noia. Uscivo di casa solo per andare a comprare birre e patatine e per il resto del tempo languivo sul divano disfatti del salotto. Il televisore era acceso ma silenzioso, la mia attenzione fluttuava tra pensieri e ricordi. Poi l'alcol della birra mi stordiva, mi addormentavo, e non appena chiudevo gli occhi rivivevo quella scena, gli attimi in cui una donna mi aveva schiacciato. Non pensavo ad altro.
Mercoledì mi presentai puntuale e Daniela mi accolse nel suo laboratorio con un bel sorriso sulle labbra carnose.
<<Buon giorno!>> mi disse avvicinandosi e tendendo la mano. Io la strinsi e le sorrisi di rimando, ma lei vide qualcosa nello sguardo triste dei miei occhi. Seppure cercassi di darmi un tono, ed assumere comportamenti normali, in me c'era comunque qualcosa di strano. Daniela infatti mi chiese:
<<Tutto bene? spero che non sia spaventato. Come ha constatato i test a cui la sottoporrò non le causeranno alcun danno.>>
<<Oh non si preoccupi, non sono affatto in pensiero.>> risposi io.
Daniela mi lanciò un'altra occhiata perplessa e poi si avviò verso la sua scrivania dicendo:
<<bene, allora cominciamo.>>
L'osservai camminare con il suo passo elegante ed il suo sensuale movimento di fianchi sotto il camice. Aveva i capelli neri sciolti sulle spalle, indossava una camicia ed una gonna fino al ginocchio. Ai piedi , con le unghie leccate di rosso, dei sandali molto eleganti con cinghie sottili che le avvolgevano le belle estremità, esaltandone i particolari, come il tallone rotondo e le dita lunghe e carnose.
Non mi accorsi d'essermi soffermato troppo a lungo sul suo corpo e d'aver indugiato sui suoi piedi. Daniela sbatté il un piede a terra ridestandomi e lanciandomi un'occhiata scocciata.
Con il cuore che batteva all'impazzata dissi:
<<Dottoressa...volevo chiederle una cosa.>> esitai, studiando la reazione della donna, che mi lasciò continuare.
<<Lei sa che la mia vita non vale niente! le faccio da cavia per avere due soldi per non morire di fame..e come vede le sbavo dietro come un povero maniaco. Nei giorni scorsi non ho fatto altro che pensare a lei...>> presi a dire in uno slancio di sincerità. Daniela si retrasse un pò appoggiandosi alla sua scrivania e dicendo spaventata:
<<Non capisco cosa c'entri con il nostro lavoro...>>
<<C'entra!>> esclamai io avvicinandomi a lei, che gridò:
<<Mi costringerà a chiamare la sicurezza!>>
Io allora mi inginocchiai davanti a lei, che si calmò e mi guardò a quel punto con occhi curiosi, velati da una lieve tristezza. << Cosa fa?>> mi chiese.
<<Mi dono a lei, signora Daniela.>> dissi io.
<<So che può apparirle strano o del tutto privo di senso, ma vorrei che lei usasse i suoi strumenti per farmi dire addio alla mia vita, e donarmene una nuova...accanto a lei se le sarà possibile concedermelo. Le sarò grato anche se deciderà di trasportare la mia mente e la mia anima in uno scarafaggio che potrà sempre ammirarla...>>
mi fermai, non capivo io stesso il senso di quella richiesta, ma ne ero eccitato. Daniela sembrò frastornata, e si sedette sulla scrivania cercando di calmarsi e guardandomi inginocchiato davanti a lei.
Accavallò le gambe e senza volerlo dondolò il piede destro davanti al mio viso: osservai le unghie smaltate di rosso, un pò lunghe ed appuntite, e le dita ben fatte ed il dorso del piede liscio ed abbronzato. ne fiutai l'odore e con naturalezza baciai quel dorso di seta.
Daniela mi guardò senza scomporsi, i suoi occhi mi parvero dolci mentre si posavano su di me.
<<Sono davvero dispiaciuta nel vedere come si sente Riccardo.>> disse.
<<Ma se vuole...>> continuò arrestandosi per un istante. si alzò e passò dall'altro lato della scrivania per aprire un cassetto e prendere dei fogli.
<<Ecco... se vuole posso realizzare il suo desiderio, ma deve firmare questi, in modo da esonerarmi da qualsiasi responsabilità giuridica.>>
Afferrai una penna e firmai senza nemmeno leggere. Daniela fece un sorriso soddisfatto e mi disse:
<<Beh Riccardo...adesso sei di mia prorpietà. contento?>>
<<Si.>> risposi semplicemente.
<<Ora cosa ne sarà di me?>> chiesi.
Daniela si accomodò alla scrivania e mi fece cenno di imitarla. Poi prese a dire:
<<Ho intenzione di trasferire la tua mente in un cagnolino. un piccolo chiwawa, che ne pensi?>>
<<Non li sopporto.>> dissi abbozzando un sorriso.
<<Beh, è quello che diventerai.>> mi disse con risolutezza:
<<Una traccia della tua mente sarà comunque preservata nel computer, in modo tale che se vorrai tornare ad essere te potrai farlo.>>
<<Se saprò farglielo capire!>> dissi io.
<<Naturalmete.>> disse Daniela.
<<E del mio corpo che ne sarà?>>
<<Conservato qui.>>
Restai in silenzio. Daniela disse:
<< Diventerai il mio cagnolino. Ah, ricorda, il tuo nuovo nome è Spot.>> sorrise.
Io la guardai, sorridere con quei bei denti bianchi in netto contrasto con il rosso delle sue labbra. Fui felice al solo pensiero di diventare suo.
Nel pomeriggio Daniela andò a prendere a casa sua il suo cagnolino, un chiwawa bianco, molto carino. era piccolissimo, poteva starsene comodamente accoccolato nella mano di Daniela, che entrò nel laboratorio accarezzandolo, tenendoselo stretto al seno.
Diedi anche io una carezza al cagnolino, la cui mente sarebbe stata tenuta nel computer e quindi resa immortale per il momento.
Daniela mise il cagnolino Spot nel macchinario e io mi spogliai ed entrai nell'altra stanza.
Daniela iniziò il conto alla rovescia e poco prima che si azionasse il trasferimento mi disse:
<<Spero che la tua nuova vita ti renda felice.>>
Poi persi i sensi.
Continua....



[ replica ] no user ha inviato un messaggio dal titolo: splendida fantasia ... ed ha ricevuto 0 repliche.
messaggio inviato in data: 30/Marzo/2008 21:53:56

... ho sempre desiderato immedesimarmi in un cagnolino (naturalmente maschio) trotterellante al guinzaglio di mia zia Sheila, che si diverte a deliziarmi con i suoi splendidi piedi sul lettino da spiaggia o gioca a fingere di schiacciarmi ...

Splendida storia, continuala ti pregoooooo ...

jryan^ ha scritto: Storia: Il ciclo di esperimenti. parte I e II ed ha ricevuto 1 repliche. [***]
inviato in data: 19/Marzo/2008 21:54:14
   no user ha replicato con: splendida fantasia ...



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