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jryan^ ha inviato un messaggio dal titolo:
Storia: Il Ciclo D'esperimenti (parte IV) ed ha ricevuto
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messaggio inviato in data:
29/Aprile/2008 22:34:07
Parte IV (FINALE)
Quando fu sera inoltrata Daniela mi rimise il collare ed il guinzaglio, e si avviò con me per i corridoi desolati del centro di ricerca. eravamo gli ultimi ad andarcene. Mentre percorrevo il corridoio dai colori freddi, illuminato da luci rettangolari e biancastre, sentendo alle mie spalle i passi maestosi e vibranti della mia padrona Daniela, pensai che lasciavo alle mie spalle il mio corpo...che abbandonavo me stesso, per immergermi in una nuova vita.
Daniela mi sollevò per depositarmi sul sedile passeggero della sua macchina, poi si mise alla guida dopo essersi sfilata i sandali ed avermeli posati accanto.
<<Tanto non ti disturbano vero? cerca di non farmeli ruzzolare da una parte all'altra ad ogni curva.>> mi disse facendomi un sorriso e dandomi una carezza.
Giungemmo a casa sua, una villa molto carina, con un ampio giardino ed una piccola piscina sul retro, circondata da verdi siepette all'Italiana. Vidi tutto nitidamente poichè a mia vista canina mi permetteva di vedere tutto, amplificando la poca luce delle stelle e della luna.
Una volta entrati nel salotto Daniela mi slegò e mi osservò fare una corsetta intorno, con le orecchie dritte ed il muso all'insù, mentre curiosamente mi aggiravo per la stanza.
<<Ben venuto a casa Spot!>> mi disse mentre si sfilava nuovamente i sandali, posandoli accanto alla porta, e camminando a piedi nudi verso di me.
<<Seguimi! ti faccio fare un giretto!>> mi disse.
Seguii Daniela mentre mi faceva strada da una stanza all'altra illustrandomele :
<<Questa è la cucina, e da li si va nella stanza lavanderia, poi da questa parte ci sono le scale che vanno al piano di sopra...>>
saltellai sui gradini alti vedendo davanti a me distendersi le larghe piante dei piedi di Daniela, sempre più sporche e impolverate.
<<Questo è il bagno...e questa è la mia stanza da letto. Qui è dove dormirai!>> continuò a dirmi indicandomi un tappetino ai piedi del suo lettone matrimoniale.
Io scodinzolai e andai in giro ad annusare mentre Daniela si levava gli orecchini davanti allo specchio.
Quella casa così grande era abitata solo da lei. non c'erano segni di bambini o mariti. Daniela doveva essere una donna sola, che aveva dedicato l'intera vita al suo lavoro. Con un pò di tristezza nel cuore la guardai, bella come una dea, seduta davanti al suo mobile dei trucchi, come una divinità era sola, e l'unico uomo che le si era avvicinato non era all'altezza d'amarla. e quell'uomo ero io...un patetico depresso cronico che le aveva chiesto di diventare il suo cagnolino invece di abbracciarla e baciarla. Invece di possederla avevo deciso d'essere posseduto da lei, e questo a lei era bastato.
Mi vergognai delle mie paure e seguii con la coda bassa Daniela che nel frattempo s'era alzata e mi aveva chiamato per seguirla in cucina.
Quando mi vide passarle sotto con la coda tra le gambe mi disse:
<<Ehi , che ti succede ? non ti piace la tua nuova casa?>>
Io scossi il capo e Daniela mi continuò a chiedere appoggiandosi alla parete con le braccia conserte ed appoggiando un piede sull'altro, per sentire meno freddo dal pavimento.
<<Vuoi tornare ad essere umano?>>
Io mi sedetti, con la testa abbassata e Daniela si sedette in terra per prendermi e portarmi al suo petto. Accarezzandomi disse:
<<So chi sei... e perchè fuggi così disperatamente dalla tua vita.>>
La guardai perplesso, sentendo i battiti del cuore accelerare sempre di più.
<<Eri un soldato, in missione operativa...uno dei migliori...fino al giorno in cui hai fatto irruzione in una abitazione. gli ordini della tua squadra erano di liberare l'edificio dai guerriglieri, e come da prassi tu hai assicurato l'esplosivo alla porta mentre gli altri ti coprivano. dopo l'esplosione hai lanciato due granate all'interno e poi sei entrato. Hai scoperto solo allora che quella casa non era presidiata da alcun guerrigliero e che le vittime dei tuoi gesti erano civili innocenti.>>
Guaii, e se fossi stato un uomo gli occhi mi si sarebbero riempiti di lacrime ed avrei pianto. In effetti i miei occhi si inumidirono allo stesso modo, ma non riuscii a singhiozzare.
<<Non è stata colpa tua.>> Disse Daniela accarezzandomi. Sentii la sua mano passarmi sulla testa e sulla schiena, e respirai profondamente.
<<è per questo che ti concedo d'essere qualcos'altro. e sono contenta se tu vorrai essere il mio cane.>>
Poi la donna assunse un espressione seria e disse:
<<Hai l'animo nobile, e mi fai sentire adorata...cosa che mi fa sentire felice...felice come quando qui con me c'erano le mie figlie...prima che il lavoro e la mia presunzione le allontanassero da me.>>
Lei aveva dato voce alla mia tristezza e poi aveva sfogato la sua. Era come se avessimo parlato, allontanato da noi le paure ed i ricordi,e ritrovata rinnovata energia nel rapporto che stava nascendo tra noi, un rapporto non umano e del tutto squilibrato, ma che dava ad ognuno di noi ciò che cercavamo.
Andammo in cucina e Daniela mi versò dei croccantini che mangiai senza esitazione. Ricordo che mi sembrarono pollo fritto. Lei cucinò qualcosa di leggero che nemmeno riuscii a vedere , dato che restò nascosto oltre il profilo della credenza e del tavolo, ma dall'odore mi parve carne.
Finito di mangiare mi accovacciai ai piedi di Daniela, e lei nuovamente mi accarezzò sotto di essi, indugiando nell'afferrarmi il muso tra le carnose dita dei piedi, per godersi le mie leccatine.
Poi mi prese in braccio e mi portò con se in camera da letto. Mi depositò in terra e poi mi disse:
<<Bene piccolo Spot, come vedi la tua padroncina ha i piedi sporchissimi, è ora che le dai una bella lavata con la tua linguetta in modo che si possa mettere a dormire pulita e rilassata. che ne dici?>>
e incrociò i due bei piedi davanti a me, mostrandomi le piante ingrigite. Io iniziai a leccargliele con entusiasmo, sferrando poderose leccate. Daniela sospirava per il piacere.
Continuai per minuti e minuti, e ad un tratto sentii la lingua secca e dolorante, ero esausto, e le piante dei piedi di Daniela erano ancora sporche.
<<Oh ti sei già stancato Ricky?!>> mi disse Daniela prendendomi in giro.
<<So che i miei piedoni sono troppo per un cagnolino piccolo come te, ma se non riesci a leccarmeli bene andrà a finire che dovrò farti tornare umano... o magari formica, così almeno nel primo caso assolveresti meglio a questo compito, nel secondo... beh...potrei schiacciarti!>> rise e mi afferrò con la mano destra.
<<Beh, in ogni caso non è detto che debba arrenderti così presto. hai tutta la notte per leccarmi i piedi!>> disse mentre sollevava le coperte del suo letto e mi ci infilava sotto, sistemandomi in fondo. Poi a sua volta si infilò nel letto e mi piantonò i suoi pesanti piedoni addosso, comprimendomi sul materasso e dicendomi:
<<Spero non soffocherai sta notte!>> sorrise:
<<Appena te la senti, ricomincia a leccarmi i piedi, e vedrai che andremo d'accordo. Buona notte cuccioletto!>> disse, e io sprofondai nel buio, dominato dai suoi piedi.
Così si concluse quella tormentata fase della mia vita, così riscoprii la magia dell'esistere, il potere della bellezza ed il fascino del sentirsi appartenere a qualcuno. So che non tutti vorrebbero quello che ho io adesso, e forse non l'avrei mai voluto nemmeno io prima, e tanto meno Daniela l'aveva mai desiderato, ma vi assicuro che lasciarsi trasportare dalla spontaneetà è ciò che di più giusto c'è nella vita. L'essere stato onesto con me stesso, il rivelarmi a Daniela per ciò che ero ed il suo accettarmi come schiavo, il tutto nel più profondo rispetto dell'uno e dell'altra, non ha portato ad altro che a felicità.
FINE