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HOLLY10 ha inviato un messaggio dal titolo:
Realtà alternativa - Parte 10 ed ha ricevuto
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messaggio inviato in data:
04/Luglio/2008 14:11:26
Parte 10°
Nel frattempo Daniele che non aveva capito quello che stava succedendo (e come poteva li dentro), vedendo che la vagina non si muoveva più troppo e che era tornata nella posizione orizzontale iniziale si rilasso è controllò l'ora sull'orologio, mancavano due minuti al secondo spruzzo.
Intanto il marito che inizialmente nel penetrare la bocca della donna con il suo membro aveva eseguito dei movimenti lenti e non troppo profondi, si lasciò andare aumentando sempre di più il ritmo e la profondità delle penetrazioni “orali” fino ad infilare tutto il suo pene nella bocca della donna tanto che con il glade arrivava a toccare e passare le tonsille della donna. Giovanna tuttavia si astenne da fare qualsiasi resistenza e cercò di trattenere i suoi attacchi di tosse che il marito gli procurava penetrando a fondo con il suo pene. Quando suo marito stava per venire direttamente nella gola della donna, egli nell'abbassare lo sguardo vide il tampone nella vagina della donna e si ricordò, che non poteva sprecare così il suo sperma. Per cui sfilo il suo pene dalla bocca della donna tolse il tampone e si posizionò pronto a penetrarla, Giovanna ormai non sapeva più cosa fare e chiudendo gli occhi pensò “perdonami Daniele io ho tentato, ho tentato ...”.
Nel frattempo l'ora era passata e Daniele con lo sguardo ed il corpo rivolto verso la parte finale della vagina fece la seconda applicazione, subito dopo aver finito si senti travolgere ed andò a sbattere letteralmente sulla parte finale della vagina, con la faccia immersa ed il suo corpo spiaccicato e compresso contro stessa. Pochi secondi dopo si sentì liberato da quella terribile morsa, istintivamente si girò cercando di capire che cavolo fosse successo e disse una frase perfettamente calzante “oh... cazzo!!” non fece in tempo a finire che venne preso in pieno una seconda volta dal pene del marito di Giovanna, stavolta con la faccia rivolta verso di esso. Il diametro del glade del marito era più del doppio dell'altezza del ragazzo che si ritrovò compresso tra il glade e la parete della vagina senza tuttavia subire particolari malformazioni corporee (almeno le superfici erano morbide).
Nonostante i tentativi di disimpegnarsi da questa terribile morsa non ci fu nulla da fare, in quanto da un lato le dimensioni del pene e dall'altra la contrazione dei muscoli della vagina di Giovanna faceva si che il pene aderisse perfettamente alle pareti della stessa senza lasciare scampo a Daniele che veniva costantemente centrato dal pene del marito di Giovanna tutte le volte che lui spingeva. La tortura andò avanti per circa 4 minuti, in quanto il marito commosso dall'atteggiamento di sua moglie aveva deciso di venire insieme e quindi cercò di trattenersi al massimo sino a che quando sua moglie era in procinto di venire diede il colpo finale penetrando fino in fondo, tanto che sembrava volesse sfondarla, in quell'istante il suo pene travolse nuovamente il povero Daniele che si ritrovò la faccia al centro del glade proprio difronte al punto da cui sarebbe uscito il liquido seminale. Il malcapitato dalla maggiore pressione a cui fu sottoposto capii immediatamente quello che ormai stava per accadere e non potendo coprirsi il viso con le mani non gli restò che serrare il più possibile la bocca. Qualche istante dopo il marito di Giovanna venne copiosamente, Daniele arrivò a contare ben sei schizzate tutte in piena faccia ed ognuna delle quali talmente consistente dal ricoprirlo completamente (d'altronde era la prima notte di luna piena per cui il pene del marito era a “pieno carico”). Stavolta tuttavia Daniele riuscii a non aprire la sua bocca “bere il sudore dei piedi della propria amata anche se fa schifo ci può anche stare, ma lo sperma di un altro uomo questo è troppo” pensò lui.
Il marito sfilo il suo membro e si sdraio accanto alla donna, dopo di che fece per alzarsi per andare in bagno a pulirsi, ma la donna lo fermò e disse “lascia fare a me” detto questo si abbasso all'altezza del pene (non voleva correre il rischio che Daniele vi fosse rimasto appiccicato per via dello sperma) e vedendo che non c'era lo leccò tutto mettendoselo anche in bocca. Fatto ciò si sdraio sul letto con lo sguardo verso il tetto pensando al povero Daniele e a quello che aveva dovuto subire solo per essersi offerto di aiutarla e si senti un verme. Il marito invece “commosso” dall'atteggiamento della moglie fece una cosa che mai sua moglie avrebbe immaginato, si abbasso fino a raggiungere l'altezza dei piedi della donna e cominciò a baciarglieli. A quel punto Giovanna alzo la testa per vedere il marito e gli disse “caro fermati sono due giorni che non mi lavo ed oggi tra il lavoro e la giornata particolarmente calda ho avuto i piedi sudati per tutto il giorno, per cui saranno sporchi e appiccicosi oltre che un po' puzzolenti”. Il marito rispose “tesoro rilassati, la mia lingua serve anche a questo, quando avrò finito non avrai più bisogno di lavarli” e detto ciò iniziò a leccarglieli, partendo prima da dorso poi passando ai lati, poi al tallone ed in seguito l'intera pianta lasciando per ultime le dita. In effetti l'odore dei piedi di Giovanna aveva risentito di questi due giorni ed inoltre i piedi erano appiccicosi ed un po' anneriti sulla pianta in quanto la donna aveva camminato in serata a piedi nudi per la casa. Ma il marito non si tirò indietro, anzi si impegno moltissimo passando attentamente la lingua più volte tra le dita dei piedi della donna ripulendo ogni spazio con minuzia e parsimonia. Giovanna che inizialmente si era preoccupata per le sorti di Daniele, durante il trattamento del marito si era quasi dimenticata di tutto, lasciandosi trascinare dal profondo piacere che gli stava recando il marito tanto che alla fine guardando i suoi piedi perfettamente puliti si compiacette col marito per l'ottimo lavoro e si addormentarono abbracciati insieme.
Nel frattempo Daniele era rimasto nella vagina della donna e impiastricciato dallo sperma ed esausto per il trattamento ricevuto non poté far altro che addormentarsi. La mattina dopo fu svegliato dalle contrazioni della vagina della donna che in pochi secondi lo spinse fuori. Daniele non fece in tempo a capire dove si trovava che Giovanna scoppio a piangere di fronte a lui (il marito era uscito a fare la spesa) cercando di scusarsi. Daniele che era pronto ad esplodere nel vedere la donna disperata non poté far altro che dire “non piangere non è colpa tua, speriamo che il mio sacrificio serva almeno a qualcosa, cmq sia promettimi che se sarà un maschio gli darai il nome di mio padre”. La donna annui a quel punto Daniele disse: “cavoli sono tutto appiccicoso e puzzo di sperma mi ci vorranno delle ore per tornare pulito” a quel punto la donna gli disse: “se vuoi ti posso aiutare io”.
Daniele “In che senso, come potresti aiutarmi?” e Giovanna sorridendo “be sai ... oggi è giornata di bucato ... se vuoi vista la tua esperienza ... inoltre anche la mia lavatrice è dotata di bombole”.
Daniele “allora, vediamo un po', fammici pensare, mi faccio una serie di doccie, oppure con due o tre centrifugate risolvo il problema ..., Giovanna questo non lo devi dire neanche per scherzo, va be che sono industruttibile, ma questo non vuol dire che possa essere trattato come un oggetto”
Giovanna insistendo, “dai ... prometto che ti guardo per tutto il ciclo di lavaggio dall'oblo così non resti solo...” ma subito dopo si mise a ridere. Anche Daniele abbozzò una risatina ma niente di più.
Dopo circa quattro doccie di fila e tolta la puzza dello sperma del marito di Giovi, Daniele andò a sdraiarsi sul suo letto di degenza, nella cameretta allestita dalla dott.ssa nel suo ambulatorio e si addormentò.