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[ replica ] Robex ha inviato un messaggio dal titolo: Racconto: Sabrina - Incontri ravvicinati ed ha ricevuto 2 repliche.
messaggio inviato in data: 23/Ottobre/2008 18:52:19

Carissimi utenti di Giganta, ecco a voi realizzato a tempo di record questo piccolo racconto, frutto di un mio sogno di qualche settimana fa. spero vi piaccia. buona lettura :)

Quel giorno Sabrina, una bellissima ragazza di sedici anni, dai capelli castani e la carnagione scura, era affacciata alla finestra, pensierosa e distratta. Fu in quel momento che scorse qualcosa in lontananza. Qualcosa che viaggiava a gran velocità, proveniente dal cielo, qualcosa che si avvicinava sempre di più alla sua finestra: era una piccola astronave. Sabrina la vide chiaramente dirigersi verso di lei, tanto che dovette scansarsi per evitare che le finisse in faccia. L’astronave atterrò nella stanza accanto, il salotto. Era grande pressappoco quanto una scarpa da tennis. Sabrina si avvicinò curiosa, ora dominava quel piccolo veicolo, guardandolo dall’alto in basso con aria divertita. Era praticamente tra i suoi bellissimi piedi scalzi. Il portello si aprì dal lato opposto a lei, così l’esserino che ne uscì fuori le dava le spalle e non si accorse di lei. Era alto meno di 5cm, e Sabrina notò con meraviglia che aveva sembianze umane. Decise che quell’esserino l’avrebbe fatta divertire. Che sarebbe stato un divertente passatempo per quel noiosissimo pomeriggio. Si chinò e allungò la mano verso di lui, poi, afferrandolo per un braccio tra l’indice e il pollice, lo sollevò. L’esserino fu colto di sorpresa, e lanciò un urlo di terrore. Le dita di Sabrina erano grosse come tronchi d’albero per lui, e l’avevano sollevato come niente. La ragazza portò il piccolo alieno all’altezza dell’occhio, lui era terrorizzato, e questo rendeva la faccenda ancora più divertente. “Mi chiamo Kruk, sono del pianeta Jcalin, e vengo in pace” urlò tremando l’esserino. Sabrina accennò a un sorriso e si presentò. Poi posò Kruk sul divano, e anche lei si sedette, a gambe incrociate, sullo stesso divano, proprio di fronte a lui. Kruk le raccontò la sua missione: esplorare nuovi territori, e controllare se il pianeta Terra fosse pacifico e ospitale. Sabrina iniziò ad annoiarsi e a sbadigliare. Quei discorsi non le interessavano. L’unica cosa che voleva era divertirsi, e in questo modo stava sprecando il pomeriggio dietro inutili chiacchere. “Certo, certo, ho capito” lo interruppe Sabrina “ora però devi rispettare le usanze locali.” Detto questo la ragazza allungò un piede verso di lui, tenendo il tallone poggiato sul divano, e portando la pianta del piede proprio sopra la sua testa. “Comincia a leccare, schiavetto.” Gli ordinò con aria superiore. Kruk fece una faccia strana e contrariata, e protestò “non sono il tuo schiavetto!”. Era quello che voleva sentirsi dire Sabrina. Era il pretesto che aspettava. Arretrò di qualche centimetro il piede, e poggiò l’alluce sopra il piccolo corpicino dell’alieno. Poi cominciò a premere sul suo piccolo torace. Kruk cominciò ad agitare braccia e gambe, col volto dilaniato dal dolore, mentre quell’enorme alluce premeva sempre di più sopra il suo tronco, incrinandogli le costole. “Ah no?” chiese allora divertita Sabrina. “SI! SI! Ti prego, farò quello che vuoi, ma solleva questo dito!”. Sabrina rise di gusto, poi sollevò la punta del piede e gli avvicinò la pianta. Kruk fu costretto a leccare la pianta del piede di Sabrina senza interruzione per tre quarti d’ora. Poi fu interrotto bruscamente da un piccolo colpo di tallone, non troppo forte, ma sufficiente a farlo cadere all’indietro. “Sei noioso Kruk…mi hai fatto venire sonno…ora mi faccio una dormitina e poi deciderò cosa fare di te” e detto questo lo prese, come al solito, tra indice e pollice e lo avvicinò al mobile di fronte al divano, dove c’erano una serie di suppellettili e oggetti di arredamento. Sabrina aprì il coperchio di una teiera e infilò il piccolo alieno dentro. Poi richiuse il coperchio e andò a distendersi sul divano. Kruk era in trappola, ma decise di non darsi per vinto, così cercò di arrampicarsi per raggiungere il beccuccio della teiera, quello per intenderci da dove esce il liquido quando si versa. Le pareti erano scivolose ma Kruk riuscì ugualmente a scalarle, e faticosamente si tirò fuori dalla teiera. Ora doveva riuscire a scendere giù dal mobile. Sotto di lui c’erano almeno 80 cm. Ma non aveva scelta, né altra via di fuga, così decise di scendere piano piano lungo il bordo del mobile, fino ad arrivare a terra. Fu allora che vide Sabrina muoversi. Doveva nascondersi. Si infilò proprio sotto quel mobile. Da la sotto vide i piedi di Sabrina toccare terra e alzarsi dal divano. Poi li vide avanzare verso di lui. La ragazza prese in mano la teiera, e con grande sorpresa si accorse che era vuota. “Vuoi giocare a nascondino, eh? Ok, ci sto” aggiunse con aria allegra, lasciandosi scappare qualche sorrisetto. Kruk la vide allontanarsi e cercare sotto il divano, e sotto i mobili accanto al suo. Poi non la vide più. Aspettò giusto 5 minuti per essere sicuro che la ragazza non fosse più nella stanza, poi uscì fuori e si guardò intorno. E con grande terrore vide che la ragazza era proprio nascosta accanto al mobile, e teneva il suo piede sopra di lui. “Trovato!” disse Sabrina ridendo, e abbassando lentamente il piede su di lui. Kruk era rimasto immobile dal terrore, osservava impotente questa enorme pianta del piede che si faceva sempre più grande sopra la sua testa, per schiacciarlo come un insetto. Improvvisamente, in un attimo di coscienza, ebbe i riflessi abbastanza pronti da spiccare un salto all’indietro e tornare sotto il mobile un attimo prima che il gigantesco piede di Sabrina si abbattesse su di lui. Vide di nuovo il piede scomparire all’indietro e la mano di Sabrina appoggiarsi a terra. Poi l’enorme e bellissimo viso della ragazza fece capolino. Kruk terrorizzato corse istintivamente il più lontano possibile dall’uscita del mobile. Improvvisamente senti una presenza alle sue spalle, e voltandosi vide l’enorme palmo della mano di Sabrina raggiungerlo, e chiuderlo dentro un gigantesco pugno. “Ti ho preso esserino! Volevi scappare? Ora pagherai per aver cercato di sfuggire alla tua gigantessa” lo tirò fuori da sotto il mobile, e portò il pugno all’altezza del viso. Infilò l’indice dentro il pugno da sotto, per spingere il corpicino di Kruk verso sopra, fino a far uscire la testa dall’altra estremità. A quel punto Sabrina cominciò a stritolarlo e a stringerlo nel pugno, per divertirsi guardando la sua espressione di sofferenza. Kruk era disperato, quella gigantesca mano non lo faceva quasi respirare, lo stringeva con una potenza inimmaginabile, in una morsa terribile e mortale. “mmmh… no, non è così che voglio ucciderti” affermò poi Sabrina. E detto questo lo portò su di un tavolo. Si sedette su una delle sedie, tenendolo fermo con l’indice sul torace. Cominciò allora a pressare sul petto del malcapitato alieno. Questo dimenava all’impazzata testa braccia e gambe, con espressioni di dolore, mentre le sue costole si spezzavano sotto il polpastrello della ragazza. Poi Sabrina alzò il dito e allungò il palmo della mano verso di lui: voleva schiacciarlo definitivamente, come una zanzara su un tavolo. Anche stavolta Kruk ebbe uno scatto, e mosso da spirito di sopravvivenza riuscì ad alzarsi e a correre verso un’estremità del tavolo. Anche stavolta, come prima, la mano di Sabrina si abbattè sul piano proprio alle sue spalle. Kruk continuava a correre, ma presto fu fermato dalla presenza dell’altra mano, appoggiata di piatto sul tavolo, a sbarrargli la strada. “Dove credi di andare microbo?” “Ti prego Sabrina, lasciami andare, tornerò sul mio pianeta, ti lascerò in pace, non mi vedrai mai più…” ma la ragazza lo interruppe bruscamente con un violento colpo di dito in pieno viso, che lo fece volare fino a giù dal tavolo. Kruk era ormai sfinito, fisicamente distrutto, aveva le costole rotte e le gambe e le braccia malridotte. Giaceva coricato sul pavimento, agonizzante, quando la gigantesca presenza di Sabrina lo dominò, raggiungendolo e guardandolo dall’alto al basso, con lo stesso sguardo di chi guarda un insetto, infastidito dalla sua presenza ma contento di poterlo schiacciare. Kruk riuscì a malapena a pronunciare un “…ti prego…” ma la ragazza non lo sentì nemmeno, alzò il piede tenendo poggiato il tallone per terra, e portò la pianta sopra di lui. Poi cominciò ad abbassarlo lentamente su di lui, schiacciandolo “addio microbo…mi è piaciuto conoscerti e torturarti, ma ora è tempo che ponga fine alla tua vita sotto il mio gigantesco piede.” Lo schiacciò tenendo premuto per qualche secondo il piede su di lui, poi lo alzò per vedere il risultato ottenuto. C’era sangue ovunque, il corpo era contorto e dilaniato, ma ancora un braccio si muoveva, segno che l’alieno era ancora vivo. “Ops! Poverino, sei ancora vivo. Chissà come stai soffrendo in questo secondo. E pensare che potrei ucciderti da un momento all’altro. Dai non voglio lasciarti morire così. Comunque sappi che la Terra E’ ospitale…sei tu che sei stato sfigato” e dopo una breve risata, sollevò completamente il piede da terra, e abbassò velocemente il tallone su di lui, spiaccicandolo definitivamente. Fatto questo pulì il tutto con un fazzoletto, e si andò ad affacciare nuovamente alla finestra, desiderando in cuor suo, che magari un’altra piccola astronave….

[ replica ] Di3go ha inviato un messaggio dal titolo: Ciao ed ha ricevuto 0 repliche.
messaggio inviato in data: 24/Ottobre/2008 07:59:28

Ciao,
la storia è bella, ma Sabrina dovrebbe avere almeno 18 anni.

Se vuoi continuala.
Ciao
Diego


[ replica ] Bellico ha inviato un messaggio dal titolo: Bella bella ed ha ricevuto 0 repliche.
messaggio inviato in data: 26/Ottobre/2008 07:49:22

Mi piace molto lo stile di sabrina :-)
Forza con altri incontri ravvicinati!!!

Robex ha scritto: Racconto: Sabrina - Incontri ravvicinati ed ha ricevuto 2 repliche. [***]
inviato in data: 23/Ottobre/2008 18:52:19
   Di3go ha replicato con: Ciao
   Bellico ha replicato con: Bella bella



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