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jryan^ ha inviato un messaggio dal titolo:
GREY e PARTE DI STORIA ed ha ricevuto
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messaggio inviato in data:
25/Marzo/2003 22:46:28
Grey ... cosa significa agosto?
spiegati bene? non vorrai far finire tutto?! siamo gli unici in italia , dobbiamo crescere e farci sentire , non possiamo scomparire come un qualsiasi sito web del cazzo!!!
Giganta è opera tua e diventa di giorno in giorno più importante, ormai ne facciamo tutti parte e in minima parte , credo, possiamo decidere insieme cosa è meglio fare.
Sperando di far felice qualcuno mando una parte di Sfiorando un Sogno (parte III) sono ad un punto di stasi, sarei felice d i accettare vostri suggerimenti :)
SFIORANDO UN SOGNO (parte III)
Le mie narici erano pervase da un odore acre e pungente; l’odore dei piedi della bella Dolceluna frammisto al cuoio e alla pelle dello stivale. MI lacrimavano gli occhi e non riuscivo ad inerpicarmi sulla vasta suola per raggiungere il tallone e magari respirare più facilmente.
In lontananza sentii i passi di Dolceluna, girava per la casa alla ricerca dei miei due amici e , ne ero sicuro, li avrebbe trovati prima dell’alba.
Dopo qualche minuto DOlceluna tornò in camera , sentii le molle del letto scricchiolare e poi lei sospirò rilassata. Un movimento di coperte e la bella gigantessa si mise a dormire.
<< Devo uscire di qui!>> mi dissi mentre sentivo il respiro regolare della gigantessa addormentata echeggiare per la stanza.
Con tutta la forza che mi rimaneva iniziai ad arrampicarmi sulla ripida suola odorosa ma scivolai inesorabilmente.Provai e riprovai , poi , esausto mi abbandonai al fato e mi sdraiai guardando in lontananza la luce del mattino filtrare nello stivale.
Dolceluna si alzò , si stirò emettendo gemiti di piacere , poi sentii di nuovo i suoi passi diffondersi per tutta la casa.
Languivo sudato ed esausto, pregno dell’odore dei piedi della Gigantessa. Pensare che stavo vivendo una delle situazioni più eccitanti create dalla mia fantasia! Sarei dovuto essere in paradiso , invece mi sentivo malissimo. Alla spossatezza si era aggiunta anche l’ansia, una profonda ansia al pensiero che Docleluna avesse indossato lo stivale. Sarebbe stata , per me , la morte più orrenda, senza poter vedere il suo viso, senza che lei se ne rendesse conto.
Mentre io attendevo , immobile, Marco e Luca, dopo un lungo cammino furtivo, avevano raggiunto un mobiletto del corridoio, proprio accanto alla porta del salotto. Appena sentirono Dolceluna svegliarsi ci si nascosero sotto, tremanti, e osservarono i maestosi piedi nudi della ragazza posarsi sul pavimento davanti ai loro occhi. Poi Dolceluna entrò in cucina. Luca e Marco allora tirarono un respiro di sollievo.
<< Che cazzo facciamo? Mica possiamo uscire da qui e scapparcene felici per strada!!>> disse Luca. Marco esitò poi rispose :<< potremmo provare a telefonare a qualcuno…chiedere aiuto…>>
<< e come ?>> esclomò subito Luca:
<<Se… se non ricordo male in salotto c’è, vicino all’ingresso, un tavolo con due lampade e un telefono… se riusciamo a salire li su , forse, potremmo chiamare qualcuno …>>
<< Ma che ti viene in mente!!! Su quel comodino questa stronza ci troverebbe subito e per noi sarebbe la fine!! Tanto vale sdraiarsi qui per il corridoio e aspettare che lei ci passi sopra!!>>
Marco allora rispose nervoso:<< allora non so che dirti! Una telefonata è l’unica cosa che mi è venuta in mente!!>>
Luca restò in silenzio per un po’, poi disse :<< Secondo me dobbiamo uscire di qui al più presto! È lei che ci vuole calpestare! Magari i suoi vicini di casa saranno pronti ad aiutarci!>> Marco scosse il capo:<< Siamo degli stupidi! Siamo scappati abbandonando Riccardo e non riusciamo nemmeno a cavarcela!>>
Luca a quel punto divenne furioso, urlò:<< fai come ti pare! Io esco di qui e vado a chiedere aiuto! Tu prova a fare la telefonata! Imbecille!>> e rosso in volto per l’ira prese a correre diretto verso il salotto.
Marco lo guardò allontanarsi senza sapere che non si sarebbero mai più rivisti.
Mentre luca correva vicino al battiscopa del salotto, Marco, decise di tornare in camera da letto e cercarmi. Non lo faceva per altruismo ma solo perché la solitudine ,in quelle condizioni, lo faceva rabbrividire. Uscì da sotto il mobiletto e si incamminò timoroso. Dolceluna era in cucina a fare colazione e lo vide nitidamente Marco , sorrise maliziosa. In un attimo lo catturò e lo portò in cucina con lei. Marco urlava e si dimenava, esausto. DOlceluna lo teneva stretto tra i polpastrelli della mano destra e gli diceva sarcastica :<< Visto che non sei riuscito a sfuggirmi? Adesso sei mio insettino, la tua vita dipende da me! E non ho la minima intenzione di lasciarti vivo ancora per molto!>>
<< Ti prego!! Non uccidermi!! >> gridò la povera vittima nella mano della sua padrona. Ma Dolceluna non si curò dei suoi lamenti, era eccitata. I capezzoli erano turgidi e sentiva un gran piacere pervadergli il bel corpo riposato. Mise Marco nella sua tazza di latte ce lo lasciò sguazzare mentre si apprestava a spalmare un po’ di marmellata su una fetta biscottata. Marco annaspava e cercava di gridare bevendo il latte tiepido più volte. Stava per annegare quando Dolceluna gli avvicinò l’indice al quale Marco si avvinghiò subito. La gigantessa lo depose sulla fetta biscottata , poi con i polpastrelli delle dita della sua mano lo spalmò nella marmellata , accuratamente. Marco era tutto invischiato di quella dolce marmellata all’albicocca : non riusciva a muoversi. Dolceluna si mise una mano in mezzo alle gambe e sospirò vedendo il suo piccolo spuntino sdraiato sulla sua fetta biscottata.
Lentamente,e senza dire niente , Dolceluna leccò la marmellata dal corpo di Marco , poi la assaporò. Marco tremava. Un istante dopo la bella gigantessa si preparò a dar un bel morso , aprì la bocca e vi infilò parte dello spuntino. Delicatamente chiuse la bocca e sentì sotto i suoi incisivi il ventre morbido di Marco che gridò.<< MMMHH!>> mormorò, poi strinse spaccando in due il piccolo Marco. Masticò il boccone e guardò la sua vittima urlare più di terrore che di paura , poi si mise in bocca il resto della fetta biscottata. Marco vide l’oscurità scendere tutto intorno a lui, poi Dolceluna si mise a masticare e sentì le morbide carni di Marco tra le briciole e la marmellata viscosa.
Luca era ignaro di tutto:
<< Quel cretino! Farà una brutta fine!>> si diceva ripensando a Marco. Se lo immaginava ancora nascosto sotto il comodino, se avesse saputo che fine aveva fatto sicuramente avrebbe accelerato il passo. Raggiunta la porta dell’ingresso, indisturbato, Luca non poté trattenere un sorriso di soddisfazione. Ora il problema era uscire. Guardandosi intorno Luca capì che , piccolo com’era, sarebbe sicuramente riuscito a passare sotto la porta… si , proprio come uno scarafaggio. Rabbrividì al pensiero che una di quelle bestie potesse trovarsi nelle vicinanze, poi si infilò nella fessura e arrivò sul pianerottolo pieno di piante.
<< Ce l’ho fatta! Almeno qui sono al sicuro da quella li!>> disse tra se e se.
Corse a nascondersi tra i vasi e aspettò un po’ per riprendere fiato e per sentirsi un po’ al sicuro. Guardava in alto e osservava i fiori e le piante ripararlo, si sentì tranquillo per un po’.
Dopo qualche minuto decise che era ora di rimettersi in cammino, ma prima doveva decidere dove andare. Davanti a lui, di rimpetto alla porta di Dolceluna c’era un’altra porta di un altro appartamento. Luca esitò, avrebbe preferito evitare di avvicinarsi troppo alla gente, ma se voleva salvarsi non poteva di certo scendere le scale, prendere un taxi ed andarsene a casa dai genitori! Doveva chiedere aiuto a qualcuno.
<< Magari..>> pensò:<< se riesco a farmi vedere da qualcuno posso chiedergli di fare una telefonata e far arrivare qui la polizia, i miei ! la fotto io questa Stronza!!>>
Con coraggio e motivazione Luca si avviò verso la porta, passò sotto lo stipite e si ritrovò le salotto ben arredato di un appartamento profumato ed illuminato dalla luce del sole che filtrava attraverso le tende e le finestre. Dai cuscini sui divani, le tende con le dolci fantasie floreali e i moltissimi soprammobili, capì di essere in casa di una donna, o per lo meno di una brava madre di famiglia.
Non sentiva nessun rumore, la casa sembrava vuota e probabilmente a quell’ora , di mercoledì, gli abitanti del grazioso appartamento erano in giro per la città, indaffarati. Luca allora si rasserenò. Aveva qualche ora per riposare, sentirsi al sicuro ed esplorare un po’ la casa;
<< Magari riesco a trovare un bel mobile su cui arrampicarmi per farmi vedere subito!>> pensò e con il cuore leggero si mise a camminare sulla soffice moquette del salone.
Il piccolo esploratore non aveva fatto che pochi passi quando udì dei boati. Luca tremò. Era nel bel mezzo del salone e chiunque stesse arrivando l’avrebbe potuto schiacciare senza neanche farlo apposta:
<< Cazzo!>> disse , e si mise a correre verso la poltrona più vicina. Correva , ed i battiti del suo cuore sembravano andare al ritmo con quei passi sempre più vicni. Luca sudò e una forte scarica di adrenalina lo fece andare più veloce. D’un tratto una dolce voce femminile si diffuse nella stanza:
<<…Come un diamante… in mezzo al cuore…tuuu..!>>
entrò nel salotto una bella donna mora con la carnagione scura. Era sicuramente la padrona di casa ed indossava un grembiule e dei guanti di gomma. I capelli erano in disordine e la Signora sembrava molto indaffarata. Indossava anche dei pantaloni a tre quarti e ai piedi smaltati di rosso aveva solo dei sottili sandali infradito.