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gigen ha inviato un messaggio dal titolo:
Storia passatempo ed ha ricevuto
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messaggio inviato in data:
30/Aprile/2010 23:37:05
Con questa ragazza non avevo mai avuto un rapporto idilliaco, chissà perchè dalla prima volta che ci siamo conosciuti c' è stata subito quell' antipatia reciproca. Eppure nonostante tutto lei era la migliore amica della mia fidanzata e volente o nolente avrei dovuto sopportarla. Fiona, questo era il suo nome, cercava in ogni modo di mettere i bastoni fra le ruote al nostro rapporto, che sinceramente attraversava già di suo un periodo difficile. Era passata già più di una settimana e nè io, nè la mia ragazza ci eravamo fatti avanti pr riappacificare una discussione abbastanza forte, ma che in tempi meno burrascosi, si sarebbe risolta piuttosto facilmente. Sentivo la sua mancanza, ma per orgoglio non le avrei telefonato. Rilassato in un "pomeriggio spompo di domenica" viaggiavo nei miei pensieri, quando come un fulmine a ciel sereno il cellulare squilla, il cuore mi batteva all' impazzata, ero quasi certo che la mia ragazza mi stesse chiamando, quando mi appresto a leggere sul display chi mi stesse chiamando, noto con sorpresa che è il numero di Fiona, la perfida migliore amica della mia lei, anche se non certo lieto di ricevere tale telefonata, rispondo, a ciel sereno senza neache utilizzare i convenevoli tipici della chiamata telefonica mi dica: - Voglio aiutarvi!!... Questa affermazione mi lascia perplesso, superato lo schock ribatto: - Perchè?!... Sono molto confuso, invece lei sa quel che dve dire e prontamente mi risponde: - Lo faccio per la mia migliore amica, non farti strani pensieri, vediamoci al belvedere fra dieci minuti!!... Senza darmi possibilità di replicare, mi chiude il telefono in faccia. Sono indeciso se andare o meno, ma visto che non riuscivo a venire a capo di una situazione abbastanza ingarbugliata, cerco di fidarmi dell' aiuto di un nemico. In fretta e in furia, mi preparo ed esco, per essere puntuale all' appuntamento. Giunto al luogo del rendez-vous non vedo nè lei nè la sua vettura, ne nessun altra, visto che sono le tre del pomeriggio di una afosa giornata di luglio. Inizio a pensare che si sia burlata di me, neache il tempo di utlitmare questo pensiero, che soggiunge la vetture di Fiona, una volta sotata alle spalle di quella mia, di scatto scendo, come se dovessi iniziare io la conversazione, ma sò che la prima mossa dovrà essere sua. Lei si avvicina con passo deciso, è lo stesso faccio io, nonostante la situazione critica, trovo il tempo per osservarla, in tutto il suo diabolico sex-appeal, ai piedi porta delle infradito rosa, lo smalto dello stesso colore, appena accennato, alla caviglia destra una strana cavigliera-bracciale che come ciondolo ha una piccolissima voliera, risalgo lungo lo spettacolo delle sue lunghe gambe, in carne al punto giusto, senza eccessive sbavature, che vengono ulteriormente celate dall' intensa abbronzature, gli shorts rosa abbastanza succinti, ne esaltano le forme di glutei e fianchi, infine una canotta bianca, dalla generosa scollatura, che esplode su dei proporzionatissimi seni turgidi, infine, giungo al suo sguardo affascinante, ma nel contempo superbo, d' altronde dal suo metro ottanta circa può permettersi di guardare in tanti con aria di magnificenza anche perchè nel complesso, fisicamente, era una ragazza stupenda. Mi fissa intensamente, con quei suoi occhi castano scuro con una ciocca di capelli neri che scende davanti, è pronuncia le seguenti parole: - E' meglio per tutti che ti tolga dai piedi!!... Resto sbigottito, improvvisamente sento esplodere in me una rabbia incredibile, vorrei picchiarla, ma neanche il tempo di realizzare che dovevo controllarmi, che mi sento mancare. Quando riprendo conoscenza non riesco a comprendere dove mi trovo, sono disteso su una fredda superficie metallica e intorno a me è tutto avvolto da una penombra surreale, come se la luce provenisse dall' alto, ma da un' ingresso piuttosto distante. Ogni tanto percepisco delle scosse lievi, che si aggiungono da una costante vibrazione di fondo, che mi preoccupano non poco. Sono sempre più confuso, improvvisamente le strane vibrazioni cessano, ed iniziano una serie di scosse ritmiche, dalla potenza terrificante e dal sordo boato. Improvvisamente il riverbero mi abbaglia, visto che il mio occhio si era abituato alla penombra, neache il tempo di mettere a fuoco e le scosse, dopo una potente sensazione di risalita veloce, si interrompono. A poco a poco il mio occhio si abitua al cambio di intensità luminosa e riesco a mettere a fuoco qualcosa che ha dell' incredibile. Lo spettacolo che mi si offre agli occhi è agghiacciante, ma nel contempo straordianrio, delle gambe femminili chilometriche si estondono dal mio punto di vista che dovrebbe essere all' incirca localizzato sulla caviglia, più lontano il ventre con annesso seno e infine ad una disatanza assurda da dove sto guardando, scorgo un viso: - Nooooo !! Non ci credo!!... Questa è la mia esclamazione nel constatare che quel viso titanico in lontananza è quello di Fiona. Ci sono delle sbarre che mi tengono prigioniero, o al sicuro?! Adesso comincio a capirci qualcosina, non so come la maledetta è riuscita a rimpocciolirmi e mi ha intrappolato nel ciondolo a forma di gabbia per uccelli posto sulla cavigliera, nonostante la gabbia in prospettiva "reale" sia piccolissima, noto che al suo interno vi sono dei meccanismi piuttosto complessi, posti sul tetto della stessa. Fintio di osservarmi intorno, nella mia mente scorrono le immagini di cosa una tale "titana" potrebbe fare alla mia inerme persona. Preso dal panico inizio a correre su e giù per la gabbia, in lontanaza vedo che la mano di Fiona si avvicina a me,ora il suo indice e pollice sono vicinissimi alla gabbia, sono imponenti, almeno grandi come la fusoliera di un grosso aereo di linea. Una lieve pressione per la gigantessa, ma per me di una potenza incredibile, sulla gabbia è la cupola con i meccanismi e le sbarre si stacca dall base dove mi trovo. Una lieve inclinazione e precipito nel vuoto, mi sa che lo schianto sarà fatale. Al contrario delle mie previsioni l' impatto è morbido, riesco quasi subito ad alzarmi, sono sulla prateria della mano di Fiona, è incredibile quanto sia minuscolo, in confronto a me una formica deve essere grande come un elefante almeno. La mano lentamente risale lungo il corpo della Dea, offrendomi prima lo spettacolo della sua immensa vagina, ovviamente nascosta da una provocante biancheria intima della quale riesco a vedere perefettamente il tipo di intreccio del tessuto, passando davanti a quei seni immensi, dove un solo capezzolo doveva essera grande come una casa di due piani. Giunto all' altezza della faccia lo sguardo beffardo della mia aguzzina, mi fa sentire veramnete microscopico: - Dunque inutile essere hai capito cosa intendevocon toglierti dai piedi?... E subito una fragorosa risata. Vorrei risponderle ma sono atterrito dai decible che quella possente voce riesce a sviluppare: Sai che potrei eliminarti per sempre senza lasciare alcuna traccia della tua presenza?... Effettivamente era vero, senza applicare alcuna forza particolare avrebbe poututo annientarmi fra le sue titaniche dita lasciando soltanto una macchiolina invisibile.