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[ replica ] Goldberg ha inviato un messaggio dal titolo: Nuova storia: Tutto cominciò in una giornata di pioggia.. ed ha ricevuto 0 repliche.
messaggio inviato in data: 12/Febbraio/2011 14:10:25

Pioveva ininterrottamente da due giorni, e la situazione non accennava a migliorare. Purtroppo il mio lavoro di rappresentante non mi permetteva di rimanere a casa, o non avrei guadagnato nulla. E il fatto di essere l’ultimo arrivato non mi aiutava di certo. Ero mandato nei posti più sperduti e dimenticati perfino dal padreterno, paesini che non risultavano nemmeno nelle cartine. Fu proprio tornando da uno di questi che cominciò la mia nuova vita..
Ero nell’entroterra siciliano, tornando verso casa con il mio vecchio catorcio che aveva visto tempi migliori, e a cui questa pioggia non giovava affatto. Infatti, ai piedi di una collina si fermò, neanche troppo inaspettatamente. Provai a chiamare qualcuno col cellulare, ma in quel posto in culo ai lupi non c’era nemmeno una maledettissima mezza tacca di ricezione. Provai a vedere cosa riuscivo a combinare da solo, ma riuscii solo a inzupparmi fino al midollo. Provai ad attendere qualcuno di passaggio, ma non passò nemmeno un cane. La notte si avvicinava, e guardandomi attorno in mezzo alla pioggia fitta che creava una specie di nebbia umida, notai una casa in cima alla collina, visto l’andazzo mica poteva essere ai piedi..
Cominciai a camminare verso di essa, sprofondando nel fango, scivolando varie volte su quel terreno insidioso, mentre la casa si avvicinava sempre di più, e anche il buio. Era un vecchio cascinale, e per un breve attimo disperai di trovare qualcuno, magari era solo dedita alla pastorizia. Arrivai e bussai, in preda ai brividi di freddo. Sperai con tutto me stesso di trovare qualcuno, o sarei morto assiderato. Sentii un rumore dall’interno,dei passi che si avvicinavano. Pensai di trovarmi di fronte un vecchio pastore, ma mi sbagliavo tremendamente.
La porta si aprì leggermente, e una splendida donna avvolta in una pesante coperta fece capolino. Spiegai brevemente cosa mi era accaduto, e di certo tutto fradicio e coperto di fango non dovevo essere un bello spettacolo. Lei rimase in silenzio ad ascoltare, guardandomi dalla testa ai piedi, e infine si fece di lato, e disse: <<Non si rifiuta mai ospitalità a un bel forestiero..>>
Entrai senza dar troppo peso al mio ego che si esaltava per quel complimento, e finalmente riuscii a vederla per bene: una splendida donna sulla quarantina, i suoi capelli lunghi e scuri, e uno sguardo magnetico e color nocciola. Mi fece accomodare davanti al fuoco, dicendomi che sarebbe tornata con qualcosa di asciutto. Non chiedevo di meglio.
<<Ecco qui..>> disse poggiando sulla sedia dei vestiti un po’ trasandati, ma asciutti,e un telo con cui asciugarmi. “Devo cambiarmi qui di fronte a lei?” pensai, e lei sorrise: <<Non hai niente che io non abbia già visto..>>. Forse avevo pensato ad alta voce, ma andava bene così. Lei si accomodò sulla poltrona libera, e si godette quello strip non troppo sexy. Le diedi le spalle quando dovetti levarmi i boxer, e mi sentii subito pizzicare il sedere, girandomi di scatto con un’espressione di sorpresa. Lei sorrideva tutta soddisfatta e disse: <<Non dirmi che non sai apprezzare le attenzioni di una bella donna..>> alzando un sopracciglio.
Le sorrisi, ero troppo preso dal freddo e da queste nuove situazioni per riuscire ad articolare una risposta anche lontanamente sexy. Mi sedetti sulla poltrona, e finalmente poco a poco cominciai a scaldarmi, riprendendo il mio colorito naturale rispetto al bianco cianotico regalatomi dalla pioggia. E anche il mio cervello riprese a funzionare come quello della maggior parte degli uomini, soprattutto nei confronti di una bella donna.
<<Vivi qui da sola?>> azzardai.
<<Si, lo preferisco..>> disse rivolgendomi quel suo sguardo magnetico.
<<Come mai? Non dirmi che nella zona non esiste nemmeno un uomo..>> cercai di sfoderare tutto il mio charme.
<<Diciamo che nella zona mi considerano una specie di strega..>> disse incupendosi un po’, e tornando a rivolgere lo sguardo al fuoco.
“Stupide superstizioni paesanotte”, pensai fra me. Lei si voltò e mi sorrise: <<Tu non pensi che io sia una strega?>>
<<Una strega? Nel 2011? E poi cosa? Gli unicorni?>>
Lei rise di gusto, e si mise in piedi, lasciando cadere la coperta sulle spalle, e mostrandomi un corpo tonico, un bel seno prosperoso, e la carne giusta nei punti giusti, non era un’anoressica, e la cosa non mi dispiaceva affatto. Si avvicinò, e come a rispondere ai miei pensieri disse: <<Ti piace quel che vedi..>>
<<Come non potrebbe? Sei uno schianto!>>
<<Beh, fortunatamente sei un forestiero, e non ti lasci influenzare da certe dicerie..>>
<<Sono solo frutto dell’ignoranza.. >>
Si fermò a guardarmi, rabbuiandosi per un breve attimo, poi un sorriso lascivo balenò sul suo viso, e si avvicinò ancora di più a me, e poggiò una mano sulla mia nuca, come a tirarmi a lei: <<Baciami bel forestiero..>>
Quale uomo si sarebbe opposto? Scattai in piedi, e la baciai prendendola fra le braccia. Lei ricambiò il bacio, e si spinse ancor di più a me, lasciando che il suo seno abbondante premesse contro il mio corpo. Poi mi prese per mano: <<Perché non continuiamo in un posto più comodo?>>
<<Che aspettiamo?>> risposi, e lei mi baciò ancora una volta e poi si avviò verso una stanza sul fondo della casa. Ebbi finalmente modo di guardare meglio quella dimora. Mobili rustici e massicci in legno, le pareti erano grezze, con qualche mensola qua e là, ma la mia attenzione venne catturata da una mensola in particolare: una collezione di macchinine fedelmente riprodotte, tutte ben allineate. Macchine comuni, Twingo, Ford Fiesta, Fiat Uno.. Strana cosa, ma avevo di meglio a cui pensare. Entrammo quindi in una stanza con un antico letto a baldacchino, un vecchio comodino, e un paio di cassapanche, di cui una ai piedi del letto. Giunti sul bordo del letto, mi poggiò una mano sul petto e mi spinse indietro, ed io mi lasciai cadere su quella vecchia e calda coperta. Cominciò a spogliarsi davanti a me, con suadente savoir faire, facendo montare in me l’eccitazione, che si stagliava sempre più visibilmente dai miei pantaloni. Lei sorrise maliziosamente, volgendo lo sguardo sul mio cavallo, e poggiò una mano aperta su di esso, per poi afferrare il suo contenuto.. Sarebbe stata una notte di fuoco!
Tre o quattro ore dopo, non so bene di preciso, era come se il tempo non esistesse più, giacevamo entrambi esausti, e lei avvinghiata a me, che sorrideva beata, mentre con un dito percorreva il profilo del mio petto. <<Sono distrutto! Non penso di poter continuare mi spiace..>>
Lei si appoggiò su un gomito, e sforgiando di nuovo quel suo malizioso sorriso disse: <<Oooh, di già? E’ un vero peccato, sei stato fantastico..>>
<<Mi spiace molto, vorrei poter fare di più, ma non ne ho le forze..>>, lei sgranò gli occhi a quelle mie parole, uno sguardo così intenso e famelico che non le avevo visto nemmeno durante i nostri focosi amplessi: <<Beh, allora un modo ci sarebbe..>>
<<Ah si? Se non devo fare niente va benissimo..>>, di nuovo quello sguardo.
<<Non preoccuparti, farò tutto io..>> si alzò e corse ai piedi del letto, aprendo quella cassapanca che avevo intravisto entrando. Mi parve di sentire un brusio di voci smorzato dalla distanza, ma durò pochi attimi. Lei tornò, salì sul letto e si venne a sedere su di me, che ovviamente la lasciai fare, certe cose non si rifiutano mai.. Le misi le mani sul seno, così d’istinto, e lei,con gli occhi socchiusi, per qualche secondo mi parve stesse dicendo qualcosa, ma non riuscivo a coglierne il significato, infine aprì i suoi bellissimi occhi, e guardandomi mi gettò addosso una manciata di polvere. Fu brevissimo, un capogiro tremendo mi colse, e persi conoscenza. Quando riaprii gli occhi tutto mi sarei aspettato tranne questo: lei si stagliava su di me nella stessa posizione di prima, solo che adesso lei era gigantesca, e tutto il resto mi parve essersi ingigantito, compreso il letto. Infine capii: ero io che mi ero ristretto!
Non ebbi il tempo di mettermi a sedere che le sue dita furono su di me, portandomi al suo viso: <<Adesso faccio tutto io visto che non ce la fai più..>>
<<Cosa mi hai fatto???>> urlai con tutta la forza dei miei polmoni.
Lei mi guardò, a occhio e croce misuravo meno di venti centimetri, e il suo fiato caldo m’investiva al ritmo del suo respiro, mentre la sua lingua lentamente fuoriusciva da quelle splendide labbra, poggiandosi su di me, e cominciando a percorrere tutto il mio corpo. Fu un piacere mai provato prima, una sensazione unica. Tutte le mie difese caddero nell’attimo in cui la punta della sua lingua si poggiò sul mio pene. Il caldo e umido contatto m’impediva di formulare qualsiasi pensiero coerente che non fosse la parola: ancora!
<<Vedo che non ti dispiace.. >> mi disse, lasciando che le sue labbra si stringessero intorno al mio pene.
<<N-n-no..>> fu tutto ciò che riuscii a pronunciare in quell’estasi in cui mi trovavo. Non potevo resistere oltre a quella stimolazione, e venni copiosamente fra quelle splendide labbra carnose. I suoi occhi sorrisero insieme alle sue labbra. Mi staccò dal suo viso e la vidi ingoiare.
<<Ora tu appartieni a me..>>
Staccato da quel paradisiaco contatto, anche il mio cervello riprese a funzionare: <<Cosa? Che cazzo dici?>>
<<Vedi piccolo? Forse quei paesanotti non avevano tutti i torti..>> disse sorridendo, e tenendomi ben stretto nel suo pugno.
<<Si, ma mi cercheranno.. C’è la mia macchina ai piedi della collina, risaliranno subito a te!>>
Sorrise, e sempre tenendomi in pugno si alzò, e uscendo dalla stanza mi portò di fronte alla mensola di prima: la mia Opel Corsa nera se ne stava lì in bella mostra, ridotta ad un giocattolo insieme alle altre macchinine. Tutto mi fu chiaro.. Ognuna di quelle auto era una persona, e forse quel brusio di prima.. <<Esatto, sono altri miei piccoli schiavi..>> disse leggendomi nel pensiero.<<Se posso rimpicciolirti, figurati se non posso leggerti nel pensiero..>> aggiunse facendomi l’occhiolino. Nonostante tutto era stupenda, non riuscivo a provare odio per lei, ma soltanto un’attrazione abnorme, che cresceva di minuto in minuto.
<<Tu sei il primo che mi abbia soddisfatto in questo modo..-disse facendo cenno con la testa in direzione del letto- ..Ed è per questo che sarai il mio uomo..>> sembrava un vaneggiamento di una folle, ma nonostante ciò qualcosa aveva preso il possesso del mio cuore. Era magia anche quella?
Un ultimo barlume di lucidità mi fece pensare agli altri omini, provando un moto di gelosia apparentemente senza senso. “Chissà a quanti l’avrà detto..”
<<Ti sbagli, loro sono solo meri oggetti di piacere..>> disse sorprendendomi ancora una volta leggendo i miei pensieri. <<E te lo dimostrerò!>> corse alla cassapanca ai piedi del letto, e la spalancò, mostrandomi una piccola gabbia in cui c’erano almeno una dozzina di altri omini, sollevò il coperchio e ne afferrò uno a caso. Era un po’ più piccolo di me, e guardando verso il basso, notai che tutti erano di dimensioni differenti. Lo guardò con sprezzo, e poi guardò me con una nuova luce negli occhi: <<Guarda.. >> lo sollevò sul suo viso, e incurante delle sue urla lo fece cadere fra le sue labbra, ingoiandolo per intero come se nulla fosse.<<Visto? Per me lui è niente, è come un bocconcino e niente più!>>
La scena mi sorprese, e mi lasciò mio malgrado affascinato. Non sapevo cosa mi aspettava, ma non riuscivo ad avere paura di lei, e non m’interessava niente altro al mondo. Avevo dimenticato la mia famiglia, i miei amici, erano come qualcosa di lontano e sbiadito. Tutto ciò che volevo era stare con lei. Il sorriso che si dipinse sul suo viso era pieno di dolcezza, che subito venne rimpiazzato dalla malizia: <<Avevamo ancora una cosa in sospeso..>> disse. Si stese sul letto, e cominciò a leccarmi, prima di farmi scivolare sul suo corpo nudo, sulla sua gola, fra i suoi seni, soffermandosi un bel po’ a stringermi in quel morbido e sensuale abbraccio, poi sul suo ventre, e infine giunse lì dove mi voleva: ero di fronte al suo sesso caldo e fremente, con i suoi peli pubici imperlati dei suoi umori. Mi sporsi dalla sua mano, ero impaziente di entrare nel suo più intimo piacere. Una cosa così innaturale, eppure così attraente. Fu in quel preciso istante che rinunciai a tutto il resto. Quello che volevo era solo appartenere a lei, non sapevo se per magia, o se fosse una cosa spontanea, e non m’interessava, non sopportavo l’idea di separarmi da lei.
Lei udì i miei pensieri, e mi portò velocemente al suo viso baciandomi con una inaspettata dolcezza: <<Io non posso imporre l’amore..>> il mio cuore sussultò a quelle parole. Tutto quello che riuscivo a pensare era il suo splendido corpo nudo, e l’idea di trovarmi immerso in esso per quanto bizzarra e innaturale, era il mio più grande desiderio. Intuendo la mia volontà mi riportò di fronte al suo monte di venere, e mi depose lì, libero dal suo controllo. <<Non so nemmeno come ti chiami!>> urlai per farmi sentire, ma fu solo un pensiero fugace. Il dolce calore che irradiava dal suo sesso me lo fece scordare completamente. Poggiai una mano su quelle labbra, lasciando che sprofondasse in quella torrida morsa del suo piacere. Anche l’altro braccio si fece largo in quello spazio, discostando quel tanto da potermi introdurre in esso. Fu allora che la sentii cominciare a sussurrare, ma la mia volontà era di essere un tutt’uno con lei. Lasciai che il mio volto entrasse in lei,e <<Il mio nome è D..>> furono le uniche cose che afferrai, prima di inoltrarmi dentro di lei con tutto me stesso, perdendomi nei suoi reconditi meandri di un piacere comune. C’era tutto il tempo del mondo per conoscersi meglio..


Goldberg ha scritto: Nuova storia: Tutto cominciò in una giornata di pioggia.. ed ha ricevuto 0 repliche. [***]
inviato in data: 12/Febbraio/2011 14:10:25



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