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dolceluna ha inviato un messaggio dal titolo:
A caccia. Breve continuazione. ed ha ricevuto
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messaggio inviato in data:
12/Giugno/2012 01:18:28
Lo guardavo. Stava cominciando a muoversi. Mi pregustavo la solita scena. Avrebbe fatto come tutti: si sarebbe spaventato vedendomi cosė potente e gigantesca. Avrebbe tentato di scappare. Inutilmente. Poi avrebbe cominciato a piangere supplicando pietā. Me lo sarei guduto un po' per poi stufarmi e schiacciarlo come uno scarafaggio. Prevedibile. Tra me stavo decidendo se l'avrei schiacciato a piedi nudi o con un particolare paio di scarpe, quando di svegliķ del tutto. Si alzķ in piedi, tra i miei piedi, e rimase a bocca aperta a guardarmi. Eravamo entrambi nudi e, per quanto lui fosse piccolo, si vedeva benissimo che dovevo piacergli. Aveva un erezione fantastica per un vermiciattolo di quelle dimensioni. Volevo che si sentisse piccolo e umiliato, cosė mi alzai in piedi, torreggiando su di lui col potere di schiacciarlo come il mozzicone di una sigaretta.
Lo guardavo aspettando che scappasse o si rendesse conto che stavo per ucciderlo, quando lui mi lasciķ di stucco. Si avvicinķ al mio alluce sinistro e cominciķ a leccarlo intensamente, masturbandosi. La cosa mi eccitava. Lo guardavo leccare e toccarsi mentre la mia vagina depilata cominciava a bagnarsi. Mi piaceva sentire quella piccola lingua leccarmi. Ad un tratto smise e comincio a contorcersi. Dal suo microscopico pene cominciķ a sgorgare sperma che finiva tutto contro il mio alluce. Poi si lasciķ cadere all'indietro e si distese di fronte a me, come per ringraziarmi di avergli permesso di avere quell'ultimo orgasmo e lasciarsi uccidere.
Quel gesto gli fece guadagnare la mia simpatia. Ora ero certa che non lo avrei ucciso, per ora. Cosė mentre lui continuava a stare disteso, aspettando che il mio piede lo maciullasse, io sentivo colare lo sperma lungo l'alluce e pensavo a come godere e farlo godere. Stavo pensando alla doccia, pensavo alla tazza del cesso, pensavo alla forchetta e all'accendino, pensavo alla mia scarpiera grande come una cittā.
Continua...