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jryan^ ha inviato un messaggio dal titolo:
STORIA BREVE ed ha ricevuto
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messaggio inviato in data:
26/Maggio/2003 19:56:32
EHI
STORIA BREVE : Quell’attimo di fantasia.
È un assolato lunedì di fine maggio. Saranno circa le tre di pomeriggio e io , da poco, mi sono messo a studiare nell’auletta di lettura quasi vuota.
Davanti a me , seduta ad un tavolo ricoperto di libri e quaderni, c’è una ragazza mora. È carina, neanche troppo in fondo, di sicuro è più grande di me e sembra molto stanca.
Più di una volta i nostri sguardi si incrociano e mi sento in imbarazzo. Non riesco proprio a concentrarmi; quella ragazza mi affascina. La osservo; indossa una camicia bianca , dei jeans e ai piedi dei sandali bianchi con il tacco alto più o meno cinque centimetri. I suoi piedi , tra l’altro, sono grandi e carnosi, le dita ben fatte e unghie corte e curate. Le cinghie bianche dei suoi sandali avvolgono quelle splendide estremità che lei non smette di muovere e io ne resto incantato. Lei se ne accorge e quindi si ferma; naturalmente i nostri sguardi si incrociano. Io non mi sento imbarazzato ma so che il mio manifesto interesse avrebbe comportato meno spontaneità nella ragazza. Leggo distrattamente le righe del libro e di tanto in tanto getto occhiate curiose verso la ragazza , guardo il suo seno prosperoso e il suo viso serio;
<< eh no ! così oggi non combino niente!>> mi dico e tenendomi la fronte tra le mani cerco di concentrarmi. Passano pochi minuti ed ecco che sento uno strano “ TOC” e poi subito un altro. Il mio cuore intuisce di cosa si tratta e subito alzo gli occhi: la ragazza si è sfilata i sandali e guardandomi incrocia i suoi piedi scalzi sul tavolino, mostrandomi le sue piante morbide e rosee. Abbasso lo sguardo facendo finta di niente e intanto capisco che quel pomeriggio, di sicuro , non sarei riuscito a studiare.
La ragazza sembra assorta nel suo studio ma mi accorgo che di tanto in tanto mi guarda. Tra l’altro muove lentamente le dita dei piedi , come per ipnotizzarmi. Ed ecco che io inizio a sognare; mi immagino piccolissimo , in piedi sul quel tavolo e sovrastato dalle gigantesche piante dei piedi della ragazza. Immagino lei che mi sorride mentre con sarcasmo divarica le dita del suo piedone davanti a me, come per annichilirmi.
Quando torno alla realtà lei si alza e raggiunge il mio tavolo, naturalmente con i sandali ai piedi. Mostrandomi una matita mi chiede :<< Senti, scusa, hai un temperino?>>
Io non le rispondo. Sono proprio goffo. Semplicemtne mi abbasso verso il mio zaino ed estraggo il lapis dalla tasca per poi porgerglielo.
<< Grazie!>> dice lei e poi si avvia al cestino. Io resto chinato ad osservarla poi faccio per ritirarmi su e sbatto allo spigolo del mio tavolo facendo cadere la mia penna che rotola fino a sotto quello della ragazza. Mi alzo e mi chino sotto il tavolo pensando:<< ma perché non è successo quando lei stava seduta qui!>> in quel momento mi si offusca la vista e sento un forte senso di vertigine. Mi accascio al suolo stordito e quando riapro gli occhi sono piccolissimo, alto meno di due o tre centimetri, sdraiato sul freddo pavimento dell’ auletta. Mi guardo intorno e vedo la ragazza ancora intenta a temperare la sua matita; << deve essersi trattato di un istante!>> penso.
Non faccio in tempo ad alzarmi e a guardare l’immenso tavolo sovrastarmi, che la ragazza si volta e fa per tornare al mio tavolo per ridarmi il temperino. Non mi vede e assume un’espressione perplessa, poi , con tranquillità rimette il temperino sul mio tavolo e si incammina verso i me.
Osservo i suoi passi, le sue dimensioni immense , le dita con i polpastrelli compressi per la pressione e sento i boati assordanti echeggiare e far tremare il pavimento sotto di me.
Resto immobile nonostante la ragazza posa i suoi piedi a pochi centimetri davanti a me. Un odore acre pervade l’aria. La ragazza accavalla le gambe ed ecco che mi ritrovo con il suo piede destro sospeso sulla testa. Sulla suola del sandalo leggo “39” e ne sono estasiato. Come se il mio sogno più grande si stesse realizzando osservo le gigantesche ditone dell’altro piede posate davanti a me e mi ci avvicino. Ho il cuore in gola, mi sembra di essere al cospetto di qualcosa di divino. Timidamente accarezzo il polpastrello del suo alluce e lei resta immobile. Lentamente avvicino le mie labbra a quella stupenda estremità e la bacio, fiutandone a fondo l’odore. Un attimo dopo un “TOC” assordante alle mie spalle mi fa sussultare; La ragazza si stà di nuovo sfilando i sandali. Vedo la sua larga pianta rosea sovrastarmi mentre il sandalo dalla suola consumata cade a poca distanza da me.
Preso coraggio mi aggrappo al mignolo dell’altro piede , poco prima che lei si sfilasse anche l’altro sandalo. Con tranquillità la ragazza posa nuovamente i piedi sul tavolo, trasportandomi come un insetto. Quando il suo morbido tallone impatta con la superfice di legno io vengo sbalzato e non riesco a trattenere la presa; dopo un volo terribile cado sulla copertina di uno dei suoi libri, proprio davanti alla sua colossale pianta del piede destro.
Fortunatamente non mi ero fatto niente e così mi alzo di nuovo in piedi. In quel momento noto che la ragazza mi sta guardando. Pieno di paura ed emozionato io le faccio un cenno di saluto con la mano. Lei fa una smorfia , come se fosse disgustata. Tremo. Non riesco a capacitarmene e di colpo sono investito dalle dita del suo piede. Cado sul pavimento dopo un volo impressionante. Mi sento malissimo e sono tutto dolorante. Non riesco ad alzarmi e guardando in alto vedo la ragazza in piedi guardarmi da lontano. Cerco di dire qualcosa ma lei solleva il suo piedone , stringe le dita e le fa calare su di me lentamente. Sento i morbidi polpastrelli della sue dita posarmisi sopra, dapprima soffici come cuscini , poi sempre più pesanti. Penso che sia giunta la mia ora e sento in me crescere una rabbia terribile per ciò che mi sta accadendo… schiacciato da quella li, una ragazza che neanche conoscevo. Per lei in quel momento non ero nulla e mi stava portando via la vita , schiacciandomi sotto le dita dei suoi bei piedi. Urlai disperato.