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jryan^ ha inviato un messaggio dal titolo:
RACCONTO 1: in balia della Madre ed ha ricevuto
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messaggio inviato in data:
03/Novembre/2003 00:18:31
ecco.. questo è quello che intendo per racconto.
RACCONTO (che ha una fine e non è diviso in più parti)
Marco si alzò dal letto tutto sudato e spaventato. Urlò nel buio della sua camera :
<<Mamma!Mamma!>> ma ormai sua madre, Anna, dormiva profondamente e anche se fosse stata sveglia non l’avrebbe mai sentito.
Marco allora cercò di togliersi la coperta di dosso. Non ci riuscì , sembrava essere sommerso dal pesante piumone e non trovava via d’uscita. Tentò allora di scendere dal letto ma non ne trovò il bordo. Ansimando si fermò sdraiato a pancia in su e gli sembrò di essere disteso in una vasta ed ombrosa caverna.
La notte passò silenziosa e piena di timori e Marco non riusciva ad essere completamente lucido, non si accorse nemmeno della luce dell’alba e per lui l’oscurità durò ancora a lungo. In lontananza però il silenzio venne spezzato da sua madre che si era alzata e ora camminava a piedi nudi per casa. Marco si stupì di sentire così nitidamente i passi morbidi e sordi della madre …si meravigliò di sentirne le vibrazioni.
Quando sentì :<< sveglia tesoro! Sono le sette e mezza!>> la voce della madre gli sembrò lontana. Ugualmente però iniziò a chiamarla con tutta la voce che aveva in corpo. Anna scese le scale e andò in cucina a preparare la colazione e Marco , incoraggiato dalla voce della madre decise di svegliarsi ed aprire gli occhi. Lo fece, ma restò tutto buio. Si agitò ancora e iniziò a stisciare sotto quel pesante piumone che sembrava non avere fine, ad un tratto sentì sotto di se il vuoto e cadde.
Il volo gli sembrò terrible e lungo…tanto lungo che pensò di essere sul punto di svegliarsi ma non appena toccò il pavimento i suoi occhi furono investiti dalla luce del giorno e capì di essere già sveglio e che era caduto realmente da qualce parte.
Ci volle un po’ prima che i suoi occhi si abituassero alla luce ma poi vide che intorno a se si estendeva una vasta pianura all’orizzonte della quale si innalzava un immensa struttura marrone rettangolare … il suo armadio. Si voltò perplesso e si ritrovò ai piedi del suo letto che ora era gigantesco, più alto delle montagne che aveva visto quando era andato a sciare.
Si stropicciò gli occhi incredulo e poi guardò verso la porta della stanza e vide che era socchiusa e da essa proveniva la luce della finestra del corridoio. Si alzò sulle gambe tremanti e camminò lentamente verso la porta, ripetendo tra le labbra , a bassa voce:
<< mamma dove sei?>>
Ad un tratto i passi morbidi di Anna echeggiarono per le scale , Marco si fermò e la porta davanti a lui si aprì. Apparve sua madre , gigantesca , imponente eppure confortante; indossava la vestaglia da notte ed era scalza.
Marco sollevò le braccia verso di lei ma Anna non lo aveva visto e così fece un passo per avvicinarsi al letto; Marco vide l’enrome piede della madre scendere su di lui. Non riuscì a reagire , restò fermo a guardare la pianta del piede carnosa di sua madre avvicinarsi inesorabile.
In un istante ci si ritrovò sotto, compresso dal morbido avanpiede. Sentiva il calore del piede della Madre riscaldarlo ma allo stesso tempo sentiva un peso sempre maggiore sul suo corpicino.
Anna disse con voce dolce sollevando la coperta del letto :<< sveglia piccolo!>> ma non vi trovò nessuno, così indietreggiò e sollevò il piede da suo figlio, che dopo esservi rimasto appiccicato per un po’ cadde sul pavimento.
Anna era spaventata e guardandosi intorno per la stanza chiamò:
<<marco ? dove ti sei nascosto?>>
Marco si alzò cercando di riprendere fiato e camminò verso il piede della madre. Si appoggiò alle sue dita imponenti ed odorose e cercò di scuoterle per farsi vedere.
Anna abbassò lo sguardo e vide Marco in lacrime, ma non fu sorpresa. Si chinò e lo afferrò tra indice e pollice e avvicinandoselo al viso esclamò:
<<che razza di scherzo è questo?>>
Marco era felice perché ora si sentiva al sicuro e si mise a ridere. Anna allora sorrise a sua volta e disse:
<<beh, te ne inventi di tutti i colori per non andare a scuola eh?! Vorrà dire che verrai a fare la spesa con me!>>
detto questo Anna portò Marco con se in camera, lo posò sul pavimento e poi si inziò a vestire; indossò una camicia dei pantaloni scuri e poi tirò fuori dall’armadio dei sandali; li indossò ai piedi nudi e poi si sedette sul letto.
<< Adesso vieni qui!>> disse Anna e Marco si avvicinò ai suoi piedi. Anna divaricò le dita del piede destro e le sollevò , poi disse:
<<sdraiati sulla suola del mio sandalo, così ti terrò sotto le dita del mio piede ed imparerai a saltare la scuola!>>
Marco obbedì e si sraiò sulla suola su cui erano impresse le impronte delle ditone di Anna. Poi sentì i morbidi polpastrelli della madre posarglisi sopra e fece un respiro di sollievo. Anna si alzò e camminò fino alla macchina , sentendo il corpicino di Marco sotto di lei.
Anna Camminò per tutta la città in tutta tranquillità, poi , quando tornò a casa si levò i sandali e Marco ruzzolò sul pavimento; tossì un po’ , era sproco ma stava bene Anna gli ribadì pressandolo sotto il suo alluce :
<<e domani mattina vai diritto a scuola anche se sei ancora ridotto così!>> fine