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fiter ha inviato un messaggio dal titolo:
Fantasie sulla Zia - 2^ parte ed ha ricevuto
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messaggio inviato in data:
02/Giugno/2005 23:21:17
Mi fa piacere che la prima parte sia stata archiviata tra le storie, eccone una seconda, spero vi piaccia:
Lussuoso villaggio in Sardegna, agosto di pochi anni fa.
Mentre bevevamo il caffè tutti assieme, dopo il ricco pranzo nella terrazza, Sheila mi si era avvicinata all'orecchio e con un sussurro mi aveva dato appuntamento in camera sua per le tre del pomeriggio. Lo zio andava a far pesca d'altura col motoscafo del villaggio, ne avrebbe avuto fino alle sei ...
Alle tre meno cinque uscii nella calura di agosto, la lunga scala esterna e assolata che saliva all'appartamentino degli zii mi fece venire il fiatone. Bussai, eccitato. Sheila si fece attendere un po', poi venne ad aprire. Vedendola da vicino, così in piedi, inizialmente mi sentii intimidito, come sempre. Del resto dovete capirmi, sono piuttosto mingherlino e piccolo di statura, lei col suo metro e ottanta mi sovrastava di un buon palmo.
"Armando, sei puntualissimo, bravo! Entra, rilassati, sei tutto accaldato, mettiti comodo!
Mi buttai su una delle gigantesche poltrone di pelle beige, fresca e liscia. Sheila, che sul corpo abbronzato indossava solo un mini-copricostume giallo, passeggiò avanti e indietro per la stanza, fingendo di riordinare qualche cosa, ma in realtà capivo che si trattava di un defilèè per eccitarmi. La poltrona era grande ma bassa, e dalla mia prospettiva di ometto vedevo il suo corpo torreggiare, il bacino largo da falsa magra, le cosce lunghissime e poderose, le caviglie sottili, i piedi snelli e curatissimi che scivolavano sul pavimento bianco e lucido.
Mi guardò e sorrise: "Mi guardi, allora ti faccio ancora un certo effetto vero?". Ancheggiando si sfilò il miniabito, mostrandomi il suo abbronzato corpo sontuoso in tutta la sua gloria.
Avvicinò l'altra poltrona accanto alla mia, si sedette assaporando sensualmente il contatto con la pelle fresca della poltrona, e distese le sue lunghissime gambe verso di me. Le piante levigate dei suoi piedi si posarono sulle mie gambe nude (ero in bermuda) e me le accarezzarono accennando un massaggio: "Oggi voglio fartelo io il massaggino rilassante, sai che a Pasqua siamo stati in Thailandia, mi hanno descritto certe tecniche e tu oggi mi farai da cavia ..."
I suoi piedi levigati ora mi percorrevano il petto, aprendomi la camicia già sbottonata. "La pedicure del villaggio stamattina mi ha fatto i complimenti, che piedi stupendi ha, signora, è una soddisfazione lavorarci su, voglio farle un lavoro speciale. Certo che con le sue gambe lei di sicuro fa ancora girare la testa a molti uomini, anche più giovani di lei, sa che poi ho letto su Amica che qualche uomo apprezza proprio i piedi, lei per questo nel villaggio non credo abbia rivali ..."
Così dicendo mi aveva tolto la camicia, ed iniziò a dedicarsi ai miei pantaloncini. Ci infilò un piede dentro e mi toccò il sesso: "Siamo a buon punto, vedo, bene!"
Infilò anche l'altro piede e quindi, flettendoli all'indietro mentre li ritraeva, mi sfilò il bermuda. "Ooooohhhh! Fa sempre effetto vedere un omettino piccolo come te con un coso così grosso! E' proprio vera quella storia dei nani, mi sono sempre piaciuti proprio per questo, e anche perché mi fanno sentire superiore, mi sembra sempre di schiacciarli e come sai bene io godo a fare questa cosa!"
Così dicendo, aveva ripreso a massaggiarmi il petto e il viso, ma con maggiore intensità, ora mi premeva decisamente contro la pelle morbida della poltrona.
Come mi era successo altre volte, mi sembrò a un certo punto che il piede di cui stavo leccando avidamente la pianta liscia fosse diventato più grande, e sì cacchio, copriva ora quasi tutto il mio petto, mi stava succedendo ancora, mi rimpicciolivo ...
Stavolta però non mi ridussi alle dimensioni di un animaletto, come mi era successo altre volte, ma mi fermai raggiunta l'altezza di circa 80 centimetri. Nel rimpicciolirmi però, stranamente, stavolta non avevo mantenuto le mie proporzioni, ma il mio corpo era diventato più tozzo ... ma certo, mi ero trasformato in un nano da circo, evidentemente stavolta era la fantasia di Sheila che aveva avuto il sopravvento ...
"Ce l'ho fatta, stavolta sono riuscita a relaizzare la mia fantasia, ti ho proprio trasformato in un ridicolo nano, guardati come sei brutto! La tua bruttezza però mi eccita, voglio schiacciarti sotto i miei piedi di dea, tu, il mio schiavo nano, morirai schiacciato!"
E così dicendo mi spinse fuori dalla poltrona, facendomi cadere pesantemente sul pavimento lucido. Mi fu subito sopra con entrambi i piedi: "Ti schiaccio, ridicolo nanetto...come un viscido schifoso rospo, voglio sentire le tue ossa cartilaginose che si spappolano, godooooo!!"
Godemmo entrambi, con un'incredibile intensità. Lasciò cadere il suo corpo sontuoso su di me, rimasi un po' sotto, estasiato, poi pian piano ripresi le mie dimensioni normali ...