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Oltre il Sospetto (parte II) ed ha ricevuto
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25/Settembre/2005 19:09:39
Oltre il sospetto (parte II)
Alessandra si riaccostò alla scrivania avvolta nel suo accappatoio bianco, con un asciugamano intorno alla testa che le raccoglieva i lunghi capelli neri. Si sedette e con scioltezza sollevò i piedi per incrociarli sul piano della scrivania, poco distante dal bicchiere in cui erano intrappolati i microscopici piloti. Sollevò da loro il bicchiere e chiese distrattamente mentre si accendeva una sigaretta:
<< Come sta il tuo compagno?>>
il pilota rispose mentre guardava sulla sua sinistra innalzarsi le immense piante dei piedi dell’investigatrcie, che, come per provocarlo , non cessava di muovere le lunghe dita smaltate e di flettere la pianta morbida.
<< sta riposando. Credo che ce la farà. La ringrazio signora.>>
<< meglio così.>> disse Alessandra facendo fuoriuscire un filo di fumo tra le labbra socchiuse.
Ci fu un instante di silenzio, poi il pilota disse:
<< prima, quando ci ha coperti con il bicchiere, ho tentato di avvisarla di stare all’erta poiché è probabile che entro breve, venga inviato qui un altro equipaggio, per terminare ciò che noi abbiamo fallito.>>
Alessandra trasalì per un attimo ed alzandosi in piedi esclamò sbattendo il palmo della mano a pochi metri dal minuscolo pilota, facendolo cadere:
<< Non credi che questa sarebbe dovuta essere la prima cosa che mi avresti dovuto dire ?!>>
il militare si rimise in piedi pazientemente, ben sapendo di non poter far altro che accettare qualsiasi cosa da parte di quella donna gigantesca , che , nonostante tutto, si era mostrata molto magnanima.
<< Chiedo scusa, ma la mia priorità era salvare il mio compagno. In ogni caso non creda che abbia rimandato di darle questa informazione per ingannarla. Io ed il mio compagno saremmo uccisi dall’equipaggio in arrivo, e quindi, rischiamo quanto lei.>>
<< bene e allora cosa mi consigli di fare ?>>
<< Le consiglierei di vestirsi ed andarsene da qui. La situazione potrebbe farsi eccessivamente pericolosa.>>
<< per essere braccata ancora? No! preferisco affrontare il problema. Poi, mi sembra, non mi è stato difficile abbattere te ed il tuo amico!>>
ribatté Alessandra, molto sicura di se, e, infondo, non reputando ancora di potersi fidare di quell’esserino.
<< Se vuole affrontarli, allora, le posso consigliare un modo per mettere in difficoltà le apparecchiature del velivolo sul quale arriveranno i suoi killer.>>
<< è il minimo da parte tua!>>
<<Dovrebbe sistemare dei magneti per la stanza. In questo modo le loro apparecchiature saranno fuori uso; stenteranno a mantenere l’assetto di volo e se vorranno colpirla non potranno affidarsi al sistema di agganciamento elettronico.>>
<< Ah bene! E mi dici dove trovo dei magneti?>> rispose Alessandra, ma un attimo dopo pensò al suo frigo ricoperto di magneti d’ogni genere, e alla scatoletta riposta nell’armadio chissà da quanto, con i suoi scacchi portatili, in cui ogni pedina rimaneva adesa tramite piccole calamite alla pedana.
In breve accumulò i magneti e li posò sulla scrivania accanto al pilota per poi dirgli:
<< ora che devo fare?>>
il ragazzo rispose dopo aver controllato il suo compagno, sdraiato, privo di conoscenza.
<< Li sparga per la camera, e cerchi di far si che ve ne sia uno ogni venti centimetri lungo il perimetro dell’intera stanza. Poi…>>
Alessandra si volse e prese a disporre i magneti con fretta, sentendosi minacciata. Il pilota riprese:
<< …se può ci nasconda, o la squadra si sgombero ci troverà ed eliminerà.>>
l’investigatrice tornò alla scrivania e guardò il piccolo uomo stare dritto in piedi, con lo sguardo rivolto in alto, verso di lei, che, colossale, si ergeva sopra di lui. Senza dire niente, Alessandra, tese la bella mano verso di lui e stava già per afferrarlo tra le dita quando udì un sinistro ronzio. La sua attenzione si volse immediatamente a quel rumore e l’adrenalina la tese allo spasmo mentre si preparava ad affrontare quei mini killer zanzara. Nella stanza poco illuminata se non dalla lampada della scrivania e dalla luce accesa nel bagno, Alessandra, non riuscì a capire cosa stesse accadendo: tre velivoli uguali a quello che aveva abbattuto poco prima si erano insinuati passando nella fessura che c’era tra porta e pavimento. Due, volando bassi si in direzioni opposte , uno a destra e uno a sinistra, volando rasenti al muro, l’altro , invece, atterrò e ne uscirono sei soldati armati di tutto punto che presero a correre verso il battiscopa urlano ordini che Alessandra non era in grado di sentire.
<< Sono arrivati!>> disse il pilota mentre trascinava il suo compagno al riparo della scatola di pizza. Alessandra però ora non si curava minimamente di lui, prima voleva pensare a salvare la pelle e restò in piedi in mezzo alla stanza, pronta a reagire, con il giornale arrotolato nella mano.
I soldati che erano appena usciti dal velivolo correvano verso la scrivania, erano la squadra di sgombero e avevano localizzato i due piloti sopravvissuti; il loro ordine era ucciderli. L’apparecchio dal quale erano usciti, però, non riuscì a riprendere il volo a causa del magnetismo e a nulla valsero gli sforzi del suo equipaggio; si ritrovarono nel bel mezzo del pavimento, impossibilitati a muoversi e davanti a loro , a qualche ventina di metri si ergeva colossale Alessandra. Gli altri due velivoli iniziarono subito ad avere difficoltà a manovrare ed uno di questi, che aveva appena virato per attaccare Alessandra si ritrovo a volare verso di lei troppo lentamente, impossibilitato, tra l’altro a fare fuoco. L’investigatrice lo vide e con un gesto rapido del braccio lo investì con il giornale, colpendolo e facendolo esplodere. Il giornale prese fuoco ma Alessandra prontamente soffiò sulla fiamma e la spense, poi acuì i sensi per essere pronta a difendersi dall’altro velivolo. Nella sua mente la sfiorò l’idea che aveva appena ucciso delle persone ma non ci si soffermò troppo perché era in gioco la sua vita. Un sibilo simile a quello fatto da una freccia scoccata risuonò nell’aria e un dolore lancinante colse Alessandra alla spalla. Il suo accappatoio era squarciato e del sangue si spandeva nel tessuto bianco. La donna strinse i denti e si voltò vedendo l’altro velivolo avvicinarsi rapido senza, stranamente, fare fuoco. Alessandra indietreggiò e nel farlo si andò a posizionare proprio sopra l’altro apparecchio impossibilitato ad alzarsi da terra. Inconsapevolmente, muovendo un passo, posò il suo morbido e rotondo tallone su di esso e vi scaricò tutto il peso del corpo: l’esplosione che ne conseguì le bruciò il piede e la donna fu costretta a gettarsi in avanti, confusa e piena d’ira per la ferita riportata.
<< maledetti!>> esclamò credendo di essere stata colpita volutamente al tallone, senza essersi accorta di aver invece appena schiacciato sotto di se un velivolo e il suo intero equipaggio.
Alessandra sentì il cuore battergli all’impazzata ed il sudore scendergli sulla fronte mentre continuava a sentire il ronzio del caccia che l’aveva appena colpita di striscio alla spalla. Non riusciva ad individuarlo ma ecco che un altro sibilo risuonò nell’aria e sta volta il suo accappatoio prese fuoco a livello del ginocchio. La donna si spogliò immediatamente dell’indumento e lo gettò a terra per poi soffocare le fiamme saldandovi sopra. Un attimo dopo vide il velivolo volare zig-zag poco lontano, in direzione del bagno, probabilmente quel pilota non riusciva a mantenere l’assetto e così, come un’enorme predatrice , Alessandra ci si scagliò contro e l’afferrò nella mano. Sentendo l’acciacio stretto dalla sua morbida pelle provò un piacere ed un sollievo indescrivibile, poi, però si affrettò a scagliarlo sulla parete, ove l’apparecchio esplose, sparendo in una palla di fuoco.
<< vi sta bene!>> disse ad alta voce mentre riprendeva fiato e cercava di assicurarsi che non vi fossero altri pericoli nella stanza. Solo allora tornò alla scrivania per vedere come stessero il pilota ed il suo compagno ferito e non li vide.
<< ehi, soldatino dove sei?>> disse e a quel punto vide il ragazzo accovacciato vicino al cartone della pizza, con il viso pallido e che con la mano indicò una direzione. Alessandra spostò, allora, lo sguardo e vide sei piccoli marine camminare in formazione sulla superficie della scrivania, diretti verso i due piloti. Fu rapida e con un colpo della sua mano spazzò via quella minuscola truppa. I soldati caddero sul pavimento e grazie alle loro tute non subirono danni, subito si alzarono in piedi e fecero fuoco verso le gambe di Alessandra che incombeva nuda sopra di loro. La donna però non risentì dei colpi che le parvero solo delle piccole punturine alle gambe e si apprestò a posare l’enorme pianta del suo piede destro su uno dei soldati. Il suo piede si abbatté sull’esserino con un boato agghiacciante che indusse gli altri soldati a fuggire in direzione del velivolo che però era esploso, così, non trovando una via di scampo, tutti i soldati presero a correre disperatamente in ogni direzione,per Alessandra, però, erano troppo lenti e così sollevò il piede sinistro e protese il bell’alluce verso il basso per farlo abbattere su un soldato in corsa. Un attimo dopo fu il suo piede destro a piombare e a roteare su due soldati che correvano affiancati; la donna poté sentire i loro corpi prima opporre resistenza, compatti sotto il suo soffice avanpiede e poi trasformarsi in una calda poltiglia. Rimasero gli ultimi due soldati uno dei quali si andò a nascondere in una fessura del battiscopa, l’altro, invece si ritrovò la strada ostacolata dal piede di Alessandra che gli si posò davanti. Guardò in alto, vedendo le gambe chilometriche e l’enorme vagina della donna, poi il suo ventre ed il suo seno oltre il quale , il viso aveva un’espressione inferocita.
<< dove vuoi scappare figlio di puttana!>> esclamò Alessandra e con un gesto lento , quanto deciso, fece scendere piede sul soldatino che fu schiacciato sotto il tallone che fece su e giù più volte sopra di lui, con forza.
A quel punto Alessandra pensò di aver finito e si lasciò cadere sul letto, colta da una grande stanchezza e confusione, ignara che un soldato era sopravvissuto e si nascondeva nella sua stanza.
<< Mio dio…>> disse mentre riprendeva fiato, sdraiata nuda e sudata, con la spalla insanguinata e le piante dei piedi gocciolanti del sangue dei soldati che aveva schiacciato come insetti.
<< cosa ho fatto? Quante persone ho ucciso?>>
solo dopo qualche istante la voce del pilota che aveva risparmiato si fece sentire:
<< Tante…ma la posso capire, si è solo difesa.>>
<<no…ho ucciso con rabbia, perché mi avevano ferita, non sono riuscita a fermarmi!>>
<<è già molto che lei sia sopravvissuta, non mi aspettavo addirittura tre velivoli per venirla ad uccidere…quattro compreso il mio.>>
Alessandra ricollegò il dolore sotto il piede al velivolo di cui non si era accorta e allora disse:
<<quattro velivoli?! Sarei morta ora se non fosse stato per il tuo aiuto.>>
e così dicendo si alzò in piedi ed andò a sedersi alla scrivania, per guardare negli occhi il piccolo pilota, che stava sempre accanto al compagno, ancora privo di sensi.
<<Ti devo la vita, davvero. Se non mi hanno colpita a morte lo devo solo ai magneti che mi hai fatto posizionare.>>
<<Anche io le devo la vita, e ora che l’ho vista in azione non posso fare altro che ringraziarla di aver risparmiato me ed il mio compagno. Ha la mia fedeltà per sempre.>>
<< la stessa fedeltà che hai avuto verso i tuoi compagni e verso la tua organizzazione?non mi interessa, grazie!>> disse Alessandra mentre lo afferrava tra i polpastrelli di indice e pollice, per poi avvicinarlo al viso e guardarlo meglio nei tratti del volto e nello sguardo, per capire che persona fosse.
<< non ha la mia fedeltà di soldato, ma la mia fedeltà di uomo.>> ribbatté il pilota.
<<uomo? Beh, non credo di poterti considerare tale date le tue dimensioni.>> disse con un sorriso Alessandra. Poi continuò:
<< però, ora puoi darmi del tu, perché ti devo la vita, piccolo pilota. Come ti chiami?>>
<<Riccardo.>>
<< Piacere Riccardo! Non credo di dovermi presentare, credo che tu sai già tutto di me.>>
<< in effetti è così!>> rispose il militare.
<< Allora devi dirmi tutto quello che sai e che io voglio sapere.>>
<<certamente, ma prima… mi lasci curare la sua ferita.>> aggiunse Riccardo.
(contiuna...)