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jryan^ ha inviato un messaggio dal titolo:
Oltre il sospetto (parte V) ed ha ricevuto
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messaggio inviato in data:
07/Ottobre/2005 19:28:09
Vi sarete resi conto che per quanto collaboro oggi e per quanto rompo ci dev'essere qualcosa che non va; e avete colto nel segno: ho un bel raffreddore! e quindi me ne sto a casa in ozio totale a non fare un bel niente... si intende, eccetto questo! spero vi piaccia il continuo della storia.
Ps. dolceluna hai una cura per me? ;)
Oltre il sopsetto (parte V)
Quella notte il Cn ricerche inviò altri due velivoli X-fly per verificare cosa fosse accaduto e terminare l’operazione. Nel centro comando avevano perso il contatto con i loro uomini nell’arco di pochi minuti e la confusione, mescolata ad un profondo senso di ansia da parte del direttore, fece si che nel giro di poche ore fossero sottoposti al trattamento rimpicciolitore altri due equipaggi; cosa del tutto insolita, dato che solo raramente erano operative più di una o due squadre.
Gli X-fly si introdussero senza difficoltà nell’abitazione silenziosa ed immersa nell’oscurita. Rilevavano con le apparecchiature di bordo il bioritmo della tuta di Riccardo, il pilota traditore, così si recarono nella stanza da letto, con l’ordine di ucciderlo. Una volta nella camera, però, gli X-fly cominciarono a perdere assetto e ad incontrare problemi di navigazione. Il pilota di uno di quei velivoli, il capitano Marco Angli, esclamò:
<< Devono aver piazzato un campo magnetico questi figli di puttana! Gli X-fly sono immanovrabili!>>
il suo ufficiale co-pilota, Francesco Lori, gli fece eco:<< le apparecchiature sono fuori uso!>>
<< Ciò significa che ci stavano aspettando e che le squadre inviate prima di noi sono state annientate!>> osservò freddamente Angli, corrugando l’ampia fronte sudata e le folte sopacciglia nere che gli incorniciavano occhi piccoli incastonati nel viso spigoloso. Lori, invece, era un ragazzo dalla corporatura esile, con la pelle chiara ed i capelli biondi. Il suo sguardo era ironico i quasi tutte le circostanze e lui sembrava essere sempre assente; questi atteggiamenti però celavano un fine intelletto, tanto che era reputato il miglior co-pilota dell’intera forza X-fly del Cn ricerche:
<<Riccardo si deve essere messo d’accordo con quella investigatrice privata… atterra.>> disse.
Angli obbedì senza fare storie, anche perché, tra l’altro, mantenere l’assetto di volo diventava sempre più difficile. Nonostante le difficoltà, però, l’esperto pilota riuscì a toccare terra con leggerezza. I due scesero dal velivolo e camminarono sul pavimento imbracciando dei fucili e indossando l’apparecchio per la visione notturna. Nell’oscurità riuscirono a vedere nitidamente, in una luce verdastra e spettrale, le carcasse dei velivoli X-fly abbattuti e i corpi martoriati dei compagni.
Angli rabbrividì dopo il giro di perlustrazione e disse :<< maledetti…>> si affrettò poi ad accostare la sua ricetrasmittente alla bocca per comunicare all’altro equipaggio, che volteggiava sopra la loro testa, cosa avevano scoperto.
<<abbandoniamo?>> chiese il pilota dell’X-fly in volo. Angli guardò Lori e quest’ultimo scosse il capo dicendo:<< Riccardo è ancora qui…forse l’investigatrice non si è fidata di lui e lo ha intrappolato qui da qualche parte. Dobbiamo eliminarlo.>>
<< affermativo. Però le nostre apparecchiature sono fuori uso.>> rispose il pilota.
<<Anche le nostre…>> aggiunse Angli, mentre cercava di far funzionare il piccolo display a cristalli liquidi del suo gps tascabile. Lori restò in silenzio a meditare. Si guardò intorno e vide le enormi scarpe di Alessandra sulla sua destra, poi vide il letto ergersi davanti a lui, la scrivania e l’armadio. La porta del bagno, in lontananza , era chiusa e così ordinò all’altro equipaggio di volare fin li in ricognizione. Poi tornò sul suo X-fly insieme ad Angli.
<<cos’hai in mente?>> gli chiese il pilota, accostandoglisi mentre Lori iniziava a digitare cifre sulle sue apparecchiature.
<<posso suddividere la stanza in aree, e riuscire ad individuare la sorgente del segnale, semplicemente in base alla sua frequenza. I magneti non possono ostacolarci in questo modo.>>
<<bene…>> disse tra i denti Angli, mentre riprendeva posto sul suo sedile ed afferrava i comandi, posizionando la mano sinistra sulla manetta, pronta a spingerla avanti per dare potenza ai motori e decollare.
Mentre Lori era al lavoro la pattuglia inviata in ricognizione ritornò comunicando:
<< Niente, il bagno è vuoto.>>
Lori allora ordinò:<<Allora iniziate a distruggere i velivoli abbattuti, nessuno entrando qui dentro deve trovarli, io tra breve vi segnalerò la posizione dell’obbiettivo.>>
<<ok, ricevuto!>> fu la risposta del pilota dell’altro equipaggio che planò dolcemente e colpì il relitto di un X-fly, facendolo scomparire in una palla di fuoco.
<<che schifo eh?>> disse d’un tratto Angli.
<< Cosa?>> rispose Lori.
<< Studiare, addestrarsi…faticare così tanto per poi finire a volare come mosche nelle camere e nei cessi della casa di una troia che non sappiamo nemmeno chi è!>>
<< avrai tempo di lamentarti di queste cose seduto al bancone di un pub con una birra in mano!ora pensiamo a lavorare! Non voglio dovermi ingoiare una pasticca di cianuro. Vediamo di tornare a casa con la missione completata.>>
<< Si si, va bene signore!>> fu la sbrigativa risposta di Angli, che però non poté trattenersi dal dire:
<< e io che volevo sfrecciare nei cieli, infilzare le nuvole!>>
<< Ora pensa a volare e a fare fuoco alle coordinate 634-209!>> rispose Lori, che aveva ultimato l’individuazione. Angli eseguì in modo magistrale, era un ottimo pilota. Riuscì a tenere l’assetto e a colpire in pieno il lato inferiore dell’armadio di Alessandra. Il legno si sbriciolò, lasciando intravedere gli stivali di pelle delle donna, con il tacco alto, lucidi e maestosi.
<<vuoi fregarti le scarpe?>> disse ironicamente il pilota, continuando a manovrare il timone del velivolo per tenerlo allineato e fare fuoco nuovamente, senza utilizzare sistemi di agganciamento fuori uso a causa dei campi magnetici.
<< A quanto pare il nostro collega è stato infilato nello stivale della sua amichetta! Alquanto sadica non trovi?>> disse Lori con un una smorfia simile ad un sorriso sulle labbra fine.
<< Ah beh! Cavoli suoi.. faccio fuoco?>> chiese Angli. Lori annuì ma prima precisò:
<<usa uno dei missili H-86, così siamo sicuri di farlo fuori quel traditore!>>
Angli selezionò l’arma e disse quasi sottovoce :<< è come sparare una bomba atomica ad una formica…>> evidentemente non essendo d’accodo con la decisione del superiore. Poi spinse il grilletto. Il sodato che era intrappolato nell’odoroso stivale di Alessandra si era ormai arreso e aveva cessato di dimenarsi. Sentendo però il ronzio dei motori degli X-fly aveva iniziato a sperare di essere recuperato ed attese per lunghi e angosciosi minuti fino a che sentì un sibilo, poi fu abbagliato da una luce incredibilmente accecante, sentì il calore aumentare allo stremo della sua sopportazione, poi scomparve; distrutto in mille pezzi, come tutto l’armadio di Alessandra e la parete in cemento armato dietro di esso.
<< Missione compiuta, torniamo alla base!>> disse Lori mostrando la sua soddisfazione per quell’immane esplosione. Angli annuì e comunicò all’altro equipaggio, che nel frattempo aveva terminato di distruggere ogni prova dell’esistenza degli X-fly, di rientrare.
Per il piccolo appartamento si diffuse un fragrante aroma di caffè e cornetti appena fatti. Mentre Riccardo giaceva sul ventre tiepido di Alessandra, semiaddormentato, provò la confortevole situazione di trovarsi sdraiato nel suo letto, nella sua casa al mare. Quando però si svegliò realizzò e ricordò la situazione in cui si trovava e anche di ciò che era accaduto tra lui e la gigantessa sulla quale aveva dormito. Alessandra continuò a sonnecchiare mentre Riccardo discese da lei e si sedette sulla superfice del cuscino del divano, strofinandosi il viso e sbadigliando.
Roberta sopraggiunse poco dopo, con indosso una camicia, dei jeans e dei sandali infradito con il tacco di media altezza.
<<Buon giorno…>> disse mentre si accovacciava accanto al divano, sorridendo a Riccardo e posando una mano sulla spalla di Alessandra per destarla:
<<Avete dormito bene?>> chiese
<< si, abbastanza…grazie della tua ospitalità!>> ripose Riccardo.
Alessandra aprì gli occhi e si dilungò in un lungo e assonnato stiracchiamento che si concluse poi con un :<< buongiorno…>>
A quel punto la bella investigatrice fece per mettersi a sedere, senza ricordare minimamente la presenza di Riccardo e nel farlo investì il piccolo pilota con la sua coscia. L’avrebbe schiacciato se Roberta non fosse subito intervenuta arrestandola e dicendole :<< Attenta! C’è il soldatino qui!>>
Alessandra sussltò e sollevò la gamba per vedere Riccardo riverso sul cuscino, con le braccia protese in alto per difendersi da quella colossale massa corporea.
<<Oh! Scusami!>> disse Alessandra, che si affrettò ad afferrarlo tra le dita della mano e a poggiarlo sul tavolino:
<< Meno male che non mi sono mossa questa notte! Ero troppo esausta! Altrimenti avrei potuto ferirti!>>
Riccardo riconobbe che la donna aveva ragione ed annuì, lanciandole però uno sguardo profondo, con un bel sorriso sul viso affilato, manifestando così il suo attaccamento a lei dopo ciò che era accaduto quella notte. Alessandra notò lo sguardo di Riccardo e si sentì contenta di aver instaurato con lui un rapporto del genere, dato che, il solo vederselo li seudto sul tavolino la eccitava. Comunque non volle dare a vedere il suo coinvolgimento e spostò lo sguardo da lui a Roberta dicendole :<<Spero di non averti creato troppo disturbo!>>
<< No , assolutamente, non ti preoccupare! Sono venuta a svegliarvi solo perché io devo andare a lezione. Vi ho lasciato del caffè e ho preso dei cornetti al bar qui sotto. Ora devo proprio scappare, fate come se foste a casa vostra, e se uscite basta che chiudiate il gas e la porta. Le chiavi potete lasciarle al portiere, ok? Scusatemi, io scappo!>>
<< grazie mille Roby, sei gentilissima!>> esclamò Alessandra alzandosi per accompagnare l’amica fino alla porta.
<< ma di niente! Ti pare! Ciao Ale…>> rispose Roberta dandole un bacio sulla guancia:
<< …e ciao anche a te piccolino!>> continuò agitando la mano sopra la testa di Riccardo, che ricambiò con un cenno.
Poco dopo Alessandra portò Riccardo fino al tavolo della cucina e ce lo depose sopra mentre lei, con indosso solo maglietta e perizoma, si muoveva per la stanza alla ricerca di tazzine e cucchiai. Riccardo la guardava estasiato.
<< Ti metto tutto in un piattino a te…ti ci verso qualche goccia di caffè e ti ci sbriciolo un cornetto…va bene?>>
Riccardo rispose con una certa fierezza nella voce :<< Non ti preoccupare, io ho le mie razioni: cioccolato e latte in polvere!>>
<< Fai come vuoi!>> la fece breve lei sedendosi comodamente e mettendosi a sorseggiare il caffè, mentre già teneva nell’altra mano il soffice cornetto. Riccardo, più per orgoglio che per volontà si mise a mordere la barretta di cioccolato e a prepararsi il latte. Alessandra lo osservava intenerita, e fu così colpita dalla sua caparbietà che , comunque, strappò un pezzo di cornetto e glielo porse sorridendogli. Riccardo sollevò lo sguardo vedendosi sormontato da quell’enorme pezzo di dolce e sorrise mentre la donna glielo poggiava davanti. Riccardo , ridendo, gli si avvicinò e lo morse con gusto:
<< è meglio del latte in polvere!>> disse ironico e Alessandra rispose mentre , con naturalezza, allungava le gambe fino a poggiare i piedi sul tavolo:<< ne ero sicura.>>
Riccardo osservò le ampie piante sporche dei piedi della gigantessa; notò che quest’ultima sfregava tra loro le sue estremità e vi notò una certa malizia. Divaricava le dita mostrandole in tutta la loro elegante lunghezza e poi le piegava facendo apparire migliaia di piegaturine sulla pianta soffice ed esaltando i contorni delle sue unghie smaltate. Nel fare tutto ciò Alessandra l’osservava con uno sguardo penetrante, tenendo la tazzina vicino alla bocca, senza però sorbirne neanche un sorso. Era concentrata sui movimenti dei suoi piedi, consapevole che Riccardo li stesse osservando. Provava una piacevole sensazione di calore al basso ventre mentre la sua vagina si inumidiva lentamente e dolcemente. Quel ragazzo di bell’aspetto, castano, con i capelli che gli scendevano arruffati sulla fronte, gli occhi verdi ed il fisico atletico, il viso dai profili decisi e affilati, l’aveva affascinata. Ma al contempo era eccitata dal vederselo così piccolo al suo cospetto, con la consapevolezza che era stata lei a risparmiarlo a differenza di tutti gli altri, e che , in un modo o nell’altro , era padrona della sua vita. Posargli così vicino i suoi piedi , si rese conto la bella investigatrice, era un tentativo neanche tanto inconscio di intimorirlo, di ricordargli quanto lei fosse più grande di lui e cosa avevano potuto i suoi piedi sull’esistenza degli altri soldati e piloti mandati dal Cn ricerche. Era un modo per sottometterlo e, al contempo , di dargli importanza, di far capire a quel minuscolo pilota , quale enorme spazio si era ritagliato nella mente e nel cuore di quella gigantesca e spietata investigatrice privata.
<< cos’è un piedino visivo?>> disse d’un tratto Riccardo, riscuotendo Alessandra dai suoi pensieri.
<< più o meno!>> rispose la donne, un po’ imbarazzata. Riccardo le fece un bel sorriso e lei allora abbassò il piede destro verso di lui, posizionandogli l’enorme alluce davanti:<< Bacia!>>
disse con un’espressione curiosa sul viso; voleva vedere se Riccardo l’avrebbe fatto, nonostante lo sporco, nonostante fosse qualcosa, in un certo senso, umiliante, soprattutto date le sue dimensioni.
Pensò che il piccolo ragazzo avrebbe esitato, o che addirittura avrebbe rifiutato, mentre lei desiderava ardentemente che lo facesse; per lei sarebbe stata la prova che quel ragazzo provava qualcosa per lei oltre l’attrazione fisica, che si sottometteva a lei, che la ringraziava per ciò che aveva fatto.
Riccardo, trovandosi quell’enorme alluce sospeso davanti a lui, con il polpastrello ingrigito dalla polvere e l’unghia un po’ lunga leccata di smalto purpureo, non ci pensò due volte: fece un passo avanti, posò le sue minuscole mani sulla pelle calda del polpastrello e poi avvicinò le labbra protese, per poi schioccare un sonoro e profondo bacio, proprio poco sotto l’unghia. Alessandra socchiuse gli occhi per il piacere ed il sollievo e subito scostò il piede per guardare il viso di Riccardo e al contempo per dirgli :<< Ma dai! È tutto sporco!>> dissimulando le sue intenzioni.
Riccardo non rispose, si sedette di nuovo sulla superficie del tavolo e bevve il latte. Poi disse :
<< Ti devo talmente tanto che , se tu lo volessi, dovrei baciare ogni millimetro dei tuoi piedi e del tuo corpo.>>
Alessandra restò in silenzio, e , finalmente, bevve il suo caffè.
<< Quanto ci metteranno a rintracciarci?>> disse d’un tratto l’investigatrice, come se di colpo all’idillio dei suoi pensieri si fosse sovrapposto un cupo presentimento.
Riccardo rispose senza nemmeno esitare per un istante, come se si aspettasse quella domanda:
<<Saranno già sulle nostre tracce.>>
Alessandra si alzò e posò iniziò a sparecchiare, sistemando tutto nel lavandino di Roberta.
<< Spiegati, io non so in che modo procede il Cn ricerche. Come dobbiamo muoverci? Cosa dobbiamo aspettarci?>>
<< In nottata, sicuramente, un’altra squadra è stata inviata a casa tua. Avrà rintracciato il segnale emesso dalla mia tuta e neutralizzato quel soldato. Poi il comando si è reso conto del tranello e ha attivato il sistema satellitare e stà spiando ogni centimetro quadrato di questa città, alla tua ricerca. Il sistema e computerizzato e probabilmente già sanno che siamo qui.>>
Alessandra si voltò incredula ed esclamò:<< e me lo dici adesso?! >>
Riccardo la pregò di stare calma e continuò:<<Saprebbero dove sei anche se ora tu avessi preso due treni e scesa alla stazione più distante. Non fa alcuna differenza dove ci troviamo; l’importante è agire con prudenza.>>
Alessandra nel frattempo aveva finito di fare ordine e porse la mano a Riccardo che salì sul soffice palmo per poi continuare mentre la donna camminava verso il salotto.
<<sicuramente le squadre inviate alla nostra ricerca hanno il permesso di utilizzare le bombe H-86; delle vere e proprie bombe atomiche, formato ristretto. Ogni X-fly ne monta due, ed è severamente vietato utilizzarle a causa delle radiazioni che emettono, e anche perché il risultato della loro deflagrazione sarebbe palese, ed insospettirebbe chiunque. Diciamo che non sono armi utilizzate nella routine del corpo X-fly, sono piuttosto delle ancore di salvataggio a cui si ricorre in casi disperati.>>
<< Un investigatrice privata che indaga su un caso di omicidio è un caso così disperato?>> chiese Alessandra, aggiungendo ironica:<< ci vuole poco!>>
Depositò Riccardo sul tavolo e prese a vestirsi.
<<Ti ripeto che non conosco i motivi per cui ti volevano morta. So solo che la nostra unica speranza è raggiungere mia sorella, nel suo appartamento.>>
<< e se ci attaccano? Se ci raggiungono li e ci sparano addosso quelle bombe? Come li affondiamo e come ci possiamo salvare?!>> chiese Alessandra mentre si allacciava la gonna, stando in piedi, svettando sopra il piccolo Riccardo.
<<Possiamo disturbare le loro apparecchiature con lo stesso sistema utilizzato nella tua stanza. Tieni addosso i magneti, infilali in tasca e nella borsa. In questo modo ci renderemo difficili come bersagli. Poi, una volta da mia sorella, lei potrà fornire a me un velivolo, in modo che io possa difenderti e non essere solo un minuscolo esserino che ti porti dietro. Può darci informazioni sui motivi che hanno spinto il Cn-ricerche a tentare di assassinarti e può farci introdurre nei laboratori, per far tornare me normale e permettere a te di indagare e tirarti fuori da questa situazione.>>
<< Sembra che tua sorella sia la salvezza in persona. Perché ne sei così sicuro?>>
<< perché è uno dei generali comandanti del Cn-ricerche.>>
Alessandra guardò Riccardo con un’espressione grave, travolta da quella notizia.
<<vuol dire che lei stessa ha dato l’ordine?>> disse.
<< Non lei in persona; i generali sono sette e ognuno di loro ha i poteri che gli competono. Per le decisioni importanti si radunano in un’assemblea e l’azione non parte se tutti i generali non sono d’accordo. Lei ha dato il suo consenso.>>
<< non credo mi stia simpatica tua sorella!>>
Riccardo fece un sorriso e si alzò per farsi afferrare da Alessandra; disse prima che la bella investigatrice lo lasciasse cadere nella tasca della gonna:
<<Sono convinto che ti sarà simpatica. È una ragazza di soli diciotto anni!>>
Alessandra aspettò prima di infilare il minuscolo pilota nella tasca e disse :
<< è così giovane? Ma che razza di organizzazione è la vostra?>>
<< Mia sorella è un genio. Si occupa di calcoli e analisi nel Cn-ricerche.>>
<< Ah bene! Speriamo che per lei io te non siamo solo una statistica!>> rispose ironica Alessandra mentre infilava Riccardo nella tasca, poi uscì dalla casa di Roberta guardandosi intorno.
Riccardo si trovò compresso tra il tessuto della gonna e il gluteo sodo della gigantesca investigatrice, che, con un po’ di malizia, sentiva il suo corpicino solleticarla ad ogni passo.
(continua...)