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L'ascensore

Parte IV inviata da picoghost e caricata in data 15/Febbraio/2003 21:44:25


Dea : un'immagine

Dea : una visione

Dea : un desiderio

Dea : una realtà?

Gli attimi sono dei piccoli dettagli che colorano il tempo e le cose; gli attimi sono brevissimi, ma fanno la differenza tra ciò che accade e ciò che non avverrà mai; quando un attimo é appena passato non ci resta che viverne le conseguenze; forse il segreto dei grandi sta proprio nel cogliere l'attimo...........ma sono certo che anche da piccoli, molto piccoli , si colgono gli attimi: quando si é piccoli come una noce essi sembrano dilatarsi nel tempo, o forse il tempo rallenta, ma la sensazione che resta é quella di avere vissuto pienamente qualcosa che prima puntualmente sfuggiva.....

Dea : Emilia?

Dea : Clelia?

Non credo proprio ma, a volte, gli attimi fanno 'miracoli' : un cambio di fase, un collegamento tra masse diverse, un corto circuito di breve durata, non lo so , ma sono sicuro che una combinazione positiva di coincidenze abbia ridotto me al rango di esserino, e quindi le due donne a quello di gigantesse, di Dee.

Emilia sembra convinta che la spiegazione di tutto sia nascosta nell'ascensore, quantomeno é risoluta nel verificarlo, e per tanto Clelia le é indispensabile, le è complice: la giovane gigantessa é al telefono , operosa e subdola convince diversi suoi amichetti a venirla a trovare per delle novità, con la maggior parte di loro usa la carta della 'seduzione', quella semplice e tipica di una certa fascia di età, allusioni, battutine.....Fatto sta che nel giro di una mezz'ora Clelia ha convinto tre dei suoi compagni, i quali si presenteranno più o meno scaglionati nel giro di pochi minuti;come se si fossero dimenticate di me, le due Altezze sono trepidanti, e la loro tensione scoppia allorchè suona il citofono per la prima volta:"Clelia vai all'ascensore, e quando senti le porte chiudersi premi il pulsante come hai già fatto!"-"Vado mamma, non immagini come vibro!".

Clelia esce di casa, e, non appena sente che l'ascensore si muove, preme il pulsante....dopo qualche istante, dal fondo buio ed odoroso del suo stivale, sento la sua gioia esprimersi: " E vai ! Mamma guarda, tre in un colpo solo, funziona! Che bello, ora si che ci possiamo  divertire!"- "Buongiorno miei piccoli ometti, io sono la vostra imperatrice assoluta, da oggi in poi io dispongo selle vostre inutili vite, e voi dovrete unicamente soddisfare i desideri miei e di Clelia". Io sono abbastanza teso, dal momento che non vedo nulla, ma sento le voci eccitate delle Signore; ad un certo punto il viso di Clelia si affaccia sullo stivale, lei sorride, e mi dice:"Ora non sei più solo soletto, hai dei bei compagni per i tuoi lavoretti! Sei contento? Adesso vieni a conoscerli". Clelia capolvolge lo stivale ed io scivolo fino al palmo della sua mano, poi, sotto il suo sguardo costante, vengo portato al cospetto di Emilia, la quale osserva con trepidazione i tre malcapitati rinchiusi sotto un bicchiere di vetro rovesciato:"Che carini che siete, ma é inutile che vi agitate tanto, non potete fare niente per scappare e tantomeno per ritornare normali ! ". Emilia é in una posizione fiabesca, é seduta e sta col mento appoggiato sui polsi incrociati....sembra veramente una Regina; rimango letteralmente estasiato guardando le sue palpebre socchiuse che guardano verso il basso, verso tre poveri esseri indifesi. Appena vengo messo sul tavolo Emilia si volta verso di me:"Allora, cosa ne pensi?Ora é ancora meglio no? Tu che sei stato il nostro primo svago hai la fortuna di assistere al destino degli altri e non so se sia proprio una fortuna...vedi, io ho tante strane voglie che mi passano per la testa, e il fatto che posso avere creaturine come voi a volontà mi da un senso di potere e di piacere enormi...posso soddisfare ogni mia voluttà. Clelia, che ne dici di divertirci subito con uno di loro?"-" Dai che muoio dalla voglia,ma questa volta voglio un gioco senza limiti, voglio che sia un capriccio usa e getta!". La ragazza solleva il bicchiere e con un colpo lo rigira facendovi rimanere i tre poveretti dentro, poi guarda nel fondo con lo sguardo di chi sceglie il boccone più saporito e al fine afferra uno dei tre tra le dita; il poverino si dimena, ma lei non é per niente turbata da ciò, anzi si diverte a guardare i suoi micromovimenti così rapidi e inutili:"Che c'è Dario, hai paura che ti voglia fare del male? Ma io non voglio farti soffrire,mmhh..., voglio essere gentile con te: io e mia madre ti concediamo la possibilità di scegliere, di scegliere come morire! Ah-ah-ah ! ". Emilia nel frangente si accende la sigaretta, come ulteriore piacere aggiuntivo a quello che già pregusta:"Dimmi microbo, per opera di chi di noi due vuoi morire?", Emilia strappa dalle mani di Clelia l'omino e se lo porta davanti agli occhi reggendolo con noncuranza-"Sai purtroppo sei sfortunato, perchè a te tocca solo la morte e non potrai avere l'onore di servirci...mentre per gli altri ci saranno anche altre cose da fare..."-"Allora hai deciso? Io o mia madre?Dai scegli me, infondo eravamo compagni di classe no?"-“Clelia rispetta tua madre, questo insetto schifoso spetta a me! Tu se vuoi pui guardare.

Piccolo Dario visto che non fai altro che urlare, i tuoi privilegi ti sono tolti e verrai ucciso da me! Non so ancora se schiacciarti sotto il mio piede o mangiarti...Tu che dici Clelia?"--" Dai schiaccialo mamma, cosi posso guardare mentre muore !" Clelia é al massimo dell'eccitazione, e non perde di vista sua madre nemmeno per un attimo;Emilia sorride freddamente, poi posa l'omino per terra: " E' giunto il momento esserino , ora la tua vita finirà sotto la pianta del mio piede divino, devi sentirti onorato perche ti schiaccerò a piedi scalzi! Sei pronto? Inginocchiati davanti alla tua Dea!" Emilia lentamente arcua il suo poderoso alluce verso il basso allaragando invece le altre dita, poi inizia la calata, ed il suo sguardo é al massimo della severità e della goduria; Clelia mi prende e mi poggia a terra accanto al suo viso e al piede della madre: la ragazza vuole vedere lo spettacolo da vicino; io non ho neanche il coraggio di guardare in viso Dario che ormai é fuori di se, quasi impazzito , catatonico mentre aspetta il suo destino compiersi:"Addio scarafaggio",Emilia abbassa sempre più il suo alluce, a tre metri poi a due, poi ad uno poi lo tocca, Clelia ride, mentre il peso del singolo dito gigantesco di sua madre costantemente raggiunge il pavimento lasciando scomparire Dario tra Nylon e fredde piastrelle....A quel punto le risate fragorose di Clelia rimbombano nell’aria, mentre Emilia tiene ancora socchiusi gli occhi nell’atto di estremo piacere, poi il suo mento scende lentamente verso il basso mentre un ghigno le compare sulle labbra: la sua espressione ricorda realmente quella delle vecchie attrici cinematografiche quando interpretavano il ruolo di Cleopatra…., per essere brevi, stupende ed arrapanti….

“ Dai mamma ora solleva il piede e fammi vedere cosa è rimasto del caro Dario!” il piede di Emilia si alza di una decina di metri da terra lasciando la vista libera su una macchiolina di sangue, sfocata sulle piastrelle bianche, probabilmente gran parte del tutto è rimasta imbrigliata tra le maglie della calza…..”Clelia, voglio che tu faccia altri inviti ai tuoi amichetti, non resisto un minuto di più senza giocare con loro, LI VOGLIO ORA CAPITO ? AH AH AH !Muoviti tesoro mio ci dobbiamo divertire no?”Clelia si avvia sorridente al telefono dopo essersi rialzata dal pavimento ed avermi lasciato per terra vicino ai piedi della Dea madre…”Piccolo mio, ti sei divertito anche tu? Non mi interessa, tanto non vali niente e io sono tutto!” Si sente suonare il citofono e la dea Emilia subitamente mi prende con due dita, poi rinchiude nuovamente i due  malcapitati restanti sotto il bicchiere e si avvia a rispondere: è il marito!Uno scintillio le illumina gli occhi che, guardacaso, cercano proprio me come interlocutore: ho capito al volo che vuole rimpicciolire anche lui! Emilia si avvia con me nella mano verso l’ascensore e quando sente che il marito  vi è entrato, preme dall’esterno il pulsante della chiamata con una gestualità decisa e goduriosa di chi ha la certezza di avere tutto il potere nelle proprie mani!All’ arrivo dell’ascensore al piano Emilia spalanca le porte con furia e si affaccia dentro, ma non vede nulla all’interno, o almeno lei non vede nulla….

Proprio affianco alla sua pantofola c’è un esserino minuscolo, molto più piccolo di me nelle proporzioni: è alto circa la metà della mia statura!E’ evidente che il suo potere riducente funziona diversamente da Clelia; dopo qualche istante la dea lo scorge e si inchina meravigliata per afferrarlo, sembra che sbavi dalla foga di prenderlo e di goderselo finalmente! In effetti lo prende astento con la punta delle unghie lunghe, e si avvia dentro casa:” Clelia guarda qui che bello! Sono più brava di te a quanto pare!”—“Wow ma è stupendo cosi minuscolo, perché non ne rimpicciolisci tu qualcuno per me? Sai più piccoli sono più mi eccito e mi diverto!Mi piacerebbe averne tanti tutti nella mano, una vera folla di omini minuscoli! “—“Va bene, tesoro mio, la tua mamma farà qualunque cosa per te! Ora però lasciami sola col tuo micro padre. Ho delle cose da sbrigare!Buon divertimento con i tuoi amichetti.”

Emilia entra con passi roboanti nella sua stanza da letto e comincia a spogliarsi, fino a quando rimane completamente nuda, con noi piccoli sul pavimento a guardare; il marito di lei mi chiede spiegazioni, ma quel poco che posso dirgli non lo tranquillizza affatto, dato che lui è alto la metà di me, cioè vale a dire appena un centimetro!Affaccendati come siamo nel calmarci il panico a vicenda, non realizziamo che Emilia si è fermata a guardarci con le gambe larghe giusto sopra di noi, con il suo bel ghigno potente e le mani sui fianchi: i nostri sguardi si fermano, poi salgono all’unisono verso le cime altissime delle sue dimensioni iperboliche, la dove la vista non ci aiuta può facilmente sopperire l’immaginazione,facendoci realizzare quale colosso femminile ci stia osservando.

“Allora insignificanti insetti, vedo che siete affaccendati e non avete ancora reso omaggio alla vostra Dea! VI CONSIGLIO DI RIMEDIARE IMMEDIATAMENTE! Leccate per bene i miei piedi divini adesso, e forse sarò clemente con voi. Tu che sei più grandicello comincerai con il mio alluce, mentre tu piccolino ti dedicherai al mignolo! AL LAVOROO!”. Emilia si siede su una poltrona ed allunga le sue estremità verso di noi; noi non possiamo fare altro che obbedire.Il marito si adopera quanto meglio nel leccare la superficie tipicamente callosa dei mignoli dei piedi, e la sua gigantesca mogliettina lo guarda soddisfatto dalla sua posizione dominante:”Bravo maritino, cosi va meglio, ma stai trascurando un po’ l’unghia! Non ti sembra che debba essere lucidata un po’? Sono certa che lo farai volentieri no? MUOVITI STRONZO!”. Emilia lo scalcia lateralmente con un gesto che forse doveva moderare, visto che il poverino viene sbalzato a vari metri dall’urto del suo ditino.” E tu che hai da guardare? Lavora se non vuoi finire come lui!” Emilia allora mi incita col piede a me destinato, ed io adoro il suo gigantesco alluce, leccandolo sotto l’unghia lunga, poi sopra poi di lato e venendo più volte….

Dopo qualche minuto di lavoro concentrato Emilia si arrabbia nuovamente e si inchina a terra di scatto:”Adesso mi hai stufata, non vedo impegno da parte tua e questo una dea non può tollerarlo” Io gelo dal terrore e tremo aspettando la punizione che viene dall’alto, e quando vengo finalmente preso mi ritrovo sul poggiolo della poltrona su cui siede Emilia: nell’altra mano ha preso il marito e lo guarda incattivita:”Sai credo che il nostro matrimonio finisca qui, per inadempienza coniugale, visto che non sai neanche come si adora una Imperatrice del mio rango. Cosi piccolino credo che non ti avvertirei …….mentre ti schiaccio…..sto pensando di farti fare un’altra fine…..” Emilia lo afferra con due dita e lo solleva sopra la sua bocca reclinando il capo all’indietro:” Tu guarda bene cosa succede a chi non mi soddisfa!” La dea guarda la sua vittima scalpitante mentre pende dalla sua morsa, poi sorride e allarga la presa: il povero uomo cade dritto nella sua bocca dove rimane sulla lingua a carponi grande come una nocciolina; di seguito la gigantessa si pone alla mia altezza con la bocca spalancata  e lentamente frulla il suo boccone con la saliva, poi , dopo averlo adagiato tra i molari, serra la mascella di scatto.

Il suo spasmo di godimento copre il suono delle ossicina rotte, e la sua masticazione mi fa vibrare di terrore. Emilia ingoia il suo bocconcino e poi ride fragorosamente:” Hai visto? Che teneri che siete voi ometti, siete cosi dolci!Ora mi godro la digestione tu intanto vai a servire mia figlia!Clelia! Vieni a prenderti il microbo! A dopo !”.Clelia arriva subito e appena mi vede mi prende e mi porta via gelosa.Nella sua stanza trovo gli altri due poveracci spogliati e impauriti sotto il bicchiere:” Eccomi schiavi miei sono tornata e adesso faremo ciò che vi avevo promesso!”

Fine.



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