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L'ascensore

Parte II inviata da picoghost e caricata in data 15/Febbraio/2003 21:54:16


Ogni sospiro, ogni soffio di aria inalata pervade il corpo, le membra, assieme alla consapevolezza che tutti gli atomi e le molecole che costituiscono il visivo e il reale sono tenuti assieme da una forza più grande del solito, una energia centuplicatanella sua intensità, che vibra cupa dalle superfici liscie che si stagliano sopra di me....il..... macrocosmo....

La sensazione di perdizione che si prova difronte ad una creatura di dimensioni cosi enormi é addirittura angosciante, forse é il nostro raziocinio che ci avverte, in qualche modo, della assoluta impotenza di noi esserini, tragicomici protagonisti di ridicoli tentativi di pilotare il nostro futuro...ma cosa si può fare quando anche le leggi della fisica volgono a tuo sfavore? Quale sorta di remoto misticismo può fendere questa ondata colossale di carne prima di venirne travolti?

E' sorprendente come in pochi attimi il nostro cervello sia in grado di elaborare pensieri così lunghi,quando sono tradotti in parole, ma vi assicuro che in un paio di secondi mi sono passati per la testa una miriade di elucubrazioni del genere! Del resto non capita tutti i giorni di vedersi sovrastati da tanta mole di ragazza, ed altrettanta mole di incertezza sulla propria sorte: Clelia sorride con un ghigno strano,sicura dell'effetto delle sue parole, poi mi accorgo che avvicina molto lentamente la sua mano verso di me, tenendo le dita aperte e l'indice ed il pollice con le punte unite, come si fa per tirare una bilgia; mi rendo conto ogni volta di più della sua potenza, realizzando che questa manina innocente potrebbe spedirmi fisicamente molto lontano, se solo facesse  scattare la molla che mi minaccia ormaida vicino! Vi do una idea delle dimensioni di cio che vedono i miei occhi: un palmo di mano verticale tre volte più alto di me, con due dita enormi, doppie circa un metro e settenta, e corredate di unghie lunghe quasi quanto me,pronte ad aprirsi come per tirare via una briciola da un tavolo..."Noo, Clelia ti supplico non farmi male, non uccidermi! Che ti ho fatto di male da meritare il tuo odio? ti prego ascoltamii!".Le dita si fermano ad un metro da me ,(un metro delle mie dimensioni), si tendono in un ulteriore spasmo, ma non scattano..."Mi fai pena microbo,

ho tanta voglia di vederti schizzare via per il semplice gusto di farlo, per assaporare la sensazione di farti scomparire dalla mia vista con il minimo sforzo,e poi venire a controllare se sei ancora vivo,suppongo agonizzante da qualche parte del pavimento, e magari finire il divertimento schiacciandoti come avrei potuto fare prima, nell'ascensore...aaahh, che bello sarebbe...mmmh,ma mi sa che mi conviene protrarre più a lungo questa maliziosa situazione di 'sbilanciamento', non trovi anche tu?"-Clelia apre le sue enormi dita e le porta alla bocca per accarezzarsi le labbra-"Ti avverto che devi guadagnarti la tua vita istante per istante, questa è l'unica condizione, ovviamente il metro di giudizio é il mio ! ah,ah,ah ! Prova solo a contraddirmi o a disubbidirmi e ti anniento; cerca di scappare e se ti trovo ti torturo fino a che non desidererai la fine; convinciti e convincimi che sei il mio schiavetto personale, il mio suddito; venerami come tua ...DEA !"-.......-"Clelia, io...non capisco che ti prende....che...."--"Che,  cosa? Non sono stata abbastanza chiara? Vuoi subito una dimostrazione? Bastardo schifosetto..ora vedrai..".

Non avrei mai dovuto tentennare, Clelia mi prende tra le unghie dell'indice e del pollice e mi guarda con aria gelida, poi mi mette sul pavimento, si alza dritta e solleva la scarpa sopra di me...,l'ombra si fa sempre più grande, si avvicina, allora decido di stare al suo gioco, mi scosto dalla traiettoria mortale e agito le braccia in modo da comunicare: "Che c'é, ci hai ripensato? Hai troppa paura di essere coerente e di morire per la tua dignità? Oppure hai deciso di servirmi in tutto e per tutto? Prima che tu mi dia la risposta dovrai pagare per avere esitato nei mie confronti, non ne passerai liscia nessuna chiaro? In ginocchio, e chiedi perdono! Non alzare lo sguardo, chiedi scusa alla tua dea, ah ah, e ora bacia! Hai capito benissimo, ba-cia-mi la scarpa!" Mi inginocchio, lentamente, con cadenza regolare nei miei movimenti, ogni attimo che passa non serve ad altro che a realizzare la mia più totale impotenza; con le ginocchia sul pavimento la mia testa arriva astento alla punta del suo stivaletto, guardo il cuoio lavorato da molto, molto vicino, poi accosto le labbra e sigillo il mio contratto con un bacio.La sensazione é così forte, le mie narici sono permeate dell'odore del cuoio, la mia visuale dalla sua quantità, tutto é tanto, tutto é lei...

"Così va meglio, piccoletto, e non provarci più!" Clelia sposta il suo piede sopravanzandomi, poi lo poggia col tacco davanti a me: la sua postura é torta su se stessa per guardarmi, lì sotto, accostato al suo tacco, lei guarda in basso per umiliarmi, per confrontare le nostre dimensioni: "Guarda,non sei più alto del mio tacco! ah ah, bello vero ,il mio tacco?  Bacia! BA- CIA! ". Io mi ritrovo difronte a questa colonna enorme,con le braccia aperte non raggiungo  nemmeno le estremità poi,  con tanto destino davanti, bacio anche quello.All'improvviso un rumore cupo e pesante arriva dalla porta della stanza accompagnato da una voce che non tardo a riconoscere: é la madre di Clelia!

In tutto questo frangente avevo tralasciato questo particolare che oserei definire altrettanto gigantesco, non avevo considerato che in quella casa vivono due gigantesse! " Clelia con chi stai parlando in questo modo?". Emilia,la madre di lei per l'appunto, non finisce nemmeno la domanda che appare nella stanza varcando la soglia della porta con passi enormi, io dal pavimento vedo le sue pantofole aperte, i suoi piedi stupendi coperti da calze di nylon color carne, le sue unghie sempre leggermente lunghe che premono contro il loro rivestimento..."Mamma non immagini nemmeno cosa ho trovato in ascensore, qualcosa che ti piacerà sicuramente" ; nel pronunciare queste parole Clelia mi copre con la scarpa- " Guarda il mio stivale !"- poi lentamente, tenendo il tacco a terra e la punta sollevata, rotea il piede così da lasciare libera la mia scoraggiante visuale, e da far realizzare alla madre cosa nascondeva:" Clelia, ma che...che animale hai portato stavolta, uno scarafaggio? Tu hai perso la ragione, scostati prima che mi arrabbio!". Emilia sposta la figlia, (immaginate le moli che si muovono come colossi), e si accinge a 'risolvere' la situazione." Lo sai che mi fanno schifo, Clelia, poi tocca a me schiacciarli!" Passa un istante e la sua pantofola si allunga verso di me con risolutezza, tipico di certe donne, ma, prima che avvenga il solito finale che accomuna molte malcapitate bestiole, Clelia la ferma  : "No, aspetta mamma, non é uno scarafaggio, guarda bene prima, e magari decidi di non schiacciarlo!".

Emilia fa come per affacciarsi,e dopo avere stretto gli occhi a fessura da lì su, si rende conto di ciò che vede: "Clelia dove hai preso...come l'hai....é incredibile..! E' un omino, ma é piccolissimo, e che ci fa per terra?"-Emilia si accovaccia, la sue coscie si mostrano nella loro fattezza, i suoi talloni rimangono sollevati per la posizione,i polpacci sono  fenomenali, la sua mano ha delle unghie ancora più lunghe della figlia, e proprio quelle unghie si avvicinano sfioradomi.La superficie smaltata di bianco si propone davanti a me, lasciandomi ammirare la convessità perfetta unita alla lunghezza sublime di tale prodigio della moderna arte del manicure; é così che Emilia muove il suo fingertip su e giù lungo il mio corpo, mostrando una particolare destrezza nell'evitare danni fisici alla mia effimera personcina, la sua unghia saltella dalle mie ginocchia al mio petto con un leggero effetto incastro all'altezza della cintura, dove si incaglia a tratti; non nascondo di godere quanto mai nel vedermi approcciato a qualcosa che fin da piccolo avevo notato in lei, qualcosa che mi aveva sempre incuriosito, quel qualcosa che ora poteva tagliarmi in due di netto , che era più lunga e più larga di me.....quell'unghia gigante;

questa parola -gigante- mi risuona nella mente con un eco, come un sussurro in una cattedrale che amplifica ogni incertezza, ogni difetto, ogni imprecisione....ed io, difronte alle due gigantesse, mi sento solo una piccola incertezza...." Ma guarda qui chi abbiamo, e tu chi sei così piccolo ed indifeso, lo sai che non dovresti andare in giro così? Lo sai che qualcuno potrebbe anche schiacciarti?Magari io, no?Immagini che fine stavi per fare sotto il mio piedone? Ma ti sarai mica spaventato? Ooooh, scusa piccoletto, non volevo spaventarti, volevo solo...schiacciarti ah ah ah ah!"Emilia ora mi guardava come se mi conoscesse in quelle fattezze da anni, con estrema dimestichezza, ma anche con curiosità crescente e perversa; "Mamma io devo scendere, é meglio se lo tieni tu il coso lì, poi quando torno me lo ridai Ok? E tu già sai vero? Ci samo spiegati, no? Non giocarmi scherzi !".

Clelia esce di casa con un sorriso strano sulle labbra, sicura di se, ma, soprattutto sicura di ciò che aveva in mente,... e chissà cosa aveva in mente....Ora Emilia mi guarda mentre io seguo con lo sguardo Clelia uscire di casa, poi tiro un sospiro di sollievo:"C'é qualcosa che ti turba? Ti ha forse fatto qualcosa che non so? Guarda che a me puoi dirlo sai, non ti mangio mica!" un ghigno le compare sul volto"Forza parla dai, non farti pregare." Io mi decido e con grande sollievo mi lascio prendere nel palmo della sua mano, poi alzo lo sguardo :"Signora sua figlia mi ha trovato nell'ascensore stamattina,anche lei stava per schiacciarmi,poi mi ha visto bene e mi ha preso e portato qui.Solo che ha cominciato a comportarsi stranamente.." -Emilia avvicina il viso alla sua mano, con ari meravigliata e bonaria-"Vai avanti ti ascolto"-"E ha minacciato di uccidermi al modo degli insetti se non facevo quello che voleva, insomma se n'é approfittata di me ,costringendomi ad umiliarmi, ecco perchè mi ha trovato sul pavimento : voleva schiacciarmi se non le baciavo la scarpa..."Nel frattempo Emilia era andata in giro per la casa e si era fermata nella sua stanza da bagno; appena finisco la mia confessione lei mostra disappunto poi mi prende tra la punta delle sue unghie e mi solleva all'altezza dei suoi occhi:"Poverino, costretto a baciare degli stivali per non essere schiacciato!" IL suo sguardo era cambiato, guardo verso il basso già in preda al terrore e mi accorgo che sotto di me si apre una grande tazza da water "Non capisco come le sia venuto in mente di farti fare una cosa simile! Io per esempio ti butterei nel mio gabinetto se tu non facessi quello che ti dico!" -Avevo frainteso tutto, ora la mia situzione era peggiorata di sicuro, che macello; Emilia era diventata di un arcigno insolito, severa, convinta! "Già, nel cesso ,come uno stronzetto ! ah ah ah,ti piacerebbe? Ora ti senti anche in diritto di fare la spia! Insetto schifoso, non sai cosa ti aspetta con me e Clelia! Ma posso darti un'anteprima di quello che ti aspetta con me, visto che sono più matura e piu esperta!Hai detto che mia figlia ti ha costretto a baciarle la scarpa, vero? Mmmmh, allora tu farai qualcos'altro..."Mi bacerai i piedi, contento? "Emilia mi posa per terra, poi siede sul gabinetto e si sfila le pantofole;"Adesso inginocchiati e adora i miei piedi divini!" Lei allunga le gambe chilometriche verso di me, arcua i suoi piedoni e me li porge da vicino."Lecca bene schiavetto, voglio sentirti mentre ti umilii al mio cospetto chiaro? E sappi che se non mi garba ti calpesto col mio alluce supremo!

Bacia, bacia....lecca.....adorami....pregami.... sono la tua imperatrice, la tua sovrana assoluta, la tua dea, mmmh siii" Io le adoro completamente tutto ciò che riesco a raggiungere, l'alluce in ogni dettaglio, sotto, sopra, davanti, poi di lato e così per tutti e due i suoi giganteschi piedi;Emilia poi mi guarda dall'alto e mi da un colpetto con un'unghia del piede,come per fermarmi."Adesso voglio che tu ti renda utile,ho del lavoro per te, non vorrai fare sempre le cose belle no? "La gigantessa mi lascia sul pavimento mentre mi scavalca passandomi sopra; esce dal bagno e rientra dopo poco con un paio di scarpe col tacco a spillo che posa sul pavimento:" Ecco, voglio che tu pulisca per bene l'interno delle mie scarpe,voglio che tu tolga tutti i residui che hanno lasciato i miei piedi; sappi che le mie scarpe sono per te come degli altari a cui venerarmi, e  agli altari si fanno le preghiere...per cui prega che non mi venga il desiderio di infilarmi la scarpa mentre tu sei ancora dentro.A proposito, queste scarpe le metto spesso senza calze, per cui avrai da fare un bel po' ah ah ah.Adesso muoviti o perdo la pazienza." Io entro dentro la sua scarpa arrampicandomi dalla punta e saltando dentro dal decollete; mi accorgo che il cielo della calzatura é comunque e sempre più alto di me, e la suola si impenna raggiungendo le altezze superiori laddove poggia il suo grandioso tallone....

La suola all'interno é piena di una pastura grigiastra che si deve essere formata con il sudore, l'attrito e la pelle caduta dalla pianta del piede.Mentre faccio le mie ovvie valutazioni la calzatura templio si muove bruscamente, poichè Emilia la alza per potermi guardare mentre lavoro:"Allora non cominci? cerca di sbrigarti altrimenti la scarpiera quando la finirai tutta?

Ah, dimenticavo voglio che tutto sia pulito e, ovviamente, mangerai ogni cosa. INTESI ?"

Continua...

         


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