Le colline di Hemmeltur
Parte III inviata da Jryan^ e caricata in data 16/Febbraio/2003 22:35:06
Il bel cane di Jemmel scodinzolava e non aveva più paura di quella gigantesca creatura che poco prima, prendendolo in mano lo aveva così spaventato. Ora sedeva vicino al padrone e osservava con curiosità la bella Thias intonare i canti. Jemmel ne era affascinato, non avrebbe mai creduto che quelle demoniache e colossali creature potessero esprimere tanta grazia e tanto amore per la natura, assomigliavano, i loro canti, alle ballate degli elfi e l'amore che sembravano provare per la natura sembrava stonare con il loro stesso stile di vita. Jemmel non poté resistere alla curiosità, così chiese:
<< Thias, stupenda Gigantessa, canti pieni d'amore per la terra stanno allietando le mie orecchie e ne sono commosso, ma allo stesso tempo ti contemplo, così grande e statuaria tanto che io sono poco più grande di un tuo morbido alluce , e mi chiedo, come puoi amare così tanto la natura e allo stesso essere così distruttiva nei suoi confronti? >> Thias guardò curiosamente Jemmel e si mise a sedere allungando le gambe che giunsero nei pressi del torrente, quindi prese Jemmel con delicatezza , nella mano e lo depose sulla sua coscia, a quel punto Jemmel continuò:
<< un tuo singolo passo abbatterebbe decine di alberi di un bosco , il tuo appetito potrebbe decimare il mio gregge che non basterebbe a saziarti e la tua collera è temuta da ogni animale, eppure , tu decanti la bellezza del mondo e delle creature.non so se mi sono spiegato.>> Thias allora , con la sua voce melodia interloquì senza lasciar finire Jemmel che appariva confuso:
<<Mio buon piccolo pastore.>> mormorò:<< è proprio perché ci è vitato per la nostra natura di poter ammirare la natura senza danneggiarla che la adoriamo tanto. Come un uomo ammira una farfalla colorata volare leggere per i campi, è bella ma irraggiungibile e se la si volesse prendere e toccare anche solo per ammirarla le sue ali si spezzerebbero e il suo colore sbiadirebbe. È questa privazione che ci fa amare il mondo, e tutte le gigantesse sono come me.>>
Jemmel rabbrividì , colpito dalla bellezza di quel paragone. Guardò di nuovo il viso della Gigantessa , era stupendo e i suoi occhi ora sembravano più sereni. Ebbe però una visione improvvisa e gli apparvero davanti agli occhi sanguinose scene di distruzione, Gigantesse urlanti che massacravano cavalieri e ingoiavano interi buoi e cavalli bellissimi. Il ricordo era sbiadito ma sentiva una voce gridare :<< Non ce la faremo!>> era suo padre e probabilmente ricordava un incidente accaduto quando ancora era piccolo, forse nella città, forse in campagna.<< Ho ricordi terribili di alcune scorrerie di Gigantesse Orientali , erano barbare e spietate, trangugiavano buoi a decine , causando carestie a Ghamnel per mesi , ingoiavano bellissimi e nobili destrieri dopo averne massacrato i cavalieri, e non capisco come tanto amore possa essere mescolato a tale crudeltà!>>
Thias sembrò incupirsi , volse lo sguardo alle lontane montagne e poi rispose:<<Non è crudeltà, purtroppo è necessità. Fino ai 12 anni le Gigantesse delle Montagne devono nutrirsi in abbondanza, stanno crescendo e morirebbero se gli fosse concesso di mangiare a sufficienza. Dopo i 12 anni si raggiunge l'età adulta, e le gigantesse assumono l'aspetto che le accompagnerà fino alla morte. Una volta adulte ci basta poca carne o verdura delle piante, se volessimo non necessiteremmo del cibo e ci basterebbe sorseggiare la nutriente acqua delle fonti di montagna , è un acqua particolare perché soddisfa la fame e da energia per giorni, ricca di sostanze nutrienti provenienti dal cuore della madre terra. Anche voi umani la conoscete, la chiamate Acqua di Vita e la adoperano i Druidi delle vostre città nei ricoveri. Ma solo pochi di voi vengono alle montagne a prenderne e noi Gigantesse non lo impediamo. Si racconta che la prima Gigantessa fu una regina di un regno lontana che golosa dell' Acqua di Vita era solita farvi lunghi bagni nelle larghe vasche regali fin quando un giorno divenne enorme e fu scacciata dal suo regno e dal suo amato re. È per questo che è così importante l'amore per noi Gigantesse, perché in principio ci fu negato e tutta la nostra gente ne soffre ancora , dopo millenni.
Purtroppo però l'Acqua di Vita non da abbastanza energie per vivere a Gigantesse che hanno i cuore triste, solo chi ama o ha conosciuto almeno una volta l'amore può nutrirsi solo della magica acqua delle montagne. Ecco perché la maggior parte delle Gigantesse è feroce e spietata.nessuna di loro ha conosciuto l'amore.>>Jemmel si limitò a dire subito:<< allora tu potresti anche solo nutrirti dell'acqua...?>>Thias annuì e poi rispose :<< si, ma il destino vuole che io sia costretta di nuovo ad uccidere per nutrirmi, e soffrirò di meno a farlo se accanto avrò una persona con cui cantare la bellezza dei boschi e dei mari!>>Jemmel si sentì onorato ed esclamò :<< sarò lieto anche di cantare la tua bellezza, che non ha pari nel mondo!>>Thias rise :<< non sai che dici, ci sono Gigantesse molto più belle di me , sola e affamata, e ci sono umane la cui grazia e la cui bellezza non ha eguali!>>
<< Non importa, non v'è alcuna regola da seguire per definire il bello, è un moto del cuore , incontrollabile , e tu susciti in me un emozione e un annichilimento tale che il mio cuore ti deve rendere onore , bellezza delle montagne orientali!>>Mentre parlavano la notte si era fatta fredda e profonda. Nere nubi coprivano il cielo e tuoni lontani annunciavano un brutto temporale. Thias si era alzata in piedi e si guardava intorno mentre il vento sempre più forte gli scompigliava i capelli, guardò in basso verso il piccolo Jemmel e disse :<< Cosa aspetti! Entra in casa e goditi il tepore del fuoco! Io per sta notte troverò un rifugio e domani con il tuo aiuto cercherò un buon posto dove passare le prossime notti.>> Jemmel le si avvicinò ai piedi e si poggiò all'unghia del suo alluce per poi dire inarcando innaturalmente il collo verso l'alto per guardare il viso della Gigantessa:<< Non riuscirei mai ad addormentarmi sapendoti fuori al freddo!>>
Thias allora allontanò il piede da Jemmel e si allontanò di qualche passo da lui diretta verso la foresta:<< Non suscitare la mia ira piccolo pastore! Tornerò alla tua piccola casetta domani all'alba, ma fino a quel momento tu baderai alla casa e al tuo gregge, riposando nel tuo morbido giaciglio.>>Jemmel guardò Thias allontanarsi e notò le sue larghe piante dei piedi ed i suoi talloni carnosi sporchi di fango. Chiuse la porta della sua dimora e corse dietro alla bella gigantessa che vedendolo tuonò minacciosa :<< Non provare a seguirmi! Ti ho già detto che troverò da sola un rifugio, sono una Gigantessa delle montagne e questo piccolo temporale di campagna non potrà certo mettermi in difficoltà!>> Jemmel senza nemmeno ascoltarla la raggiunse e si fermò tra i suoi grandi piedi, riprese fiato dalla corsa e rispose :<< Il mio fedele Binter baderà al gregge agitato dalla tua presenza e difenderà il focolare. Io verrò con te per giudarti tra queste terre sconosciute. >>
Thias sorrise :<< un piccolo essere come te pretende di potermi essere d'aiuto nel trovare un rifugio? Non vedi oltre quegli alberi li giù mentre io vedo tutta la foresta estendersi fino alle montagne !>>Jemmel esitò Thias alzò il piede destro e lo tenne sospeso sopra Jemmel divaricando le dita dai bei polpastrelli; il piccolo pastore si ritrovò dominato da una enorme pianta sporca e fu costretto a respirarne a pieno l'odore, indietreggiò e ma Thias , con delicatezza lo afferrò tra l'alluce e l'altro dito per il busto. Jemmel urlò :<< cosa fai?!>> La bella gigantessa si limitava a sorridere mentre fletteva la gamba ed avvicinava il piede al suo sedere. Jemmel era stretto tra le sue dita all'altezza del busto e il resto del corpo ora giaceva sulla enorme e sporca pianta del piede di Thias , che così lo prese tra le dita della mano e , portatolo davanti al viso disse :<< Tu torni nella tua casetta.>>Così dicendo tornò davanti alla casa di Jemmel , lo posò davanti alla porta e si allontanò veloce scomparendo tra gli alberi della foresta. Jemmel era senza parole , spaventato per il modo in cui la gigantessa lo aveva raccolto e allo stesso tempo infuriato per la sua impotenza. Restò sulla soglia a guardare nel buio, poi entrò in casa insieme al suo cane per sedersi davanti al fuoco; un attimo dopo prese a piovere e i tuoni risuonavano vicini e assordanti.Continua...
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