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Le colline di Hemmeltur

Parte II inviata da Jryan^ e caricata in data 16/Febbraio/2003 22:39:07


Così un giorno Lemna , una bionda Gigantessa dai lunghi capelli lisci , attesa che io mi allontanassi dalla mia capanna , ed entratavi prese Zeral che non poté fare niente per sfuggire al suo crudele destino, poiché era nudo e disarmato. Lemna lo portò con se ai margini del villaggio e ivi lo depositò ai suoi piedi per poi dare l'allarme con la sua voce stridula. Accorsero tutte le gigantesse del Clan , tra cui anche io, ignara : Lemna dichiarò di aver sorpreso Zeral mentre fuggiva, e lo teneva , con violenza, compresso sotto le dita del suo piede. Zeral era paonazzo ma non si dimenava ne urlava. Teneva gli occhi su di me. Io , però credetti alle parole di Lemna , accecata dall'amore e dalla gelosia, così non lo difesi! Oh il suo sguardo innocente ancora mi perseguita negli incubi! La capo Clan allora decretò l'esecuzione di Zeral , e poiché era stato amato da me a lui fu servata una morte più onorevole. Ad ucciderlo non sarebbe stata lei stessa , posandovi il piede sopra e pronunciando la sentenza mentre lo calpestava, ma sarei stata io a provvedere all'esecuzione nel modo che più ritenevo opportuno.

Per Zeral morire per mia mano era considerato un onore, ma lui era disperato, mi urlava che mi amava e che era stato incastrato da Lemna, ma lei mi parve sincera e tra l'altro ero convinto dell'onestà della sua amicizia. Così sollevai Zeral dal piano di marmo dove di solito si schiacciavano i colpevoli e lo portai alla bocca , lo guardai un ultima volta negli occhi e poi lo ingoiai intero perché desideravo che per sempre restasse dentro di me, nel mio sangue. Disperata piansi per giorni , fin quando Lemna mi confessò , deridendomi ciò che in realtà era accaduto, allora io , presa dall'ira afferrai il mio arco e scoccai la freccia che si conficcò nella sua fronte. La uccisi e ne fui felice , ma ciò significò l'esilio, e ora non potrò mai più vivere tra le gigantesse.>>

Jemmel era incredulo. Guardò le lacrime scendere sul viso della Gigantessa , addolorata dal ricordare e poi ne restò impressionato :<< non credevo che anche loro piangessero>> si disse , poi rivolgendosi alla donna esclamò:<< Porti con te un grande dolore e spero che un giorno la cicatrice nel tuo cuore possa essere rimarginata. Ma purtroppo non posso nutrirti ne offrirti un luogo sicuro dove riposare. La mia dimora e troppo piccola per te e anche le mie pecore non basterebbero a sfamarti. Posso offrirti acqua calda e lavare i tuoi piedi, poi però dovrai andare a cercare asilo da qualche altra parte!>>

La gigantessa si asciugò le lacrime e disse :<< Dovresti riscaldare litri e litri d'acqua e come credi di farcela con due piccoli secchi come quelli con cui sei rincasato al crepuscolo! Non ti chiedo tale fatica solo per pulire i miei piedi così grandi per te, ma la tua disponibilità mi rincuora.>> restò in silenzio per un attimo e poi disse :<< è il mio cuore che deve essere curato, resterò con te, con una persona nobile e pura di anima, ti aiuterò e ti seguirò durante le fatiche giornaliere e se vorrai ti allieterò con i miei canti o con la bellezza del mio corpo. Se mi accetterai ti sarò fedele, ciò che mi spaventa è la solitudine, solo quella, seppure io sia abbastanza forte da distruggere intere città umane. Purtroppo l'amore altrui non può essere conquistato. va guadagnato giorno per giorno e io voglio vedere, un domani, nei tuoi occhi ora così spaventati, un'espressione anche di semplice affetto e allora il mio cuore sarà riscaldato dal freddo fluire de tempo.>>

Jemmel rimase senza parole. Guardò in basso, l'erba verde  e si chiese come avrebbe potuto funzionare una così inaspettata convivenza. Stava per dire qualcosa , stava scuotendo il capo e già apriva la bocca per dire una parola quando Thias lo anticipò :

<<Non temere. mi nutrirò dell'acqua fresca, delle piante, del formaggio che vorrai donarmi e delle bestie che caccerò per il bosco. Dormirò qui , vicino alla tua casa, sull'erba oppure mi inoltrerò tra le conifere e mi cercherò un riparo. Ma ti prego non costringermi ad allontanarmi verso la città, siamo entrambi soli, io per il fato, tu , forse per scelta, insieme però potremmo affrontare meglio la vita.>>

Jemmel allora rispose con la voce tremante :<< Va bene Thias.>> ed esitò temendo che dopo aver pronunciato quel nome la Gigantessa si sarebbe adirata, ma la vide sorridere e continuò:<< sarò lieto di aiutarti. in fondo voi gigantesse delle montagne siete di origini umane, non siete malvagie di natura come gli orchi o come i troll, e solo adesso me ne rendo pienamente conto, dopo aver visto le tue calde lacrime rendere fango la terra sotto i miei piedi!>> Thias titubò come se le dispiacesse aver causato quel disagio al piccolo tesserino davanti a lei, ma Jemmel continuò :

<<Ma potrai nutrirti, nel tempo anche del mio bestiame , e non ti lascerò dormire allo scoperto, insieme a te cereremo una caverna o un rifugio nei boschi e se non lo troveremo , allora costruiremo insieme una capanna, secondo le tradizioni delle Gigantesse delle Montagne.conosco l'architettura ho letto parecchi libri , e se vi fai caso la mia piccola casetta è fatta alla vostra maniera!>> Thias sgranò gli occhi e restò incantata dalla casetta che a guardarla bene era uguale a quelle che aveva visto intorno a lei dalla nascita e mai ne aveva vista una così piccola. Thias guardò Jemmel , si mise a sedere poggiando i glutei sodi sui talloni e intonò una canzone guardando verso la luna.

La sua voce si diffuse nell'aria e sembrava lontana e trasportata dal vento. Jemmel restò incantato e si unì al canto della Gigantessa ; conosceva quella canzone , era un inno alla fraternità tra tutte le creature che nel momento del bisogno ricordano di essere tutti figli di un'unica volontà , quella della vita.  Era stata scritta da un poeta delle terre desertiche  e faceva più o meno così :

L'ombra cala sulle verdi terre, scura
Alle ore di fertilità subentra la paura
E si odono i tamburi orcheschi  rimbombare cupi
Ora che il male sopraggiunge gli agnelli non temon più i lupi
Ora che la luce è da salvare
Tutte le razze si uniranno , divine, sull'altare
Scendete Gigantesse dalle alture
Accorrete uomini dalle pianure
Giungete nella luce leggeri elfi
E voi Nani indossate gli elmi
È tesoro di tutti voi la luce
E un sottile richiamo tutte le creature ora conduce
Orso dal manto bruno esci dal monte
Che il regale cervo accorra dalla limpida fonte
Si faccian trasportare i delfini dalle onde
E che i pesci si radunino sulle sponde
Il richiamo del Bene sale e si fa aria
E la respira il cavaliere che cavalca pieno d'ira
Trasportando dietro di lui il profumo divino
Dei boschi e delle sorgenti che ammirava da bambino
Da difendere è questa terra
E lo farem con le armi e con le fauci se non si può evitar la guerra


Thias smise di cantare e guardò Jemmel prepararsi a cominciare l'altra strofa, lo anticipò e cantò versi di sua invenzione : << E tu giovane pastore che tra i pascoli paciosi siedi, Non temermi e gioisci ai miei piedi, mai vorrò farti del male , perché il bene che mi dai ti sarà reso uguale!>> sorrise e guardò Jemmel che stupefatto esclamò :<< non sapevo che voi Gigantesse avesse tale voce e tale facilità nel comporre!>> Thias allora lo prese tra l'indice e il pollice, lo avvicinò al viso e disse :<< Il mio nome , Thias significa soffio, o melodia al crepuscolo. Non è un caso.>>

Continua...



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