Una giornata diversa dal solito.
Parte II inviata da angel e caricata in data 09/Maggio/2005 00:32:43
Mi trovavo nella tasca accovacciato con la schiena sul suo seno....potevo sentire il battito del suo cuore mi rintronava nella testa come un concerto di tamburi tenuto da qualke tribù indigena sperduta nella foresta amazzonica... tranquillizzava tutta l'atmosfera l'adrenalina cominciava a scendere e a rendere la situazione meno tragica....il sobbalzare delle sue tette mi cullava dolcemente finchè non mi fece saltare, aveva inkiodato sui suoi tacchi a spillo facendomi vibrare tutte le interiora e le ossa... la sentì ripartire, poi curvare e girarsi di scatto... e poi quel suono: "tuk-click" aveva kiuso una porta e aveva dato un giro di kiave. subito pensai tra me e me:"Sono fottuto! Dove cazzo mi trovo?"sentivo il suo respiro che piano piano si affannava sempre di più mentre mi cercava nel taschino con la sua mano...mi sentii afferrare dalla maglietta e mi tirò sù, fino all'altezza del suo sguardo.
Notai i suoi occhi blu appariscenti che rivelavano il suo prenderci gusto per la situazione. Si sedette e mi avvicino alla sua bocca sussurrandomi: "Non temere...non ti mangio!" e avvicinando la sua mano alla sua bocca aperta mi pose sulla sua lingua, e la richiuse...bolccato dal terrore non riuscivo a muovermi, ma sotto di me la sentivo muovere. Poco dopo quando aprì la bocca e mi tirò fuori capì, cosa stava facendo...si era sfilata la calza di nylon, i suoi piedini (credo portasse la 39) emanavano un odore gradevole ke mi prese subito alle narici, erano smaltati di nero, un colore ke sfiniva le sue bellissime dita dei piedi da balzare immediatamente ai miei okki...lei mi sussurrò con gentilezza... "divertiti!" e mi incastrò tra il suo alluce e il suo secondo dito del piede, quella morsa gentile della gicantesca prof era calda e morbida ma la situazione cominciava a degenerare, nel vedere che stava per infilarsi la sua calza emisi un grido di terrore: "cosa voleva farmi" pensai, ma lei intanto rideva mi sentiva a malapena ma poteva capire cosa provassi in quel momento sentendomi muovere tra le sue dita agitando braccia e gambe.Le mie grida al suo orekkio quasi impercettibili si dissolsero nell'aria quando fui completamente coperto da quel nero manto, in cui le mie mani affondavano al tatto di quella massa elastica che m'intrappolava. abbassando lo sguardo notai ke la morsa dalle gigantesche dita di quella puttana della supplente cominciava a rilassarsi.
La sentii rialzarsi e sistemarsi il collant, un colpo alla gonna, una pausa...e cominciò a muoversi... ad ogni suo passo mi stringeva leggermente al bacino, camminò con passo lento fino a rientrare in classe e a prendere il suo posto a sedere senza fare commenti con la classe, ma appena mi sentì muovere cominciò a giocare con me muovendo le sue dita... tra tutto il frastuono ke si che echeggiava nella classe sentii la voce squillante di una mia compagna, era F., una ragazza molto carina che viene in classe con me: castana occhi castano chiaro, una spruzzata di lentiggini in faccia, un corpo da favola ma non troppo alta 1,60 circa... con la quale scherzavo spesso su questo fatto, che diceva"ma dove è finito A.?(che sarei io)" e di risposta un'altra mia compagna con cui di solito nn parlo molto, N.:una ragazza di carnagione un po' scura non tanto alta anche lei...come F., con cui mi diverto spesso a scherzarci facendo finta di picchiarla, insomma torturandola un po':"non saprei è uscito con quella prof xk lei doveva portarlo in vice presidenza e ancora nn è tornato...kissà ke kazziatone ke gli sta facendo!". io sentivo piano piano quelle dita sempre più strette, poi cominciai a muovermi stava muovendo i suoi piedi e mi sentì la cinghia della scarpa che stava sfilando proprio sopra la mia testa.
Nel toccare terra il suo piede fece vibrare tutto il mio corpo e mi trasmise il freddo gelido del pavimento, ke percepì solo x un attimo poichè il calore emanato dalle dita della gigantessa cominciava a farmi sudare.Un peso si appoggiò sulla mia faccia e si strusciava delicatamente era il suo piede velato che mi riscaldava...
Continua...
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