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La galleria d'arte

Parte II inviata da Packy e caricata in data 13/Febbraio/2003 21:12:14


Ora ero solo e allibito da quante cose inpochissime ore fossero successe, solo in una prigione normalmenteusata per ben altri scopi, pensai a quale possibilità avessiavuto per fuggire, o meglio se qualcuno potesse accorrere in mioaiuto, o io chiamare qualcuno in quella stanza c'era un telefono,ma in ogni caso la cornetta era grande come una barca, nell'ipotesiper comporre un numero ci avrei impiegato molto tempo e scartaisubito l'idea. Le mie riflessioni furono interrotte da un rumoredi passi che via via si faceva più forte, infatti, la porta sisocchiuse ed arrivò lei Prisca, e li ebbi paura, in quanto eralei che prima si era divertita con la matita. Sorrise si avvicinòe fece un giro completo attorno alla gabbia e disse: - "Perora il cartello in vetrina non lo ho più bisogno, il canarinoper oggi lo abbiamo catturato eh eh eh eh! h! Francesca è uscita,e io ho chiuso la galleria, ora ho tutto il tempo d'utilizzartiun po' " .

Lei andò allo specchio appeso allaparete appoggio le mani al piccolo tavolo stile antico sotto allospecchio, e mentre mi fissava riflessa nello specchio, iniziò adivaricare le gambe, e con una mano iniziò a paspeggiarla, lalingua in modo molto erotico correva sulle sue labbra, la minigonna si alzava sempre più e grazie al piccolo spacco dietro, iointravedevo i movimenti delle sue lunghe dita, ore le sue gambeerano visibili completamente, lei indossava appunto dei collantscuri con dei bellissimi ornamenti, e aveva ai piedi delle scarpenere con il tacco, allacciate alla caviglia con un piccolo laccio.Dopo alcuni istanti si girò di scatto e appoggiata al tavolinocon le gambe sempre leggermente divaricate rifece le stesse cose,fissandomi e intanto continuava a giocherellare con la lingua, iltutto con il chiaro intento di farmi sentire inerme in quanto eralei che comandava, ora però da quella prospettiva vidi anche lesue dita che lavoravano negli slip.

Aprì la gabbia e mi afferrò, non cercaidi fuggire mi sarei fatto male, lei ora mi teneva sospesa ad unpaio di metri sopra gli slip di Francesca, erano fetidimaleodoranti e fradici, Prisca notò il mio disappunto e leicinicamente mi lasciò cadere, mi ero appena asciugato e ora eroritornato in quell'inferno, *Ha Ha Ha Ha" rise di gusto,intanto lei con due dita mi costringeva in quella situazione mispingeva appena m'alzavo lei con un movimento minuscolo mi davadelle pacche, le quali mi facevano perdere l'equilibrio cadendodi nuovo negli slip, improvvisamente mi prese mi sollevò all'esternoe m'adagio sul palmo della sua mano sinistra, con l'indice dellamano destra o meglio con l'unghia del dito, unghia lunga edipinta di blu elettrico come il vestito, inizio a toccarmi lagamba sinistra e poi quella destra, lei con un'espressione disoddisfazione mi disse: - "Wow che bel pisellone che hai,"io ero indifeso nelle sue mani, lei continuò "aspetta unche ti faccio io un servizietto ora.", mi appoggio sultavolo con il piano in radica dicendomi di non muovermi perchése no mi ci avrebbe costretto, io restai con le gambe divaricatee le braccia rivolte verso l'alto, lei era più alta di Francesca,infatti la sua vita e rispettivamente la mini erano al disopradel piano del tavolo così che io potei vederla completamente eragigantesca, si paspeggiava la vagina, mi disse:- "Vuoiassaggiare?", io non le risposi, e lei picchio la mano sultavolo violentemente facendomi sobbalzare alcune volte, fossistato il suo bersaglio ora non ci sarei più.

M'affrettai a rispondergli di no, eaffermò "non è la risposta che volevo sentire, prendigusta", sebbene la situazione, il mio pene era quasi turgido,con tutta quella zia che avevo visto nel pomeriggio, e ora ci simetteva anche Prisca in modo del tutto sensuale si chinò con lasua immensa faccia e cominciò a sbaciucchiarmi, aveva l'abitudinedi succhiarmi arrivò al pene succhiandomelo tutto, io ora ero dinuovo completamente bagnato di saliva di Prisca. Lei gemeva"Mmh! Mmh! Che buono ora ti mangiucchio tutto lo sai",ogni tanto si fermava e mi leccava completamente iniziava dapiedi strusciando la lingua larga almeno 90 - 100 cm prima sulpiano in radica poi continuando su di me fino alla testa, lasensazione era incredibile, calda soffice, da li le vidi quelbellissimo neo estetico che aveva sopra le labbra, leggermenteposto sulla sua sinistra rispetto al suo nasino. Ad un tratto ionon mi trattenni, il pene completamente eretto raggiunsi l'orgasmo,lei lo notò e continuò a leccarmelo. In seguito dalla miaposizione intanto che lei s'accese una sigaretta ebbi lamalaugurata idea di fargli notare che per fortuna lei non amavagiocare con i piedi. Lei rispose aspirando avidamente lasigaretta:- "Sono una specialista, e sono un'amante delfeticismo con i piedi, lo sai che io ho dei piedini giganteschitutti da leccare, sono tutti per te." Io tentai di rialzarmi,ma lei mi prese con le quattro dita dietro la schiena e ilpollice a mo' di morsa sul petto mi portò quasi alla bocca edespirò il fumo della sigaretta, quasi svenni io odio il fumospecialmente quello passivo, lei mi massaggiava il corpino con lesue dita che tenevano la sigaretta e disse:- "Adesso mitogli le scarpe, poi ti faccio vedere!".

Mi ripose ai suoi piedi la guardai dalbasso all'alto era impressionante, 40 m di figa, prese una sedias'adagiò in modo che io le potessi vedere la zia, infatti lepotevo vedere gli slip e perfino la peluria che le usciva daparte la quale luccicava di rugiada vaginale, infatti lei sistava eccitando alquanto, ero convinto che primo o poi mi cisarei trovato tu per tu con la sua vagina. "Bene",disse: - "Quale piede preferisci il destro o il sinistro?",capii che era meglio rispondergli subito, ma la voce non mi uscì,non intendendo risposta lei mi mise la suola del piede destrosopra di me tenendo la suola leggermente sollevata possoassicurare che la mia testa e rispettivamente le mie bracciaemergevano al di fuori della suola io gridai: "La sinistra,ti prego..", lei sorrise dicendomi:- "Non ha moltaimportanza in quanto era solo per sapere da quale piede voleviiniziare, poi se fosse il caso ti fai anche quell'altro, eh eh eh!",Lei però la suola non la spostò subito infatti mi fece notareche ad un minimo suo movimento avrebbe potuto fare la fine di unoscarafaggio, io pensai che non avrebbe avuto problema con il suocorpicino da modella da qualche tonnellata, poi spostandofinalmente il piede mi disse:- "Comincia a slacciarmi lascarpa, devi salire fino al laccio e tirarlo con forza.", lechiesi:- "Perché non lo fai tu? Almeno questo!!",rispose:- "Oggi non hai fatto un cazzo più che leccare figanon hai fatto, ora voglio vederti armeggiare un pochettino aimiei piedi", abbassai la testa e m'incamminai in direzionedel suo piede, man mano che m'avvicinavo il fetore nauseabondo disudore aumentava, io la fissai e lei continuava ad osservarmi,avessi fatto una mossa falsa, sarei stato punito. Continuai einiziai a scalare prima la sua scarpa poi arrivai al nylon delcollant era fetente un puzzo indescrivibile, le mie minuscoledimensioni infatti amplificavano queste sensazioni nei confrontidi una persona normale, Prisca notò il mio impaccio e ridevainsultandomi, per arrivare al gancio dovevo arrampicarmileggermente su nella sua caviglia fino alla fibbia del laccino, m'assicuraialla fibbia e tirai il gancio, fui sorpreso dalla facilità conil quale si slacciò la conseguenza fu una scivolata di qualchemetro sul nylon, infatti il mio appiglio non era altro che illaccino stesso una volta libero mi fece mancare la presa, lasfortuna volle che scivolai all'altezza della volta del suo piede,li la scarpa offriva un piccolo orifizio laterale, minuscolo maper me sufficiente, le mie mani arrancavano per uscire il restodel corpo era completamente nella scarpa sotto il piede, legridai:- "Aiuto toglimi da qui non resisto, la puzza eraglobale, lei sgranò gli occhi e rispose:- "Ma cosa cazzofai?", tolse la scarpina con delicatezza e con me dentro sela porto vicino al viso, voltò via un attimo la faccia dicendo:-"certo che puzza assai, ma vedo che a te piace" iltutto con il ghigno da stronza.

Fece ballonzolare un attimo la scarpa iopersi l'equilibrio andando a rovinare all'interno della scarpa omeglio fin giù nella punta, li era perfino bagnata di sudore ese non bastasse per rincarare la dose introdusse due dita egiocherellò divertendosi con il mio esile corpo, ci godeva latroietta, mi pigliò e gettò la scarpa ad una trentina di metrinaturalmente dal mio punto di vista e mi disse:- "Ora che tisei ambientato ti faccio fare la discesa, sulle prime non capii,ma nell'intento d'allargare l'orlo del collant mi fu tutto chiaro,infatti mi ci trovai proprio sopra all'entrata, io ero sospeso daPrisca la quale mollata la presa io precipitai, mi trovai giàsotto il ginocchio, lei aveva delle gambe quasi perfette depilate,la mi discesa proseguiva a strattoni, quando mi fermavo arrivavalei a muovere il collant, arrivai in fondo lo capii per il puzzo,fece in modo che io m'andassi a collocare sulla parte superioredel suo piede sempre all'interno della sua calza. Ad un trattovidi l'altro piede la scarpa l'aveva tolta, arrivare su di me einiziò il massaggio, lei canticchiava e accompagnava la torturacon frasi di circostanza come "Su dai un massaggio così nonsai quanto si paga, qua te lo facciamo a gratis". Le suonòil cellulare che aveva alla cintura, rispose:- "Ah ciaoFrancesca, si sono ancora qui"," fino a lunedì èfantastico","certo non te lo rompo, ora è al sicuro alcalduccio eh eh eh,".., si va bene gli faccio fare un po' d'allenamentod'altronde ho già iniziato,".,hai già trovato una cliente?,"..,ahdiverse,"..,va bene io sono a casa tutto il week end, bye!"."Hai sentito ho tutto il fine settimana per divertirmi conte, cosa ne pensi?, sai che con il collant così scuri non tivedo quasi, ho pensato che ti lascio li fino a casa, e non urlare,se no ti faccio pentire di essere nato mi sono spiegata?", s'infilòle scarpe, si sistemò e s'incamminò, da quel punto di vista ilmondo era impressionante, potevo guardarle sotto la mini e vederei suoi slippini, più in alto tutti i suoi movimenti titanici,uscimmo e salì in macchina, se non sbaglio una Mercedesabbastanza vecchia, credo una Mercedes Pagoda, il viaggio duròuna mezzoretta circa, alla radio udii anche l'ora erano già le19.00.

Giunti a casa, una mono famigliare sisfilò le scarpe, si tolse la giacca si diresse prima in cucina eapri il frigo e bevve dell'acqua, "Acqua bella fresca lo soche ne vorresti, ma non te ne offro, tua hai ben altre bibite dabere", poi prese la via del bagno si tolse la camicetta e lagetto nella cesta dei panni sporchi, ora intravidi il seno con ilreggi, lei alzo sull'asse del water la gamba dalla mia parete, einizio delicatamente a sfilarsi il collant fin giù da me, fecein modo che io non potessi uscire, con un sorriso mi dissesostenendo il collant a mezz'aria:- "ehi ci sei ancora? Tiè piaciuto il viaggio?", io non risposi, ero più intento adimenarmi all'interno di quella trappola fetida, calda e viscidadi sudore. intanto lei non pensò di meglio che paspeggiarmi conle sua dita, dicendomi:-"Dai che ora facciamo il bagnetto".Appoggiò il collant in terra con me dentro ordinandomi:- "esci!"e poi sfilò l'altro e pure gli slip, io obbedii. Nel frattempolei aprì l'acqua del bidè, getto una spugna all'interno e poimi prese e mi getto sopra la stessa che galleggiava, si chino esi mise seduta con le gambe aperte, non aveva tolto la mini,forse per apparire più sexy possibile, io ora per la prima voltagliela vidi, era fradicia e giungeva fino a me il sensuale aromadella sua fragranza, l'acqua era quasi all'orlo, la spugnalentamente si era mossa nella sua direzione, e le mi fissava,dicendomi:- "ora ti do il sapone così me la pulisci un poco",in meno che non si dica mi trova immerso nel sapone tipico dellaigiene intima, m'alzai e iniziai a pulirgliela, era enorme, leici giocherellava con le dita che alternativamente le introducevao le usava spingermi la testa contro la sua vagina, a un certopunto la spinta non si fermò anzi continuò fino ad introdurmi,io non potevo reagire era anche tutto scivoloso di sapone, a uncerto punto io ero diventato un giochino erotico, infatti mitrovai inserito nel suo foro fino alla vita ed ci ero costrettoperché lei con il dito medio faceva pressione in mezzo alle miegambe proprio sul culo, si divertiva a tirarmi per una gamba epoi mi respingeva all'interno questo andò avanti abbastanza ognitanto mi tirava fuori e sospeso a testa in giù mi portava allasua altezza per torturarmi con la sua lingua.

Ansimava di piacere a soggiogarmi a testain giù mi strofinava pure contro i suoi capezzoli turgidi, latroia si divertiva, mi riposò non dopo un attimo sulla spugna,dicendomi:- "continuiamo la pulizia, aspetta che ti do unamano.", sollevò completamente la spugna e la diresse controla sua zia massaggiandosi, naturalmente io mi ci trovai in mezzo,disse:- "sai sei veramente delicato ed efficace sono tuttaarrappata lo sai?" La pulizia durò a lungo in quanto daigemiti compresi che le piaceva assai e non nascondo che anche ame non dava fastidio, era molto delicata ogni tanto mi fissava esorrideva con gusto. Finito il bidè, si tolse la mini e io fuilasciato dove mi trovavo a galleggiare sulla spugna, rilascioabbastanza acqua al fine d'abbassare il livello rendendo i bordiper me insormontabili questo per assicurarsi che da li nel mentreche lei faceva la doccia non avessi avuto possibilità alcuna difuggire, disse:- "Lavati approfittane, io torno subito".

Continua...



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